Capitolo 88: Benvenuto al mondo Harry Potter

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31 luglio 1980

Quel giorno era iniziato proprio come tutti gli altri: James si era alzato presto, si era fatto la barba, una doccia, si era vestito ed era andato in cucina per prendere un caffè prima di andare a lavoro, e lì vi aveva trovato Lily, già affaccendata a preparare la colazione.
Nulla presagiva che potesse essere una giornata diversa dal solito.
«Buon giorno amore, come mai già in piedi?» Le chiese abbracciandola da dietro e posandole un bacio dolce sulla guancia.
«Ho di nuovo bruciori di stomaco e queste finte contrazioni non mi fanno dormire bene» rispose lei appoggiandosi al suo petto e chiudendo gli occhi.
Era già da qualche giorno infatti che Lily avvertiva delle leggere contrazioni al ventre.
Ne aveva subito parlato con la guaritrice, che l'aveva rassicurata dicendole che erano delle contrazioni preparatorie, nulla a che vedere con quelle vere. Mancava un mese alla data presunta del parto ed era normale che accadesse.
«Questa piccola peste inizia già a farsi sentire eh?» disse James dolcemente accarezzandole il pancione.
«È proprio il degno erede di James Potter, pretende attenzioni ancor prima di nascere» borbottò Lily facendo ridere James.
«Con una mamma così bella non possiamo farne a meno» le mormorò all'orecchio il ragazzo facendole venire un brivido.
Lei sospirò e sorrise, ancora con gli occhi chiusi.
Non c'era stato giorno in cui James non le avesse detto quanto era bella. Nè quando aveva il viso pallido e smunto per via delle nausee, né quando la sua pancia aveva iniziato ad ingrossarsi e a riempirsi di smagliature, né quando i suoi piedi erano diventati così gonfi da far sembrare le dita delle salsicce.
Per James lei era sempre e comunque bellissima, e non mancava mai di farglielo sapere.
«Forse quando smetterò di assomigliare più a un cucciolo di balena e tornerò ad essere una ventenne» commentò lei, che non si vedeva poi così bella.
Non le era mai importato dell'aspetto fisico e vedersi con il pancione le piaceva, ma di certo il suo corpo aveva subìto un cambiamento enorme.
La sua pancia era cresciuta subito tanto nonostante il bambino non fosse enorme, ed essendo abbastanza minuta, arrivata all'ottavo mese sembrava stesse già per scoppiare.
L'unica sua paura era che non piacesse più a James, ma ogni volta che aveva questo dubbio lui la smentiva con qualche complimento o con dei gesti romantici.
«A me piace ogni versione di te» ripeté pazientemente per la millesima volta James.
E come ogni volta che le diceva queste cose, riusciva a strapparle un sorriso e a farla sentire meglio.
«Devi proprio andare oggi?» gli chiese lei voltandosi per guardarlo negli occhi e intrecciando le mani dietro la nuca di lui.
«Vorrei poterti dire di no, ma sai che non posso» sospirò James dispiaciuto e poi continuò «con Frank a casa oggi dovrò occuparmi io dell'addestramento delle matricole e poi Sirius verrà a darmi il cambio ad ora di pranzo.»
La sera prima infatti, avevano ricevuto un gufo da parte di Frank ed Alice che annunciava la nascita del loro bambino.
Il piccolo Neville non si era fatto attendere, anzi era venuto al mondo in perfetto orario, nella data presunta del parto.
Lily aveva pianto di gioia per almeno dieci minuti e avrebbe voluto subito correre dalla sua amica per abbracciarla, ma James le aveva detto che sarebbe stato meglio aspettare almeno fino a quel pomeriggio, così che Alice avesse avuto il tempo di riposare e rimettersi in sesto dopo il parto.
«Non vedo l'ora che sia oggi pomeriggio per andare da loro ed abbracciarli!» esclamò infatti Lily emozionata.
«Già, sono così curioso di vedere Frank con in braccio il bambino» disse James ridacchiando.
«Spero che almeno quando tiene Neville sia un po meno maldestro» commentò Lily preoccupata facendo scoppiare a ridere James.
«Sono sicuro che lo sarà, anche perché altrimenti Alice gli farà fare una brutta fine» sghignazzò il ragazzo.
«Si, credo proprio di si» affermò con un sorriso Lily.
«Allora ci vediamo a pranzo, va bene? Poi oggi pomeriggio andremo a trovare Alice e Frank» le disse James dopo qualche attimo.
«D'accordo» fece lei e gli lasciò un bacio dolce e tenero sulle labbra.
«Sta' attento signor Potter» sussurrò prima di lasciarlo andare.
«Come sempre, signora Potter» rispose lui e la baciò di nuovo.
Poi si separarono, si sorrisero e James uscì per andare a lavoro.
«Ed eccoci di nuovo solo tu ed io» sospirò Lily accarezzandosi la pancia e continuando a guardare la porta dalla quale James era appena uscito.
Sentì il bambino darle un calcetto e avvertì un'altra contrazione.
«Ehi che buon giorno allegro» mormorò ridacchiando e poi aggiunse «vedi di fare il bravo ancora un altro pochino. Non è ancora ora per te di venire al mondo.»
In risposta ricevette altri due calcetti.
«So che sei come tuo padre e non vedi l'ora di venire ad esplorare il mondo, ma abbi pazienza ancora un altro paio di settimane. Finché sarai dentro di me sarai al sicuro» sussurrò.
Ora che mancava solo un mesetto alla data presunta del parto, iniziava ad avere sempre più paura.
E non del parto in sé per sé, ma perché una volta nato il bambino sentiva di non poterlo più proteggere come faceva in quel momento quando era ancora al sicuro nella sua pancia.
Sentendo un'altra contrazione, sospirò di nuovo e tornò alla sua colazione.

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