Capitolo 97

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Osservo Gabriel pietrificata. Non può essere lui. La Mano Nera è il mio nemico. La Mano Nera è Killian. È lui che ci ha traditi, non Gabriel. 

Un suo uomo ci ha attaccati e lui stesso ha parlato con me nel primo villaggio che abbiamo attraversato. Gabriel era accanto a me, non può essere lui. Lui mi ha salvata dall'ira di Tom. Mi ha aiutata ad imparare a combattere. È stato sempre con me. 

Gabriel mi osserva con gli occhi pieni di lacrime; lacrime che cadono sul corpo della bambina che ha amato e che lo ha amato a sua volta tanto da sacrificarsi per lui.

Jessy è ancora tra le sue braccia. La punta della freccia ancora dentro al suo piccolo corpo. Un rumore di ali mi fa capire che Azrael è vicino a me. Mi volto verso di lui che mi osserva accigliato. Lo sguardo impassibile mentre con curiosità scruta Gabriel e Jessy.

«Ti prego salvala!» lo supplico.

«È troppo tardi. Tutti moriamo.» spiega con tono piatto voltandomi le spalle. Gli afferro il polso per bloccarlo e lo guardo implorante. Mi getto in ginocchio e abbasso lo sguardo. Non può finire così.

«Ti supplico, riportala da me.» lo imploro tra le lacrime coprendomi il volto con le stesse mani che hanno scoccato la freccia che ha tolto la vita alla bambina che amo come se fosse mia figlia. Vorrei avere il potere di tornare indietro e impedire alla rabbia di accecarmi. L'Angelo si inginocchia dinanzi a me. Mi prende il viso tra le mani e bacia le mie lacrime.

«Tu non capisci, amore mio. Ogni anima ha un prezzo... se salvo lei, qualcun altro deve morire per prendere il suo posto.» spiega mentre continuo a piangere. Le sue parole sono prive di senso.

«Ti darò qualsiasi cosa, ma salvala. Ti prego.»

Azrael mi guarda desolato e per un attimo mi dimentico che Gabriel è la Mano Nera. Dimentico che, come tutti gli altri, si è preso gioco di me e che io, ingenuamente, sono caduta nella sua trappola. «Non piangere. Non capisci? Se tu soffri, soffro anch'io...» spiega abbassando il capo. «Farò tutto ciò che desideri.»

Lo guardo alzarsi ed andare verso la bambina che ha chiuso gli occhi. Gabriel sembra non fidarsi, ma decide di non reagire. Azrael posiziona una mano sul corpo di Jessy, spinge la freccia in basso per farne uscire la punta dall'altra parte. 

Non si muove, non geme. La vita l'ha abbandonata. 

Senza rendermene conto, metto i palmi l'uno contro l'altro ed inizio a dondolare su me stessa.

Ti prego, fa che torni da me!

Mi ritrovo a pregare qualcuno, anche se non so chi precisamente. 

Tutto mi sembra assurdo dopo quello che ho visto in questo mondo e non so più cosa sia reale e cosa non lo sia. Eppure, prego. Prego che qualcuno in cielo la salvi.

Azrael spezza la punta della freccia e inizia a sfilare la parte restante dall'altra parte del corpo della bambina. Poggiata la freccia insanguinata per terra, posa una mano sulla ferita, chiude gli occhi e pronuncia parole che non comprendo.

Sembra una litania.

Io e Gabriel restiamo immobili e osserviamo da spettatori quella scena increduli. Le lacrime continuano a rigare i nostri volti mentre una fioca luce prende vita nel punto in cui Jessy è stata ferita e si propaga al resto del corpo.

Quando la luce si spegne, il tempo sembra fermarsi. Si percepiscono solo i nostri respiri. La bambina non si muove. 

Ti prego. 

Azrael continua a tenere le palpebre chiuse e a ripetere incessantemente la stessa frase. 

Poi, si ferma. 

Jessy sgrana gli occhi e inspira rumorosamente l'aria nei polmoni. 

Sbatte le palpebre e guarda incredula l'Angelo. 

Senza dire una parola, allunga la piccola manina verso le ali nere e ne tocca le piume. Seppur restio, lui glielo lascia fare. Fa un lieve sorriso mentre sfiora le dita dell'Angelo che la guarda perplesso. 

Sembra... spaventato.

Piega la testa di lato e l'osserva impaurito nel momento in cui quest'ultima allunga la mano verso il suo volto. All'ultimo l'Angelo si ritrae e Jessy resta leggermente offesa da tale gesto, ma subito Gabriel le poggia una mano sulla testa per tranquillizzarla.

Quando si volta verso di me, inizio a tremare. Se non avessi scoccato la freccia, questo non sarebbe accaduto e, se Azrael non fosse giunto in tempo, lei non sarebbe sopravvissuta.

Sono un mostro.

Mi alzo e volto loro le spalle.

«Aurora, aspetta!» mi chiama implorante Gabriel poggiando il corpo di Jessy per terra.

Sento i suoi passi farsi sempre più vicini.

Non ho la forza di guardarti.

Un leggero brusio attira la mia attenzione. Sono i suoi soldati che si sono avvicinati all'uscita del villaggio e guardano accigliati e dubbiosi il loro comandante.

«Che sta facendo?» bisbiglia qualcuno.

«Non ne sono certo...» risponde qualcun altro. È James. Incrocio i suoi occhi e in essi vi leggo tristezza per ciò che sono diventata.

Era questo il segreto?

Faccio un respiro profondo e mi volto verso Gabriel che tiene le palpebre chiuse. 

Chiedendomi a quale menzogna stia pensando per farmi andare dalla sua parte, aspetto per un tempo che mi appare infinito. 

Gabriel non dice nulla.

Si getta in ginocchio a testa bassa.

«Capitano!» urla qualcuno.

«Cosa sta facendo?» grida qualcun altro.

Resto pietrificata e incapace di dire qualunque cosa.

Vorrei strattonarlo. Vorrei urlargli contro il mio odio. Ma la verità, è che non riesco a fare nulla di tutto ciò.

«Capitano, alzati!» lo rimprovera una donna.

«Fratello... cosa stai facendo?» sento sussurrare alla Mezz'Elfo in piedi al fianco di James.

«Sta implorando la donna che ama.»

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