Capitolo 105

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Sbigottita, raccolgo la spada sporca di sangue. 

La faccio girare e rigirare tra le mani ripetendo a me stessa che non è l'arma dell'uomo che amo. Cerco differenze che non esistono ma l'amara verità è che è la sua. 

Mi sorride beffardo come se avesse la vittoria tra le mani mentre gli rivolgo uno sguardo pieno di disprezzo.

«L'averlo ucciso non cambierà le cose. Ti illudi che possa anche solo guardarti in faccia?» chiedo sprezzante.

«Lui è morto! Nessuno può ostacolare il nostro legame.»

La follia nata dal suo amore malsano per una donna che non esiste più sta rivelando i suoi frutti. Ha perso l'ultimo barlume di razionalità.

«Guarda in faccia la realtà, Azrael. Quella donna non sono io.»

Non so dove riesca a trovare la forza di cercare ancora un barlume di raziocinio in questo essere che ha dato prova solo di voler scatenare l'inferno in terra per un capriccio. Senza accorgermene, cerco un'arma che possa aiutarmi a mettere fine ai suoi giorni prima che lui metta fine ai nostri.

«Quando ero dentro di te sentivo che provavi qualcosa.»

Arretro di qualche passo mentre cerca di porre sempre meno distanza tra di noi.

«Credevo fossi una vittima, non un carnefice.»

Velocemente, con un piede sollevo in aria la spada di Gabriel e, afferratala saldamente, mi scaravento contro il mio nemico. La sua reazione è celere e inaspettatamente, con uno schiocco di dita, veniamo catapultati nel bosco circostante. Mi guardo attorno confusa.

«Dove sei, vigliacco!» La mia voce rimbomba tra gli alberi che si ergono fino al cielo. «Combatti!» lo sprono con tutto il fiato che ho in gola, guardandomi a destra e a sinistra. Tutto tace. Poi un lieve rumore di foglie, quasi impercettibile per orecchie umane, attira la mia attenzione. Mi volto di scatto e paro il colpo di Azrael.

Spada contro spada ci guardiamo negli occhi prima di iniziare il duello che, per quanto mi riguarda, terminerà solo con la morte di uno di noi. Spingo verso il suo corpo la lama in modo da creare uno stacco che riesca a permettermi di attaccarlo. 

Quasi senza respirare tra un colpo e l'altro, iniziamo a combattere con una serie interminabile di attacchi e affondi. Cerco di non perdere tutte le energie. 

Ti ucciderò, maledetto!

«Non puoi uccidermi.» ride beffardo allargando la braccia. «È inutile sprecare energie.»

«Tutti possono morire.» chiarisco. «Ed io non mi darò pace fino a quando il tuo cuore non smetterà di battere!» ringhio cercando di raccogliere e di sfruttare tutta la rabbia che provo. Penso a tutti coloro che sono morti a causa sua e mia, ai corpi sparpagliati e ammassati nel palazzo, ai loro visi e utilizzo questo dolore e questa rabbia per farne la mia forza. 

Ho bisogno del potere della Fenice. Finalmente riavverto quell'energia che aveva invaso il mio corpo durante la prima trasformazione. Questa volta sarò io a controllarla.

Sicura di me, mi trasformo nuovamente nell'essere che ero stato. Avverto le ali nere come la notte uscire dalla schiena. L'energia che mi attraversa è un'energia pura, posso sentirlo. Non è scaturita da un dolore improvviso, ma nasce da pensieri ed eventi che ho avuto il tempo di metabolizzare. 

Mi alzo in volo e aspetto che l'Angelo mi segua. Come previsto, mi raggiunge e mi osserva stupito e rapito dalla mia immagine.

«Ora inizia il divertimento.» affermo desiderosa di affrontarlo e sconfiggerlo con le mie forze. Non so come finirà questa storia, ma non mi rassegnerò tanto facilmente fino a quando tutti coloro che amo non saranno felici e potranno vivere tranquillamente le loro vite.

Questa volta è Azrael a scagliarsi contro di me. Il suono delle lame è così forte che potrebbero scoppiarmi i timpani se non fossi così presa dal duello da non farmi distrarre.

Nessuno dei due sembra avere la meglio. La nostra potenza è la stessa ed è come combattere contro sé stessi. Inizio ad avvertire la stanchezza e, dal volto di Azrael, mi rendo conto che anche lui sta per cedere.

Devo resistere.

Svariate urla, provenienti da chissà dove, lo distraggono permettendomi di attaccarlo e farlo precipitare violentemente verso il suolo. 

Una voragine si apre nel punto in cui colpisce il terreno e una nube di polvere si disperde nell'aria. Mi abbasso fino a toccare terra e resto con lo sguardo fisso verso il punto di collisione. Azrael inizia a tossire e a trascinarsi fuori della voragine. 

Ride divertito mentre, furiosa, mi fiondo su di lui puntandogli la lama contro il cuore.

«Ti fa tanto ridere sapere che tra poco morirai?»

«Rido, perché è come se avessi vinto in un modo o nell'altro. Se non mi lasci andare, non saprai mai dove sono il tuo innamorato e la bambina che tenti così disperatamente di proteggere.» risponde alzandosi mentre inizio a guardarlo dubbiosa. Si sta prendendo gioco di me.

«Stai mentendo!»

«Te lo farò vedere con i tuoi occhi.» dice afferrandomi la nuca e tirandomi a sé. Resto immobile, mentre la lama ferisce il suo collo e le sue labbra sono contro le mie. Sgrano gli occhi mentre nuovamente una serie di immagini prende vita nella mente. Scorgo Gabriel e Jessy finire in una trappola e Azrael ridere mentre lo pugnala con la sua stessa arma.

«Ti ucciderò.»

Queste le sue parole nel momento in cui l'Angelo gli volta le spalle e trascina con sé Jessy in lacrime. Nella scesa successiva, riconosco Gabriel bendato e legato ad un robusto palo di legno. Due guardie sono accanto a lui e vietano a chiunque di avvicinarsi.

«Gabriel...»

La voce della bambina rompe il silenzio mentre si avvicina con una ciotolina colma d'acqua.

«Come hai fatto a scappare?» la interrompe una guardia afferrandola dal cappuccio. Jessy si dimena. 

Caccia un coltellino dallo stivaletto e lo pianta nel braccio del suo assalitore che inizia ad urlare per il dolore. Jessy cade a terra e corre verso Gabriel mentre l'altra guardia cerca di aiutare il suo compagno.

«Andiamo via da qui.» dice tagliando le corde.

«E brava la mia piccolina.» si congratula Gabriel. «Questo lo prendo io. Una bambina non dovrebbe mai vivere esperienze del genere. È sbagliato.» spiega togliendo l'arma dalle manine della sua salvatrice. Fanno pochi passi prima di venire nuovamente circondati dal nemico. Azrael si avvicina soddisfatto a Jessy.

«Io e te ci divertiremo un sacco insieme.» ammette portandola via mentre Gabriel urla e viene ridotto in fin di vita da una decina di soldati.

La visione termina così.

«Prova ad uccidermi e davvero il tuo amore morirà.» mi minaccia. Non posso fare a meno di chiedermi se stia dicendo la verità o se sia nuovamente una menzogna.

«Come faccio a sapere che non è già morto e che è tutta una trappola? Non so nemmeno se la visione sia vera o il frutto di una magia.»

«Non puoi saperlo. È questo il bello. Puoi fidarti o no. La decisione spetta a te.»

Lascio cadere la spada e mi allontano da lui disgustata mentre cerco di pulire le labbra dal suo sapore.

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