Capitolo 33: Un' orribile serata

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7 gennaio 1977

Era passata una settimana dalla fine delle vacanze natalizie, e al castello era ritornata la normalità.
Le lezioni erano ricominciate, gli allenamenti di Quidditch erano ripresi nonostante il freddo pungente e i professori avevano incominciato ad opprimere gli studenti del settimo e del quinto anno con la storia degli esami. Avevano tutti fatto dei discorsi sull'importanza degli esami e sul fatto di impegnarsi da subito, per non arrivare all'ultimo periodo con l'ansia a mille e cercando di mettersi in pari.
Per i Grifondoro del settimo anno era una fortuna essersi trovati perché potevano aiutarsi a vicenda e cercavano di non lasciare mai indietro nessuno. Anche se contro voglia anche i Malandrini erano costretti a studiare per ore e il tempo che avevano a disposizione per divertirsi era minimo.
Quella sera, prima di cena, stavano scendendo per andare a cena in sala grande, tutti insieme dopo aver studiato tutto il pomeriggio.
«Se non mangio qualcosa entro due minuti, penso che svengo» disse Sirius di pessimo umore.
«Già, anche io amico» concordò James.
Quando stavano per varcare la porta della Sala Grande, però, Marlene fermò Sirius e disse «cavolo, ho dimenticato il mio libro di pozioni in classe! Vado a prenderlo un attimo altrimenti dopo non potrò fare i compiti.»
«Vengo con te» disse subito Sirius, anche se un forte brontolio proveniente dal suo stomaco fece capire alla ragazza che avrebbe veramente voluto solo mangiare in quel momento. Così con un sorriso disse «ma no Sirius, ci vorranno solo cinque minuti e tu stai morendo di fame! Vado e torno, promesso. Tienimi da parte un po di arrosto per favore, prima che Peter se lo mangi tutto.»
«Ma posso accompagnarti. L'hai detto tu, ci vogliono solo cinque minuti.»
Altro brontolio.
Marlene rise e disse «vai a mangiare, affamato di un cane.»
Gli diede un bacio e si avviò veloce nei sotterranei. Sirius la guardò un attimo, ancora non convinto dell'idea di mandarla da sola, ma poi si girò ed entrò. Sapeva che Marlene non era la tipa da voler avere la guardia del corpo sempre intorno. Era molto forte e indipendente e aveva sempre fatto le cose da sola. E sapeva che si sarebbe arrabbiata se lui avesse insistito, credendo che lui non la ritenesse in grado di girare da sola per il castello. Così mise a tacere quella strana sensazione che aveva e andò a cena.

Intanto Marlene si stava dirigendo velocemente verso l'aula di pozioni. Era molto agitata: i sotterranei le mettevano molta ansia, soprattutto di sera e soprattutto in quel periodo in cui con i Serpeverde c'era più astio del solito.
Era appena uscita dalla classe con il libro stretto al petto quando una figura apparve all' inizio del corridoio. La ragazza si bloccò quando riconobbe l'enorme figura di Mulciber fermo anche lui in mezzo al corridoio quando l'ebbe riconosciuta.
La fissò per qualche secondo leccandosi le labbra con uno sguardo strano. Poi fece qualche passo nella sua direzione e sibilò «ma guarda guarda chi si vede. La piccola Marlene McKinnon che gira da sola per i sotterranei. Dov'è il tuo prode cavaliere Black? Avete litigato? Si è già stancato di te e si sta già facendo qualcun'altra?»
La ragazza aveva il cuore a mille. Aveva paura, sapeva quanto cattivo fosse quel ragazzo. Aveva qualcosa nello sguardo che la terrorizzava; guardava le ragazze come fossero un piatto prelibato da potersi gustare, e questo la disgustava e spaventava allo stesso tempo.
Ma da brava Grifondoro, e da McKinnon, prese coraggio e disse «non sono affari tuoi, Mulciber. E ora lasciami passare, Sirius mi sta aspettando davanti la Sala Grande.»
Fece per passare ma lui si puntò davanti a lei dicendo «no cara mia. Non mentirmi. Ho visto il tuo sporco fidanzato traditore del suo sangue seduto al tavolo con i suoi schifosi amici. Nessuno si accorgerà che tu non ci sei.»
Ed eccolo di nuovo quello sguardo pervertito mentre faceva un altro passo verso di lei.
Velocemente lei estrasse la bacchetta dalla divisa, ma lui fece altrettanto e con un «Protego» si riparò dallo schiantesimo che lei gli aveva lanciato. Continuarono a duellare per un po, finché un rumore dal corridoio dietro Marlene la distrasse e Mulciber ne approfittò per disarmarla.
Indifesa e senza bacchetta la ragazza era terrorizzata. In un attimo lui fu su di lei, la sbattè con violenza al muro, inchiodandola con il suo corpo.
«Ho sempre pensato che le ragazze impertinenti come te debbano essere messe al proprio posto. E a te ci penserò io, piccola sgualdrina che non sei altro» le sibilò ad un palmo dal suo volto. Cominciò a far vagare la mano libera (l'altro braccio teneva la ragazza inchiodata al muro) sul corpo snello di lei. E lei non potè far altro che cercare di divincolarsi mentre delle lacrime iniziavano a rigarle il viso.
«Lasciami stare! Toglimi le mani di dosso!» gridò Marlene spaventata.
Ebbe un flash di quando si era ritrovata in una situazione molto simile con Marcus, solo che in quel momento Mulciber era molto più spaventoso di Marcus.
Fu quando la mano di lui si infilò sotto la sua gonna che qualcosa scattò in lei: sbarrò gli occhi e alzò il ginocchio assestando una potente ginocchiata nelle parti basse del ragazzo, che si accasciò inevitabilmente davanti a lei. Riprese a respirare e con uno sguardo di disgusto gli disse «non ti azzardare mai più ad avvicinarti a me, porco schifoso» e si voltò per andarsene.
Ma aveva fatto solo pochi passi affrettati che sentì la voce, ancora roca per il dolore, del ragazzo ringhiare «questa me la paghi, cara McKinnon. Crucio!»
Un dolore lancinante colpì alla schiena la ragazza, a cui si mozzò il fiato e che poco dopo cadde a terra urlando. Continuò per quello che a lei sembrò un eternità, poi così come era venuto, il dolore cessò.
Sentì il ragazzo avvicinarsi e con disprezzo dire «sectumsempra
E dei profondi tagli si aprirono sul petto della ragazza, inondandola di sangue.
La sua vista cominciò ad annebbiarsi, e quando sentì dei passi pensò che fosse lui che voleva infierire ancora su di lei, invece sentì una voce famigliare e un viso incorniciato da capelli neri le si parò davanti.
«S-Sirius...» mormorò con la vista che andava e veniva.
«Non sono Sirius» disse la voce, che eppure assomigliava così tanto a quella del suo amato Black. Marlene non riusciva più a tenere gli occhi aperti e stava perdendo velocemente conoscenza.
«Si può sapere che diamine ti è preso?! Vuoi finire espulso?! Eh?» sentì sbraitare la voce.
«Vattene, svelto, prima che qualcuno ti veda.»
Poi la figura si chinò davanti a Marlene e la prese tra le braccia.
Un momento prima di svenire definitivamente, Marlene riconobbe Regulus.
In un attimo lui si incamminò con lei svenuta tra le braccia verso l'infermeria, cercando di fare in fretta. Bussò alla porta ripetutamente e dopo poco Madama Chips aprì la porta emettendo un gridolino vedendo i due coperti di sangue. Fece adagiare Marlene strappandole la camicia per poi incominciare a borbottare incantesimi che piano piano chiusero le ferite. Poi chiese «Black sei ferito anche tu? Che è successo?»
«No io no, l'ho trovata così nei sotterranei» rispose lui spiccio.
«Bene allora puoi andare a darti una ripulita» disse la donna e il ragazzo se ne andò.
Non sapeva perché ma sperava tanto che quella ragazza ce la facesse. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce ma sperava con tutto il cuore che Marlene McKinnon non morisse quella sera. Proprio mentre formulava questo pensiero una voce tuonò «Regulus! Che cosa è successo? Sei ferito?»
Era Sirius, fermo davanti a lui insieme a Lily e James. Anche se il suo fratellino gli aveva intimato di lasciarlo stare, lui non poteva fare a meno di preoccuparsi vedendolo tutto coperto di sangue.
«Io sto bene, ma devi andare in infermeria dalla tua ragazza. L'ho trovata nei sotterranei immersa in una pozza di sangue» disse il piccolo Black. I tre sbarrarono gli occhi, poi Sirius si fiondò sul fratello prendendolo per il collo e sibilando «che cosa le hai fatto?»
«Non ascolti? Ti ho detto che l'ho trovata e l'ho portata in infermeria. Dovresti ringraziarmi» sbottò Regulus col fiato corto.
Sirius lo lasciò e mormorò «tu l'hai salvata?»
«Non so se ce la farà, se l'è vista brutta» disse Regulus e si girò per andarsene.
«Perché lo hai fatto?» gli urlò dietro Sirius. Ma lui non rispose e continuò a camminare.
«Felpato andiamo. Marlene ha bisogno di te» mormorò James mettendo una mano sulla spalla dell'amico, che lo guardò e poi iniziò a correre in direzione dell'infermeria con Lily e James accanto.
Si fiondarono dentro con il fiatone e videro Marlene, bianca come un lenzuolo, stesa sul letto con il busto fasciato, ancora svenuta.
Madama Chips entrò per cacciare i tre ma Sirius la anticipò «come sta?»
Lei lo guardò e lesse il dolore nei suoi occhi, perciò delicatamente, disse «non è fuori pericolo ancora, Black. La maledizione l'ha colpita in pieno e ha perso molto sangue e la cruciatus l'ha indebolita molto. Se tuo fratello non l'avesse trovata non ce l'avrebbe fatta. Dobbiamo aspettare e sperare.»
Sirius si lasciò cadere sulla sedia accanto al letto di Marlene, distrutto. Prese ad accarezzarle il viso, mentre lacrime silenziose scendevano sulle sue guance.
«Potter, Evans, devo chiedervi di uscire. Può restare solo Black» disse Madama Chips.
I due annuirono, Lily si avvicinò al letto e diede un bacio sulla fronte della sua amica sussurrando «forza Marlene.»
James invece strinse forte la spalla di Sirius per fargli capire che era lì per lui, che non era solo.
E poi uscirono dell'infermeria diretti al dormitorio: Lily, in lacrime, sorretta da James con ancora gli occhi sbarrati dalla preoccupazione.

Due capitoli in un giorno per voi! 😁 poi ditemi che non sono gentile eh 😁 volevo dare un po di pepe alla storia e avevo questo capitolo pronto già da un po, così l'ho inserito ora, visto che quello prima era un po più piatto 😉
E niente, vi lascio così... ce la farà la nostra Marl? Lo scopriremo solo leggendo 😈 alla prossima, gente!

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