Capitolo 13

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Sono trascorsi parecchi giorni da quell'episodio. 

Per i primi tempi Gabriel è stato assente. Ovviamente, una volta tornato, non gli ho posto nessuna domanda anzi cerco di evitare in qualsiasi modo di parlare con lui. 

Non pranziamo più insieme, anche se avverto il suo sguardo costantemente su di me. Ho parlato con Alex ma so che tra loro la situazione è sul filo del rasoio. 

Gli ho promesso che sarei stata il più possibile lontana da lui eccetto che a lezione, è evidente, e sto cercando di mantenere la parola data scappando via ogni qualvolta suona la campanella.

‹‹Mi dici perché mi stai evitando? Il tipo mi ha fatto una domanda ed io ho risposto. Non ho detto nulla che non fosse la verità!›› dice un giorno inseguendomi per i corridoi.

Non so se essere più furiosa con te o con Alex che è andato a fare campeggio con gli altri senza dirmi nulla! 

Inizio a rallentare, rassegnandomi all'idea di poterlo seminare perché so che è incredibilmente veloce e astuto. Quando mi volto per vedere se mi ha seguita, resto quasi sorpresa dal non vederlo. 

Non l'ha fatto

Stupita, porto una mano al petto e faccio un sospiro di sollievo.

‹‹Credi davvero di riuscire a seminarmi?›› domanda divertito prendendomi alla sprovvista. 

Come ha fatto a superarmi? 

Sgrano gli occhi e osservo Gabriel dietro di me. 

‹‹Sei troppo lenta. Ho avuto il tempo di fare il giro lungo.›› spiega osservando la mia espressione. Prima che possa fare qualcosa, mi afferra dalle braccia e, tirandomi a sé, poggia la fronte contro la mia. Io resto immobile, pietrificata. 

Non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere. Solo dopo pochi istanti riesco a trovare il controllo del mio corpo.

‹‹Lasciami! Ma sei impazzito!›› mi lamento cercando di spingerlo via con le mani, ma inutilmente. 

Gabriel chiude gli occhi e poggia nuovamente la fronte sulla mia, lasciandomi imbambolata e incapace di reagire. 

‹‹Tengo a te, ma non nel modo che vorresti. Ringrazia che Alex non sia qui altrimenti ti ucciderebbe... ti prego, smettila... non voglio che litighiate e facciate a botte a causa mia soprattutto perché sai già qual è la mia risposta.›› sussurro quasi come se sentissi un nodo in gola. 

Perché dev'essere tutto così difficile? Non si può essere solo amici? 

Chiudo gli occhi e aspetto che liberi la presa. 

‹‹Gabriel restiamo amici. Entriamo dentro. Parlerò con Alex così può darsi che eviterà di spaccarti la faccia quando tornerà.››

‹‹E così vuoi proteggermi... alla fine ti sei affezionata a me? E pensare che all'inizio mi odiavi.›› sussurra abbracciandomi quasi come se quello potesse essere l'ultimo nostro abbraccio.

‹‹Ci tengo a te, ma come amica.›› spiego ripensando a tutti i momenti trascorsi insieme, specialmente al nostro primo incontro. 

È vero, all'inizio ti detestavo, ma ora non è così. 

Il cuore inizia a battere sempre più velocemente ed inizia a girarmi la testa. 

Ma cosa mi prende? 

Non riesco a respirare. 

Mi allontano da lui per prendere aria. 

Gabriel mi osserva confuso. 

Inizia a gridare il mio nome e a scuotermi. 

Vorrei rispondergli, ma non ci riesco. 

Mille volti di Gabriel appaiono ad intermittenza e avverto il cuore battere così velocemente che penso possa esplodere da un momento all'altro. Non capisco più nulla. 

La sua voce pian piano inizia a sparire. 

Poi tutto diventa buio.

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