Capitolo 95: Tutto ciò che significava vivere, lui lo aveva perso con lei

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James e Remus portarono Sirius al Quartier Generale dell'Ordine e lo fecero sedere su un letto in una delle stanze al piano di sopra.
James piangeva silenziosamente, Remus aveva ancora gli occhi sbarrati dal terrore e Sirius singhiozzava disperato.
I due amici si sedettero accanto a lui e rimasero in silenzio.
Sapevano che non avrebbero potuto dire nulla di confortante per Sirius in quel momento, così rimasero stretti accanto a lui.
Dopo un po, James si ricordò di Lily. L'aveva lasciata a casa da sola con Harry convinta che lui sarebbe tornato subito e sapeva che in quel momento lei si stava preoccupando da morire.
Spostò lo sguardo su Sirius e sospirò. Come poteva lasciarlo solo in quel momento?
Ma non voleva nemmeno che Lily stesse in pena per lui, e sopratutto sapeva che doveva avvertirla di quello che era successo.
Marlene era la sua migliore amica e Lily aveva il diritto di sapere.
«Devo... devo avvertire Lily» mormorò James.
Remus alzò gli occhi verso di lui.
Sapeva quello che il suo amico stava provando e quanto gli costasse dover lasciare Sirius in quel momento.
Così scosse la testa e disse «no, James. Ci penso io, tranquillo.»
Si scambiarono un lungo sguardo e poi James annuì.
Passò un braccio intorno alle spalle di Sirius e lo tirò verso il suo petto mentre lui continuava a singhiozzare.
Remus si alzò e si avviò fuori.
Una volta arrivato sul vialetto, si prese qualche momento per trovare tutto il coraggio e la forza che gli serviva per andare a dire alla sua migliore amica che aveva appena perso un'altra delle persone che amava di più.
Chiuse gli occhi e si smaterealizzò.
Apparve in una lunga strada semibuia illuminata dai lampioni e dove ai due lati erano disposte ordinatamente tante villette a schiera.
Con mani e gambe tremanti si avviò sul vialetto di casa dei suoi amici e poi bussò alla porta bianca.
«Chi è?» chiese titubante la voce di Lily.
«Sono io, Lils. Sono Remus» rispose lui.
«Identificati» disse lei decisa.
«Sono Remus John Lupin, migliore amico tuo e di tuo marito. Sono un licantropo, un Malandrino e un membro dell'Ordine» mormorò Remus non riuscendo a continuare oltre.
Lily, da dietro la porta, percepì il tono di voce sofferente dell'amico e si affrettò ad aprire.
Quando i loro occhi si incontrarono, Lily capì immediatamente che doveva essere successo qualcosa di molto grave.
«R-Remus... c-chi?» sussurrò debolmente con gli occhi sbarrati.
Lui, con un sospiro tremolante rispose «Marlene... si tratta di Marlene.»
Il volto di Lily perse immediatamente colore e il fiato le si mozzò nel petto.
Le ginocchia le cedettero e Remus la afferrò al volo prima che cadesse a terra.
Chiuse la porta alle loro spalle mentre Lily mormorava «no... ti prego dimmi che non è vero! Dimmi che lei non è... che non è...»
Non riusciva nemmeno a formularla l'ipotesi che la sua migliore amica fosse morta.
Nonostante la faccia di Remus le avesse confermato fin da subito la sua paura, lei sperò con tutta se stessa di sbagliarsi.
«Mi dispiace, Lils. Mi dispiace tanto» sussurrò lui stringendola e a quel punto lei non riuscì più a trattenersi.
Scoppiò in un pianto disperato aggrappandosi alla giacca di Remus e stringendolo forte.
Rimasero lì all'ingresso, stretti l'uno all'altra, fino a che una vocina proveniente dalla cucina non li riscosse «mama!»
Lily alzò il viso dal petto di Remus sentendo Harry che la chiamava, cercò di asciugarsi le guancie e, con le gambe un po malferme, si avviò in cucina con Remus che la seguiva.
Harry era ancora seduto al seggiolone dove Lily lo aveva lasciato per andare ad aprire la porta. Stava giocando con il peluche a forma di cane che gli aveva regalato Sirius e quando vide la madre tornare ripetè «mama!»
Lily tirò su con il naso e riuscì a produrre un piccolo sorriso, poi prese Harry in braccio e se lo strinse al petto.
Non poteva credere che non avrebbe più visto la sua migliore amica tenere Harry in braccio, giocare con lui, farlo ridere. Non riusciva a sopportare l'idea.
«Alla fine ha detto mamma come prima parola eh?» le chiese Remus con piccolo sorriso.
«Già... Sono solo un paio di giorni che ha imparato, e da allora non fa che ripeterlo e chiama ogni cosa mamma» rispose Lily sorridendo tra le lacrime.
«Mi dispiace di non essere molto presente, Lils» sussurrò lui prendendo una manina del bambino e guardandolo sorridergli.
«Non fa niente, Rem. Lo sappiamo che stai lavorando sodo con i lupi mannari» cercò di rassicurarlo.
Lui sospirò e annuì in silenzio.
«Dobbiamo andare da loro» disse poi Lily dopo qualche attimo.
«Ed Harry?» domandò Remus.
«Lo porteremo con noi. Non è abbastanza grande da capire cosa succede e io ho bisogno di vedere James e Sirius» rispose lei.
«D'accordo, andiamo.»
Lily avvolse Harry in una copertina e Remus le mise il mantello sulle spalle, poi insieme uscirono di casa.
Una volta sul vialetto, Remus le mise un braccio intorno alle spalle e si smaterializzarono al Quartier Generale.
Entrarono in silenzio, con un nodo alla gola che gli impediva quasi di respirare e si avviarono verso il piano superiore.
Trovarono James e Sirius come Remus li aveva lasciati.
Lily si voltò verso Remus e gli mise Harry tra le braccia, poi con le lacrime agli occhi si avvicinò ai due ragazzi.
James alzò lo sguardo sentendola arrivare e sussurrò «Lily.»
Lei si inginocchiò davanti a loro, gli prese la mano stringendola forte e poi mormorò «Sir...»
Lui alzò il viso per guardarla, anche se la vedeva sfocata per via delle lacrime. Non disse nulla, non riusciva a dire niente. Semplicemente lasciò che Lily gli avvolgesse il collo e lo stringesse in un abbraccio.
Piansero insieme cercando di darsi conforto a vicenda mentre James, accanto a loro, accarezzava i capelli di Lily con una mano e stringeva la spalla di Sirius con l'altra, e Remus passeggiava per il corridoio con Harry in braccio cercando di non lasciarsi andare.
Quando poco dopo arrivarono alcuni membri dell'Ordine non si stupirono di trovarli in quel modo.
Alice arrivò di corsa, il volto bagnato di lacrime e la sofferenza impressa nei suoi lineamenti.
«Ciao Ali» la salutò debolmente James.
Lei gli andò accanto e lo abbracciò in silenzio.
Dopo un po, Lily sciolse l'abbraccio da Sirius e si alzò.
Andò a prendere una bacinella d'acqua e un asciugamano e, delicatamente, iniziò a pulire le mani di Sirius dal sangue di Marlene.
Le servì tutto il suo autocontrollo e tutta la sua determinazione per non crollare e iniziare ad urlare dalla disperazione, ma sapeva che doveva essere forte per Sirius e non voleva che Harry la vedesse in quello stato. Sebbene fosse ancora piccolo, era sicura che percepisse già abbastanza sofferenza e non voleva che la vedesse crollare.
Sirius quasi non si rese conto delle mani delicate di Lily che lo ripulivano.
Fissava un punto nel vuoto senza vederlo. Nei suoi occhi era impressa l'immagine del volto di Marlene, nelle orecchie la sua voce debole che gli diceva che lo amava.
Mi hai reso felice come nient'altro era mai riuscito a fare, lei aveva detto.
Se solo avesse potuto farle capire realmente quanto lei lo aveva reso felice. Era stata in grado di abbattere i muri che lui si era costruito intorno nel corso degli anni. Era stata in grado di spazzare via ogni insicurezza, ogni debolezza che i Black avevano instaurato in lui. Lei aveva curato tutte le sue ferite. Lei lo aveva guarito, ed ora non c'era più.
Non smettere mai di lottare... promettimelo, Sirius.
E dove la trovava la forza per continuare a lottare? Dove la trovava la forza anche solo per alzarsi da quel letto sul quale era seduto, continuava a chiedersi.
Sentiva che non sarebbe riuscito a fare più nulla. Che niente avrebbe avuto più un senso da quel momento in poi.
Che senso aveva combattere se lei non era lì a farlo con lui? Che senso aveva continuare se non avrebbe piu potuto costruire il suo futuro insieme a lei?
Perché doveva farlo? Tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento lo aveva fatto per cercare di costruire un futuro migliore nel quale vivere la loro vita insieme, felici e sereni. Senza più guerra, senza più paura, senza più dolore.
Senza di lei, sentiva che non valeva più la pena nemmeno vivere.
E come avrebbe potuto continuare a vivere senza di lei? Senza più vedere il suo splendido sorriso, senza più poter annusare il profumo dei suoi capelli, senza più poterla abbracciare, baciare, accarezzare. Non avrebbero più potuto ridere insieme, o litigare, o fare l'amore.
Tutto ciò che significava vivere, lui lo aveva perso con lei. Quando il suo dolce cuore aveva smesso di battere, si era fermato anche il suo.
Continuava a pulsare sangue nelle vene e in tutto il corpo, ma non batteva più per davvero. Non avrebbe piu potuto farlo perché, di questo era certo, il suo cuore aveva battuto sempre e solo per lei.
Quel suo cuore un po ammaccato e difettoso che lei era riuscita a guarire e che ora era definitivamente andato in mille pezzi.
Non seppe dire quando smise di singhiozzare, si rese solo conto ad un certo punto che aveva smesso, anche se le lacrime pareva non finissero mai.
Sentì la vocina di Harry chimare «mama» e alzò lo sguardo.
Remus, con il bambino in braccio, stava passando davanti la porta aperta della stanza in cui loro erano seduti ed Harry li aveva visti.
Si rese conto di essersi aperto in un piccolo sorriso involontariamente.
Harry continuò a chiamare e a fare ciao con la manina per attirare la loro attenzione.
Sirius cercò di asciugarsi un po il volto e si alzò.
James e Lily, accanto a lui, lo guardarono avvicinarsi a Remus e ad Harry.
Il bambino sgambettò vedendolo avvicinarsi e tese le braccine per farsi prendere in braccio.
Sirius sorrise di nuovo e lo prese, poi tornò a sedersi sul letto accanto ai loro due amici.
Harry, contento di aver finalmente attirato l'attenzione di tutti, non faceva altro che sorridere entusiasta e battere le manine.
Remus prese posto accanto a Lily e, stringendole la mano, guardò quel bellissimo bambino riuscire a far tornare una briciola di speranza nei cuori martoriati dei suoi migliori amici.
Sirius non lo sapeva ancora, non se ne era reso conto in quel momento, ma sarebbe stato proprio Harry a fargli tornare la voglia di lottare.
Sarebbe stato proprio per Harry e per i suoi amici che sarebbe riuscito a rialzarsi e a mantenere la parola data a Marlene.
Sirius non lo sapeva ancora, ma non avrebbe mai smesso di combattere.

Ehilà gente!
Sono già tornata. Sorpresi?
So che è un capitolo un po corto, ma è stata già abbastanza dura così, credetemi. In realtà ho iniziato a scriverlo subito dopo aver concluso l'altro, anche prima di revisionarlo. Poi mi sono presa qualche giorno per rifletterci e per lavorarci su e alla fine eccolo qui.
Scrivere del dolore così intenso di una persona non è facile, davvero. Però in realtà una parte di quel dolore l'ho sentito anche io quindi ho cercato di mettere nel capitolo quello che provavo, ma amplificandolo. Spero di essere riuscita a trasmetterlo anche a voi.
Comunque un Sirius devastato io proprio non riesco a sopportarlo. Ha sofferto così tanto nel corso della sua vita, che in questo momento mi sto davvero odiando per avergli tolto anche Marlene.
Ma sappiamo tutti che Sirius è uno tosto, un vero combattente e continuerà ad andare avanti nonostante tutto.

Devo ammettere che ho quasi paura di continuare perché da qui in poi andrà sempre peggio. Ma tranquilli, non ho intenzione di abbandonarvi ovviamente.
E niente, non ho altro da dirvi, sto ancora cercando di riprendermi da questi ultimi due capitoli.
Vi voglio bene

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