Capitolo 27

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Quando apro gli occhi sentola testa scoppiare. 

Devo essere crollata... 

Mi volto verso Gabriel che staancora dormendo accanto a me e inizio a sorridere. 

Sembri un'altra personaquando dormi. 

Allungo le dita verso i suoi capelli neri e mossi ed inizio ad osservare ogni centimetro del volto di questo ragazzo che riesce sempre a stupirmi, nel bene o nel male, e penso che, in questo momento, appare come un bambino cresciuto, forse, troppo...

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Allungo le dita verso i suoi capelli neri e mossi ed inizio ad osservare ogni centimetro del volto di questo ragazzo che riesce sempre a stupirmi, nel bene o nel male, e penso che, in questo momento, appare come un bambino cresciuto, forse, troppo in fretta. 

Non so molto della persona che dorme al mio fianco ma, da quel poco che ho capito dai suoi atteggiamenti, dev'essere un ragazzo molto solo. Non parla mai di sé o della sua famiglia. 

Ripenso alla sua casa. Non c'erano foto di compleanni o viaggi o amici. L'unica che ho avuto la possibilità di vedere di sfuggita ritraeva una donna vestita di bianco. 

Era molto bella e raffinata e teneva fra le mani un mazzo di rose dello stesso colore dell'abito. Sicuramente sua madre. Una donna bellissima e solare. Ricordo di essermi soffermata sui suoi occhi e sul suo sorriso. Non penso di aver visto mai qualcuno sorridere in quel modo.

Scruto Gabriel e cerco in lui i lineamenti della donna. 

Cos'avrai preso da tua madre? Sembrate così diversi. Lei solare e piena di vita... tu così freddo e rigido.

Ti avrei preso per un robot se non ti avessi visto anche ridere o essere dolce. Strati e strati di testardaggine e sfacciataggine ti separano dal cuore. Prima di addormentarti mi hai farfugliato qualcosa riguardante la notte in cui mi hanno rapita.

Il fatto che tu mi abbia seguito, che sia entrato di nascosto nel cofano degli ultimi soldati di Tom che avevano lasciato la festa, che abbia trascorso una notte fuori al gelo per poi nasconderti nuovamente nel cofano dell'auto, mi fa capire quanto tu tenga davvero a me. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere, non che la mia vita sia stata mai così spericolata. Gliene sono grata e so il motivo che l'ha spinto a compiere un gesto del genere, ma non mi sento pronta.

Mi alzo senza fare rumore e mi avvicino al materasso per spostare le pezze ancora macchiate con cui gli avevo pulito il viso la notte precedente. Non so come abbia fatto a sentirmi ma si sveglia e, afferratami la mano, mi tira a sé facendomi così perdere l'equilibrio e cadere sul suo torace. 

 

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