Capitolo 63: Quartier Generale e Villa Potter

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Quando i ragazzi arrivarono al Quartier Generale lo trovarono quasi vuoto. Le uniche persone presenti erano Emmeline, con addosso ancora la sua divisa da medimaga tirocinante, Peter e Silente.
«Lily!» esclamò Emmeline appena James entrò nel salone con Lily in braccio, ancora svenuta.
«Che è successo?» chiese allarmata.
«Tranquilla Vance, starà bene. Prendi una pozione rimpolpa sangue e una pomata cicatrizzante e occupati di lei, mentre io mi occupo di Alice e Marlene» disse Edgar professionale.
Nonostante avesse ventisette anni, Edgar Bones era già uno dei medimaghi più in vista del San Mungo. Si era distinto subito per le sue qualità e per la sua abilità come chirurgo ed era diventato il medimago più giovane a cui era stata affidata la dirigenza di un reparto.
Emmeline era la sua tirocinante ed era rimasta subito affascinata da lui, che oltre ad essere un ottimo medimago era anche un bell'uomo, alto, con un bel fisico, capelli biondi e occhi azzurri. Insieme lavoravano benissimo e nonostante non fosse da molto che la ragazza aveva iniziato il tirocinio, tra loro si era già creata una bella complicità.
Mentre Emmeline si prendeva cura di Lily, lui si occupava delle ragazze e degli altri che avevano riportato alcune ferite, anche se superficiali.
Nel frattempo arrivarono anche gli altri membri, mancavano solo Moody, Benji, Dorcas e i fratelli Prewett.
Man mano che il tempo passava, l'atmosfera si fece più tranquilla. Per fortuna ne erano usciti tutti illesi e ora aspettavano gli altri che tornassero dal ministero per fare il punto della situazione.
Dopo circa un' ora dal loro arrivo Lily riprese conoscenza, si guardò attorno e vide che erano tutti al sicuro, così tirò un sospiro di sollievo.
James era seduto a terra con la schiena appoggiata sul divano dove lei era stesa e parlava con Sirius seduto su una poltrona con Marlene, così alzò una mano e la passò in mezzo ai suoi capelli disordinati.
«Lily!» urlò lui voltandosi a guardarla e facendo girare verso di loro tutti i presenti.
«Potter, che diamine urli? Ci sento benissimo eh» lo riprese lei mentre James si fiondava a baciarla e gli altri ridevano.
«Stai bene» mormorò lui sulle sue labbra.
«Certo che sto bene, era solo un graffio» rispose lei accarezzandogli una guancia.
«Bè non era proprio un graffietto. Edgar ed Emmeline lo hanno richiuso ma non sono riusciti a farlo cicatrizzare completamente perciò dovrai stare qualche giorno a riposo. A quanto pare qualunque cosa ti abbia colpito doveva essere qualcosa di oscuro. E poi hai perso un sacco di sangue» disse lui serio mentre lei sbuffava.
«Tu stai bene?» gli chiese guardandolo negli occhi.
«Certo, Em ha rimesso apposto i miei graffi in un batter d'occhio» rispose lui con un'alzata di spalle.
«Bene, allora» mormorò baciandolo sulle labbra, poi chiese «le ragazze? Come stanno?»
James si scansò per mostrare a Lily i suoi amici seduti intorno a loro che le sorridevano contenti.
«Ragazze state bene?» chiese rivolta a Alice e Marlene, che risposero «benissimo.»
«Già stiamo tutti bene grazie a te, Lily. Se tu non avessi interrotto l'incantesimo di James, non saremmo qui a raccontarlo ora» disse Frank stringendo Alice a sè.
Lily arrossì senza sapere cosa dire, ma per fortuna l'imbarazzo di rispondere le venne risparmiato da Moody che entrava seguito dagli altri Auror.
Tutti si affrettarono a prendere posto, mentre Lily e James rimanevano sul divano, con grande disappunto della rossa, per non far sforzare Lily.
«Vedo che siete tutti vivi, ottimo lavoro» ringhiò l'Auror, per poi continuare «l'attacco è stato più duro di quanto ci aspettassimo. Quel Troll ha dato del filo da torcere a quelli del Ministero e ha creato un bel po di casino. Abbiamo circa una decina di babbani rimasti uccisi e una ventina di feriti, ovviamente gli obliviatori stanno lavorando per cancellare la memoria di tutti quelli che hanno visto com'è andata e la versione ufficiale è che c'è stata una fuga di gas che ha fatto scoppiare un edificio.
Un dipendente del Ministero che faceva parte della squadra specializzata nella gestione di creature magiche è stato ucciso da un Mangiamorte e con lui anche un giovane cadetto Auror della squadra di Scrimgeur.
Per ora sembra che nessuno abbia fatto molto caso a voi che non siete Auror, per fortuna, quindi non ci sono state fatte domande sul perché eravate lì, ma se proprio dovesse uscire fuori l'argomento, diremo che siete accorsi in aiuto dei vostri amici.
E ora, la cosa più preoccupante di tutte: per la prima volta Voldemort ha preso parte ad un attacco pubblico.»
«Lo sappiamo bene» borbottò Marlene.
«Vorrei che voi ragazzi mi spiegaste come è andata, per favore» disse Silente gentile.
Era stato tutto il tempo in silenzio, e aveva un' espressione molto preoccupata in viso.
Marlene guardò i suoi amici e poi si girò verso Lily, che le fece un cenno d'incoraggiamento, poi raccontò «io e Lily siamo arrivate subito dopo che Moody aveva mandato il patronus. Ci siamo smaterializzate e subito abbiamo capito che la situazione era più grave del solito. Abbiamo visto Remus e lui ci ha detto dove erano James, Sirius e la squadra, così ci siamo smaterializzate in un vincolo lì vicino. Li avevamo quasi raggiunti quando Bellatrix e Rodolfus Lestrenge ci hanno bloccate e abbiamo iniziato a combattere. Dopo un po, Bellatrix ha lanciato dei pugnali verso Lily e uno l'ha ferita. L'ho sentita urlare e non ho potuto fare a meno di voltarmi verso di lei e Lestrenge ne ha approfittato per lanciarmi un cruciatus.»
«Brutto figlio di p-» «Black! Il linguaggio!» lo riprese la McGranitt.
«Poi Lestrenge è stato schiantato, non so da chi» continuò Marlene stringendo la mano di Sirius per calmarlo.
«Sono stato io. Alice aveva visto le ragazze in difficoltà così ci siamo precipitati lì e io l'ho schiantato.
Stavamo per attaccare Bellatrix quando Voldemort è arrivato» disse James serio e nella stanza calò il gelo. Il ragazzo guardava fisso nel vuoto ricordando ogni particolare e poi continuò «ha chiesto chi fossimo e Bellatrix glielo ha detto. Ha iniziato a dire che noi purosangue non dobbiamo insozzare il nostro sangue puro con quello dei babbani e io e Frank gli abbiamo risposto a tono. Gli ho lanciato uno schiantesimo non verbale ma lo ha bloccato come se nulla fosse, così mi ha inflitto la cruciatus. È successo tutto così velocemente che non ho fatto nemmeno in tempo a difendermi. Quando sono riuscito a rialzarmi ho provato a colpirlo di nuovo e lo stesso hanno fatto gli altri, ma lui respingeva i nostri incantesimi con una facilità assurda. Sembrava quasi annoiato.
Poi ha detto che io e Frank dovevamo pagare la nostra insolenza: ha fatto un incantesimo a Alice e Marlene e le ha avvolte con delle corde molto strette e con un altro ci ha costretti a guardarle. Eravamo impotenti, per quanto ci provassi l'incantesimo non mi permetteva di muovermi o di parlare. Le vedevo affannarsi per liberarsi, vedevo i segni che le corde lasciavano sui loro corpi e i loro volti spaventati mentre cominciavano a respirare a fatica.»
James si prese un momento per fare un lungo respiro. Ripensare a quei momenti gli metteva l'angoscia.
«Quando ormai erano quasi senza fiato, ho sentito Lily sussurrare qualcosa e l'incantesimo che mi immobilizzava scomparire. Avevo la bacchetta in mano ancora, così senza farmi vedere ho sciolto anche quello di Frank. Voldemort non si è accorto di nulla, era troppo impegnato a ridere di noi con Bellatrix. Li abbiamo colpiti entrambi contemporamente e ci siamo smaterealizzati con le ragazze. E questo è tutto professore, non so cosa ha fatto dopo Voldemort.»
Tutti rimasero in silenzio per un po, poi Sturgis esclamò «per Merlino avete combattuto contro Voi-sapete-chi e ne siete usciti vivi!»
«Davvero ragazzi siete stati eccezionali» disse Gideon dando una pacca sulla spalla a Frank, mentre anche altri mormoravano parole di assenso.
«Siete stati bravi davvero ragazzi miei. Che è successo dopo?» chiese ancora Silente.
«Bè dopo ci siamo imbattuti noi in Voldemort, ma eravamo in molti visto che il troll era stato finalmente abbattuto e probabilmente doveva aver pensato di essere in svantaggio numerico, sta di fatto che si è guardato intorno, ha toccato il marchio sul suo braccio e si è smaterializzato. Qualche istante dopo sono spariti anche i suoi amici» raccontò Dorcas.
«Siamo riusciti a catturare qualche Mangiamorte?» chiese Silente a Moody.
«Macchè! Non siamo riusciti a prenderne nemmeno uno vivo! Da quando Crouch ci ha dato il permesso di uccidere, alcuni Auror non ci provano nemmeno a metterli fuori gioco. Sono tutti troppo spaventati e hanno adottato la tattica del "meglio tu che io" perciò uccidono prima di essere uccisi» sbottò Moody furioso.
«Solo tre incappucciati sono rimasti uccisi e nessuno dei tre aveva il marchio sul braccio, segno che erano tutti pesci piccoli» spiegò Fabian.
Silente sospirò e poi disse «questo non ci aiuta affatto. Se non riusciamo a catturare nessuno non riusciremo mai a capire qualcosa di più dei suoi piani. Ci servono informazioni fresche e solo i Mangiamorte possono darcele.»
«Dovremmo fare come fanno loro e mettere qualche spia che possa tenerci informati» propose Sirius.
«È troppo pericoloso, Black. Diventare un infiltrato tra i Mangiamorte vuol dire firmare una condanna a morte! Prima o poi lo scoprirebbero e lo ucciderebbero nel peggiore dei modi!» esclamò la McGranitt.
«Si, ma-» «Minerva ha ragione, Sirius» lo interruppe Silente delicatamente.
«E poi ci vorrebbero mesi prima che una recluta riesca ad arrivare abbastanza vicino ai Mangiamorte veri per avere informazioni utili e non solo non abbiamo tutto questo tempo, ma potrebbe rivelarsi inutile se la spia venisse uccisa prima» aggiunse poi.
Di nuovo rimasero tutti in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri.
Poi Moody disse «va bene, ci faremo venire in mente qualcosa, ora è meglio andare a casa e riposare un po. Rimettetevi in sesto e poi ne riparliamo. Nel frattempo diremo ad Aberforth di fare attenzione ai suoi clienti della Testa di Porco nel caso ci siano novità. Ci aggiorniamo tra qualche giorno. Evans, obbedisci a Bones e rimani a riposo per un po e non ti azzardare a tornare finché non sei totalmente rimessa o ti caccio a calci nel sedere dall'Accademia. Sono stato chiaro?» ringhiò nella direzione di Lily che fece una faccia contrariata ma rispose «si Signore.»
Dopo di che tutti si alzarono e un po alla volta se ne andarono.
Edgar disse che avrebbe accompagnato Lily a casa nel caso la ferita si fosse riaperta durante la smaterializzazione, ed Emmeline insistette per andare con loro. Così dopo aver salutato Alice e Frank, e poi anche Peter, il gruppetto tornò a Villa Potter.
Ormai era quasi l'alba quando apparvero al cancello della villa.
Sirius alzò la bacchetta e toccò il cancello, e questo si aprì, così tutti si avviarono lungo il vialetto.
Una volta in casa, James portò Lily, bianca come un cencio dopo la smaterializzazione, in camera sua insieme ad Emmeline, mentre Marlene preparava il caffè per tutti.
Emmeline aiutò Lily a svestirsi e a lavarsi, e quando fu pronta andò a chiamare Edgar che la visitò e le scrisse su un pezzo di carta le pozioni che doveva prendere e gli orari.
Poi la salutarono e scesero di nuovo.
«Bene ragazzi, le ho lasciato scritto le varie pozioni che dovrà prendere e per almeno tre giorni dovrà fare meno movimento possibile, così che la ferita guarisca in fretta» disse il ragazzo.
«Saranno giorni d'inferno. Tenerla ferma per tre giorni sarà dura» sospirò James.
«Ci siamo già raccomandati con lei, James tranquillo. E poi passerò qui tutti i giorni a controllarla e le ho detto che se fa di testa sua non avrà il permesso per tornare in Accademia e credo che questo l'abbia convinta» disse Emmeline sorridendo.
Anche gli altri risero e poi i due medimaghi se ne andarono.
Quando furono fuori dal cancello della Villa, Emmeline si girò verso Edgar e disse «grazie mille per averla salvata, Edgar.»
Lui le sorrise e, senza riuscire a fermarsi, le spostò una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio, poi mormorò «non è stato nulla. E poi chi lo avrebbe sopportato Potter se Lily non fosse sopravvissuta?»
Risero entrambi. Si stavano guardando negli occhi, fermi in mezzo alla strada, molto vicini.
La mano di lui ancora tra i capelli di lei. Emmeline avrebbe tanto voluto che lui la baciasse.
«Edgar...» sussurrò facendo un passo verso di lui, avvicinandosi ancora di più.
Lui la fissò incerto per qualche altro attimo e poi fece un passo indietro.
Si passò una mano tra i capelli, imbarazzato, e disse «sarà meglio andare a riposare un po. Abbiamo l'intervento della signora Cole, questo pomeriggio.»
Lei lo guardò delusa e poi mormorò «già, la signora Cole. Ci vediamo dopo al San Mungo allora. Ciao.»
E si smaterealizzò. Edgar sospirò frustrato e scomparve anche lui.

Nel frattempo nella villa i ragazzi cercarono di salire nelle loro stanze senza svegliare i signori Potter, ma una volta in cima alle scale si trovarono davanti Ehuphemia, evidentemente molto arrabbiata.
«Dove diavolo siete stati tutti quanti?» sbottò a voce alta.
Sirius emise un urletto spaventato molto poco virile che cercò poi di mascherare con della tosse finta, e James iniziò a balbettare «ehm... ecco vedi, mamma... noi... noi siamo andati... ehm... siamo usciti a bere qualcosa tutti insieme...»
«Ah si? E nel frattempo avete anche incontrato un gatto selvaggio per caso?» sbottò la donna indicando i vestiti di suo figlio.
Guardandosi, i ragazzi si resero conto di avere tutti i vestiti impolverati e con qualche taglio qua e là.
«In salotto. Ora.» disse Euphemia indicando le scale e i ragazzi tornarono di sotto.
Una volta tutti seduti sul divano, Euphemia si piazzò davanti a loro con le braccia strette al petto e l'espressione arrabbiata.
«Allora? Voglio sapere dove siete stati e voglio la verità, non le vostre stupide scuse.»
James e Sirius si scambiarono un'occhiata preoccupata mentre Remus abbassava lo sguardo e Marlene sospirava.
«Oh ma insomma ragazzi! Per quanto volete andare avanti così? Lei lo sa già!» sbottò Marlene.
James e Sirius la guardarono ad occhi sbarrati e poi Sirius sussurrò «glielo hai detto?»
«Non mi ha detto nulla di più di quello che sapevo già! Pensate davvero che non mi sia accorta che mi nascondete qualcosa? Uscite negli orari più impensati, siete sempre stanchi e a volte avete ferite e lividi sul corpo! Pensate sia stupida per caso?» chiese la donna alzando la voce.
«Lily e Marlene mi hanno solo confermato quello che sospettavo, e cioè che siete coinvolti in qualcosa che ha a che fare nella guerra! Non mi hanno dato dettagli perché non spettava a loro farlo, ma ora sono stufa! Voglio sapere cosa fanno i miei figli e non avrò pace finché non me lo avrete detto!»
«Che succede?» chiese Fleamont apparendo in salotto mentre si infilava una vestaglia rossa.
«Vieni caro, i ragazzi stanno finalmente per raccontarci cosa diavolo combinano quando non sono in casa» rispose la moglie con finta voce tranquilla.
«Davvero? Ma Lily dov' è?» chiese ancora l'uomo guardandoli tutti.
Sua moglie parve sgonfiarsi. Si guardò intorno ed esclamò «oh Merlino! Dov'è Lily?»
«Mamma stai tranquilla, è in camera sua. Sta riposando» rispose James.
«Che è successo?» chiese suo padre preoccupato.
James prese un bel respiro e disse «va bene. Mamma, papà sedetevi, vi racconteremo tutto.»
E così James raccontò dell'Ordine, di quello che facevano e di quello che era accaduto quella sera, tralasciando il fatto che avessero affrontato Voldemort. I signori Potter li guardavano sconvolti.
Quando James smise di parlare ci fu silenzio per un po, poi Euphemia si alzò e abbracciò James e Sirius piangendo disperata mentre li stritolava a sé.
«Mamma... Mamma! Così ci soffochi!» borbottò James e la donna li lasciò, poi abbracciò anche Marlene e Remus.
«Oh i miei ragazzi...» piagnucolò.
«Non vi abbiamo detto nulla per non preoccuparvi. Ma papà, non potevamo stare fermi a guardare. Tu lo capisci, vero?»
James e Fleamont si guardarono negli occhi per un istante e poi l'uomo annuì «si figliolo, lo capisco.»
«Però da oggi in poi basta segreti, ok?» disse poi guardandoli tutti e quattro e loro annuirono sorridendo.
«Bene, ora filate a letto, sarete esausti» mormorò Euphemia accarezzando il viso di Sirius.
«Grazie Euphemia» disse lui scoccandole un bacio sulla guancia e poi avviandosi di sopra con gli altri.
«Wow l'abbiamo scampata bella ragazzi» sussurrò James sulle scale.
«Già, credo di non averla mai vista così arrabbiata. Il sangue Black ogni tanto da i suoi frutti a quanto pare» rispose Sirius facendo ridere gli altri.
«Bè direi che è comprensibile» disse Remus una volta arrivato davanti la porta della stanza che condivideva con Sirius.
«Già. Buona notte ragazzi, a domani. E James... grazie ancora» disse Marlene abbracciandolo.
«Non devi nemmeno dirlo, Marl.»
Lei sorrise, baciò Sirius e si avviò in camera sua, mentre anche gli altri si ritiravano nelle loro stanze.
Era stata una notte davvero molto lunga e lo scontro con Voldemort li aveva scossi più di quanto volessero ammettere. Era davvero un essere superiore a tutti loro. Come diavolo avrebbero fatto a sconfiggerlo? Non lo sapevano, ma erano decisi a provarci a tutti i costi per mettere fine a quella maledetta guerra.

Ehilà gente! Come va?
Eccolo qua, il tanto atteso capitolo! 😁 non avete idea di quanto mi abbiate resa felice questi giorni con tutti i vostri commenti e tutte le stelline che avete lasciato! 😍 mi si scalda il cuore ad ogni singolo voto, vi giuro! È solo grazie a voi e al vostro entusiasmo se la storia va avanti, perché riuscite a darmi l'ispirazione giusta per continuare! Perciò GRAZIE AD OGNUNO DI VOI siete tutti super importanti!
Vi voglio bene, fatemi sapere che ne pensate. Ci vediamo al prossimo capitolo 😘

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