Capitolo 69: Dolore straziante

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Era mattina inoltrata del giorno dopo quando Marlene finalmente si svegliò. Aprì piano gli occhi, intontita e non riuscendo a ricordare bene cosa fosse successo. Gli ci volle qualche attimo prima di riuscire a mettere a fuoco la stanza in cui si trovava e piano piano realizzò che era una camera d'ospedale. C'era solo il letto in cui stava lei, le pareti erano bianche e dalla finestra poteva vedere la pioggia sbattere sul vetro. Su una sedia in un angolo stava Sirius, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e la testa fra le mani. Guardava per terra e non si era accorto che lei era sveglia.
Si domandò cosa fosse successo per essere lì e per renderlo così preoccupato. Le si strinse il cuore a vederlo in quel modo, così con voce flebile lo chiamò «Sirius.»
Lui alzò di scatto la testa e spalancò gli occhi vedendola sveglia.
Subito si precipitò da lei e disse «Marlene! Sei sveglia! Oh amore...»
Si sedette sul bordo del suo letto e le prese il viso tra le mani appoggiando la fronte alla sua.
«Sir... che è successo?» sussurrò lei.
Lui sospirò e chiese «non ti ricordi nulla?»
Lei ci pensò su un attimo cercando di ricordare: l'ultima cosa che ricordava era un flash dello specchietto di Sirius che le sfuggiva dalla mano e la sua voce che sussurrava il nome di James... poi più nulla.
«Io... io ricordo di aver chiamato James con lo specchio, ma... ma non ricordo perché...»
Sirius si costrinse a guardarla cercando di trattenere le lacrime. Avrebbe dovuto darle questo grande dolore. Non poteva evitarlo e si stava odiando per questo...
«Sei... sei stata male Marl. Ti sei sentita male l'altra notte e per fortuna sei riuscita a chiamare James. Lui e Lily sono corsi da te e ti hanno portata qui in ospedale. Edgar e Emmeline hanno fatto tutto il possibile per riuscire a salvarvi... ma...»
Non ce la faceva. Non riusciva a pronunciare ad alta voce quelle parole. Lei sembrò elaborare le sue parole e poi piano piano la comprensione si dipinse sul suo viso. Sbarrò gli occhi, artigliò il braccio di Sirius con una mano mentre l'altra scattava sul suo ventre e sussurrò «Sirius non dirmi che... Non può essere... il-il bambino... Lui non- non può essere...»
Ma alla ragazza non servirono a nulla le parole di Sirius... La sua faccia parlava da sola, il dolore impresso nei suoi occhi rispose al suo posto.
«Quando sei arrivata qui lo avevi già perso» mormorò mentre le lacrime bagnavano il viso della ragazza.
«No! No! Ti prego dimmi che non è vero! Ti prego Sirius!» esclamò terrorizzata.
A quel punto anche Sirius non riuscì a trattenere le lacrime e mentre il suo viso si bagnava si ritrovò a mormorare «mi dispiace Marl... mi dispiace...»
Se la strinse al petto mentre lei iniziava a gridare. Gridò con tutto il fiato che aveva in petto, soffrendo come non aveva mai sofferto prima.
Le sembrava di essere sotto l'effetto di dieci Maledizioni Cruciatus tanto era il dolore che provava in ogni particella del corpo.
«Marlene! Che cosa-» esclamò Lily accorrendo nella stanza ma bloccandosi alla vista dei due ragazzi abbracciati sul letto.
James era subito dietro di lei. Rimasero entrambi paralizzati alla vista dei loro due amici straziati di dolore in quel modo e una lacrima rigò la guancia di Lily, mentre James le cingeva la vita per sostenerla.
«Il mio bambino... il mio bambino!» singhiozzava Marlene mentre Sirius la stringeva forte a se.
«Mi dispiace Marl... È colpa mia... È tutta colpa mia» mormorò Sirius mentre altre lacrime gli bagnavano il volto.
Marlene alzò di scatto la testa e lo fissò, poi sbottò «non è affatto colpa tua! Come puoi dire questo?»
«Se io fossi stato a casa forse-»
«Sarebbe accaduto ugualmente! Sapevamo che sarebbe potuto succedere! Semmai è mia la colpa! Io sono stata così idiota da non rendermi nemmeno conto di essere incinta! È tutta colpa mia!» urlò Marlene.
«Ragazzi!» esclamò Lily facendo un passo avanti. James cercò di trattenerla ma lei si divincolò.
La situazione era già abbastanza dolorosa e lei non voleva che i suoi amici si sentissero anche in colpa per quello che era successo.
«Non dovete pensare queste cose! Non è stata colpa vostra. È stata una disgrazia purtroppo, ma nessuno dei due ne è il responsabile! Avete fatto entrambi tutto il possibile per far si che questa gravidanza andasse bene, ma... Ragazzi sono cose che capitano purtroppo! Odio che sia successo a voi, odio vedervi soffrire così e credetemi se potessi far sparire il dolore con un tocco di bacchetta lo farei perché voi non meritate tutto questo. Ma purtroppo non posso, posso solo starvi vicino e far si che voi non pensiate che sia colpa vostra. Perché non è così
Sirius e Marlene la fissarono in silenzio.
«Anche mia madre ha subíto un aborto spontaneo dopo aver avuto me. Me lo ricordo benissimo perché ero già grandina, avrò avuto sette o otto anni. Ricordo la sua pancia che aveva incominciato a crescere, ricordo quando disse a me e Petunia che avremmo avuto presto un fratellino o una sorellina... ci disse che era stato un regalo inaspettato di Dio, ed era così contenta! Anche io ero felicissima... Me lo ricordo bene perché pensavo che finalmente sarei stata anche io la sorella maggiore, che Petunia non avrebbe più potuto darmi ordini se non ero più la piccola di casa. Lei invece non ne era molto contenta... non lo fece capire a mamma e papà, ma un giorno a me disse che quel bambino avrebbe tolto tutte le attenzioni dei nostri genitori da noi. Disse che sarebbero stati così occupati che non si sarebbero più preoccupati per noi. Piansi per ore...
Comunque Petunia non ebbe di che preoccuparsi: un giorno mamma non venne a prenderci a scuola, venne mia nonna. Ci portò a casa, ci fece sedere sul divano e con gli occhi pieni di lacrime ci disse che mamma era stata male e che papà l'aveva portata in ospedale. Disse che il bambino non sarebbe nato, che ora era in un posto migliore con gli angeli e con Dio.
Ero così arrabbiata ed infuriata che ho fatto esplodere tutti i vetri del salotto con la magia involontaria» raccontò con voce un po' tremante, spostando lo sguardo dall'uno all'altra.
«Vi sto raccontando questa cosa perché mia madre stava bene, non aveva nessun tipo di problema eppure ha perso il bambino. Non è stata colpa sua più di quanto non sia colpa vostra ora. È accaduto e basta. Perché la vita a volte fa davvero schifo e a questo punto mi chiedo se c'è davvero un Dio lassù a che diavolo di gioco sta giocando! Sento di essere arrabbiata con lui come quel giorno di quando ero piccola. Perché voi non meritate affatto tutto questo e odio vedervi così, ma so anche che riuscirete a rialzarvi e io non vi abbandonerò mai. Sarò sempre qui per voi» concluse Lily.
Marlene e Sirius avevano ascoltato la loro amica in silenzio, continuando a piangere. Anche Lily piangeva, ma la sua voce adesso era ferma e determinata.
James si era avvicinato e le aveva messo una mano sulla schiena, e la guardava turbato.
«Oh Lily...» singhiozzò Marlene gettandosi tra le sue braccia.
Lei prese ad accarezzarle la testa, mormorando parole di conforto e Sirius alzò lo sguardo su James.
Ebbero una delle loro conversazioni silenziose per qualche attimo, poi James fece un passo avanti e abbracciò Sirius.
Il ragazzo si aggrappò a lui, il suo punto fermo, la sua ancora di salvezza.
«Andrà tutto bene Sir. Sono qui, ce la faremo...» mormorava James.
Ci volle un bel po prima che i due ragazzi riuscissero a calmarsi almeno un poco, poi James andò a chiamare Emmeline per avvertirla che Marlene era sveglia.
Emmeline entrò subito in stanza e si diresse verso la sua amica bionda.
«Marl... come ti senti? Hai qualche dolore?» le chiese dolcemente.
Lei scosse la testa, senza smettere di singhiozzare.
Emmeline esaminò la ferita e si assicurò che stesse bene fisicamente.
«Va tutto bene Em?» chiese Sirius preoccupato.
«Si, fisicamente si sta riprendendo benissimo. La ferita sta bene e tempo qualche giorno e sarà guarita completamente. Ora ti darò questa pozione che ti aiuterà a calmarti, va bene Marl?» disse Emmeline accarezzandole dolcemente i capelli.
Marlene non rispose, continuò a piangere e fissare il vuoto.
Emmeline le avvicinò alla bocca un bicchierino con dentro una pozione di un bel blu mare e la aiutò a bere.
Poi la fece di nuovo stendere e le sistemò le coperte.
Le fece un'altra carezza sulla guancia e si rivolse a Sirius «la pozione la calmerà un pochino, ma tu rimanile vicino mi raccomando.»
«Certo Em, grazie» rispose Sirius e poi si stese sul letto accanto a Marlene, che si stava pian piano calmando. Lei appoggiò la testa sul suo petto e continuò a fissare il vuoto.
«Sir noi usciamo qua fuori va bene? Se avete bisogno chiamate ok?» disse James facendo un passo verso il letto e guardando il suo migliore amico.
«Va bene, grazie.»
Emmeline, James e Lily uscirono e chiusero la porta.
«Sono distrutti» commentò James appoggiandosi al muro, sfinito.
«Lo so. Sarà davvero dura» disse Emmeline appoggiandosi vicino a lui.
«Non riesco a vederli così. Mi dispiace così tanto» mormorò Lily raggiungendo gli altri due.
Per un po nessuno dei tre disse niente, poi Emmeline si raddrizzò e chiese «Lily ti va di venire a prendere un the giù al bar insieme a me? Devo parlarti di una cosa.»
«Certo Em, ti dispiace James?» mormorò la rossa.
«Assolutamente amore, vai. Ti aspetto qui» rispose lui dandole un bacio sulla fronte.
«Ti porto un the» disse lei con un piccolo sorriso e poi si avviò con la sua amica verso le scale più vicine.
Quando ebbero raggiunto il bar e preso i loro the caldi si andarono a sedere in un tavolo in un angolo del bar, un po più lontano dagli altri.
Lily guardava Emmeline in attesa aspettando che parlasse, ma fu solo dopo aver bevuto un sorso di the caldo che la ragazza si decise a parlare «io e Edgar siamo stati a letto insieme.»
Lily per poco non si soffocò mentre beveva, tanto era stato inaspettato quello che la ragazza aveva appena dichiarato.
«Che cosa?!» esclamò.
«Come? Quando? Che diavolo... Emmeline! Siete passati dallo sfiorarvi a malapena all'andare al letto insieme nel giro di pochi giorni? Com'è possibile?» sussurrò stupefatta.
«Oh Lily non lo so! È semplicemente successo. Appena dopo aver dato la notizia di Marlene a Sirius, Edgar mi ha portata nel suo ufficio perché aveva capito che ero sconvolta e io ho iniziato a sbraitare. Sai come faccio quando sono arrabbiata o turbata. Comunque ero così arrabbiata per quello che era successo che non sono riuscita a trattenermi e ho tipo dato di matto. Lui mi ha ascoltata e poi non so come me lo sono ritrovato ad un palmo dal viso e avevo così tanta voglia di baciarlo... E poi è successo. Una volta che le nostre labbra si sono incontrate non siamo più riusciti a smettere e io avevo così bisogno di sentirlo vicino a me che non ci ho capito più nulla. Ricordo di essermi trovata sulla sua scrivania con lui davanti a me senza maglietta e... oh Godric non ho mai visto nulla di più bello, Lily credimi.
Non siamo riusciti a fermarci e l'abbiamo fatto ed è stato qualcosa di davvero stupendo. Non avevo mai provato nulla di simile, davvero» raccontò Emmeline emozionata.
«Merlino, Em! Scusami ma mi hai talmente colto alla sprovvista... e quindi ora come siete messi? Cioè tu mi avevi detto che le relazioni tra medimaghi e specializzandi non sono ben viste, quindi ora come vi comporterete?» chiese Lily.
«Bè abbiamo convenuto entrambi che non sia un bene che si sappia qui in ospedale, perciò la cosa rimarrà tra noi e non succederà più qui. Abbiamo deciso che ci incontreremo solo fuori dall'ospedale, per sicurezza» spiegò Emmeline bevendo il suo the.
«Merlino, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo ad una vita fa...» mormorò Lily sconsolata.
«Perché? Che intendi?» chiese la sua amica incuriosita.
«Ho avuto una conversazione simile con Marlene all'inizio dell' anno scolastico. Sai prima che uscissero ad Hogsmede lei e Sirius e ufficializzassero la cosa... bè ci sono stati degli episodi tra loro, e proprio appena prima del loro appuntamento sono stati insieme. E Marlene si era confidata con me come te adesso. Dio mi sembra passata una vita...» sospirò Lily.
Anche Emmeline sospirò, immersa nei ricordi dell'ultimo anno di scuola, poi Lily si riscosse e la guardò: era cambiata molto da quando a settembre di un anno prima avevano preso il loro ultimo treno per Hogwarts. Ora davanti a lei c'era una bellissima donna fiera, determinata e accesa di una nuova luce. Era innamorata. Finalmente anche Emmeline era innamorata veramente. Con Mark era durata non più di qualche mese, poi entrambi si erano resi conto di essere troppo diversi e avevano deciso di chiudere la loro relazione. Lily era sicura di non aver mai visto in lei quello sguardo, quel brillìo nei suoi occhi scuri, e un sorriso le si aprì sulle labbra.
«Comunque Em sono davvero felice per te. So che sarà un po dura visto che dovrete tenere la cosa per voi, ma vedo che sei felice e lo sono anche io per te. Te lo meriti davvero» le disse stringendole la mano.
L'amica si aprì in un enorme sorriso e mormorò «grazie Lils. Avevo così bisogno di confidarlo a qualcuno, ma con quello che è successo non ne ho avuto modo finora. Però sono contenta che approvi.»
Si sorrisero per un attimo e poi Emmeline abbassò di nuovo lo sguardo e sussurrò «quante cose sono cambiate nel giro di un anno... ci sono successe tante cose belle ma anche tantissime brutte. Mi sembra come se l'universo stesse complottando contro di noi. Prima i tuoi genitori, poi Remus che ha perso Mary, e ora Marlene e Sirius hanno perso il bambino... sono stanca di vedere i miei amici soffrire Lils.»
Anche il sorriso di Lily si era spento pian piano. Ogni ricordo dell'anno precedente impresso a fuoco nella sua mente. Poi sospirò e disse «lo so Em, anche io lo sono. Sono stanca, esausta. Però so che non possiamo mollare. Presto tutto questo finirà e noi potremo vivere le nostre vite come vogliamo. Stiamo combattendo per questo.»
«Spero tanto che tu abbia ragione Lily.»
Dopo qualche attimo di silenzio, Emmeline si alzò e disse «andiamo, torniamo dagli altri.»
Presero un the caldo da portare a James e tornarono da lui.
Mentre salivano le scale Emmeline chiese a Lily «come vi organizzate con l'Accademia? Sirius si prenderà qualche giorno immagino, e voi?»
«Malocchio ha concesso a me e a James solo ieri ed oggi, poi domani dobbiamo rientrare. Non possiamo permetterci di stare a casa in tre e lasciare Frank ed Alice da soli e Sirius ha più bisogno di noi di tempo. Perciò domani torneremo a lavoro» rispose Lily.
«Credi che Sirius e Marlene torneranno a casa loro?» le chiese Emmeline.
«Io in realtà spero che per un po tornino a Villa Potter, almeno finché Marlene non si riprende un po, però non lo so. Sarà tutto così difficile» mormorò Lily aprendo la porta per entrare nel corridoio dove James era seduto per terra.
«Già... lo penso anche io, Lils.»
Lily portò il the a James e si sedette a terra accanto a lui ed Emmeline entrò piano nella stanza di Marlene per vedere se si era calmata.
Trovò i due amici ancora come li aveva lasciati: stesi sul letto abbracciati a fissare il vuoto.
Non si accorsero nemmeno che la ragazza era entrata, tanto erano persi nei loro pensieri.
Così, silenziosamente, Emmeline uscì per lasciarli da soli.
«Come stanno?» chiese James.
«Come li abbiamo lasciati. Sembrano un po più calmi» rispose lei e lui annuì per poi bere un sorso di the.
«Va bene ragazzi io devo andare a controllare altri pazienti, ma se avete bisogno chiamate.»
«D'accordo Em, a dopo» disse Lily poi appoggiò la testa sulla spalla di James.
«Stai bene?» le chiese lui.
«Più o meno» borbottò Lily.
«Non sapevo della storia di tua madre» disse James.
«Non l'ho mai raccontato a nessuno» disse Lily.
«Quanto ci ha messo tua mamma a riprendersi poi?» le chiese James dopo qualche minuto di silenzio.
Lei ci riflettè un po e poi rispose «non lo ricordo precisamente. Ricordo che quando tornò a casa dall'ospedale per qualche giorno non si alzò dal letto, però non l'ho mai vista piangere. Sicuramente non lo faceva davanti a me e mia sorella per non far star male anche noi. Ricordo solo che i suoi sorrisi erano un po più piccoli del solito e che pian piano con il passare del tempo sono tornati normali. Però era diverso James, lei aveva me e Petunia di cui occuparsi e non poteva lasciarsi andare. Immagino che questo le abbia dato la forza di rialzarsi. Ma Marlene non ha un altro figlio, ha solo Sirius ed erano così affezionati a questo bambino che... penso che sarà dura per lei superarlo. Spero solo che ci riesca.»
«Li aiuteremo noi a farlo, Lils. So che potranno farcela. Sono entrambi forti e noi dobbiamo essere positivi! Ce la faremo.»
Lily lo guardò negli occhi e incredibilmente gli credette. Nonostante la situazione fosse dura e dolorosa, guardando James negli occhi sentì che avrebbero potuto farcela veramente. Fino a che fossero rimasti insieme avrebbero potuto superare ogni cosa.
O almeno, così credevano.

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