Capitolo 80: In una notte d'estate

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«Non posso credere che eravate delle sirene ed io non ero qui per vederlo!» esclamò Remus ridendo come un matto guardando la foto di James e Sirius in spiaggia qualche giorno prima. Lily le aveva fatte stampare apposta per farle vedere ai loro amici quel sabato sera.
«Delle sirene davvero stupende, non c'è che dire» commentò Frank ridendo insieme a lui.
Stavano preparando le ultime cose per il falò che avevano organizzato in spiaggia ed erano tutti così entusiasti di stare insieme che nessuno accennò minimamente alla guerra, all'Ordine o ad altri argomenti tetri. Era come se avessero deciso di comune accordo che per una sera non ne avrebbero parlato.
«Si, ma io ero molto più bello! Guarda che fisico!» disse James indicandosi sulla fotografia.
«Ma smettila! Ero io il più bello, come sempre. E poi la mia coda era più lunga» ribattè Sirius convinto.
«Si ma le mie tette erano più grandi» fece James indignato.
E presero di nuovo a discutere su chi dei due fosse il più bello.
«Sono tre giorni che va avanti così» commentò Marlene alzando gli occhi al cielo mentre entrava in cucina.
«Abbiamo già sentito questa discussione non so quante volte. Ieri alla fine gli ho lanciato un Silencio. Non ne potevo più» raccontò Lily dietro di lei.
«Certe cose non cambiano proprio mai» sospirò Alice scuotendo la testa e guardando quei due ancora intenti a battibeccare.
«Va bene sirenetti, perché non andate ad occuparvi del fuoco insieme ai ragazzi?» li interruppe Marlene alzando la voce.
«Agli ordini capo!» esclamò James voltando le spalle al suo migliore amico e rivolgendosi a lei.
«Andiamo ragazzi, lasciamo le donne alle loro chiacchiere» disse Sirius mettendo un braccio intorno alle spalle di Remus e l'altro intorno a quelle di Peter. Poi tutti insieme uscirono fuori.
«Sono così contenta che siamo qui tutte insieme!» esclamò Alice acciuffando le sue amiche e stringendole in un abbraccio di gruppo.
«Si anche noi, Ali, ma non strangolarci per favore» si lamentò Emmeline con un sorriso.
«Allora come va la vita?» chiese poi lasciandole andare.
«Intendi quando non siamo in giro a combattere Tu-sai-chi, o a lavoro o alle riunioni? Perché abbiamo anche una vita oltre a quello?» chiese Emmeline sarcastica appoggiandosi al bancone della cucina.
«Bè, una parvenza di vita almeno» rispose Alice con un'alzata di spalle.
«Diciamo che va. Non saprei proprio come definirlo sinceramente» disse Marlene con un sospiro.
«Le cose con Edgar come vanno?» domandò invece Lily alla sua amica.
Emmeline aveva un aspetto terribilmente stanco. Aveva delle borse sotto gli occhi molto evidenti ed era più magra e pallida del solito.
Ma del resto, nessuna di loro era proprio al meglio.
«Vanno molto bene, Lils, grazie. Per fortuna almeno con lui va tutto alla grande» rispose Emmeline con un bel sorriso.
«Sono contenta Em!» esclamò Lily dolcemente.
«Dovete ancora tenere per voi la vostra relazione?» chiese invece Alice curiosa.
«Si, preferisco non farlo sapere in giro. Mi piace moltissimo lavorare con lui, formiamo davvero una bella squadra e abbiamo un' ottima sintonia, e non voglio che si pensi che lui scelga me o lavori con me solo perché stiamo insieme. Voglio guadagnarmi i miei meriti da sola» spiegò loro la ragazza.
«Edgar è davvero il migliore al San Mungo. Non ho mai visto una persona così dedita e così appassionata al suo lavoro come lo è lui. Me ne sono accorta quando ero ricoverata» disse Marlene.
«Si, lo è davvero. Per questo voglio continuare a lavorare con lui. Imparo così tanto ogni giorno» commentò Emmeline, poi aggiunse cercando di essere il più delicata possibile «a proposito di te, Marl... sei più stata a farti visitare? Edgar ti aveva detto di farti vedere e sono passati molti mesi già.»
Non avrebbe voluto chiederlo in quel momento, ma sapeva che le sue amiche l'avrebbero aiutata a farla ragionare. Marlene infatti avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita di controllo dopo un po di tempo dall'intervento, ma lei aveva sempre rimandato. Non voleva mettere più piede in quell'ospedale se poteva evitarlo.
«Em, sto bene. Non ho bisogno di nessuna visita» rispose infatti sulla difensiva.
«Lo so che stai bene, però si fa sempre una visita di controllo dopo un intervento come il tuo» disse Emmeline ragionevole.
«Ormai sono passati mesi, se avessi avuto qualcosa a quest'ora me ne sarei accorta» ribattè Marlene dando le spalle alle amiche e iniziando a mettere in ordine la cucina già ordinata.
Emmeline sospirò e si scambiò un'occhiata con le altre. Nessuna di loro voleva costringerla a tornare in ospedale e rivivere tutto quello che aveva passato.
«Sto bene davvero ragazze. Sto cominciando a riprendermi sul serio e mi sento finalmente più forte ultimamente, non fatemi tornare lì e ricadere in quel vortice di dolore. Vi prego» mormorò voltandosi di nuovo a guardarle.
Nei suoi occhi vi lessero una chiara supplica e nessuna di loro ebbe il coraggio di contraddirla o ribattere.
«Certo, Marl, stai tranquilla» disse Lily stringendole la mano.
«Scusami Marl, non volevo turbarti» disse Emmeline avvicinandosi per abbracciarla.
«Va tutto bene, lo so che lo fai per me e perché ti preoccupi della mia salute. Ma sto bene davvero. E tu diventerai un ottimo guaritore Vance» la rassicurò Marlene sorridendo e facendo sorridere anche lei.
«Ehi Em c'è il tuo uomo!» gridò James entrando seguito da Edgar.
«Tutto bene ragazze?» chiese poi guardandole.
«Certo, tutto ok, James. Ciao Edgar» disse Marlene sorridendo di nuovo di buon umore.
«Ciao ragazze, grazie dell'invito» salutò Edgar guardandosi intorno.
«Oh non devi ringraziarci! Ci fa piacere averti qui» esclamò Alice gentile.
«Certo, Bones! E poi io e Sirius volevamo assicurarci che tu continuassi a trattare bene la nostra Em» disse James con un sorriso un po strano in viso.
«Ovviamente Potter» annuì lui.
«James, lascia stare questo povero ragazzo e smettila di fare il fratello protettivo! E dì a Sirius di fare lo stesso» sbottò Lily spazientita.
«Grazie dell'interessamento James» ridacchiò Emmeline avvicinandosi ai due ragazzi. Scompigliò i capelli in un gesto affettuoso a James e baciò Edgar.
«Figurati, voglio solo il meglio per i miei amici» ribattè lui per poi fare una linguaccia a Lily.
Ed era vero, James si preoccupava per ognuno di loro come se fossero tutti suoi fratelli più piccoli di cui prendersi cura. Per molto tempo quel genere di attenzioni e premure erano state rivolte solo ai Malandrini, ma da quando il loro gruppo si era allargato e le loro amicizie si erano rafforzate così tanto, a James era venuto naturale comportarsi così anche con le ragazze. E il fatto che Emmeline fosse stata l'unica ad essere senza un ragazzo aveva reso James più protettivo nei suoi confronti. Marlene ed Alice avevano Sirius e Frank a prendersi cura di loro, mentre Emmeline aveva da poco trovato Edgar e lui voleva essere sicuro che fosse la persona giusta per lei.
Per James l'amicizia era una cosa importante e naturale come respirare.
«Ehi ragazzi qui è tutto pronto» esclamò Sirius affacciandosi dalla porta che dava sulla spiaggia.
«Siamo pronte anche noi» rispose Marlene.
«Guardate cosa abbiamo comprato io e James» disse Lily prendendo una busta dalla borsa appoggiata al divano.
«Cos'è?» chiese Marlene incuriosita.
«Questi sono mars... marls... merls... Godric, Lily com'è che si chiamano questi cosi?» domandò James che di cose babbane non capiva proprio nulla e sbagliava sempre tutti i nomi.
«Marshmallow, James» rispose lei ridacchiando.
«Che nome assurdo» commentò il ragazzo facendo ridere tutti e poi aggiunse «comunque sono delle strane caramelle che si arrostiscono sul fuoco. Non vedo l'ora di provarle!»
«Che consistenza strana... ma sei sicura che si mangino Lily?» fece Alice poco convinta.
«Certo che si! I babbani lo fanno sempre in campeggio. Vedrete che vi piaceranno un sacco» rispose lei sorridendo, e tutti insieme si avviarono fuori.
I ragazzi erano tutti vicino al fuoco dove avevano sistemato dei tronchi tutti intorno per sedersi.
L'atmosfera era davvero bella.
«Ehi gente, che ne dite di un bel bagno al tramonto?» propose Sirius euforico.
Acconsentirono tutti molto contenti, si spogliarono e corsero tutti insieme in acqua ridendo spensierati.
Si divertirono molto a schizzarsi e a giocare come dei bambini e rimasero in acqua fino a che non si fece buio.
Dopodiché uscirono, si avvolsero tutti nei loro asciugamani e si sistemarono intorno al fuoco.
James si infilò una felpa e dopo essersi seduto accanto a Lily prese la sua chitarra e gli altri si sedettero tutti intorno a loro sorridendo.
Cantarono un sacco di canzoni tutti insieme e si divertirono un sacco, mangiando e bevendo.
«Sei davvero bravo James! Perché non hai mai suonato a scuola?» gli chiese Alice con un gran sorriso.
«Non lo so in realtà» rispose lui con un'alzata di spalle e un sorriso imbarazzato. Non aveva mai mostrato a nessuno se non ai suoi compagni di stanza questo suo talento.
Gli piaceva molto suonare, lo rilassava ed era una cosa che aveva sempre tenuto per sè. Come se avesse voluto sentirla sempre solo sua, non voleva condividerla con gente che non meritava di conoscere quella sua parte di sè. Solo le persone a lui più care avevano il privilegio di conoscerlo realmente, in tutto e per tutto.
«Sono contenta che tu non l'abbia mai fatto» mormorò Lily avvicinandosi al suo viso.
«Perché?» le chiese lui curioso.
«Mi piace il fatto che ci siano cose di te che il mondo non conosce. Ti rende più... normale» rispose lei arrossendo.
«Normale? Non capisco se è un complimento o no» commentò James ridacchiando.
Anche lei rise un po e poi cercò di spiegarsi meglio «nel senso che ti rende più simile a tutti noi. In questi momenti sei James, solo James, e non il ragazzo famoso e popolare.»
«Credo che sia per questo che non ho mai suonato davanti ad altri, perché volevo che rimanesse una cosa mia, una parte di me che non tutti conoscono» mormorò lui guardandola negli occhi.
«Grazie per averla condivisa con noi allora» sussurrò lei prima di baciarlo dolcemente.
«E poi sei molto sexy quando suoni quindi credo proprio sia un bene che tu non l'abbia mai fatto a scuola» disse poi Lily con un filo di voce al suo orecchio.
Un lungo brivido corse lungo la schiena di James, che sorrise e la avvicinò ancora di più a sé, poi mormorò «se avessi saputo che avresti apprezzato così tanto, Evans, ti avrei mostrato questo mio talento molto prima.»
Si sorrisero di nuovo, per poi tornare a baciarsi.
«Allora, li assaggiamo o no questi cosi babbani?» chiese Sirius ad alta voce con i marshmallow in mano.
«Si dai! Sono troppo curiosa! Come funzionano Lily?» domandò Alice saltellando e togliendo la busta dalla mano di Sirius.
Lily si staccò a malincuore da James, gli sorrise di nuovo e poi disse «dammi qua, Ali, vi faccio vedere.»
Prese una caramella dal pacchetto, la infilò su un bastoncino abbastanza lungo e poi lo mise sul fuoco per farlo scaldare.
Dopo un po lo passò ad Alice e disse «ecco fatto, assaggia.»
Lei la guardò incuriosita poi prese il bastoncino ed assaggiò il marshmallow.
«Allora? Com'è?» chiese Sirius impaziente.
«È buonissimo!» esclamò lei entusiasta saltellando.
Così si misero tutti a preparare i loro bastoncini e poi li posizionarono sul fuoco. Per un po non fecero altro che quello: mangiarono schifezze, bevvero, raccontarono aneddoti divertenti e si divertirono un sacco.
Alla fine erano tutti quanti abbastanza brilli, chi più o chi meno, ma spensierati.

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