Il campo allestito non è molto grande.
Qualche fuocherello qua e là illumina e riscalda i rifugiati.
Cammino tra visi stanchi e sporchi di un gruppo di soldati che a fatica cerca di adibire alcune tende per la notte.
I bambini sono taciturni. Con le manine scorticate e gli occhi spenti, cercano di riscaldarsi allungandole contro il fuoco che il lieve vento fa danzare a destra e a sinistra.
«Cosa possiamo fare contro un Angelo della Morte?» domanda Sam mentre entriamo in una grande tenda. Tutti si fermano di blocco.
«Aurora!»
«Mamma!» la chiamo sorpassando la serie di generali che ci separano. L'abbraccio forte, felice che sia viva.
«Figlia mia, eravamo così in pensiero.» ammette mio padre unendosi a quell'abbraccio.
«Dov'è Gabriel? Cosa vi è successo?»
Sam preoccupato cerca di creare uno spazio per farmi riprendere e sedere.
«Gabriel è scappato con Jessy. Ci siamo dovuti separare. Azrael è me che vuole.» spiego a testa bassa. È giusto che sappiano la verità su quanto accaduto ma dai loro occhi capisco che sono già a conoscenza di questo particolare. Scruto in silenzio ognuno di loro.
«Cosa possiamo fare, mio Re?» domanda Tom avvicinandosi ad una panca di legno sul quale sono riposte varie cartine.
«Quante anime abbiamo portato in salvo?»
«Duecentocinque, Maestà.»
«Così poche...» sussurro pensando a quanti eravamo la sera precedente.
«La priorità va ai civili. Contattate le varie terre. Dobbiamo riunirci tutti contro questo nemico.» ordina mio padre.
«Non è il numero che farà la differenza.» esordisco alzandomi da una sedia. «Azrael manderà sicuramente un segnale. Sa che lo cercherò. Devo trovare il mondo per parlare direttamente con lui.»
«È troppo rischioso, figlia mia. Non ti permetterò di correre ulteriori rischi.»
So che teme che Azrael possa farmi del male o portarmi via, ma non posso accettare che qualcun altro muoia per colpa mia. Ho troppe anime sulla coscienza. Purtroppo, sono consapevole del fatto che dovrò fare buon viso a cattivo gioco. Non voglio rischiare di avere guardie di sicurezza alle calcagna. Ascolto i loro discorsi e le loro strategie. Il fatto di conoscere le loro mosse mi dà un vantaggio.
Vari messaggeri vengono inviati per portare messaggi di aiuto ai sovrani delle altre terre. I giorni che seguono sono tutti uguali. I sovrani sono scettici perché temono per la vita dei propri uomini, ma sanno che questa minaccia riguarda ognuno di noi. Molti sono coloro i quali partono volontari e ogni giorno nuovi soldati si uniscono a noi. Vengono spinti dal desiderio di liberarsi di questo nemico che ha colpito le loro famiglie.
Le notti trascorrono insonni. Le poche volte in cui riesco a dormire, i fantasmi delle persone che ho ucciso bussano alla mia porta. Allungano le fredde mani verso il mio collo e cercano di uccidermi. Mi sveglio di soprassalto urlando. Altre volte, invece, sogno Azrael. Viene a prendermi e ad uccidere Gabriel e Jessy di cui non si hanno più notizie. Mi alzo dal letto ed esco fuori dalla tenda per prendere una boccata d'aria.
Mi soffermo ad osservare le stelle nel silenzio della notte sperando che l'uomo che amo sia vivo così come quella che è diventata ormai una figlia. Non saperli con me è straziante e vivo in attesa del loro ritorno. Cerco di sorridere il più possibile ma la verità è che ho i tuoni nel cuore.
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Il risveglio della Fenice
Fantasy"Quello che sto per raccontarvi è vero, ma a voi verrà difficile credermi." Aurora non è ragazza come tutte le altre. È molto semplice, non le piace essere al centro dell'attenzione, farsi trascinare dalla corrente o dalle persone. Eppure, per quan...