Capitolo 25: P.P.P e insicurezze

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15 dicembre 1977

Era una fredda sera invernale, e Remus e Mary stavano tornando dalla biblioteca dopo aver studiato insieme. Avevano passato tutto il pomeriggio sui libri, cenato velocemente e poi erano tornati in biblioteca per finire.
Quando finalmente chiusero i libri erano sfiniti ed era quasi l'ora del coprifuoco, ma mentre camminavano per mano per i corridoio vuoti, Mary disse «ti va di allungare un po il giro per arrivare ai dormitori sta sera? Ho bisogno di sgranchirmi un po dopo questa giornata.» «Certo, in effetti ne ho bisogno anche io» le sorrise lui.
Chiacchieravano tranquillamente, ed erano quasi arrivati, quando sentirono la voce di Gazza nell'altro corridoio. Guardarono l'orologio e si resero conto che il coprifuoco era già scattato così Mary mormorò «cavolo se ci trova siamo nei guai, è tardi.»
Lui la guardò sorridendo e disse «tranquilla, vieni con me, ma facciamo piano» e la guidò lungo il corridoio fino ad un' aula vuota. Velocemente entrarono e si chiusero la porta alle spalle cercando di non fare rumore. Si appoggiarono alla porta per ascoltare e poco dopo sentirono i passi e la voce del vecchio custode passare li davanti e andarsene. «L'abbiamo scampata proprio bella» ridacchiò Mary. Lui le sorrise guardandola e pensando a quanto fosse bella. Erano molto vicini, lui le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la baciò. Lei rispose subito al bacio schiudendo la bocca per far si che le loro lingue si toccassero, e in un attimo divenne un bacio passionale, acceso di desiderio.
Le mani di lei si intrecciarono ai suoi capelli, mentre le mani di lui le accarezzavano la schiena e i fianchi.
Lei indietreggiò un po senza mai staccarsi da lui e si mise a sedere sul banco, intrecciando le sue gambe alla sua vita e lui la strinse ancora di più a sé, baciandola con più foga.
Remus passò dalle labbra della ragazza al collo, baciandolo e succhiandolo delicatamente, provocandole dei lunghi brividi. E lei senza rendersene conto fece scivolare le sue mani dai capelli al suo petto, e poi lentamente fino ad arrivare al bottone dei pantaloni. Fu in quel momento che Remus realizzò ciò che stava per accadere: spalancò gli occhi e si allontanò di scatto e lei che, non capendo cosa fosse successo, sussurrò «che succede Remus?»
Lui, ancora sconvolto, balbettò «io... io n-non p-posso. S-scusami Mary.»
E corse via lasciando la ragazza sola a bocca aperta. Subito mille pensieri presero a vorticare nella mente di Mary, che non riuscì a trattenere le lacrime e scoppiò in un pianto silenzioso. Prese la borsa e si avviò al dormitorio.

Intanto Remus era arrivato in stanza correndo e si era buttato sul letto infilando la testa sotto al cuscino. Non si era nemmeno reso conto che non era solo: James era chino sul suo baule in cerca di qualcosa.
Si girò quando sentì tutto il trambusto che Remus aveva fatto e gli chiese «ehi Lunastorta, che succede?»
Ma il sorriso gli si spense sul viso quando lui non gli rispose.
«Rem che è  successo?» gli chiese di nuovo avvicinandosi, ma senza ottenere di nuovo risposta.
«Remus, dimmi che cosa succede!»
Si sedette accanto all'amico mettendogli una mano sulla spalla. Finalmente lui spostò il cuscino e lo guardò, e con voce spaventata disse «ho fatto una cosa terribile, James!»
«Che cosa? Cosa hai fatto?» gli domandò l'amico sconcertato. Perché non era assolutamente possibile che Remus facesse qualcosa di orribile volontariamente.
Remus prese un enorme respiro, uscì da sotto il cuscino e disse «poco fa, ero con Mary in un aula vuota che scappavamo da Gazza, e non so come abbiamo iniziato a baciarci e... e stavamo per...» abbassò lo sguardo non riuscendo a finire la frase. James lo guardò e chiese «stavate per fare sesso?»
Remus annuì dispiaciuto.
«E allora? Dov'è il problema?» domandò James perplesso. Remus alzò lo sguardo, sbarrò gli occhi e urlò «come e allora?! Ma non capisci James?! Io non posso farlo! Sono stato un idiota egoista a pensare che avrei potuto avere una vita normale, una ragazza. Io non sono normale! Io sono un mostro!»
Balzò in piedi e prese a fare avanti e indietro davanti al letto dove era seduto l'amico, che lo guardò severamente e disse «Remus piantala con queste stronzate! Tu non sei un mostro. Hai solo un piccolo problema peloso ma...» Remus lo interruppe urlando «non chiamarlo così James! Lo fa sembrare una cosa carina e simpatica, ma non lo è! Io potrei ucciderla! Tu proprio non capisci vero? Stavo per far sì che la prima volta di Mary fosse con un mostro! Sono solo un egoista!» Era così sconvolto che si era messo le mani nei capelli ed era diventato rosso di rabbia. James capì che doveva farlo calmare altrimenti non avrebbe ragionato con la mente lucida. Così con voce seria ma calma disse «Remus ascolta, non puoi pensare di poter stare tutta la vita da solo. Come noi Malandrini ti abbiamo accettato per quello che sei, lo farà anche Mary. E tu non sei né un egoista e né un mostro. Sei un ragazzo per bene, gentile, intelligente, leale e innamorato. La tua licantropia è solo una piccola parte di te, per la maggior parte del tempo tu sei Remus, un ragazzo, non un lupo. E se pensi che Mary sia quella giusta allora devi buttarti, e non è egoistico prendersi la propria felicità. Tu te la meriti Rem. E ti dirò un'altra cosa: ho imparato che se le ragazze si mettono in certe situazioni è perché lo vogliono. In quel momento Mary moriva dalla voglia di essere lì, con te e con nessun altro. Altrimenti ti avrebbe allontanato o avrebbe trovato una scusa per andarsene, non credi?»
Remus lo guardò e si sedette accanto a lui sul letto, pensando alle sue parole.
«Hai ragione James. Che cosa ho fatto? L'ho lasciata li da sola. Le ho spezzato il cuore e ora lei non vorrà più vedermi, ne sono sicuro.» Abbassò lo sguardo sconfitto e James gli diede una pacca amichevole sulla spalla. Stava per parlare di nuovo quando la porta si aprì ed entrò Lily dicendo «James, hai visto Remus? Deve essere succ-» si bloccò vedendo l'amico in quelle condizioni. Si avvicinò velocemente e si sedette accanto a lui mandando un'occhiata al suo fidanzato, che scosse la testa.
«Remus, che è successo con Mary?» gli chiese delicatamente.
Lui alzò di scatto la testa e disse «perché che ti ha detto?»
Lily lo guardò negli occhi e rispose «in realtà niente. È arrivata correndo e piangendo e si è chiusa in bagno. Ho provato a parlarle ma so che quando è così sconvolta vuole stare sola e sbollire, poi ne parlerà. Però ho immaginato che fosse successo qualcosa con te. Vuoi raccontarmi?»
Remus abbassò di nuovo lo sguardo imbarazzato e disse «l' ho lasciata da sola quando stavamo quasi per fare sesso.»
Lily spalancò la bocca e balbettò «oh. E-e perché l'hai fatto?»
Lui, senza alzare lo sguardo, mormorò «io non posso farlo Lily. Sai perché. Non posso stare con lei facendo finta di niente.»
«Infatti secondo me dovresti dirglielo, Rem» disse James.
«E se poi lei avesse paura e non volesse più stare con me?» domandò il biondo. A quel punto Lily si intromise e disse «Remus ora basta. Sei innamorato di lei?»
Lui annuì e lei continuò «bene allora questo è già un motivo valido per rischiare, non credi? Come puoi pensare di poter vivere con il rimpianto di non averci provato? Non puoi sapere come andrà, anche se conoscendo Mary so che capirà. La vita è breve Remus e non possiamo farcela scappare così.»
Remus rifletté per un po' sulle sue parole, poi il suo viso a poco a poco tornò a farsi speranzoso.
Si sorrisero in silenzio, poi lui si alzò e disse «hai perfettamente ragione Lily! Mary vale davvero tutto questo. Ora vado e glielo dico!» «Bravo Remus! Sono fiera di te!»
Si abbracciarono forte e lui corse via.
«Non c'è di che amico!» urlò James facendo scoppiare a ridere Lily.
Lui la guardò e commentò «sei stata brava con lui. Grazie.»
Lei lo abbracciò e lo baciò e lui la strinse forte. Lily passò le mani tra i capelli di James schiudendo la bocca e approfondendo il bacio, e James la fece sdraiare sul letto, sotto di lui, accarezzandole il corpo. Per un attimo la ragazza riuscì a non pensare a nulla, poi però il panico prese il sopravvento: si ricordò di essere sul letto di Remus e che sarebbe potuto entrare chiunque, così si staccò e dolcemente disse «James fermati, ti prego.»
Lui si staccò e la guardò dispiaciuto. Si alzò e si diresse verso il suo baule ancora aperto facendo finta di cercare qualcosa, per mascherare la delusione. Lei capì che ci era rimasto male, così si avvicinò e lo abbracciò da dietro.
«James non essere dispiaciuto. Succederà, te lo prometto. Io voglio te, voglio stare con te e essere tua in ogni modo possibile. Ma voglio anche che sia un bel momento, e questo non era adatto. Che pensi che sarebbe successo se Remus fosse tornato e ci avesse trovati sul suo letto?» disse sorridendo. Lui sorrise a sua volta, si girò e la strinse a sè dicendo «sarebbe stata una scena fantastica! Chissà che faccia avrebbe fatto!» E scoppiarono a ridere. Poi lui continuò «allora il problema non sono io?»
Lily lo guardò negli occhi e disse «sei proprio un'idiota James Potter! Credi davvero che tu non mi piaccia in quel senso? Bè non è così. Tu mi piaci un sacco, credimi» e gli sorrise un po imbarazzata. James ridacchiò divertito, l'abbracciò e le diede un dolce bacio tra i capelli.

Remus entrò nel dormitorio delle ragazze e si guardò intorno. Mary era sdraiata sul suo letto e gli dava le spalle.
«Lily, non ho voglia di parlarne, ancora» mormorò con un filo di voce senza nemmeno voltarsi.
Lui si avvicinò e si sedette accanto a lei sussurrando «non sono Lily. Sono io.»
Mary si voltò di scatto e lo guardò arrabbiata.
«Che ci fai qui? Non voglio vederti.»
Cercò di alzarsi ma lui la trattenne dolcemente per un braccio dicendo «aspetta Mary. Posso spiegarti, voglio spiegarti. Devo dirti una cosa.» Lei si girò a guardarlo arrabbiata: stava per dirgli di andarsene ma quello che vide nei suoi occhi la fermò. Vide dolore, e tormento, e si preoccupò. Si sedette davanti a lui incitandolo a continuare.
Così lui fece un grande sospiro e cominciò «Mary, mi dispiace davvero. Non volevo andarmene in quel modo, ma ho avuto paura, e non per me ma per te. Io ho un segreto, un tremendo segreto, ed è da un sacco che volevo dirtelo ma non trovavo mai il momento giusto. O forse mi volevo convincere che non riuscivo a trovarlo solo perché così avevo una scusa per non parlatene. Perché so che una volta che ti avrò detto questa cosa tu mi lascerai, e non ti biasimerò se lo farai. Perché, ecco, io... io sono un licantropo. Una volta al mese io sono costretto ad uscire dal castello per trasformarmi in un mostro. Per questo me ne sono andato così, perché non potevo sopportare che tu stessi con un mostro. E se poi una volta saputa la verità tu mi avessi lasciato? Non avrei sopportato di averti fatto questo. Perciò, da codardo, me ne sono andato. E ti chiedo perdono, mi dispiace davvero.»
Lei era esterrefatta: lo guardava a bocca aperta e con gli occhi spalancati. Per qualche minuto non riuscì a dire niente, poi si fece coraggio e disse «Remus, sei stato un' idiota, davvero. Come puoi pensare queste cose? Io sono innamorata di te, di Remus Lupin, il ragazzo dolce e fantastico che è riuscito ad entrare nel mio cuore. E non del lupo. Tu non sei lui, Remus. E non hai nessuna colpa. E non ti lascerò solo per questo. Possiamo gestirlo, insieme. Io e te.»
Lui la guardò e capì che stava dicendo la verità, così, un po commosso le chiese «davvero Mary? Riesci ad accettare questa cosa?»
«Certo Remus. Preferisco sapere la verità e decidere da sola se accettarla o meno piuttosto che essere costretta ad odiarti senza sapere veramente come stanno le cose. E io la accetto Remus, voglio stare con te e non mi interessa di altro.»
Lui sorrise, prese un bel respiro e disse ad un palmo dal suo viso «Mary, io ti amo.»
La ragazza sembrò illuminarsi, sorrise, gli accarezzò dolcemente il viso e disse «ti amo anche io, Remus.» E si baciarono. E furono baci che racchiudevano tutto quello che si erano detti, ma anche baci che si promettevano quello che non era uscito dalle loro bocche ma che era nei loro cuori. Ben presto i loro vestiti furono sul pavimento, le tende chiuse e la porta sigillata. E quella per loro due fu la serata più bella della loro vita. Finalmente si erano detti tutto ciò che provavano e ora niente li avrebbe più potuti tenere lontani. Si erano trovati e non volevano più lasciarsi.
Sarebbero voluti rimanere in quella bolla per sempre: insieme, senza più brutti eventi, trasformazioni dolorose e guerre. Solo loro e il loro amore.
Ma purtroppo ben presto dovettero tornare alla realtà, si sciolsero dal loro dolce abbraccio, si alzarono e si rivestirono. Lui la baciò dolcemente, le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e disse «grazie, grazie di tutto questo. Sei una persona magnifica.»
Mary gli sorrise e mormorò «no grazie a te per essere stato sincero Remus. È stata una serata stupenda.»
Si baciarono di nuovo e poi lui tornò al dormitorio, mentre lei si ributtava sul letto con un sorriso ebete stampato in volto.

Sera a tutti gente!
Ecco un nuovo capitolo, sta volta tutto incentrato su Mary, Remus e il suo "piccolo problema peloso."😁 che ne pensate di questa coppia? Personalmente io li adoro 😍 poi Remus è uno dei miei personaggi preferiti! È troppo dolcioso!😁 comunque a parte questo, fatemi sapere che ne pensate.
Vi adoro!😘

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