Era buio, solo i fulmini fuori illuminavano ogni tanto la piccola villetta, e oltre al rumore del temporale c'era un silenzio assordante. Lily si guardò attorno spaesata per un attimo, poi una paura la invase fin dentro le ossa. Non sapeva perché provava quell'angoscia, ma sapeva che doveva correre, correre da qualcuno per proteggerlo. E così fece, si fiondò sulle scale che portavano di sopra, senza sapere nemmeno dove andava ma sicura del fatto che la sua meta era al piano superiore. Corse fino alla fine del corridoio oltrepassando altre due porte, davanti alla terza si fermò un attimo, il cuore che batteva forte, poi lentamente abbassò la maniglia: si trovò in una stanza da letto con le pareti azzurre, davanti a lei un armadio bianco e una sedia a dondolo, e sulla parete a destra un lettino da neonato. Rimase un attimo perplessa, quella era la stanza di un bambino, ma perché lei era li? Poi la paura tornò di nuovo, e la spinse ad entrare e a camminare svelta verso il lettino, dove un bambino dai folti capelli neri dormiva beato. Non riusciva a vederlo sul volto per il buio e per il fatto che era girato verso il muro. Ma il suo cuore si riempì d'amore non appena lo vide, e poi ecco di nuovo la paura, paura per quel piccolo bambino, paura che gli succedesse qualcosa. Ma perché? Non lo conosceva, nella sua famiglia non c'erano bambini; chi era quel piccolino? Un rumore fuori dalla porta la fece voltare di scatto, e il suo cuore perse un battito. Un uomo incappucciato era davanti a lei con la bacchetta puntata sul bambino. Capì subito quello che stava per succedere: proprio come quando Piton aveva attaccato James, un attimo prima che il lampo verde colpì il bambino, lei si gettò davanti alla bacchetta gridando "Nooooo!!!"
Lily si svegliò di soprassalto tutta sudata e con il fiatone. Aveva ancora la paura addosso e il buio della stanza non faceva altro che aumentare la sua ansia. Gli mancava l'aria, doveva uscire da lì; si alzò, prese un paio di scarpe e la felpa che le aveva regalato James e uscì in fretta dal dormitorio. Non si rendeva nemmeno conto di dove andasse, ma camminare l'aiutò a calmarsi e piano piano il suo respiro tornò normale. Era quasi alla Torre di Astronomia, persa nei pensieri e cercando di dare un senso al sogno, quando si trovò davanti due figure, due ragazzi alti e robusti. Si immobilizzò riconoscendoli: Lastrange e Mulciber.
Intanto James, Sirius e Remus erano tornati in dormitorio dopo aver accompagnato Peter in infermeria visto che si era sentito male per aver mangiato troppe cioccorane. Il primo si mise sul letto e come tutte le sere prese la Mappa del Malandrino per guardare il puntino di Lily per un po.
Pronunciò «giuro solennemente di non avere buone intenzioni» e la Mappa apparì, ma quando cercò il nome della ragazza dove doveva essere non lo trovò. Era strano, si disse, dove poteva essere a quell'ora? Prese a cercare per tutto il castello fino a quando la vide: un puntino con il nome Lily Evans nel corridoio che portava alla Torre di Astronomia, ma non era l'unico, davanti c'erano i nomi di Lestrenge e Mulciber. James sbiancò, si alzò di scatto e urlò «porco salazar io li ammazzo quelli!» e prese a rivestirsi.
«Ram che ti prende?» gli chiese Sirius. «Correte vestitevi, Lily è in pericolo, è sola con Lestrenge e Mulciber!»
In un attimo i due amici capirono la gravità della situazione e si precipitarono alla porta non appena furono pronti.«Buona sera sanguesporco» disse Lestrenge illuminandosi non appena l'ebbe riconosciuta. «Ci incontriamo di nuovo eh. E sta volta hai un abbigliamento adatto vedo.»
La ragazza si guardò e con orrore si rese conto di essere uscita con la canottiera e gli shorts che usava per dormire; per fortuna sopra aveva la felpa che essendo di James la copriva bene ma sotto aveva le gambe nude.
«Che ci fa una piccola sudicia sanguesporco in giro di notte da sola? È pericoloso, potresti incontrare gentaccia. Per fortuna ci siamo noi, e possiamo tenerti compagnia, eh Mul?»
Si rivolse al compagno che non faceva altro che guardare la ragazza come se la stesse mangiando con gli occhi. Lei si girò e prese a correre ma i due furono più veloci, e in un attimo si trovò una mano sulla bocca e un' altra che la teneva ferma mentre Rodolfus la prendeva per i piedi e insieme la portavano in un aula li accanto. Lei si dimenava ma i due erano troppo forti. Si ritrovò con le mani legate e una benda in bocca. La sdraiarono sulla cattedra e mentre Mulciber le teneva le braccia alte sopra la testa, l'altro le si parò di fronte guardandola con uno sguardo che le fece accapponare la pelle.
«Sai sanguesporco, è proprio un peccato che tu non sia pura, perché a quest'ora saresti potuta essere mia, ma non fa niente. Potrai comunque fare quello per cui sei nata: soddisfare i miei bisogni. Ho visto che indossi la felpa di Potter. State insieme ora? Bè se lui può avere tutto questo -e indicò il corpo della ragazza- allora lo voglio anche io. E credimi, quando avremo finito qui quel traditore del suo sangue non vorrà nemmeno più toccarti. Passami le forbici Mul» disse con un ghigno. La ragazza ormai piangeva disperata, si girò con il viso immergendo il naso nella felpa rossa e inspirandone l'odore: profumava di menta e di pulito, l'odore di James. Si concentrò su quello mentre sentiva il ragazzo prendere le forbici sulla mensola e tornare da loro. Pensò al ragazzo con gli occhiali, lui l'aveva avvertita, l'aveva messa in guardia, e lei invece se ne era uscita di notte, senza bacchetta e mezza nuda. Una vera idiota. E ora James non l'avrebbe potuta salvare, nessuno sapeva che era li, e questo la face piangere ancora di più.
«Questa volta Potter non potrà salvarti stupida ragazzina» disse Lestrenge iniziando a tagliarle la canottiera. Per fortuna aveva il reggiseno, anche se sapeva che non avrebbero esitato a toglierlo.
«Vuoi toglierle anche questo schifo di felpa Rod? Mi vengono i brividi solo a guardarla!»borbottò Mulciber. Il ragazzo ci pensò un attimo, poi un ghigno gli si aprì sul volto e disse «no Mul, gliela tieniamo. Così ogni volta che la vedrà penserà alla bella serata che abbiamo passato insieme, eh sanguesporco? Come un promemoria.»
Le fece venire i brividi la voce che usò per dirle quelle poche parole, tra l'altro le stesse che aveva usato James quando le aveva regalato la felpa. James. Ancora lui nella sua testa, non riusciva a pensare ad altro. Quando rimase senza maglia i due incominciarono ad eccitarsi, e lei non poté far altro che tremare e piangere. Lestrenge iniziò a toccarle il corpo mentre si piegava in avanti, quasi sdraiato su di lei, iniziando a baciarle e succhiarle il collo, l'orecchio scendendo sempre più giù, mentre lei cercava di scansarsi e allontanarlo, di dimenarsi più forte che poteva, ma con scarsi risultati. Cercava di colpirlo con le gambe, di respingerlo, ma lui la immobilizzò con il suo peso e continuò a baciarla e toccarla ovunque. Puzzava di tabacco e whisky e quell'odore fece venire la nausea a Lily, che affondò di nuovo il naso nella felpa cercando di estraniarsi con la mente dal suo corpo.
Lo sentì alzarsi e si girò a guardarlo: si stava togliendo il maglione e la camicia, e poi iniziò a slacciarsi i pantaloni.
Il modo in cui la guardava in quel momento le fece accapponare la pelle e prese a tremare ancora di più. Cercò di pregarlo di lasciarla stare, che lei non voleva, ma la benda le impediva di parlare.
Capì che sarebbe successo, non aveva via di fuga.
STAI LEGGENDO
Il Legame Che Ci Unisce
FanfictionMi sono immaginata molte volte come potesse essere la storia prima di Harry Potter, la storia dei suoi genitori, di come si sono conosciuti e innamorati. Ma anche la storia e le avventure dei Malandrini. E così mi trovo qui, a mettere nero su bianco...