Capitolo 92: Un altro Natale

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25 dicembre 1980

Un altro Natale era giunto portando con sé un'intensa nevicata e un freddo tagliente. Le strade di Londra erano completamente imbiancate, i tetti coperti di uno strato bianco di almeno quaranta centimetri e ovunque brillavano le luminarie colorate natalizie.
Per i babbani, che non stavano vivendo una guerra, l'atmosfera natalizia sprizzava da ogni negozio, finestra e giardino del Paese, mentre i maghi cercavano disperatamente di attaccarsi a quel briciolo di speranza che il Natale porta con sé.
Nonostante si cercasse di passare almeno i giorni delle feste in una parvenza di normalità, non era facile.
E come poteva esserlo? Gli attacchi, le sparizioni, le morti... nulla di tutto ciò accennava a cessare e ormai neanche il Natale riusciva fino in fondo a colmare quei vuoti e a spazzare via la paura costante in cui si viveva.
Il tempo passava in fretta, ma alle persone sembrava come se non passasse affatto.
Si lavorava, si stava in casa e si sperava ogni singolo istante che la prossima brutta notizia non riguardasse un proprio caro.
Non era certo il clima festoso che i ragazzi avevano sempre vissuto ad Hogwarts.
Ormai quei tempi erano solo dei bei ricordi.
Per fortuna, nella vita della famiglia Potter ci pensava Harry a tenere alto il morale. Quando si deve crescere un bambino, non si ha molto tempo per rimuginare su pensieri negativi e James e Lily erano così presi da lui che per loro era più facile estraniarsi dal mondo esterno.
Certo, i momenti di sconforto li avevano entrambi, ma era più semplice riuscire a scacciarli.
Bastava un sorriso del loro bambino, un nuovo piccolo progresso, a far dimenticare loro l'ansia e la paura.
Harry aveva ormai cinque mesi e ogni giorno sembrava cambiare e crescere. Si vedeva che era un bambino molto amato e felice. Piangeva davvero di rado e stava volentieri con tutti, che fossero i suoi nonni o gli amici dei suoi genitori.
Sirius, dopo essere riuscito a superare la paura di tenerlo in braccio i primi mesi, ormai sembrava una tata in tutto e per tutto. Lui e Marlene passavano molto tempo con i Potter e adoravano Harry in una maniera dolcissima. James e Lily sapevano che quando erano in casa loro e si concentravano sul bambino, anche i loro due amici riuscivano a staccare per un po dalla vita tetra e costantemente in ansia che tutti loro vivevano. Perciò erano sempre molto contenti di passare del tempo insieme.
Anche Remus adorava Harry e non mancava mai di passare a fare un saluto alla sua migliore amica e al bambino.
Remus, al contrario di Sirius ovviamente, era molto più dolce e pacato e sembrava che Harry apprezzasse molto questa sua tranquillità perché si addormentava sempre come un angioletto in braccio a lui. Sirius lo prendeva in giro perché gli diceva che era così noioso che anche il bambino si addormentava, mentre lui era divertente.
Harry infatti rideva sempre tanto quando Sirius giocava con lui.
Da qualche giorno poi, Sirius si era messo in testa di voler insegnare ad Harry a chimare il suo nome, Felpato, e quando Lily gli aveva fatto notare che a cinque mesi nessun bambino avrebbe iniziato a parlare, lui aveva replicato che il suo figlioccio non era un bambino qualunque in quanto figlio delle due persone più testarde che avesse mai conosciuto, e che se si fosse impegnato fin da subito avrebbe potuto dire la sua prima parola a breve. A nulla era servito lo scetticismo degli altri. Ogni volta che Sirius andava a trovare Harry, passava quasi tutto il tempo a ripetere «dai Harry, puoi farcela! Ripeti: Fel-pa-to!»
Il bambino non aveva ancora spiccicato una parola ovviamente, ma rideva sempre tanto e si esibiva in teneri versetti e gorgoglii che facevano andare in brodo di giuggiole Lily, Marlene ed Euphemia.
Lily poi, aveva espressamente ribadito che se suo figlio avesse detto come prima parola Felpato invece di mamma, lo avrebbe preso come un grave affronto personale, cosa che aveva accresciuto ancora di più lo spirito battagliero di Sirius.
James e Marlene non potevano far altro che scuotere la testa e cercare di ignorare i loro continui battibecchi.
Quella mattina di Natale, Lily stava finendo di vestire Harry mentre James si faceva la doccia. Sarebbero andati tutti a pranzo da Euphemia e Fleamont per festeggiare insieme.
«Per la barba di Merlino! Che cosa gli hai messo addosso?» chiese James entrando in camera con addosso solo un asciugamano sulla vita e l'aria perplessa.
Lily, dopo qualche secondo speso ad ammirare alcune goccioline scivolare lente sul petto nudo di James, si costrinse ad alzare gli occhi sul suo viso e a sorridere della sua espressione.
Lui stava ancora guardando il bambino steso sul letto, del tutto inconsapevole dell'effetto che aveva sugli ormoni della moglie.
«Non è adorabile?» domandò Lily spostando a sua volta lo sguardo su Harry.
Aveva appena finito di allacciargli una tutina marrone morbidissima, tirò su il cappuccio sulla testolina perennemente arruffata di Harry e sorrise soddisfatta.
«Dovrebbe essere un cervo? Perché il naso rosso?» chiese James ancora perplesso.
«Ma no, scemo, è una renna! È Rudolph, la renna di Babbo Natale!» esclamò Lily sorridendo ad Harry.
Il cappuccio infatti era completo di piccole corna, occhietti disegnati e un nasino rosso sul bordo, in una perfetta rappresentazione della famosa renna di Babbo Natale.
«Si, ma perché il naso rosso?» domandò di nuovo James mentre Harry si infilava una mano in bocca e li guardava incuriosito.
«Perché Rudolph è così! Oh ma insomma voi maghi non sapete proprio nulla sul Natale!»sbuffò Lily voltandosi a guardare il marito.
«Bè avete delle storie così assurde. Insomma, un vecchio ciccione vestito di rosso dovrebbe fare il giro del mondo in una notte infilandosi di camino in camino per lasciare dei doni? Ma dai, è assurdo! Innanzitutto se è così ciccione come può entrare in una canna fumaria? E poi che ne è di tutti quei bambini che vivono in una casa senza camino? E come fa a tenere tutti quei regali in un sacco e far trainare tutto quel peso a quelle povere bestiole? Cioè qui si tratta di maltrattamento di animali! Quelle povere renne devono portarsi sulle spalle il peso di un enorme slitta, di un sacco di regali gigantesco e anche di un vecchio ciccione che non deve essere certo un peso piuma! Proprio non capisco cosa ci troviate di tanto emozionante voi babbani in questo» disse James evidentemente convinto del suo discorso.
Lily lo fissò con un sopracciglio alzato per qualche secondo, poi, piccata osservò «cioè, un mago purosangue cresciuto nella magia dal suo primo vagito fino ad ora, mi chiede come possa fare un vecchietto a fare il giro del mondo in una notte? Non ti è mai venuto in mente che possa essere un mago anche lui? Con la magia Babbo Natale si smaterializza in tutte le case e, ovviamente, rende la slitta e il sacco pieno di regali leggeri in modo da non far faticare troppo le renne. Anche perché, se la sua slitta e le sue renne volano vuol dire che sa utilizzare la magia.»
James ci pensò su qualche momento e poi, annuendo e strofinandosi il mento ammise «si bè il tuo ragionamento fila liscio, in effetti.»
«Certo che si!» ribattè Lily decisa.
«Non capisco comunque cosa ci troviate di emozionate e nemmeno perché tu abbia vestito nostro figlio come una piccola renna con il naso rosso» commentò James con un'alzata di spalle.
Lily sospirò sconfitta e si passò una mano sul viso con rassegnazione. In alcune cose, lei e James non sarebbero mai stati d'accordo. Non in quelle cose troppo babbane che lui non riusciva a comprendere in quanto mago purosangue.
«Tu non immagini neanche cosa voglia dire per un bambino senza poteri fantasticare sulla magia e su cose strabilianti come il mondo di Babbo Natale. Per chi non sa dell'esistenza della magia, il solo credere che un tizio vestito di rosso riesca a compiere una cosa così magica in una sola notte è qualcosa di emozionante e fantastico. Quando sei un bambino e passi giorni e giorni a riflettere su cosa scrivere sulla tua letterina, a sentirti in colpa quando combini una marachella e tua madre ti dice che Babbo Natale sa sempre tutto e prende in considerazione ogni tuo comportamento, a pianificare nei minimi dettagli con tua sorella un modo per riuscire a vederlo... tutto questo è magico, James. E non magico come lo intendi tu, ma una magia diversa. Il Natale ha il potere di farti sentire parte di qualcosa al di fuori della normalità, qualcosa di grandioso. Perché per un babbano una magia non è certo la normalità. È finzione e immaginazione. Ed è bello potersi permettere di perdersi anche solo per una notte in questa fantasia fatta di dolci, regali, lucine colorate e famiglie riunite.»
Lily aveva parlato con fervore e con il cuore in mano, decisa a far capire a James anche solo un minimo di quello che per la sua parte di mondo era il Natale. Da bambina lei e Petunia lo aspettavano sempre con trepidazione, come ogni bambino.
Si divertivano a fare piani su piani ogni anno per cercare di trovare un modo di riuscire a vedere Babbo Natale la notte della vigilia. Aspettavano alzate fino a tardi cercando di rimanere sveglie, fino a che non si addormentavano strette nello stesso letto. Si alzavano di buon ora la mattina dopo, euforiche ed entusiaste quando trovavano i doni sotto l'albero e le calze piene attaccate al camino. Neanche la delusione di non essere riuscite a rimanere sveglie per un altro anno poteva scalfire quella gioia.
E poi c'erano i pranzi e i cenoni con i parenti. Tutto era festa per quei pochi giorni lì.
«Quando poi diventi grande e capisci che Babbo Natale non esiste è un po come se ti venisse portata via una parte di te. Come se il tuo bambino interiore smettesse di esistere. Il Natale continua ad essere bello, ma non ha più lo stesso sapore di quando eri piccolo. Come se quella magia si fosse un po spenta» concluse Lily nostalgica.
James la osservò per un po prima di sorriderle dolcemente e dire «mi sarebbe piaciuto tanto poter conoscere quella Lily e provare un po di quella magia anche io.»
Lily ricambiò il sorriso e gli accarezzò una guancia, poi commentò «sono sicura che ti sarebbe piaciuto un sacco. Avremmo cercato insieme un modo per vedere Babbo Natale e ci saremmo rimpizzati di dolci. Mia mamma faceva dei biscotti alla cannella favolosi!»
«Davvero? Anche mia mamma li faceva!» esclamò James.
«Si, io e papà ci ingozzavamo di biscotti continuamente in salotto con una tazza di tè, un buon libro e l'albero di Natale acceso. Soprattutto dai miei undici anni in poi perché quelle erano alcune delle rare occasioni in cui potevamo passare il tempo insieme visto che poi io passavo la maggior parte della mia vita lontana da loro» raccontò Lily con gli occhi lucidi.
James si accorse subito del senso di colpa nelle sue parole.
Sospirò e le passò una mano sulla guancia per spostarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi disse «Lily, non devi sentirti in colpa per quello che sei e per il fatto di aver vissuto lontana da loro. Non sei andata in giro a divertirti per tutti quegli anni, sei andata a scuola. Posso solo immaginare quanto debba essere stato difficile dividerti tra il mondo magico e quello babbano, ma questo è ciò che sei Lils. Sei una strega e sei anche una babbana, ed è questo che ti rende così fantastica. È questo che mi ha fatto innamorare di te, perché ai miei occhi tu sei completa. Sai giostrarti perfettamente in entrambi i mondi e sono contento che la madre di mio figlio sia così perché credo che grazie a te questo bambino diventerà un ragazzo e un uomo senza pregiudizi, capace di comprendere e amare entrambi i lati di questo mondo. I maghi purosangue non sanno farlo Lils, nemmeno quelli che accettano i babbani come loro pari, perché semplicemente non li potrebbero mai capire fino in fondo. E io sono fiero di quello che sei, Lily Evans.»
Come sempre le parole di James parvero riscaldarle il cuore e l'anima fin nel profondo.
Non c'era nulla che lei potesse dire o pensare che lui non sapesse interpretare e stravolgere. Ogni sua insicurezza diventava nulla con lui.
«È che mi mancano così tanto, James» sussurrò malinconicamente.
«Lo so, Lils... lo so. Ma credo che loro non vorrebbero vederti così il giorno di Natale. Se per loro questa festa era così bella e importante come dici, sono sicuro che vorrebbero che tu la passassi in serenità» mormorò James.
«Hai ragione» annuì lei con un piccolo sospiro.
«Loro saranno sempre con te, amore mio. E saranno fieri come lo sono io» le disse prima di darle un dolce bacio sulle labbra.
Ci pensò Harry a spezzare il momento malinconico dopo un po, emettendo un gridolino per riavere l'attenzione dei genitori.
I due si staccarono, si sorrisero e si voltarono verso il piccolo ancora disteso sul letto che li guardava incuriosito.
Sembrò chiamarli di nuovo e Lily ridacchiò prendendolo poi in braccio.
«Harry non potrebbe avere una madre migliore di te» commentò James sorridendo al piccolo che si stringeva tra le braccia della mamma, finalmente felice di essere stato preso in braccio.
«Voglio che lui cresca sapendo delle sue origini e che conosca anche le mie vecchie tradizioni» disse Lily accarezzandogli la testina.
«Non desidero nulla di diverso» affermò James avvolgendola tra le braccia e sentendosi davvero completo come tutte le volte in cui stringeva sua moglie e suo figlio insieme.

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