Capitolo 63

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Quando mi volto, vedo Gabriel poggiare le armi contro il letto e sdraiarsi poggiando il braccio sulla fronte senza degnarmi di uno sguardo. Mi avvicino e noto che è ferito. 

Del sangue gocciola dalla sua spalla e macchia le lenzuola.

«Hai bisogno di cure.» sussurro voltandomi e cercando tutto l'occorrente. Gabriel non risponde.

«Perché dovrei curarmi quando la prima che non ha intenzione di farsi curare sei tu?» chiede con gli occhi chiusi mentre cerco di farlo alzare. Guardo il braccio che ancora perde sangue. Il dolore pian piano si fa più forte e la rabbia scompare.

«Facciamo un patto?» chiedo dolcemente sedendomi accanto a lui.

«Sono tutto orecchie.» risponde sospirando per la stanchezza.

«Se ti fai curare, io mi farò curare da te.» Gabriel apre gli occhi.

«Più che un patto, mi sembra un baratto.» 

Si alza e si appoggia contro lo schienale del letto. Prendo la bacinella d'acqua, qualche benda e le erbe che Alex aveva preparato. 

Dopo avermi curato, mi volto verso di lui per fare lo stesso. Alzo ogni tanto lo sguardo per vedere se gli faccio male ma Gabriel né si lamenta né fa smorfie. 

Pulisco per bene la ferita e poi spalmo le erbe tritate. Quando poggio la mano contro il suo torace per mantenere l'equilibrio, Gabriel sobbalza leggermente.

«Sei stato ferito da qualche altra parte?» domando dubbiosa. Fa un cenno con la testa e, levatosi la maglietta, mi mostra una profonda ferita sotto il petto.

«Chi ti ha conciato così?» domando pietrificata analizzando il profondo taglio.

«Quando te ne sei andata ho combattuto contro Killian. Non è stato uno scontro molto leale.» risponde chiudendo di nuovo gli occhi e portando la mano alla testa.

«È a causa mia?»

«Diciamo che non amo vedere cose di quel tipo, così ho pensato meritasse una lezione. Entrambi ne siamo usciti un po' ammaccati.» spiega mentre inizio a pulirgli la ferita e a fasciargliela.

Senza pensarci, mi getto su di lui e lo bacio.

Gabriel resta come pietrificato.

«Dovrei farmi ridurre in questo stato più spesso.» sorride a pochi millimetri dalla mia bocca.

«Ti metti sempre nei guai a causa mia...» rispondo sconsolata poggiando la fronte sulla sua spalla.

«Sappi che i tuoi amici non sono intervenuti perché vogliono che tu sappia reagire e sappia difenderti anche quando loro non ci saranno.»

«Lo so.»

«Io non sono come loro, Aurora. Il 90% di me è fatto di puro istinto ed egoismo. Se voglio una cosa, la prendo. Se voglio uccidere qualcuno in un determinato momento, lo faccio. Se voglio difendere la ragazza di cui sono innamorato a costo di trovarmi un esercito contro, la difenderò.» spiega guardandomi negli occhi. «Per te farei di tutto, Aurora. Ho già mandato al diavolo tutto e non me ne pento. So che ci saranno delle conseguenze, ma non mi importa se tu mi starai accanto.» 

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