Capitolo 28

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Quando decido di uscire fuori a prendere una boccata d'aria, David mi segue. 

Non mi pone alcuna domanda ma sta solo al mio fianco consapevole che, quando ne avrò bisogno, lui sarà lì, come lo è sempre stato.

Camminiamo un bel po' prima di giungere ad un recinto pieno di cavalli. Ce ne sono marroni, neri, a macchie e bianchi. 

Quando mi avvicino alla staccionata per vederli meglio, resto un po' sorpresa e delusa nel notare che tutti i cavalli si allontanano il più possibile.

‹‹Non si avvicineranno di loro spontanea volontà a qualcuno che non sia il loro padrone. Sono leali solo nei suoi confronti.›› spiega Tom poggiandosi di peso alla sbarra che fa un leggero tremolio.

‹‹Sono più fedeli e leali degli uomini.›› ammetto tristemente. Lo osservo curiosa e noto che ha lo sguardo perso su quegli splendidi animali. Forse troppe persone lo hanno deluso nella vita o tradito e lo hanno portato ad essere così. ‹‹È per questo motivo che non ti fidi di nessuno?››

‹‹L'unica volta che mi sono fidato di qualcuno, i miei genitori sono morti ed io e mia sorella siamo rimasti soli, senza che nessuno ci aiutasse. Se non fosse stato per tuo padre, non so cosa sarebbe stato di noi.››

‹‹Mio padre?››

‹‹Re Nadir è un brav'uomo oltre ad essere un ottimo sovrano. Somigli molto sia a lui che a tua madre. Un giorno li incontrerai e il mio debito sarà ripagato.›› rivela afferrando delicatamente il mio braccio per obbligarmi a guardarlo negli occhi. 

Quanti strani cavalieri ho accanto a me. 

Dal dolore che esprimono i suoi occhi, capisco che ha avuto più botte che baci fin da bambino. Per lui la vita non è stata affatto come la mia.

‹‹Se sono così bravi, dubito che vogliano che tu ti senta in debito con loro.›› affermo come se li conoscessi e potessi parlare per loro.

‹‹Sembri proprio una futura Regina ora.›› sussurra avvicinandosi per osservarmi meglio.

«Tom.»

«Dimmi.»

«Sai, mi ritrovo spesso a chiedermi chi siete in realtà. Quanti anni avete, che vite avete vissuto... ma-»

«Ma non sai se vuoi sapere davvero la risposta. Lo capisco.»

«Davvero?»

Tom mi osserva senza rispondere. Non oso immaginare la loro vita nell'altra dimensione. Non oso immaginare perdere le persone che più amiamo da un giorno all'altro.

«Non riusciremo mai a riassumerti le nostre vite, Aurora.» s'intromette David. «Penso di poter parlare per tutti se dico che alcune cose come il passato è meglio lasciarle sepolte lì dove sono. Tornerebbero a galla solo brutti ricordi e non abbiamo tempo per smancerie e cose simili.»

Questa risposta mi ferisce un po' ma ne capisco il senso. Il loro compito è un altro, ossia porre fine ad una guerra. Non possono prendersi il lusso di distrarsi e pensare ad altro.

«Sai, non è stato per niente facile vivere nel tuo mondo. Pur essendo quotidianamente ancorati al nostro per via delle responsabilità che pesano sul nostro cuore, siamo stati fortunati. Nonostante la nostra età, abbiamo avuto la possibilità di vivere eventi che molti altri non avranno la possibilità di vivere.»

«La vostra età?»

«Siamo un po' più grandi di te.»

«Capisco...»

D'un tratto un cavallo nero come la pece si avvicina al viso di Tom e gli dà un colpetto col muso. Lui inizia ad accarezzarlo senza alzare lo sguardo. ‹‹Sto bene, Crono. Questa è Aurora. Dovrai proteggerla.›› 

Il cavallo si avvicina e mi osserva, poi spinge la fronte contro la mia mano. Sono un po' dubbiosa sull'accarezzarlo o meno.

‹‹Non esitare e non avere paura. Gli animali avvertono i nostri statid'animo.›› spiega David. 

Inizio così ad accarezzare il muso dell'animale. La sensazione è moltastrana al tatto ma piacevole.

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