Capitolo 86

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Quando li riapro, un Gigante grasso e alto circa sedici metri ci guarda dall'alto in basso con curiosità. Coperto di uno straccio color porpora, inizia ad avvicinarsi a noi seguito da altri delle stesse dimensioni. Visi rugosi, braccia incredibilmente grosse, occhi di fuoco, si fanno avanti sovrastandoci.

«All'attacco!» urla Ridcliff correndo in avanti seguito da un gruppo composto da duemila fanti.

«Frecce ai loro posti!» urla James dalla cima di un albero in lontananza. «Fuoco!» ordina mentre frecce infuocate vengono scagliate verso i Giganti che non sembrano rallentare, ma correre più velocemente verso di noi. Guardo terrorizzata prima Gabriel, poi Alex. Successivamente mi volto verso Fey e Sean.

«Uniti fino alla fine!» grida Fey con tutto il fiato che ha in corpo.

«Uniti fino alla fine!» ripetiamo insieme. Ed è proprio così che, uniti, ci scagliamo contro i nostri nemici con le spade strette saldamente fra le mani.

Non pensavo che il nostro accampamento potesse trasformarsi in un campo di battaglia. Ogni cosa è stata distrutta dal passaggio dei Giganti che ci guardano come fossimo piccole formiche.

Un Gigante si fa largo tra i compagni ed inizia a correre verso di noi urlando. Senza pensare alle possibili conseguenze, faccio quello che so fare meglio. Improvvisare. Afferro una corda che trovo a pochi metri da me ed inizio a correre tra le gambe del Gigante. Il bestione mi guarda furioso e, allo stesso tempo, spaurito. Non riesce ad intercettare i miei movimenti che sono troppo veloci per lui.

Prima che se ne accorga, riesco a legargli le gambe. Il Gigante inizia a barcollare e, perso l'equilibrio, cade a terra producendo un tonfo di tale portata da far sobbalzare Sean che, a vari metri da noi, si volta stupito. Senza perdere tempo, lancio una serie di funi sulla faccia mostruosa dell'essere che inizia a muoversi. Salgo sulla sua schiena e, afferrate le due estremità di una corda che gli ha circondato il collo, gli punto la spada alla gola.

«Fai il bravo!» ordino mentre stringo la presa e l'essere inizia a gemere.

«È tutto tuo!» mi informa Alex tagliando la corda che lega le gambe del bestione.

«Fai il bravo o ti ucciderò molto lentamente!» lo minaccio.

La Fenice si sta svegliando pian piano e avverto la sua energia che mi sovrasta. I suoi occhi rosso fuoco si sostituiscono ai miei e si rispecchiano in quelli del Gigante che annuisce impaurito.

Dalle dimensioni e dal volto terrorizzato non penso sia un adulto, ma piuttosto un cucciolo. Si alza terrorizzato e si fa guidare da me. 

Afferro l'arco e le frecce ed inizio a colpire un altro essere che sta attaccando Tom e Ridcliff. Entrambi mi guardano sorpresi e divertiti quando si rendono conto che a controllare il bestione sono io.

«Bell'idea!» urlano all'unisono. Si voltano l'uno verso l'altro e cercano di replicare la mia iniziativa.

Ora sono due i Giganti ad essere controllati. Intravedo Gabriel correre verso di me. Lega, correndo, una fune ad una freccia e la fa scoccare in direzione del Gigante che sto controllando. Quest'ultimo urla per il dolore prima che con un colpo Gabriel voli sulla sua spalla accanto a me.

«Non pensavi mica che ti avrei lasciato tutto il divertimento?» do- manda con sarcasmo facendo un occhiolino.

«Non avevo dubbi che ti saresti intromesso!»

Schiena contro schiena iniziamo a scoccare frecce verso i Giganti che iniziano a cadere tramortiti per terra.

«Niente male!» grida compiaciuto prima che il suo sguardo si geli.

«Aurora, attenta!» urla sgranando gli occhi.

È troppo tardi.

Un Gigante di cui non mi ero accorta, mi afferra ed inizia a stritolarmi. Sento le ossa andare in pezzi. Urlo con tutto il fiato che ho in corpo o almeno credo di farlo.

«M-u-o-r-i!» ringhia il Gigante allontanandosi dal cucciolo e stritolandomi più forte.

Gabriel tenta di colpirlo ma inutilmente. Il piccolo Gigante su cui sta, crolla a terra a seguito dell'attacco di un gruppo di soldati. Intravedo Gabriel rotolare per terra mentre avverto il cervello perdere pian piano la connessione con la realtà. Dopo frastuoni iniziali, tutto si fa più silenzioso e confuso. Guardo in basso e ciò che si presenta davanti ai miei occhi è devastante. Corpi privi di vita e martoriati ovunque.

«Lasciala maledetto!»

Qualcuno attacca il Gigante che continua a stritolarmi. Un'immagine sfocata e confusa inizia ad attaccare il mostro colpendolo con una serie di frecce accompagnato da James e Debora.

Il Gigante inizia a traballare fino a perdere l'equilibrio. Si piega in avanti ed io volo in aria, libera dalla sua presa.

«Così si schianterà contro il suolo!»

Chiudo gli occhi consapevole che non posso far nulla per evitarlo. Aspetto il rumore del mio corpo che si schianta sul terreno, ma questo non arriva.

Quando apro gli occhi vedo due grandi artigli che mi circondano. Sotto di me: il vuoto.

Alzo lo sguardo stordita e cerco di mettere a fuoco l'animale che mi ha salvata. Sbatto le palpebre più volte.

È una Fenice.

Un grande uccello infuocato mi tiene fra i suoi artigli. Sposto una mano verso quelle che ai miei occhi appaiono come fiamme. Stranamente non sento calore. La Fenice inizia ad emettere un verso stridulo e forte prima di lanciarsi in picchiata. Sbatte le grandi ali e mi adagia al suolo sotto gli occhi increduli dei presenti. Osserva in modo minaccioso il Gigante prima di scagliarsi contro di lui ed attaccarlo.

«Tutto bene?» chiede Alex correndomi incontro. Non rispondo, mi sento ancora stordita e l'unica cosa che riesco a fare è avvolgere il suo collo con le braccia mentre mi solleva da terra. «Aurora...»

Alex non parla più. Avverto il suo respiro accelerare.

Mi volto in tempo per vedere il Gigante barcollare verso di noi morente.

Alex inizia a correre il più lontano possibile.

Il Gigante è sempre più vicino.

L'ultima cosa che avverto è un tonfo.

Rotolo in avanti. La polvere mi entra in gola. Inizio a tossire.

Cerco di alzarmi, ma non ci riesco.

«Ce l'abbiamo fatta.» tossisco. «Per un pelo.»

Nessuna risposta.

Mi volto confusa per capire cosa sia successo.

Alex è a pochi metri da me. Su di lui giace la mano del Gigante ormai privo di vita.

«Alex!» balbetto col cuore in gola.

Alex è lì, a pochi metri da me, ma non risponde.

È lì, ma non si muove.

Il risveglio della FeniceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora