Dopo aver salutato Crono, mi accompagnano a vedere un altro recinto all'interno del quale ci sono solo cavalli selvatici.
Non sarà semplice.
Ad un tatto, la mia attenzione venga attratta da un rumore strano che sembra quasi un urlo. Senza accorgermene, mi ritrovo a scavalcare la recinzione e correre verso quel richiamo d'aiuto.
«Ferma, dove corri?» domanda David appoggiandomi una mano sulla spalla per impedirmi di proseguire oltre. Accanto a lui Tom mi osserva incuriosito.
Ad un tratto davanti a me appare un cavallo nero e possente, legato, che si dibatte e combatte contro sei uomini. Scalcia, si alza sulle zampe posteriori ed inizia a divincolarsi prima verso destra e poi verso sinistra.
‹‹Stai fermo, maledetto!›› lo rimprovera un soldato tirando con forza una fune legata al collo dell'animale.
Senza pensarci due volte mi scaglio sull'uomo.
‹‹Lascialo! Così gli fai male!›› urlo cercando di strappargli la fune dalle mani. Per tutta risposta, l'uomo mi spinge via facendomi cadere. Poi non so bene cosa accade.
Quasi come fossi spinta da un'energia a me estranea, mi alzo, mi avvicino a lui, gli afferro il braccio con il quale mi ha spinta e gli sferro un pugno in pieno volto facendolo così rotolare per terra.
Quando si alza la situazione si fa critica, perché gli altri cinque componenti mi accerchiano.
Uno di loro corre verso di me per attaccarmi.
Inizio a muovermi senza pensare ai passi o alle posizioni base insegnatemi da David.
"Non puoi rimanere sempre sulla difensiva!", le parole di David rimbombano nella mente.
Inizio così ad attaccare: pugno destro, poi sinistro. Indietreggio, schivo, mi abbasso e affondo. Riesco a colpirne uno in pieno stomaco. L'uomo si piega per il dolore e poi crolla sul terriccio.
Gli altri mi sono addosso un attimo dopo ma, questa volta, tutti insieme. Ho il tempo di voltarmi, di abbassarmi e girare su me stessa per evitare i primi due colpi.
Mi volto in cerca di aiuto ma l'unica cosa che riesco a notare è la piccola folla che osservano divertiti e incuriositi la scena. Tra di loro, intravedo Alex fare un passo verso lo steccato per venirmi in soccorso, ma viene bloccato immediatamente con un braccio da Tom.
Non avevo dubbi, Comandante. Me la caverò benissimo da sola!
Questo momento di esitazione mi costa caro, perché uno degli avversari mi sferra un pugno in faccia così forte da farmi indietreggiare. Resto per un istante di sasso mentre con la mano pulisco il sangue che inizia a sgorgare dal labbro.
Codardo.
Una rabbia mostruosa prende vita dentro di me.
"Distruggili. Nessuno può toccarti.", afferma una voce terrificante.
Sollevo lo sguardo e lo rivolgo verso colui che mi ha colpito.
Il soldato indietreggia impaurito mentre avanzo, prima lentamente, poi correndo e con un calcio al petto lo faccio cadere e rotolare per terra.
Il cavallo continua a dimenarsi dietro di me mentre alcuni rumori di passi si fanno sempre più vicini.
‹‹Dietro di te!›› urla Gabriel saltando lo steccato e correndomi incontro. Mi abbasso e l'uomo finisce a terra dopo essere rotolato sulla mia schiena.
Sento qualcuno urlare alle mie spalle e mi rendo conto che un nuovo attacco non riuscirei a schivarlo. Il colpo, tuttavia, non arriva.
Quando mi volto, vedo l'uomo per terra trattenuto da Gabriel che con ira preme un piede sulla sua gola.
«Grazie.» mormoro sedendomi per terra esausta e mezza dolorante.
Gabriel continua a fissare il mio ultimo assalitore. Nel suo sguardo c'è qualcosa che mi gela. I suoi occhi sembrano di ghiaccio e i suoi lineamenti sono duri.
Vorrei dire qualcosa, ma la voce si blocca in gola. Il cavallo, ormai libero, si avvicina e si abbassa leggermente per darmi qualche colpetto contro la spalla come se mi volesse ringraziare.
«Non c'è di che.» sussurro iniziando ad accarezzare il muso dello splendido e possente animale che ho dinanzi agli occhi.
Allungo le dita verso la sua criniera e resto stupita per quanto sia morbida.
Sei veramente meraviglioso.
«Ben fatto.» esclama Tom iniziando ad applaudire. Porge la mano per aiutarmi ad alzarmi ma la scosto furiosa con un colpo.
«Vieni.» afferma Gabriel porgendomi la sua mano che afferro senza esitare. Quando mi alzo, resto al suo fianco mentre lui furioso si volta verso Tom. «Avvicinati ad Aurora e ti faccio passare la voglia di vivere.»
Tom inizia ad osservarlo divertito prima di incrociare le braccia ed iniziare a studiarlo.
‹‹Non hai idea in che guaio tu ti stai cacciando, ragazzino.›› ammette sogghignando. Gli si avvicina come per sfidarlo, per vedere se Gabriel ha almeno il coraggio di non abbassare lo sguardo.
Lui non lo fa, tutt'altro; i suoi occhi sono sempre più seri e profondi.
‹‹Mi incuriosisci, nuovo arrivato perché, per essere un ragazzino ignaro della situazione in cui si si sta cacciando, non temi il tuo avversario anzi hai coraggio da vendere, lo ammetto, ma questa tua sfacciataggine ti farà andare dritto nella tomba.›› spiega quasi cercando di dare una giustificazione al comportamento del nuovo arrivato.
Tuttavia, ora le parti sembrano invertirsi ed è Gabriel a sporgersi in avanti in modo tale da avere l'orecchio di Tom abbastanza vicino.
«Quando vuoi, mio capitano. Ti assicuro che non vedo l'ora... sarà il tuo funerale.» ringhia scandendo le ultime parole.
Sei impazzito?
Stringo forte la sua mano e, terrorizzata dalla reazione del suo avversario, lo trascino via sotto lo sguardo furioso di Tom.
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Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...