‹‹Questo bastardo mi ha colpito!›› sbraita qualcuno dal piano terra.
‹‹Stai fermo!››
«Andiamo a vedere cosa sta succedendo, ok?» dice David confuso.
Il fracasso aumenta man mano che scendiamo le scale.
«Capitano, l'abbiamo trovato nel bagagliaio!»
Mi affaccio incuriosita dalla ringhiera per capire cosa sta accadendo. Un gruppo di soldati sta trattenendo un ragazzo che non la smette di divincolarsi.
‹‹Lasciatemi!›› si lamenta il ragazzo di cui non riesco a vedere il volto. La voce, tuttavia, mi sembra familiare.
‹‹Stai zitto!›› ordina qualcuno sferrando un pugno al prigioniero.
‹‹Ancora tu.›› afferma esasperato Tom sbucando dal nulla affiancato da Mark.
‹‹Cosa dobbiamo farne di lui?›› domanda un soldato avvicinandosi al ragazzo che è di spalle.
‹‹Fatelo fuori una volta per tutte. Ho problemi più grandi a cui pensare.›› spiega il comandante dando le spalle a Mark che sembra in difficoltà. Appena Tom si sposta, riesco a vedere il volto del ragazzo.
Gabriel.
‹‹Fermatevi!›› ordino iniziando a correre giù per le scale e posizionandomi davanti a lui per fargli da scudo. Non so come sia arrivato qui, ma non voglio che gli sia fatto del male. Se Gabriel si trova in questa situazione è solo a causa mia.
‹‹Comandante...››
‹‹È la tua Principessa che lo ordina!››
Tutti rimangono pietrificati, soprattutto Tom che non si aspettava una reazione del genere.
‹‹Liberatelo.›› ordina fissandomi serio.
Immobile davanti a Gabriel e con quel modo di fare, sembro davvero un'altra persona. Non mi fido di Tom, perché è troppo imprevedibile e potrebbe ucciderlo appena mi sposto.
‹‹Mi occuperò io di lui d'ora in poi.›› afferma Debora comparendo alle mie spalle seguita da Alex che non crede ai suoi occhi. Tom non ribatte, al contrario di altri soldati che non la smettono di dire che non possono fidarsi e che è troppo rischioso.
Tuttavia, ad un cenno del capitano, si zittiscono.
Con delicatezza aiuto Gabriel a posizionare il braccio sulle mie spalle e lo conduco, insieme a Debora, nella sua nuova stanza che è a pochi metri lontana dalla mia.
La camera è come tutte le altre. Gabriel non dice nulla ma, dai graffi e dalla guancia gonfia, capisco che l'hanno torturato parecchio.
‹‹Riposatevi. È tardi... vi lascio soli.›› sussurra Debora uscendo dalla stanza.
Cosa ti hanno fatto?
Lo guardo dalla testa ai piedi tristemente prima di cercare qualcosa per pulirgli il viso.
‹‹E chi l'avrebbe detto che invece di essere io a salvare te, sarebbe stato il contrario?›› domanda divertito mentre cerco di pulirgli il viso con un po' d'acqua e un fazzoletto di stoffa che ho trovato sul comodino.
‹‹Grazie.››
«Per cosa? Non ho fatto nulla.»
«Per non avermi abbandonata.» sussurro gettandomi di peso su di lui per abbracciarlo.
‹‹E come avrei potuto lasciarti andare?›› chiede accarezzandomi la testa. ‹‹Tranquilla, ci sono io ora...››
Dovrei essere io a rassicurarlo, a dirgli che andrà tutto bene ed invece è il contrario. Ci osserviamo per un po' senza dire nulla, forse perché entrambi ci chiediamo cosa ci accadrà nei giorni a venire. Più osservo il suo volto, più mi sento morire.
È colpa mia se è ridotto in questo stato.
Tra tutte le persone che conosco, Gabriel è l'unica persona che non mi sarei aspettata di vedere qui. Lo speravo, è vero, ma non pensavo potesse essere davvero così incosciente.
‹‹Ti hanno fatto del male?›› domanda con voce piatta spostandomi il ciuffo dietro l'orecchio. Non sembra preoccupato ma, piuttosto, pensieroso. Quando faccio di no con la testa, lo vedo muovere le labbra ma non riesco a percepire nessun suono.
Dopo essermi sdraiata accanto a lui, appoggiola testa sulla sua spalla.
Con Gabriel al mio fianco mi sento meglio. Sapere che non mi ha abbandonata e che mi ha seguito fin qui, mi fa sentire al sicuro nonostante sia circondata da persone che dichiarano di non volermi fare del male.
‹‹Giuro che ti proteggerò, qualsiasi cosa accada.›› Il suo sguardo è preoccupato, ma intenso. ‹‹La prossima volta non mi tratterrò... li ucciderò con le mie mani.›› rivela serio con occhi di fuoco. Un leggero brivido di paura mi percorre la schiena.
Lo osservo preoccupata chiedendomi se crede davvero in quelle parole pronunciate con troppa leggerezza. Prima che possa ribattere o fare qualche battuta sulla sua impossibilità di uccidere a mani nude uno di quei soldati, inizia a farfugliare qualcosa riguardo al modo in cui è riuscito a raggiungermi in questo posto.
‹‹Temevo ti avessero fatto del male.»
«Mi so difendere.»
‹‹Lo so.»
«Gabriel.»
«Dimmi.»
«Io e te siamo amici, vero?››
«Così dicono.»
«Nonostante quello che hai fatto, non aspettarti nulla da me...»
«Non mi aspetto nulla da nessuno.» sussurra chiudendo gli occhi e inspirando profondamente. ‹‹Ora riposiamoci... sono così stanco...››
STAI LEGGENDO
Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...