Capitolo 8: Serate importanti

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21 settembre 1977

Settembre era quasi finito e il tempo iniziava a cambiare, un' aria fresca aveva preso a tirare sul Castello e i ragazzi dovettero tirare fuori i mantelli più pesanti per ripararsi. La prima partita di Quidditch della stagione era alle porte, Grifondoro contro Tassorosso, e la squadra del capitano Potter si allenava come non mai. Era l'ultimo anno per James, e lui voleva assolutamente concluderlo vincendo la Coppa. Infatti non mancava mai di ripeterlo ai suoi compagni, che avevano anche smesso di ascoltarlo quando tirava fuori l'argomento. Quella sera, dopo un estenuante allenamento, James avrebbe avuto anche la ronda con Lily, così si fece una doccia veloce e scese in sala comune dove lei lo aspettava. Non vedeva l'ora di passare di nuovo del tempo da solo con lei. Il loro rapporto era cambiato, litigavano spesso, almeno una volta al giorno a dire il vero, ma il modo in cui si guardavano, si parlavano era cambiato. Lei non lo guardava più con disprezzo e lui non aveva più quel suo ghigno malandrino quando si rivolgeva a lei. Stavano diventando amici e piano piano avevano imparato a conoscersi per quel che erano. I loro amici avevano capito prima di loro che qualcosa stava mutando, anche se i diretti interessati ancora non lo ammettevano.
Lily era seduta su una poltrona davanti al fuoco e parlava con Mary e Alice, quando le amiche provarono a sfiorare l'argomento James: «allora, sta sera hai la ronda con Potter?» chiese Mary.
«Si, tra poco cominciamo» rispose Lily cercando di suonare disinteressata.
«Non sei più così dispiaciuta quando devi andare alle ronde con lui, mi pare» disse Alice maliziosamente.
«Chi io? Ma che dici, certo che non sono contenta di passare del tempo con quel pallone gonfiato!» esclamò Lily avvampando.
«Sarà, ma a me sembra proprio che tra di voi stia cambiando qualcosa. Non lo guardi più come prima. E poi lui è molto cambiato quest'anno» continuò Alice.
«Bè sarà anche un pochino migliorato ma posso assicurarti che tra di noi non ci sarà comunque mai niente» ribatté Lily decisa.
«Vedremo» le rispose Alice con un ghigno. La rossa non potè aggiungere altro perché in quel momento James uscì dalla porta che portava al dormitorio maschile e si diresse con passo sicuro verso di loro. Lei non potè far a meno di notare che era proprio un bel ragazzo: indossava dei jeans scuri e una maglia bianca con sopra la felpa del Quidditch, rossa con la scritta Potter sulla schiena in oro.
«Buona sera belle ragazze» le salutò lui.
«Ciao James.»
«Ciao Potter» dissero Mary e Alice.
«Sera Potter, andiamo?» Chiese Lily.
«Certo, andiamo.»
Salutarono le ragazze e si avviarono insieme verso il buco del ritratto.
Passarono una serata tranquilla, chiacchierarono del più e del meno mentre giravano per il castello. Dalla sera in cui Lily era rimasta ferita non avevano più avuto un contatto fisico, non si erano nemmeno sfiorati. Lei era ancora molto confusa, non sapeva quello che provava e aveva paura che se avesse capito che era qualcosa di più di un' amicizia e poi invece da parte sua non c' era niente, non solo avrebbe sofferto ma avrebbe fatto la figura della stupida. Quella che aveva resistito tanto e poi alla fine era caduta ai suoi piedi come le ochette che di solito gli giravano intorno. Per questo cercava di non dare a vedere che in fondo la sua compagnia non le dispiaceva per niente, anzi con lui il tempo passava e neanche se ne rendeva conto. Erano arrivati in un corridoio più freddo degli altri e Lily rabbrividì e si strinse le braccia al corpo per scaldarsi, così James si tolse la felpa e gliela mise sulle spalle.
«Tieni Evans non voglio che muori congelata quando sei con me» le disse sorridendo. «Grazie Potter. Sappi che l'accetto solo perché muoio di freddo, non pensare che io caschi nei tuoi tentativi di abbordarmi. Chissà a quante ragazze hai prestato la tua felpa» fece Lily cercando di sembrare piccata, ma avvolgendosi nella felpa morbida e inspirando il suo meraviglioso profumo.
«La mia felpa? Ma stai scherzando? La tengo come l'oracolo! Nessuno a parte me può metterla, nemmeno Sirius! Figurati se la presto a delle sciocche ragazze» le rispose lui indignato ma con un sorriso sotto i baffi. Lei lo guardò per capire se mentiva, ma i suoi occhi sembravano sinceri, così iniziò «ma, allora...» Ma lui non le diede il tempo di finire e la interruppe dicendo «tu sei diversa, per te farei questo ed altro. Anzi sai che ti dico? Te la regalo. Voglio che la tenga tu, così ogni volta che la guarderai penserai a me. Come un promemoria» e le fece un sorriso a trentadue denti. Ora, la vecchia Lily non avrebbe nemmeno accettato di posare sulle sue spalle la sua felpa, figuriamoci di tenersela, ma la nuova Lily non riuscì a rispondergli male quando lui aveva quel sorriso così vero e quell' espressione così contenta solo perché le stava regalando una felpa. Per questo sorrise e disse «davvero? Ma non posso accettare, è così importante per te.»
«Tu sei più importante» mormorò James con il tono più sincero che lei gli avesse mai sentito usare.
Ecco, lo aveva fatto di nuovo, aveva usato quel tono sincero e dolce, come la volta prima, che la spiazzava in un modo pazzesco. Aveva quel potere di farla rimanere senza parole. Ma dove l'aveva imparato? Perché mai in sette anni che si conoscevano lei era rimasta senza parole mentre parlava con lui.
Mentre parlavano lui le si era avvicinato molto e, senza smettere di guardarla negli occhi, le accarezzò una guancia. Aveva quel tocco così delicato, così dolce, ma che alla ragazza provocò un brivido lungo tutta la schiena. Lui si stava facendo sempre più vicino, quando all'improvviso sentirono dei passi, così la rossa sobbalzò e si allontanò da James, che per un attimo la guardò deluso, ma si ricompose subito. Qualche secondo dopo apparve Sirius abbracciato ad una ragazza di Corvonero, che lo guardava come se fosse un dio. Quando si accorse degli altri due li guardò per un attimo, rimanendo sorpreso di vedere la Evans con la felpa del suo migliore amico.
«Ehi ciao ragazzi, che fate?» disse con finta nonchalance. Lily ritornò in un attimo nel suo ruolo di Caposcuola, assunse un tono severo e disse «no Black, che cosa fai tu? Non dovresti essere in giro a quest'ora e nemmeno lei.»
Indicò la ragazza che ancora guardava Sirius come se non potesse credere di essere lì con lui.
«E dai Evans non ti scaldare, stiamo facendo una passeggiata verso il bagno dei prefetti, tutto qui» sbuffò Sirius alzando gli occhi al cielo.
«Bè non potete. Il coprifuoco è scattato un' ora fa. Perciò se non volete che tolga punti a tutti e due vi consiglio di tornare nelle vostre sale comuni. Subito.»
James, che era rimasto un po più indietro, osservava la scena divertito, fino a quando l'amico lo guardò e disse «Ram puoi dire a questa bisbetica di lasciarci andare per favore?»
Lily si girò e lo fulminò con lo sguardo quindi lui disse, un po titubante, «ehm a dire il vero la Evans ha ragione. Tornate nelle vostre sale comuni.»
In quel momento qualcuno avrebbe dovuto fare una foto per quanto buffe erano le loro facce: Lily aveva un enorme sorriso vittorioso sulle labbra e guardava Sirius, che allo stesso tempo aveva una faccia sbalordita e offesa e guardava il migliore amico a bocca aperta, e James guardava a terra con la faccia colpevole. E ovviamente la Corvonero in tutto ciò guardava ancora Sirius affascinata. Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Sirius si ricompose e si aprì in un ghigno malandrino che non prometteva niente di buono, si girò verso la ragazza e le disse «e va bene July, per sta sera purtroppo dobbiamo rimandare. Ci vediamo la prossima volta che questi due non sono di ronda.»
«Mi chiamo Jane» mormorò lei con occhi sognanti. Lily si sbattè una mano in fronte e James scoppiò a ridere.
«Si vabbè è uguale. Ci vediamo» disse Sirius e si girò dall'altra parte, mentre la ragazza andava via delusa.
«Bene, allora visto che andiamo dalla stessa parte possiamo andare tutti insieme eh?»esclamò poi prendendo posto tra Lily e James e prendendoli sotto braccio. L'amico lo fulminò con lo sguardo per avergli rovinato la serata con la rossa, ma d'altronde lui aveva appena osato scegliere lei invece del suo migliore amico, quindi c'era da aspettarselo. Entrarono in sala comune e si diressero verso i dormitori. Sirius non aveva intenzione di mollarli un attimo, così con un po di imbarazzo Lily guardò James e gli chiese «allora sei sicuro che devo tenerla io la felpa?»
«Certo che sono sicuro, te la regalo» sorrise lui.
«Va bene allora, grazie. E buona notte. Buona notte Black.»
«Buona notte Evans» rispose James con occhi sognanti.
«Notte rossa.»
La guardarono in silenzio chiudersi la porta alle spalle. Salirono in camera anche loro e non appena furono dentro James sbottò «ma che ti è preso Felpato?! Finalmente stavo concludendo qualcosa con la Evans e tu ti metti in mezzo?»
Sirius scoppiò a ridere, con la sua risata simile a un latrato, e si buttò sul letto. Remus li guardava sdraiato sul suo baldacchino, Frank si stava passando un asciugamano sui capelli bagnati e Peter li osservava mentre mangiava una cioccorana.
«Non c'è niente da ridere idiota!» disse James lasciandosi cadere sul suo letto. Non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Lily, la sensazione di pace che aveva provato solamente sfiorandole la guancia.
«Che è successo Ram?» chiese Remus.
«È successo che ero da solo con la Evans, e finalmente ero riuscito ad avvicinarmi a lei quando questo idiota ci interrompe per andare nel bagno dei prefetti con una delle sue prede. E come se non bastasse non ci ha lasciati un attimo nemmeno quando siamo arrivati in sala comune.»
«Si bè tu hai rovinato la mia serata e io ho rovinato la tua. Hai scelto lei invece del tuo migliore amico! Ti rendi conto Lunastorta di che torto stiamo parlando?!» esclamò Sirius offeso.
«Oh si certo immagino...» disse Remus scuotendo la testa.
«Tu puoi andarci quando vuoi con quella, io ho solo dei rari momenti da passare con Lily e non posso farmeli scappare!»
«Ah! L'hai detto! L'hai chiamata per nome!» gridò Sirius saltando sul suo letto e puntando il dito verso di lui.
«Cosa? No non è vero. Ho detto Evans!» esclamò James diventando rosso.
«No no caro mio! Hai detto proprio Lily! E non è nemmeno la prima volta, ma visto il momento delicato dell'altro giorno dopo l'aggressione avevo deciso di passarci sopra, ma ora... l'hai chiamata per nome senza motivo! Così, prima le regali la tua preziosa felpa e ora questo! Sei proprio cotto amico mio!» lo prese in giro Sirius ridendo.
«Tu hai fatto cosa?!?» esclamò sconvolto Frank. James era rosso come un peperone, e in un attimo si ritrovò tutti e quattro i compagni di stanza intorno che lo guardavano a occhi sbarrati.
«E va bene, va bene. Le ho regalato la mia felpa. E allora?» cercò di difendersi ma sentendo le guance diventargli sempre più incandescenti.
«E allora caro mio vuol dire che sei innamorato! Lei ti piace!» gridò Frank tutto contento.
«No non è vero. Non sono innamorato!» ribatté lui sempre più imbarazzato.
«Ma lei ti piace, non puoi negarlo» disse Remus con un sorrisetto compiaciuto.
James ci pensò su un attimo; era inutile negarlo, lei gli piaceva. Quello che provava con lei non lo provava con nessun altra e poi non faceva altro che pensarla. Non poteva mentire con i suoi migliori amici, lo conoscevano fin troppo bene.
«E va bene, mi piace, si. Ma non sono innamorato!» borbottò.
«Mettila un po come ti pare, ma se vuoi conquistarla dovrai impegnarti molto» disse Remus tornando sul suo letto, e gli altri fecero lo stesso. James si alzò, si mise il pigiama e andò a letto, ancora pensando alla rossa. Si addormentò pensando a lei, con un sorriso ebete sulle labbra.

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