Capitolo 101: La fine della guerra

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Quando tutti seppero che cosa era successo nella notte del 31 ottobre 1981 si scatenò il caos totale.
La gente, dopo anni e anni in cui era stata costretta a vivere nella paura e nel terrore, finalmente si sentì di nuovo libera.
Voldemort era morto! Questa era la frase che ogni mago e strega della Gran Bretagna si ritrovò a ripetere prima con stupore e incredulità, poi con gioia ed entusiasmo.
Tutti festeggiarono quella notte, senza nemmeno preoccuparsi di non farsi riconoscere dai babbani.
Nessuno stava più nella pelle dalla felicità e persino lo Statuto di Segretezza passò in secondo piano.
Erano semplicemente tutti troppo contenti e sollevati per preoccuparsi di qualcosa.
Tutti, tranne alcuni.
Mentre tutto il paese festeggiava, Albus Silente aveva riunito i membri dell'Ordine della Fenice nel loro Quartier Generale per metterli al corrente di come erano andate le cose.
«Silente! Che cosa è successo?! È vero quello che dicono? Voldemort è stato sconfitto?»
«Lily e James... è vero?»
«Voldemort è davvero morto?»
«Ed Harry? Come è possibile che sia sopravvissuto?»
Lo avevano letteralmente sommerso di domande, ma fu solo quando arrivarono i ragazzi che lui si decise a parlare.
«Silente... dimmi... dimmi che non è vero» sussurrò Alice con il volto stravolto e la mano stretta a quella di Frank.
«Mi dispiace molto, Alice» disse solo il vecchio Preside con un tono addolorato ed Alice scoppiò in un pianto disperato tra le braccia del suo amato Frank.
«Alice!» esclamò Emmeline entrando di corsa con ancora la sua divisa da medimago addosso.
Alice alzò lo sguardo su l'amica e non servì che dicesse nulla, la disperazione sul suo volto parlò per lei.
«No...» sussurrò Emmeline con gli occhi sbarrati, accasciandosi su una sedia.
E quando anche Remus si precipitò nella stanza cadde definitivamente il silenzio.
Si guardò attorno con il viso stravolto dalla paura e disse «ho appena saputo... ma... ma non può essere vero. Deve esserci uno sbaglio... vero?»
Nessuno ebbe il coraggio di dire nulla ma, come per Emmeline, non servì a nulla perché le loro espressioni, il pianto irrefrenabile di Alice, le lacrime silenziose sulle guance della McGranitt e Hagrid che continuava a soffiarsi rumorosamente il naso in un angolo, furono una risposta alquanto eloquente.
«È tutto vero, Remus, mi dispiace» disse Silente guardandolo negli occhi.
A Remus girò la testa così forte che dovette aggrapparsi alla sedia dove era seduta Emmeline.
Lei gli strinse una mano, con il terrore ancora dipinto in volto, e gli fece cenno di sedersi accanto a lei.
Quando anche Remus si fu seduto, tutti gli altri presero posto silenziosamente.
«Come... come ha fatto a trovarli? Io credevo che fosse impossibile» disse Frank alzando gli occhi su Silente.
«Doveva esserlo infatti» rispose il vecchio Preside con un sospiro.
«Aspettate... dov'è Sirius? Qualcuno lo ha visto?» chiese Remus di colpo.
Nessuno rispose.
«Dov'è Sirius?» domandò nuovamente, in tono più duro.
«Remus ascolta, devo dirvi che cosa è successo veramente» disse Silente.
Prese un bel respiro e poi cominciò a raccontare «quando ho detto a James e Lily che Voldemort avrebbe dato loro la caccia per Harry, loro mi hanno chiesto che cosa potevano fare per nascondersi. Io ho consigliato loro un Incanto Fidelius, ovvero un incantesimo attraverso il quale si nasconde un segreto dentro una persona. Utilizzando questo incantesimo, Voldemort non li avrebbe trovati a meno che il Custode Segreto non avesse rivelato il loro nascondiglio.»
«Q-quindi... è questo quello che è successo? Il Custode ha... ha rivelato il segreto?» balbettò Emmeline.
Ma Remus, che aveva ascoltato attentamente e stava ragionando in silenzio, all'improvviso capì.
Si alzò di scatto ed esclamò «no! Non può essere! Ti stai sbagliando, Silente!»
«Remus» tentò di dire Silente, ma lui sbottò «ho detto di no!»
«Remus... calmati... che succede?» disse Emmeline preoccupata.
Ma lui non rispose, continuò a guardare l'uomo, arrabbiato.
«La sera in cui sono andato da James e Lily, Sirius era lì con loro. Era molto preoccupato e ha provato a tranquillizzarli per riuscire a trovare una soluzione. Ho lasciato loro un libro su come fare l'incantesimo» disse Silente, gli occhi dritti in quelli di Remus, poi aggiunse «solo noi quattro sapevamo dell'Incanto Fidelius. Sirius era il loro Custode Segreto.»
Il silenzio che seguì quelle parole fu uno dei più dolorosi che tutti loro avessero mai provato.
La rivelazione di Silente era così sconcertante e tremendamente spaventosa che nessuno riusciva a trovare qualcosa da dire.
«Sirius non può averli traditi» sbottò poi Remus battendo un pugno sul tavolo.
«È l'unica spiegazione plausibile, Remus. So che è difficile da accettare, ma un incantesimo come quello non può essere spezzato a meno che non venga rivelato dal Custode Segreto» disse Silente in tono grave.
«S-Sirius era la spia?» balbettò Alice sconvolta.
Quando Silente annuì, Remus, colto da un improvvisa rabbia, gridò «no! Ho detto di no! Lui non può averci tradito! Non può aver tradito James! Lo sapete tutti che è così! È successo qualcosa, ne sono certo. Devono averlo catturato e torturato, non c'è altra soluzione!»
«Sirius non può essere coinvolto nella morte di Marlene!» esclamò Alice, incapace di credere a ciò che Silente stava dicendo.
«Non è stato catturato! Hagrid lo ha incontrato fuori casa dei Potter subito dopo l'attacco! Ed era in perfette condizioni fisiche!» ruggì Malocchio prendendo la parola per la prima volta.
Tutti spostarono lo sguardo su Hagrid, che stava ancora singhiozzando nel suo grande fazzoletto a pallini.
«Q-quando sono andato a... a prendere Harry... sono uscito e l-lui... era lì. Tremava tutto e... e voleva che ci davo Harry. Ha detto che lui era il padrino e... e che James e Lily avrebbero voluto che... che lo tenesse lui. M-ma io avevo ordini da Silente... dovevo portare via Harry e basta. I-io non sapevo che lui... che lui... pensate se ci davo il piccolo Harry!» singhiozzò sconvolto e tuffando poi di nuovo il viso nel fazzoletto.
«Non posso crederci» sussurrò Alice sconvolta.
«N-non può...» cercò di dire Remus, ma non riuscì a continuare.
Gli sembrava impossibile credere a tutto ciò che stavano dicendo.
Sirius, il suo amico Sirius, non poteva aver tradito James, suo fratello.
Era semplicemente impossibile.
Eppure, tutto portava a lui.
Remus era sicuro che James non avrebbe mai scelto nessun altro a cui affidare un compito così importante se non Sirius. E solo se il Custode Segreto rivelava il nascondiglio Voldemort avrebbe potuto trovarli.
I pezzi combaciavano tutti alla perfezione, ma come poteva essere?
Remus sentì il suo mondo andare letteralmente in pezzi.
La guerra era finalmente finita, il momento che tutti avevano aspettato e sognato in tutti quegli anni era finalmente giunto, ma lui si sentiva completamente distrutto.
Aveva sperato con tutto il cuore che, quando la guerra fosse finita una volta per tutte, lui e i Malandrini avrebbero potuto finalmente vivere le vite che avevano tanto sognato.
Avevano fantasticato così tanto sul loro futuro dopo la guerra, che ora il pensiero di non poterlo vivere insieme a loro lo logorava.
James e Lily non c'erano più.
Non sembrava nemmeno possibile un mondo in cui James Potter e Lily Evans non esistevano.
Un mondo in cui lui non avrebbe più visto James guardare Lily con quel suo sguardo innamorato, in cui non avrebbe più visto Lily aggrapparsi a James quando le tenebre nella sua testa cercavano di sopraffarla, in cui non li avrebbe piu sentiti litigare e urlarsi contro... non poteva esistere un mondo così, era innaturale.
Eppure era esattamente quello in cui stava vivendo.
James e Lily erano morti e con loro anche un pezzo del cuore di Remus.
E Sirius... Sirius che era sempre stato il più complicato del gruppo, con i suoi demoni e i suoi problemi, ma che tutto avrebbe pensato Remus tranne che potesse essere la spia.
Come aveva potuto non accorgersene?
Se solo quella sera in cui Silente li aveva avvertiti ci fosse stato anche lui! Avrebbe potuto offrirsi come Custode Segreto e i suoi migliori amici sarebbero stati ancora vivi!
Invece lui era stato troppo occupato con i lupi mannari, troppo lontano da loro per rendersi conto che il suo mondo stava crollando.
Per accorgersi che uno di loro, uno dei suoi migliori amici, li stava tradendo.
Remus si accasciò di nuovo sulla sedia, troppo disperato per riuscire a reggere il peso di tutto quel dolore.
«Dov'è Harry? Dove lo avete portato?» domandò Alice con un filo di voce.
«Harry è al sicuro, è con i suoi parenti babbani» rispose Silente.
«Cosa?! Con quei babbani?!» esclamò Emmeline sconvolta.
«Non possiamo lasciarlo con loro! La sorella di Lily è una persona orribile! Odiava Lily e odia la magia! Come crede che tratterà quel povero bambino?!» disse Alice preoccupata.
«Ho lasciato alla signora Dursley una lettera in cui le spiego tutta la situazione e sono sicuro che si occuperà di Harry nel migliore dei modi» spiegò Silente calmo.
«Professor Silente lei non capisce! Petunia Evans è la peggior babbana che io abbia mai visto!» esclamò di nuovo Alice, poi aggiunse guardando Frank accanto a lei, «lasci che ce ne prendiamo cura noi. Io e Frank saremmo molto contenti di tenere Harry con noi, e sono certa che anche Lily e James lo vorrebbero. In più Harry e Neville crescerebbero insieme.»
«Assolutamente, ne saremmo felicissimi e vivrebbe una vita serena e tranquilla, non lontano dal mondo della magia come accadrà invece con i babbani» disse Frank deciso dopo essersi scambiato un'occhiata con la moglie.
Silente li osservò per qualche attimo, un po commosso.
Quei due giovani ragazzi, così altruisti e gentili, disposti a prendersi carico del figlio dei loro amici.
Quei due giovani che, loro non lo sapevano, ma avevano rischiato così tanto di essere al posto dei Potter.
Se solo Voldemort non avesse scelto Harry, probabilmente in quel momento tutti quanti starebbero piangendo un'altra famiglia, e un altro bambino si sarebbe ritrovato orfano.
«Mi dispiace ragazzi, ma non posso farlo. È importante che Harry cresca con i suoi unici parenti rimasti. E per di più credo che rimanere lontano dal mondo magico ora come ora sia un bene per lui. Cosa credete che accadrà da ora in poi? Non ci sarà strega, mago e bambino che non conoscerà il suo nome. Quel piccolino sarà famoso senza volerlo, senza nemmeno ricordare che cosa è accaduto. Tutti vorranno anche solo poterlo vedere e toccare e saranno felici, mentre lui avrà perso i suoi genitori. Credetemi, sarà molto meglio per lui crescere lontano da tutto ciò» disse il vecchio Preside con un sospiro stanco.
Alice per un attimo sembrò voler ribattere qualcosa, ma quando incrociò di nuovo lo sguardo di Frank capì che Silente aveva ragione.
Abbassò la testa sconfitta ed annuì.
«Ma come ha fatto a sopravvivere?» chiese Emmeline con un filo di voce.
Tutti fissarono Silente, in attesa di una risposta. Lui sospirò stancamente, poi rispose «non ho una risposta ancora. Ho diverse idee, ma sono tutte ipotesi.»
«Ehi un secondo... dov'è Peter?» chiese Frank guardandosi intorno.
«Nessuno l'ha avvertito?» domandò Alice sconcertata.
Remus alzò la testa e guardò gli altri per la prima volta da quando era arrivato.
Era talmente preso a cercare di trovare un senso a tutto quello che era accaduto quella notte che proprio non si era accorto che l'ultimo dei Malandrini non era lì con loro.
«Non è possibile che non abbia saputo» mormorò Remus dispiaciuto.
«Ora non possiamo preoccuparci anche di Minus» abbaiò Moody facendo sobbalzare tutti.
«Tutto il Ministero sta dando la caccia a Black! E credo che sarà meglio per lui che lo troviamo prima noi.»
«Moody ha ragione, ragazzi. Dobbiamo trovare Sirius. Voglio sapere che cosa diavolo gli passa per la testa» sbottò Frank arrabbiato.
«Io... io continuo a pensare che non possa essere Sirius» mormorò Alice.
«Alice, se non è lui la spia, allora perché non è qui? Perché non è venuto a spiegarci che cosa diavolo è accaduto davvero?! Te lo dico io perché! Perché per colpa sua James e Lily sono morti! Ed Harry è rimasto orfano, ecco perché!» esclamò Emmeline infuriandosi.
Alice rimase in silenzio, dentro di sé infuriava una violenta battaglia tra il cuore, che le diceva che Sirius non avrebbe mai potuto farlo, e il cervello, che le diceva che tutti gli indizi portavano inesorabilmente a lui.
«Andiamo a cercarlo» disse Remus deciso e tutti quanti si alzarono.

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