Sollevo in alto il palmo della mano destra ed osservo la piccola fiamma che appare dal nulla facendosi sempre più grande. Sposto lo sguardo verso il Gigante che trema e lo guardo divertita.
Non avverto più nulla attorno a me.
Le urla non mi disturbano più così come i rumori dovuti alle lame. È come se il mondo si fosse zittito.
Con un colpo rapido e preciso, volgo il palmo verso il mostro e la sfera infuocata si dirige contro di lui.
Il Gigante urla e quelle grida sembrano trasformarsi per le mie orecchie nella più dolce delle melodie.
Chiudo gli occhi assaporando il dolore che gli sto infliggendo.
«P-i-e-t-à.» balbetta implorante posizionando le mani davanti come per fare da scudo.
«Pietà?» ripeto divertita. «Perché dovrei? Tu non ne hai avuta per Alex...» rifletto ad alta voce voltandomi verso il corpo che giace senza vita tra le braccia di Mark.
I miei compagni sono tutti alle mie spalle. Intenti a guardare confusi e sbigottiti la scena, il tempo sembra essersi fermato anche per loro.
Quando il mio sguardo incontra quello di Gabriel, avverto un brivido percorrermi il corpo. Mi osserva con amore e tristezza.
Si alza a fatica poggiando entrambi i palmi per terra e fa qualche passo nella mia direzione.
«Aurora, ricordati chi sei. Tu non sei così. Tu non sei questo tipo di persona.» mormora porgendomi la mano. L'osservo per qualche secondo e peso le sue parole.
«Nessuno di loro merita di vivere.»
«Fermati, fino a che sei in tempo.»
«No! Spazzerò via tutti coloro i quali mi hanno spinto fino all'estremità del baratro.» rispondo con sdegno prima di voltarmi verso il bestione. «Se io sono destinata a cadere, loro cadranno giù con me... e tu sarai il primo.» affermo ghignando e avanzando nella direzione del mio nemico.
Posiziono le mani verso di lui ed urlo tutto il dolore che mi sta lacerando l'anima.
Da queste ultime fuoriesce qualcosa di freddo.
Il Gigante inizia a gridare mentre a rallentatore il suo corpo inizia ad essere imprigionato in un'enorme lastra di ghiaccio.
Dentro la statua appena creatasi, un suono impercettibile a orecchie umane attira la mia attenzione.
Possibile che sia ancora vivo?
Con un battito di ali, mi sollevo in aria.
Allungo le dita verso il suo petto e con forza le spingo nel ghiaccio. Quando le tiro fuori, la statua si sgretola in mille frammenti.
Apro la mano ed osservo soddisfatta il suo contenuto.
Allora era vero... anche tu avevi un cuore, bestia.
Senza provare nessuna forma di rimorso, congelo l'organo in mio possesso. Piego la testa di lato e l'osservo per un po' cercandovi dentro una piccolissima forma di umanità.
Voi non siete umani.
Stringo sempre più la presa mentre piccoli granelli di ghiaccio scivolano tra le dita.
«Aurora...» mi chiama Debora mentre mi volto ad osservare compiaciuta gli altri mostri che restano pietrificati dalla sorte che è toccata ad uno di loro.
Come se nulla fosse, mi volto verso il ragazzo dai lunghi capelli neri che è rotolato via dal mio corpo.
A fatica cerca di sollevarsi da terra mentre una strana aurea dalla luce accecante lo circonda. Chiudo gli occhi in due piccole fessure per capire cosa stia accadendo.
Sta mutando.
La luce si fa man mano più fioca.
Finalmente riesco a vederlo meglio.
La veste stracciata ricopre solo la parte inferiore del suo corpo.
Due grandi ali nere ripiegate sulla schiena nuda si aprono e si chiudono quasi come se stessero cercando di sgranchirsi.
E così tu sei la Fenice.
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Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...