«Sta' lontano da lei!» lo minaccia Gabriel.
Azreal tocca la guancia e la ferita scompare. Come se fosse la reazione più normale possibile, osserva il sangue sulle dita, piega la testa per un istante prima di mettere queste ultime in bocca. Resto ammaliata da quel gesto dal quale dovrei essere solamente disgustata.
Si avvicina sempre più per sfiorarmi nuovamente il viso. La mano è fredda, tanto fredda da mettermi i brividi. Osservo i suoi occhi color pece e senza pensarci due volte allungo le dita per sfiorargli a mia volta il volto.
L'Angelo chiude gli occhi e inspira la mia essenza.
«Mi sei mancata, amore mio. Finalmente posso toccarti.» mormora ad occhi chiusi inspirando.
Sembra essersi perso nel mio tocco così come io mi sento persa nel suo calore e nella sua forza. Non ho paura di lui.
Apre gli occhi e mi osserva incantato.
«Andiamo.» suggerisce sporgendosi in avanti per darmi un bacio sulla fronte.
Si volta e allunga una mano. Io la guardo piegando la testa.
Cosa sto facendo?
Provo una strana sensazione. Il cuore continua a far male e ripenso ad Alex.
Dovevo morire io, non lui. Cosa ci faccio qui?
Distrutta, mi volto ad osservare gli occhi chiusi di Alex.
La rabbia prende il sopravvento dando vita ad una piccola idea nella mente. Un'idea che, tuttavia, prende sempre più forma. Un'idea che, se messa in atto, non mi permetterà più di tornare indietro. Ma, forse, la verità è che non mi importa perché non saprei dove tornare.
«Non ancora.» affermo voltandomi con odio verso i Giganti che corrono in ritirata consapevoli che la situazione si sta facendo più grande di loro.
Spalanco le ali con un colpo secco, mi alzo da terra ed inizio a inseguirli.
Quando sono dinanzi a loro, abbasso le ali e poggio i piedi nudi per terra.
Non hanno nemmeno il tempo di ritrarsi terrorizzati che un'ondata di gelo li colpisce.
Sorrido fiera della loro sofferenza e divertita della mia forza.
«Andate all'Inferno!» li maledico mentre una fiamma gigantesca colpisce i loro corpi.
Ciò che resta è solo acqua e vapore.
«Aurora, cos'hai fatto?» balbetta Debora avvicinandosi di qualche passo.
Cos'ho fatto? Ho messo fine alle loro spregevoli vite!
La guardo confusa mentre il corpo prende fuoco.
Gabriel ci corre incontro, scosta Debora incredula da ciò che ha visto e, prendendomi il viso tra le mani, inizia a chiamarmi ripetutamente.
«Finalmente.» afferma Azreal studiando il suo nemico. Si avvicina a noi e afferra il polso di Gabriel con forza per allontanarlo da me. «Prima non potevo farlo. Ma ora le cose sono cambiate. Se osi avvicinarti di nuovo a ciò che mi appartiene...» sussurra piegandosi verso di lui «giuro che ti ucciderò.»
Gabriel lo osserva serio, poi divertito.
Non lo teme.
Allarmata, sgrano gli occhi verso l'Angelo che non vede l'ora di annientarlo.
"Gabriel non deve morire!", lo minaccio nella mente.
Azreal mi guarda con sdegno ma decide di non agire al contrario di Gabriel che, afferrata la spada, lo pugnala.
Urla di dolore risuonano nell'aria.
«A questo gioco si gioca in due!» ringhia Gabriel pieno di odio e rabbia.
«Come osi colpirmi?»
L'Angelo guarda con sdegno la spada ancora conficcata nel suo corpo.
«Io sono quello che metterà fine ai tuoi giorni!» lo minaccia Gabriel avvicinando la bocca all'orecchio dell'Angelo che spalanca gli occhi.
«Puoi provarci.» risponde quest'ultimo divertito afferrando la lama.
L'Angelo urla e si piega in ginocchio nel momento in cui Gabriel la estrae con forza dal corpo.
Scorge una strana macchia sul suo polso destro, proprio dove stanno le vene.
Ricordo quel tatuaggio. Mi aveva colpito la prima volta che l'avevo visto. Era appena stato catturato dai soldati di Tom e stavo pulendo le sue ferite.
Pensavo fosse un livido e, invece, era il disegno di una spada tra due ali nere.
«Tu-» mormora mentre la ferita pian piano inizia a rimarginarsi.
«Sì.» lo interrompe Gabriel. «E ti dirò di più. Ho rinunciato a troppo per scoprire la verità e riuscirò a mettere fine a questa guerra. Salverò Aurora a qualsiasi costo!»
«Sempre che lei voglia essere salvata.» precisa l'Angelo voltandosi verso di me e porgendomi la mano.
L'afferro senza indugio sotto lo sguardo confuso dell'uomo che amo e, insieme, ci solleviamo in aria.
Perdonami Gabriel.
Osservo per l'ultima volta il corpo di Alex prima che l'ultima lacrima, rigatami le guance, cada verso il suo corpo privo di vita.
Sbatto le ali e mi allontano seguita dall'Angelo.
«Aurora, ti salverò! Anche se ciò vuol dire salvarti da te stessa!» urla Gabriel prima che la mia figura sparisca all'orizzonte.
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Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...