Capitolo 88

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Sento che anche lui trattiene a stento le lacrime. Alex non sarà stato il suo più grande amico, ma lo rispettava e gli doveva la vita per essere stata una delle persone che gli avevano dato fiducia.

Perché dovrei liberarmi di questo dolore?

Urla disumane scaturiscono  dalla mia bocca. Sento la Fenice piegarsi al mio dolore mentre il cuore si spezza perché Alex non c'è più. Con un gesto violento e incontrollato spingo lontano da me Gabriel. Lo sento rotolare per terra e tossire. Tutti gli occhi sono puntati su di me.

«Aurora...» balbetta Debora allungando una mano verso la mia spalla. Mi volto di scatto e lei arretra sbigottita. Piego la testa di lato e osservo quella reazione come se fosse naturale.

Perché dovrei liberarmi del dolore?

Quel piccolo pensiero inizia ad annidarsi sempre più in profondità nella mente.

Dolore. Devo infliggere dolore. Chi mi ha fatto del male deve provare lo stesso dolore!

Mi volto verso il Gigante che, nel frattempo, sta cercando di rialzarsi. Osservo il goffo bestione cercare di mettersi in piedi e ricadere con goffaggine a terra. Rido tra me per la sua incapacità. Quando solleva la testa, noto che mi guarda dapprima scontroso, poi terrorizzato. Mi alzo e avanzo di un passo mentre il mostro, sollevatosi, indietreggia sgranando gli occhi. Avverto una strana energia percorrermi il corpo. Cerca di controllarmi, ma io non voglio.

Loro devono pagare! Tutti!

Provo nuovamente fitte di dolore al petto. Urlo cercando di liberarmi di quel dolore mentre una voce si unisce alla mia.

Il calore mi circonda e il dolore è così forte da stordirmi e farmi crollare in ginocchio mentre strane fiamme iniziano a circondarmi. Grido per il dolore mentre qualcosa, staccatasi da me con così tanta violenza da lasciarmi ancora più stordita, rotola a qualche metro di distanza.

Davanti a me c'è un corpo, immobile, luminoso.

Analizzo la schiena di quello che pian piano appare essere un ragazzo. Ha due grandi ali che sembrano abbracciarlo. Un bruciore indescrivibile mi fa piegare su me stessa e sento il corpo andare in fiamme.

Quando apro gli occhi per osservare le mani, intravedo strane unghie diventare artigli. Allungo una mano verso il calore che non mi dà pace e che mi fa bruciare la schiena. La ritraggo appena tocco qualcosa di strano. Sbatto le palpebre e cerco di far uscire le ultime lacrime, le ultime lacrime per Alex, le ultime lacrime per una persona che ho amato.

Cosa sta accadendo?

Terrorizzata e confusa cerco di sollevarmi. Avanzo quasi a rallentatore verso il Gigante che suda per la paura e crolla nuovamente a terra. Osservo stupita l'immagine della persona che si riflette negli occhi dell'essere e mi stupisco di quanto sia diversa da quella che ero fino ad un momento fa.

Guardo i capelli e l'aspetto della creatura riflessa. Ha due grandi ali sulla schiena. I capelli sono lunghissimi e neri, e indossa una tunica bianca con le maniche velate. Gli occhi sono neri, privi di emozione. Allungo le dita verso quel riflesso e il Gigante si ritrae di scatto cercando di rimettersi in piedi.

«Mi pregherai di mettere fine alla tua patetica esistenza...» esordisco osservando la sua reazione.

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