Prologo Parte 1

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I signori Smith avevano sempre sognato di avere un bambino, un figlio da cullare ed amare, ma nessun dio li benedisse mai con ciò che più desideravano al mondo. Nessun medico riuscì a comprendere il motivo per il quale la signora Smith non poteva mettere al mondo un bambino.

Era una donna giovane, sana e fertile, così come suo marito. Tutto, quindi, risultava nella norma agli occhi dei medici che mille e mille volte avevano visitato sia l'uno che l'altra. La Signora Smith aveva fatto così tante analisi che forse, dicevano alcuni amici, era stato proprio lo stress subìto ad aver inciso sulla sua impossibilità di mettere al mondo un bambino. Fu il non trovare una risposta a questa domanda a causare grande malinconia nel cuore della giovane donna.

Trascorreva la maggior parte del tempo davanti allo specchio della propria camera; lì seduta a guardare, man mano che i giorni trascorrevano, la sua giovinezza sfumare e ogni sua speranza svanire nel nulla. Sembrava quasi una maledizione per una donna come lei che lavorava come chirurgo neonatale presso l'Ospedale più grande della città e che, ogni giorno, aveva davanti agli occhi l'immagine di genitori abbracciare i propri figli o ragazzine cercare di disfarsene perché troppo giovani e sole per poterli far crescere serenamente.

D'altro canto, suo marito James tentava inutilmente di renderla felice con gesti d'amore. Le stava vicino e continuava ad amarla, forse anche più di prima.

James era il direttore di un'agenzia di moda; un uomo molto umile che amava lavorare e mettere i suoi dipendenti a proprio agio e sullo stesso piano. Figlio di un agricoltore, si era trasferito in città all'età di sedici anni e aveva ottenuto le proprie ricchezze con fatica e sudore partendo dal nulla.

Lavorando, inizialmente, come commesso, aveva iniziato a studiare moda privatamente grazie alle conoscenze del vecchio proprietario, il quale si era affezionato così tanto al ragazzo da lasciargli in eredità la piccola bottega e qualche soldo per mandarla avanti. Poi, un pizzico di fortuna lo travolse nel giorno in cui entrò nel suo ufficio un vecchio signore con lunghi baffi e uno scintillante panciotto che, parlando col giovane e vedendo come egli da solo fosse riuscito a mandare avanti il negozio e come possedesse grande intelligenza e buon gusto, lo assunse nella propria agenzia di moda.

Per quanto, inoltre, avesse consigliato al ragazzo di vendere tutto, egli non lo fece mai, poiché era ben consapevole che, se non fosse stato per il vecchio proprietario che per primo aveva avuto fiducia in lui, a quest'ora sarebbe stato ancora per strada a chiedere un lavoro. Per di più fu proprio lì che, all'età di diciotto anni, incontrò la futura signora Smith.

Faceva gran freddo e James era passato dal negozio per dare una mano ai ragazzi che aveva assunto e che, come aveva fatto precedentemente il vecchio proprietario, aveva tolto via dalla strada offrendo loro una possibilità.

All'improvviso il rumore del campanello sopra la porta aveva attirato la sua attenzione, ma non quanto lo avrebbero fatto i due occhi color nocciola che di lì a poco avrebbero incrociato il suo sguardo. Era una ragazza piccola di statura e magra con lunghi capelli castani la cui voce e delicatezza del viso lo conquistarono all'istante. Molti lo definirono un "amore a prima vista" e, forse, lo fu davvero, tant'è vero che quando la ragazza compì ventidue anni decise di sposarlo.

Al matrimonio gli amici fecero scrivere sulla torta "Il gigante e la bambina" ad indicare la grande diversità di altezza e di fisico dei due.

Lui alto e grosso per la palestra sembrava un duro messo a confronto con la piccola statura di Cristy.

Il loro matrimonio era stato giudicato dai genitori della giovane coppia troppo avventato, e forse lo era, ma una cosa era certa, i due si amavano pazzamente. Erano così pazzi l'una dell'altro che ogni loro discussione finiva con un bacio.

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