Capitolo 43

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«Chi si crede di essere per mancarmi di rispetto?» urla James lanciando un vaso contro la parete. Il pavimento si riempie di piccoli frammenti di cristallo. 

Ne raccolgo uno e lo osservo.

Tutto andrà in frantumi come questo vaso?

Inizio a giocare col piccolo coccio di vetro.

«Tutto bene?» chiede Alex inginocchiandosi accanto a me e guardandomi preoccupato. Rispondo con un cenno della testa. Non ho mai visto tutti così agitati e nervosi. 

La situazione peggiora con l'arrivo di Tom che, sbattendo la porta del salotto dove ci siamo riuniti, inizia a gridare come un pazzo.

«Porca miseria, Mark! Non sappiamo nulla di Killian! Potrebbe essere chiunque. Per quanto mi riguarda potrebbe essere la Mano Nera in persona! Non basta che debba preoccuparmi della presenza di Gabriel?» urla sbattendo un pugno sul tavolo. Osservo seria tutta questa scena che inizia a darmi sui nervi. 

Gabriel mi fa un cenno con la testa per dirmi di non fare nulla, ma non resterò ferma. Come se niente fosse, allungo le dita verso una sedia, la sposto e mi siedo. Incrocio le dita e guardo tutti loro. Tom mi si siede accanto e mi sussurra qualcosa all'orecchio. Acconsento.

«Avete due ore per farci sapere tutto ciò che c'è da sapere sul nuovo arrivato.» ordina mentre i presenti sono dubbiosi sul da farsi. Qualcuno cerca di rispondere ma lo zittisco prima che azzardarsi ad aprire la bocca.

«Forse non è chiaro. Non è un consiglio. È un ordine!»

Il soldato abbassa lo sguardo e Tom sembra rilassarsi dopo avermi rivolto un sorriso compiaciuto.

«Agli ordini, Principessa.» risponde facendo un leggero inchino verso di me. È ora di assumersi le proprie responsabilità. Oggi attraverseremo il portale e nessuno sa cosa ci aspetterà dall'altra parte. Non voglio ulteriori sorprese. 

La guerra è alle porte e non c'è tempo da perdere.

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