‹‹Posso tenerti compagnia?›› chiedo timorosa giungendo alle spalle di Gabriel con una pila di libri tra le braccia. Il ragazzo alza un sopracciglio e mi scruta dalla testa ai piedi. Non sembra molto entusiasta. Fa a malapena un cenno per farmi capire che posso seguirlo. ‹‹Ehm, dove stiamo andando?›› domando guardandomi attorno e cercando di mantenere il suo passo.
Gabriel ovviamente non risponde, ma gira la testa a destra e a sinistra come se fosse in cerca di qualcosa.
‹‹Ho sentito che qui vicino c'è un parco.›› risponde d'un tratto.
‹‹Prossimo incrocio a destra.›› affermo entusiasta superandolo con tanta agilità da non far cadere nemmeno un libro. Forse dovrei chiedergli da chi ha sentito l'esistenza del parco o se ami i parchi, ma sono un po' timorosa a riguardo. Gabriel non sembra uno di tante parole.
Dai, Aurora! Rompi il ghiaccio!
La vocina nella mia testa diventa così tanto insistente da spingermi a passargli alcuni libri e ad afferrarlo dal braccio libero. Gabriel mi guarda dubbioso e contrariato ma non dice nulla.
‹‹Non ti mangio mica! Muoviamoci o rischiamo che chiuda. Ha orari strani!›› affermo iniziando a correre trascinandolo con forza.
Quando arriviamo all'entrata, Gabriel si libera con violenza dalla mia presa.
‹‹Ora puoi ridarmi i libri.››
Lo osservo scioccata mentre me li getta praticamente addosso senza la minima delicatezza.
Stai calma, Aurora. Fa così perché non ti conosce.
‹‹Ora che mi hai accompagnato te ne puoi andare. Sto cercando una persona.›› spiega secco mentre mi trattengo dalla voglia di lanciargli i libri in testa per levargli quell'aria da duro strafottente dal viso.
Faccio un lunghissimo respiro e gli sorrido.
‹‹Non ho nulla da fare quindi posso tenerti compagnia. Posso cercarla con te.›› dico col tono più gentile che riesco a trovare.
‹‹Non ho bisogno della tua compagnia. Sei d'intralcio.›› risponde incurante della mia espressione. Dire che sono senza parole è il minimo. Ora mi sono davvero seccata di essere gentile ed essere trattata come spazzatura.
‹‹Ma qual è il tuo problema? Non mi sembra di bloccarti il cammino o impedirti di fare qualcosa.›› esordisco ormai stufa facendo cadere i libri a terra. Gabriel si volta sorpreso e studia la mia reazione. Pensando di aver vinto qualche premio, vittoriosa aspetto le sue scuse.
‹‹Non dovresti gettare i libri per terra. Sono un bene prezioso.›› sussurra tristemente piegandosi per raccoglierli.
Non mi starai dando lezioni, vero signorino?
Questo ragazzo riesce a farmi perdere le staffe in men che non si dica. Non so se è per le espressioni di dissenso che fa o per il tono scontroso.
Nervosa mi inginocchio per aiutarlo a raccoglierli.
‹‹Non era mia intenzione farli cadere. Scusa.›› ammetto con difficoltà consapevole di aver sbagliato.
‹‹Pista!›› urla un ragazzo fiondandosi a tutta velocità verso di noi a bordo di una mountain-bike. Non faccio in tempo a schivarlo che, urtandomi, mi fa cadere a terra con così tanta violenza che nella caduta sbatto il gomito contro un sasso e mi ferisco.
‹‹Stai bene?›› domanda Gabriel preoccupato inginocchiandosi. Io resto immobile e l'unica cosa che avverto è il bruciore proveniente dalla ferita sanguinante.
‹‹Tutto bene?›› chiede divertito il ragazzo tornando indietro.
Mi prendi in giro?
Vorrei urlargli contro ma non ho la forza di aprire la bocca. Mi limito a stringere i denti per trattenere il dolore e a guardare con tristezza tutti i libri coperti di polvere.
‹‹Ti sembra stia bene?›› ringhia Gabriel afferrando il ragazzo dalla maglietta e costringendolo ad abbassarsi per guardarmi. Il sorriso del ragazzo scompare e, al suo posto, fa capolino una faccia bianca e terrorizzata.
‹‹Dai, amico. Non si è fatta niente.›› si giustifica. Non ha il tempo di aggiungere altro che Gabriel gli sferra un pugno così forte da farlo cadere insieme alla bici.
‹‹Ma sei pazzo? Mi hai fatto male!›› piagnucola mostrandogli il braccio sbucciato.
‹‹Tranquillo, non ti sei fatto niente.›› risponde Gabriel imitandolo prima di porgermi una mano per aiutarmi ad alzarmi.
‹‹Torniamo a scuola prima che gli spacchi la faccia.›› suggerisce raccogliendo i libri da terra e afferrandomi delicatamente da un braccio.
Dai, anche se questa possibile amicizia non è iniziata nel verso giusto, ce la posso fare a diventare sua amica.
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Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...