Capitolo 17

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Quando rientrano i miei genitori, non riesco a comportarmi normalmente. Mi sembrano due estranei, anche se sono le persone che più amo al mondo. 

Questo è ridicolo! Loro sono la mia mamma e il mio papà. 

Loro mi hanno cresciuta ed amata. Non posso permettere che un sogno o le paure di un ragazzo possano distruggere il mio mondo. L'idea di andare alla festa di Gabriel inizia a diventare allettante. Questa non sono io. Ho sempre amato le feste anche se, in questo caso, mi terrorizza la presenza proprio di Gabriel. 

Mi sdraio sul letto e fisso il soffitto. 

Ti prego Alex dimmi che verrai. 

Non lo vedo da sette giorni e, in questo periodo, lo sento freddo e distaccato come se la sua testa fosse da un'altra parte. Inizialmente, pensavo fosse per quello che mi era accaduto poi, visto che continuava a negarlo, pensavo fosse accaduto qualcosa a casa, ma non ho ricevuto nulla se non uno "Smettila di fare domande sui miei genitori". 

Non mi aspettavo una risposta del genere e gli ho chiuso il telefono in faccia. Il giorno dopo mi ha chiesto scusa, ma sento che c'è qualcosa che mista nascondendo. In realtà questa è una sensazione che ho avvertito fin dal primo nostro incontro ma, visto che anche gli altri membri del gruppo, compresa Debora, hanno avuto questa riservatezza e lo hanno sempre giustificato, ho lasciato perdere. 

Dopotutto, Alex è sempre stato gentile e premuroso nei miei confronti. Fin dal primo istante in cui i nostri sguardi si sono incrociati in quel corridoio, sono stata certa che lui era il ragazzo che stavo aspettando, il fidanzato che da bambina sognavo, un principe azzurro. 

Inizialmente era più timido e impacciato come se non avesse avuto una fidanzata. Non sapeva come comportarsi. Poi, con il trascorrere del tempo, tutto è cambiato ed ho capito che Alex non era solo il ragazzo timido che aveva quasi paura di me, ma era l'opposto.

È simpatico, estroverso, autoritario, pieno di energie e voglia di divertirsi, come se non avesse mai fatto nulla di ciò prima di incontrarmi

Ovviamente anche noi abbiamo avuto i nostri momenti no, quando ad esempio partiva con la famiglia misteriosa per giorni e giorni senza farsi sentire ma, col tempo, ho imparato ad accettarlo

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Ovviamente anche noi abbiamo avuto i nostri momenti no, quando ad esempio partiva con la famiglia misteriosa per giorni e giorni senza farsi sentire ma, col tempo, ho imparato ad accettarlo. So che tengo a lui eppure quest'anno, più che mai, mi sento confusa.

Proprio in quell'istante il cellulare inizia a vibrare sul comodino e mi sporgo per prenderlo.

"Ho saputo che stasera ci sarà una festa a casa di Gabriel. Ci vediamo lì. Debora passerà a prenderti. Mi manchi."

Guardo l'orologio e per poco non mi viene un colpo.

‹‹Oh no, è tardi!›› urlo sobbalzando dal letto.

Mentre alzo la cerniera del tubino nero, il mio sguardo va verso lo specchio. Osservo attentamente la mia immagine

Aurora, va tutto bene. Sei una ragazza normale che sta andando ad una festa normale con ragazzi normali.

‹‹Dove pensi di andare, signorina?›› domanda mia madre entrando in camera.

‹‹Ad una fest-›

‹‹Tu non vai da nessuna parte!››

‹‹Mamma, per favore. Devo andare. Non ce la faccio più a stare chiusa in casa.››

‹‹Dove sei stata oggi pomeriggio? Pensi che non sappia che sei sgattaiolata fuori col tuo amico? Sbagli signorina, io ho orecchie ed occhi dappertutto.›› spiega appoggiandosi alla porta.

‹‹Mamma, ti prego. È importante. Ci saranno tutti... non mi accadrà nulla di male.›› la prego per cercare di convincerla. Faccio lo sguardo più dolce e pietoso di questo mondo pur di smuoverla dalla sua decisione e, incredibilmente, mamma cede.

‹‹Va bene. Ma devi promettermi di stare attenta e di non fare tardi.›› Avverto la sua voce dubbiosa, spezzata, come se avesse paura che possa accadermi qualcosa. ‹‹Aurora, promettimelo.››

‹‹Promesso. Non farò tardi e farò molta attenzione.››

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