30 ottobre 1977
Era una serata particolarmente fredda e tutti gli studenti erano rintanati in Sala Comune o nei dormitori. Il gruppo del settimo anno era tutto raggruppato intorno a un grande tavolo a fare i compiti, tranne James e Sirius, quando il buco del ritratto si aprì ed entrò la McGranitt. Si diresse a passo svelto verso di loro, e si rivolse a Lily dicendo «signorina Evans, mi dispiace interromperla ma il preside vorrebbe parlarle.»
Cercava di avere una voce tranquilla ma la ragazza intuì che fosse successo qualcosa, così annuì e la seguì fuori. Velocemente arrivarono nell'ufficio del preside, e lui le fece cenno di accomodarsi, poi prese un bel respiro e disse «signorina Evans, purtroppo non ho belle notizie. Abbiamo saputo poco fa che sta mattina c'è stato un attacco a Londra, in un quartiere babbano. I Mangiamorte hanno attaccato e ucciso quaranta persone, e purtroppo ci hanno informati che i suoi genitori erano lì in quel momento. Mi dispiace molto Lily, ma purtroppo non sono sopravvissuti.»
Il mondo crollò addosso alla giovane ragazza: sbarrò gli occhi per la sorpresa, iniziò a respirare a fatica e gli occhi le si riempirono di lacrime.
«N-no... N-non è possibile. Loro... no. Non possono essere...»
Non riusciva a pronunciare frasi di senso compiuto.
«Purtroppo si Lily, solo sua sorella si è salvata perché non era con loro. Ovviamente le hanno riferito che c'è stata una fuga di gas e che è scoppiato un incendio, senza svelare veramente come sono andate le cose» mormorò il Preside.
Petunia. Lei era viva. E se avesse saputo la vera ragione della morte dei suoi genitori? L'avrebbe odiata ancora di più e le avrebbe dato la colpa per sempre.
Doveva fare qualcosa, non riusciva più a stare lì immobile, così senza dire una parola e con gli occhi ancora sbarrati si alzò e corse via. Corse più forte che poteva, senza nemmeno sapere dove. E quando voltò un angolo e andò a sbattere addosso a qualcuno, alzò lo sguardo e vide James. Non si era resa conto che era proprio la persona che voleva vedere, ma quando si guardò intorno vide che non era solo. Era in compagnia di una bella mora dai capelli lunghi, Tassorosso a giudicare dalla divisa, e di Sirius, a braccetto con una bionda sempre Tassorosso.
«Ehi Evans, tutto bene?» le chiese James, ma gli bastò un attimo per capire che c'era qualcosa che non andava. Aveva lo sguardo sconvolto, così, preoccupato le chiese «Lily che è successo?»
Ma lei non lo ascoltava, riusciva solo a pensare che mentre a lei avevano dato la notizia più brutta della sua vita, lui si stava divertendo con una delle tante ragazze che aveva in giro per la scuola. Così gli diede uno spintone e scappò via. Corse più forte che poteva, senza prestare ascolto alle voci di James e Sirius che la chiamavano, fino a raggiungere una terrazza, si fiondò fuori e prese una boccata d'aria pulita. Non riusciva a respirare, stava avendo una specie di attacco di panico. Non si accorse che James l'aveva seguita fino a che lui non le mise delicatamente una mano sulla spalla affiancandola. Lei si girò a guardarlo, ancora faticando a respirare, e quando lui le chiese di nuovo «Lily che è successo?» lei buttò all'aria ogni riserva e si buttò tra le sue braccia in un pianto disperato.
Lui non capiva niente di quello che stava accadendo, ma non esitò a stringerla forte per consolarla. Le gambe di lei cedettero dalla disperazione e un urlo prolungato le uscì dalle labbra. Si accasciarono a terra insieme, ancora stretti nell'abbraccio: lei che urlava disperata e lui che cercava di consolarla ma lasciandola sfogare.
Non l'aveva mai vista così e non capiva cosa poteva essere successo. Poi, lei urlò una cosa che gli gelò il sangue nelle vene «li hanno uccisi! Li hanno uccisi! Me li hanno portati via! Sono morti!»
E lui iniziò a capire: aveva letto dell'attacco alla Londra babbana avvenuto quella mattina e sapeva che i suoi erano babbani. Perciò non ci mise molto a fare due più due e capire. Così la strinse ancora più forte e le accarezzò la testa, cullandola dolcemente tra le sue braccia. Non poteva fare altro, doveva lasciarla sfogare, niente di tutto ciò che avrebbe detto le avrebbe riportato i genitori, ma sapeva che aveva bisogno di qualcuno che le stesse accanto, e lui non l'avrebbe abbandonata per niente al mondo.
Dopo quelle che parvero ore, lei si calmò leggermente e senza smettere di piangere sussurrò «me li hanno portati via, James.» Cercando di trattenere le lacrime e sforzandosi di parlare con voce ferma lui disse «mi dispiace Lily, davvero. Io odio chi ti ha fatto questo! Odio chi ti sta facendo soffrire così. E credimi prima o poi la pagheranno! Quei luridi Mangiamorte pagheranno per tutto il male che stanno facendo, Lily!»
Lei alzò la testa e lo guardò intensamente, poi disse «ora so perché vuoi diventare Auror, e voglio farlo anche io. Li combatteremo insieme.»
«Sempre. Io sarò sempre al tuo fianco» le promise lui restituendole lo sguardo.
Poi lei disse un'altra cosa che lo stupì «io non voglio che tu veda altre ragazze. Lo so, sono un' egoista e stronza, ma non voglio. Voglio che tu stia con me. Anche se non riesco a fidarmi ancora veramente di te in quel modo, voglio riuscirci. Perché io provo qualcosa per te, James. E se continuo a vederti con altre non riuscirò mai a giudicarti obbiettivamente per quello che sei. Quindi te lo ripeto: provo qualcosa per te, James Potter, e non voglio che ti veda con altre ragazze.»
Non sapeva nemmeno perché glielo stava dicendo in quel momento, forse perché si era resa conto che la vita è breve e bisogna viverla a pieno, prima che finisca, in un attimo come quella dei suoi genitori. Lui non riuscì a non sorridere, e disse «va bene Lily, posso farlo. Voglio farlo. Per te. Perché anche io provo qualcosa per te e sarei disposto a tutto pur di dimostrartelo.»
Le diede un dolce e lungo bacio sulla fronte e lei si aggrappò a quel bacio, chiuse gli occhi e inspirò il suo profumo e per un attimo si sentì di nuovo bene.
«Vieni, ti porto in dormitorio, stai gelando» mormorò James.
Si era resa conto solo in quel momento che stava morendo di freddo, così si alzò, un po malferma sulle gambe e James fece lo stesso. La prese per mano e si avviarono alla Sala Comune. Quando avevano percorso qualche corridoio si trovarono davanti Severus, che spalancò gli occhi vedendoli per mano e sibilò «sapevo che sarebbe finita così. Sei riuscito a portartela a letto alla fine. Complimenti.»
«Mocciosus non è il momento» ringhiò James a denti stretti. Ma in un attimo Lily gli lasciò la mano e sferrò un violento pugno sul naso adunco di Piton, che dovette portarsi le mani alla faccia per fermare il sangue. Ma la ragazza ormai era fuori di testa, così iniziò a prendere a pugni ogni parte del corpo del ragazzo che riusciva a colpire. Era così furiosa con lui per aver scelto di stare dalla parte degli assassini dei suoi genitori. Sarebbe potuto addirittura esserci lui sotto quella maschera se non fosse stato uno studente di Hogwarts. Perché ormai lei era certa che se gli avesse alzato la manica sinistra avrebbe trovato impresso sulla sue pelle il Marchio Nero. E quindi questo lo rendeva esattamente uguale agli assassini dei suoi genitori. E prenderlo a pugni le dava un po di sollievo perciò non smise finché non sentì delle mani dolci e forti allo stesso tempo sollevarla di peso e bloccarla. Allora guardò il ragazzo davanti a lei, con il sangue che gli scorreva sul volto e gli disse «mi fai schifo Piton.»
E lasciò che James la portasse via.Entrarono in Sala Comune, ormai quasi vuota tranne che per i loro amici che erano rimasti ad aspettarli. Lily non si era resa conto che avrebbe dovuto raccontare tutto, e seppe che non ce l'avrebbe fatta. Li guardò uno per uno e vide i loro sorrisi spegnersi a mano a mano che la guardavano sul volto. Doveva avere la disperazione stampata sul viso perché Mary si alzò e chiese «Lily, che è successo?»
Lei abbassò lo sguardo e altre lacrime iniziarono a scenderle sulle guance. Strinse la mano di James ancora intrecciata alla sua, come per fargli capire che doveva parlare lui, così lui con voce tremante disse «n-non so se avete letto sulla Gazzetta del Profeta dell'attacco avvenuto sta mattina nella Londra babbana. Bè... p-purtroppo i genitori di Lily erano lì e non ce l' hanno fatta.»
Calò il gelo, e per un attimo tutti lo guardarono interdetti, poi Mary si fiondò sull'amica e la strinse forte. Piansero insieme, poi anche le altre si alzarono e abbracciarono una ad una Lily, che stringeva ancora la mano di James. Mormorarono tutti un «mi dispiace» non sapendo che altro dire. Quando le ragazze si staccarono Sirius si avvicinò, guardò la ragazza stravolta e la abbracciò forte. Lei rimase così stupita che cercò James con lo sguardo, e lui le fece un piccolo sorriso d'incoraggiamento, così lei appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo e lo strinse debolmente.
«Mi dispiace davvero Lily» le sussurrò all'orecchio.
«Grazie Sirius» rispose lei.
«Lily, dovresti riposare un po ora» disse James cauto dopo che anche Remus ebbe abbracciato l'amica. Lei annuì e lo guardò supplicante. Lui capì all'istante: voleva che dormisse con lei; era incredibile come si capissero al volo. Lui annuì e la portò in camera sua dopo aver salutato con un cenno della testa i loro amici. Si misero direttamente a letto e lei appoggiò la testa sul suo petto ricominciando a piangere.
«Shh... sono qui» mormorò lui. E dopo quelle che parvero ore lei si addormentò mentre ancora piangeva. Quando sentì i suoi muscoli rilassarsi, si rilassò anche lui e si addormentò.Buon pomeriggio a tutti, gente! Come va? Due capitoli pubblicati oggi e questo... bè, questo capitolo è davvero triste lo so... mi ha straziato scriverlo credetemi, ma era necessario purtroppo... fatemi sapere cosa ne pensate della storia, lasciate commenti, datemi i vostri pareri e consigli e mettete tante stelline mi raccomando!😁
Grazie a tutti quelli che stanno continuando a leggere la mia storia!♡
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Il Legame Che Ci Unisce
FanfictionMi sono immaginata molte volte come potesse essere la storia prima di Harry Potter, la storia dei suoi genitori, di come si sono conosciuti e innamorati. Ma anche la storia e le avventure dei Malandrini. E così mi trovo qui, a mettere nero su bianco...