Capitolo 50: Riflessioni

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15 aprile 1978

Per svariati giorni gli studenti dell'ultimo anno ebbero di che parlare: gli incontri professionali avevano chiarito molti dei loro dubbi, ma ne avevano anche fatti venire altri. In molti concordavano che non potevano aspettare più di un anno per poter combattere. Soprattutto quelli che avevano vissuto sulla loro pelle la guerra, che avevano perduto qualcuno di caro a causa di essa, non riuscivano a restare con le mani in mano. E il pensiero di aspettare mentre gente innocente veniva uccisa, torturata, fatta sparire e Dio solo sa cos'altro, non gli andava proprio giù. James e Sirius non facevano che discuterne, tanto che alla fine Remus era intervenuto per farli tacere, tanto era esasperato.
Lily era molto confusa: da una parte avrebbe voluto partecipare attivamente nella cattura dei Mangiamorte e vendicare i suoi genitori, dall'altra era rimasta molto colpita dall'incontro con i guaritori del San Mungo, e l'idea di avere l'opportunità di aiutare le persone le creava un senso di pienezza e la faceva stare bene con se stessa.
Un'altra persona molto confusa era Remus. Il ragazzo era stato preso da un ansia perenne da quando era apparso il volantino degli incontri. Non poteva non pensare che fosse inutile partecipare a quegli incontri perché pensava che nessuno gli avrebbe mai permesso di lavorare. Quelli come lui non lavoravano.
Quelli come lui non avevano una vita normale.
Quelli come lui non erano normali, punto e basta.
Era già stato così fortunato a trovare una ragazza che lo amasse e degli amici che lo accettassero per quello che era, che non poteva credere che potesse avere ancora di più. Aveva partecipato all'incontro con gli Auror, ma non riusciva a capire che cosa provasse a riguardo. Gli sarebbe piaciuto fare qualcosa di davvero utile, ma allo stesso tempo non si sentiva adatto a ricoprire quel ruolo.
Era andato al colloquio con quelli della Gazzetta del Profeta, praticamente costretto da Mary, ed era rimasto piacevolmente colpito.
Si sentiva a suo agio in quel mondo, sentiva che forse quello sarebbe potuto essere il suo futuro. Ma poi appena la sua mente gli proiettava l'immagine di lui intento a scrivere un articolo per il giornale, subito veniva spazzata via dalla sua mente, e lui non riusciva a pensare ad altro che a quella maledetta luna piena e a quel mostro che una volta al mese era costretto a diventare. E a quel punto la depressione lo riempiva di nuovo e lui si buttava giù.
Gli amici e Mary provavano a tirargli su il morale, ma in fondo anche loro sapevano che una volta usciti da Hogwarts non sarebbe stato davvero facile costruirsi un futuro. Soprattutto non in tempi bui come quelli che stavano vivendo, in cui nessuno si fidava di nessuno, in cui le creature oscure erano divenute mostri di cui aver paura e stare alla larga.
Insomma, nelle menti dei ragazzi c'erano un migliaio di idee confuse, e ormai non mancava molto alla fine della scuola, quando avrebbero dovuto fare le loro scelte.
Quella mattina però a distogliere i pensieri dei ragazzi dal loro futuro erano comparsi altri avvisi in tutte le Sale Comuni: "CORSO DI DIFESA E COMBATTIMENTO! Per tutti gli studenti dal quinto al settimo anno che vorranno partecipare verrà istituito un corso durante il quale verranno insegnate le tecniche di difesa e di combattimento. Le lezioni che verranno svolte saranno coordinate da tre Auror del Ministero e dagli insegnanti.

Arthur Williamson, Ministro della Magia."

Se gli incontri professionali avevano creato un po di scompiglio, quest' ultimo avviso aveva fatto vero e proprio scalpore!
I ragazzi più piccoli si lamentavano di non poter partecipare, quelli del quinto e sesto anno erano eccitati, mentre quelli del settimo erano preoccupati.
In molti si erano chiesti il perché di questo nuovo corso, indetto proprio dal Ministero, visto che non era mai successo nella storia di Hogwarts.
Al castello si era sempre insegnato ai ragazzi a difendersi e saper contrattaccare, ma mai a combattere. E se sia Silente che il Ministro pensavano che fosse necessario insegnare ai ragazzi a combattere allora voleva dire che la guerra era proprio vicina, che il momento in cui tutti loro avrebbero dovuto scegliere da che parte stare si avvicinava sempre di più.
Quella sera il gruppo del settimo anno di Grifondoro si ritrovò in Sala Comune: avevano deciso che ne avrebbero discusso quando tutti sarebbero andati a dormire, così da poter ragionare e discutere senza interferenze.
E così si ritrovarono tutti sulle poltrone e i divani davanti al fuoco.
«Allora, cosa ne pensate di questo corso di domani?» chiese Emmeline seduta sul tappeto.
Lily fece un lungo sospiro continuando a guardare il fuoco e Remus prese la parola «bè sicuramente sarà una cosa molto utile, ma mi da anche un sacco da pensare.»
«Perché, Remus?» chiese Peter con il solito squittio imbarazzato.
«Perché io credo che il fatto che il Ministero abbia accettato di organizzare un corso di combattimento qui a scuola sia il segno che la guerra è veramente vicina. Tra non molto saremo chiamati a combattere. Dovremo scegliere da che parte stare» rispose Remus cupo.
Alle sue parole seguì un lungo silenzio teso. Erano tutti immersi nei loro cupi pensieri e per un po nessuno disse niente. Fu Alice che sussurrando ruppe quel silenzio «secondo voi dovremmo davvero combattere tutti usciti di qui?»
Si guardarono per un attimo tutti quanti poi James rispose «nessuno sarà obbligato a combattere se non lo vorrà. Ma una cosa è certa: la vita non sarà facile là fuori. Se non staremo dalla parte del bene, sicuramente cercheranno di portarci dalla parte del male, e io morirei piuttosto che stare con quei schifosi Mangiamorte! Voglio combattere per cercare di dare un futuro migliore alle nuove generazioni. Vorrei che un domani in questa scuola non ci siano più bambini che vengono trattati male dagli altri solo per il fatto di essere Nati Babbani. E questo possiamo ottenerlo solo combattendo oggi. Io non mi tirerò indietro e non giudicherò chi lo farà, ma per favore, ve lo chiedo con tutto il mio cuore, non passate mai dalla loro parte. Non fatevi convincere a diventare come loro. Ricordatevi sempre chi siete e ricordatevi di noi, di chi siamo e di tutto quello che abbiamo passato. Ok?»
Lo fissarono tutti per qualche attimo, poi Sirius disse «morirei piuttosto che tradirti, fratello» e diede una pacca sulla spalla del suo migliore amico.
«Lo stesso vale per me» disse Remus risoluto.
«Ho sempre ammirato la vostra lealtà, Malandrini» mormorò Mary sorridendo.
«Già anche io» ammise Lily.

So che non è un granché come capitolo ma il prossimo vi prometto che sarà migliore 😁 anzi, credo che lo posterò tra poco 😉 non temete, arrivooooo 😁😁

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