«L'ultimo primo giorno di scuola.» ripeto mentre cammino per i corridoi cercando di imprimere nella mente le facce di tutti coloro che, nel corso di questi anni, hanno condiviso con me gioie e dolori. Osservo quasi divertita i nuovi arrivati aggirarsi titubanti e spaesati senza sapere dove andare e ripenso a quando anch'io ero nella loro stessa situazione.
Rapita da questi pensieri non mi accorgo di una ragazza che, con lo sguardo per aria in cerca della propria aula, sbatte contro di me facendo cadere tutti i libri che teneva saldamente fra le braccia quasi fossero un tesoro. È così terrorizzata dalla mia possibile reazione che non posso far altro che trattenere un sorriso e aiutarla a raccogliere tutto ciò che le era caduto prima di dirigermi verso il mio armadietto.
Scruto attentamente tutte le foto che ricoprono le pareti di quella piccola scatola metallica quasi con malinconia e nella mente riaffiorano tutti i bei momenti trascorsi con gli amici di sempre, quelli che, qualsiasi cosa accada, sai che resteranno sempre al tuo fianco.
‹‹Non ti metterai a piangere già dal primo giorno, vero?›› domanda una voce divertita alle mie spalle mentre tiro fuori i libri per la prima lezione. Riconoscerei quelle grandi mani che mi circondano la vita e quella carnagione non troppo chiara anche senza avere il bisogno di voltarmi.
‹‹Bentornato straniero. Come sono state le vacanze con la tua sconosciuta famiglia?›› chiedo curiosa poggiando la testa sul suo torace e inspirando quel profumo che non avevo sentito per dieci giorni.
‹‹Dipenderà da come ti comporterai quest'anno.›› mi stuzzica dandomi un leggero bacio sulla fronte.
‹‹Vorrà dire che quest'anno ci sarà un single in più.›› Mi allontano alla svelta mentre mi guarda incredulo con quei suoi grandi occhi castani.
‹‹Dove pensi di scappare?›› sbuffa correndomi dietro. ‹‹Riguardo l'incontro con i miei genitori, ne parleremo quando tuo padre ti lascerà partire con me; cosa improbabile.››
Osservo divertita il volto delicato di Alex che mi sorride teneramente ed inizio a pensare al giorno in cui saremo costretti a separarci per via dell'università che ci condurrà in due città diverse e lontane centinaia di chilometri l'uno dall'altra. Per quanto quel momento possa spaventarmi, so che è necessario se vogliamo realizzare i nostri sogni.
Quando entriamo in classe la confusione è già alle stelle.
‹‹E figuriamoci se il professor Calvari fosse stato puntuale almeno il primo giorno di scuola!››
Sconvolta guardo Debora che, seccata, sbatte lo zaino sul banco ed inizia a guardarmi come se stesse aspettando la mia approvazione.
Ma perché è sempre il solito terremoto?
‹‹Scusi, lei che mi guarda contrariata per non so quale strano motivo ha visto la mia migliore amica?›› domanda sollevando gli occhiali da sole e fissandomi severamente con i suoi grandi occhi nocciola. ‹‹No, perché sa... io starei aspettando un abbraccio visto che non la vedo da un po'!››
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Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...