Capitolo 90: Amici

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«Allora campione, hai proprio deciso di non far riposare per niente la mamma oggi?» mormorò James ad Harry camminando in giro per casa e cullandolo tra le braccia.
Erano passati due giorni dalla nascita del bambino e la famiglia Potter stava iniziando ad abituarsi alla nuova vita in tre. James era riuscito a prendersi un paio di giorni dal lavoro, ma sarebbe dovuto rientrare molto presto e Lily, anche se era consapevole che non potevano lasciare sprovvisto l'ufficio di un'altra persona, era abbastanza dispiaciuta.
Harry era un bambino molto buono e tranquillo. Dormiva quasi sempre e piangeva poco, soprattutto quando era in braccio al papà.
Sembrava che James avesse il potere di calmarlo così come riusciva con Lily. Lui gli parlava, dolcemente e tranquillamente, e il bambino piano piano si calmava.
Proprio come con Lily durante i suoi attacchi di panico.
Lily sarebbe rimasta ore a guardare James cullare Harry. Credeva che non ci fosse niente di più bello.
Per James, superata la paura iniziale quando Harry era appena nato, occuparsi del bambino era una cosa che gli veniva semplice e naturale.
In quei due giorni si era sempre dato da fare aiutando Lily in tutto, dal cambio pannolini, al passeggiare in giro per la casa per farlo addormentare.
Non gli pesava alzarsi di notte per cambiargli il pannolino dopo che Lily lo aveva allattato, e quando lei provava a dirgli di andare a dormire e riposarsi un po, lui scuoteva la testa e le diceva che voleva godersi ogni singolo istante prima di dover tornare a lavorare visto che poi avrebbe dovuto passare la maggior parte della giornata lontano da loro.
Quella mattina Harry era stato un pochino più irrequieto del solito e non c'era stato verso di metterlo nella sua culla, così alla fine James si era alzato e se ne era andato a passeggiare in soggiorno per far riposare un paio d'ore Lily.
Alla fine, come sempre, il bambino si era tranquillizzato e si era addormentato pacificamente.
James sorrise e si sedette sul divano invece di tornare in camera per non svegliare Lily.
Rimase a guardare il bambino dormire accarezzandogli la testolina e le manine per un po, poi dopo un paio di sbadigli decise di stendersi sul divano, con Harry sdraiato a pancia in giù sul suo petto e, prima che se ne rendesse conto si era già addormentato.
Fu così che li trovò Lily quando si alzò un paio d'ore dopo.
Dormivano entrambi profondamente e lei rimase a guardarli appoggiata alla parete per un po.
Sorrise teneramente vedendo che avevano la bocca praticamente identica e leggermente aperta nello stesso modo.
Silenziosamente, si avvicinò alla libreria del soggiorno dove era poggiata la macchina fotografica di Mary e, cercando di ignorare la stretta al cuore che sentiva ogni volta che la prendeva in mano, tornò davanti al divano. Cercò la giusta angolazione per inquadrare bene James ed Harry e poi scattò la foto.
Il rumore dello scatto fece aprire pian piano gli occhi di James, che si guardò attorno insonnolito finché non incontrò gli occhi di Lily.
Si sorrisero e lei, inginocchiandosi davanti a lui sul tappeto, mormorò «scusami, non volevo svegliarti, ma non ho resistito alla tentazione di farvi una foto. Eravate così dolci.»
Lui continuò a sorridere e le accarezzò la guancia, poi sussurrò «tranquilla amore. Ti sei riposata un po?»
«Si, ho dormito come un sasso. E tu?» Chiese lei.
«Anche io ho dormito un po. Questa piccola canaglia dorme che è una meraviglia quando sta in braccio a qualcuno. È la culla che gli piace poco» disse James sorridendo e guardando Harry.
Lily ridacchiò e, sfiorando la guancia del bambino, mormorò «hai ragione. Forse lo stiamo viziando un po troppo.»
«Lo so, ma come si fa a lasciarlo piangere? Mi sento la persona più orribile del mondo quando piange per più di un paio di minuti di seguito , soprattutto perché so che se lo prendo in braccio smette» commentò James.
«Già, anche io» sorrise Lily.
«Secondo me chi scrive quegli stupidi libri su come crescere i bambini non ha figli» borbottò lui riferendosi ad un libro che una collega di Lily le aveva regalato prima della nascita del bambino.
«E nemmeno un cuore» aggiunse lei.
«Esatto! Come si può lasciar piangere un esserino così piccolo e indifeso? Non voglio mica che mi odi quando sarà grande!» disse James con enfasi.
Lei ridacchiò e, posandogli un bacio sulla guancia, ribattè «non potrebbe mai odiarti, James. Sei il padre migliore del mondo.»
Lui le sorrise radioso e alzò la testa per darle un bacio sulle labbra.
Quando si staccarono di nuovo James disse «bè per lo meno ad una cosa è stata utile quel libro: il mio comodino non traballa più per niente.»
Lily scoppiò a ridere e scosse la testa divertita.
«Se quell'odiosa di Kate sapesse cosa ne abbiamo fatto del suo libro! Me ne aveva parlato come se fosse un oracolo» osservò, e lui aggiunse «invece era solo spazzatura.»
La verità era che avevano provato a leggere quel libro quando la donna lo aveva regalato a Lily, ma già dopo un paio di capitoli avevano capito che non avrebbero mai seguito nemmeno una singola riga scritta su quelle pagine. Quando Lily aveva letto a James che secondo l'autore i neonati non dovevano essere tenuti in braccio più del necessario o che dovevano essere abituati fin dal primo giorno a dormire nella loro culla in cameretta, lui aveva fatto una faccia schifata, le aveva tolto il libro dalle mani e lo aveva gettato via come se fosse un oggetto maledetto, dicendole che dovevano crescere un bambino, non un cagnolino.
Il giorno dopo lo aveva raccolto e infilato sotto al comodino per far si che non traballasse più e da allora era rimasto lì.
Quando Lily raccontò ad Euphemia di quel libro, la donna si era indignata tanto quanto il figlio e aveva detto loro di non perdere tempo con quelle idiozie, perché ogni neonato è fatto a modo suo e soprattutto ogni genitore sa cosa è meglio per il suo bambino.
Risero di nuovo insieme per un po e poi James le chiese «che ore sono?»
Lei guardò l'orologio e rispose «le nove e trenta. Tra un oretta dovrebbe venire Marlene.»
Lui annuì e Lily disse «vado a prepararti un caffè.»
Si alzò, lo baciò di nuovo e si diresse in cucina.
Dieci minuti dopo tornò con un vassoio e la colazione, lo appoggiò al tavolinetto del salotto e si sedette di nuovo per terra.
Senza neanche che James glielo dicesse, lei aggiunse un cucchiaino di zucchero al caffè e glielo mescolò, poi si versò del succo di zucca in un bicchiere e prese a spalmare la marmellata sul pane tostato canticchiando.
James la osservava in silenzio, pensando a quanto si sentisse fortunato. Era in momenti come quello che si dimenticava di tutto quello che accadeva fuori dalle mura di casa loro. In quei momenti erano solo loro tre e lui si sentiva la persona più felice del mondo.
Fu Harry a distoglerlo dai suoi pensieri iniziando a muoversi.
«Il dormiglione si sta svegliando» disse a Lily sorridendo.
Lei smise di spalmare la marmellata e si voltò, con lo stesso identico sorriso innamorato che aveva James ogni volta che guardava il bambino.
«Ehi pulcino» mormorò accarezzandogli la guancetta con un dito quando il bimbo aprì gli occhi.
Harry afferrò il suo dito con la manina e se lo portò in bocca.
«Hai fame anche tu?» ridacchiò dolcemente.
«Credo proprio di sì a giudicare da come sta ciucciando il tuo dito» commentò James mentre Harry iniziava a piagnucolare.
Lily, continuando a sorridere, prese Harry in braccio, si appoggiò di nuovo con la schiena al divano e si abbassò la maglia per allattarlo.
James li guardò per un po non riuscendo a distogliere lo sguardo.
Se per Lily vedere James ed Harry era la cosa più bella del mondo, per James lo era vederla allattare.
Vedere come il bambino afferrava il dito di Lily e lo stringeva, come la guardava con i suoi occhioni mentre con la boccuccia succhiava il latte, come sembrasse che si estraniassero dal mondo in quei momenti, lo affascinava ed emozionava.
Ormai sapevano entrambi di essere irrimediabilmente persi e innamorati di quel bambino.
«Non lo bevi il caffè? Si fredda se aspetti ancora» disse Lily voltandosi a guardarlo.
«Che c'è?» gli chiese poi quando si accorse che lui la stava già fissando.
«Nulla. Siete solo la cosa più bella del mondo, tutto qui» rispose James dolcemente.
Lily si aprì in un enorme sorriso e gli si avvicinò per baciarlo di nuovo.
Poi lui si alzò e si mise seduto sul tappeto accanto a lei e prese il caffè.
Fecero colazione chiacchierando tranquilli come poche altre volte gli era capitato.
«Sei sazio, campione?» chiese James ad Harry dopo un po vedendo che non stava più mangiando.
Lily si rimise apposto la maglia e tirò su Harry appoggiandogli la testa sulla sua spalla e dandogli dei leggeri colpetti sulla schiena per fargli fare il ruttino.
«Chissà come stanno Alice e Neville» disse Lily pensierosa.
«Sono sicuro che stanno bene» la rassicurò James.
«Mi dispiace così tanto di non essere riuscita a vederli ancora» sospirò lei dispiaciuta.
«Lo so, Lils, ma vedrai che presto potrete vedervi. I bambini sono ancora troppo piccoli per spostarsi con i mezzi magici» disse lui.
«Lo so, lo so. È solo che mi manca un po quella pazza della mia amica» ridacchiò Lily con un po di nostalgia.
«Si sente la differenza quando non c'è Alice in effetti» confermò James ridendo.
Rimasero a chiacchierare ancora un po, poi James disse «credo proprio che qui qualcuno abbia bisogno di un cambio pannolino.»
«Già, credo proprio di si» affermò Lily ridendo.
«Certo che per essere così piccolo produce cacca in abbondanza» commentò James ridacchiando e poi aggiunse «dai ci penso io, tu togli queste cose prima che arrivi Marl.»
Lei annuì e James prese Harry.
«Andiamo campione. Andiamo a renderci presentabili per zia Marl. Non vorrai mica farti vedere sporco e puzzolente da una bella ragazza» disse avviandosi in camera e facendo ridere di nuovo Lily.
Mezz'ora dopo, erano finalmente riusciti a mettere Harry nella culla e stavano dando una sistemata alla casa quando sentirono bussare alla porta.
«Chi è?» chiese Lily avvicinandosi con la bacchetta.
Anche se immaginavano fosse la loro migliore amica, non potevano mai abbassare la guardia.
«Siamo noi, Marlene e Sirius» rispose la voce della ragazza dall'altra parte della porta.
«Quel gran pezzo di fico di Sirius» aggiunse la voce del ragazzo.
Lily ridacchiò e domandò «quale è stata la cosa che ho detto a Sirius subito dopo essere arrivato in casa mia per portarmi all'ospedale e partorire?»
«Bell'atterraggio» borbottò lui sbuffando.
Lily scoppiò a ridere ed aprì la porta ritrovandosi davanti i due amici.
«Stavi di nuovo per spiaccicarti sul tappeto dopo la metropolvere non è così?» Gli chiese Marlene divertita mentre entravano in casa.
«Odio la metropolvere» borbottò di nuovo.
Le ragazze risero e poi Marlene si avvicinò a Lily e la strinse in un abbraccio.
«Ciao mammina, come stai?» le domandò dolcemente.
«Bene Marl, grazie» rispose lei sorridendo.
«Dov'è il mio nipote preferito?» esclamò invece Sirius guardandosi attorno.
«Ciao anche a te, fratello» esordì James entrando in salotto alzando gli occhi al cielo.
«Si si ciao, Ram. Allora, mi fai vedere il mio figlioccio o no?» disse Sirius impaziente e liquidando il suo amico con un gesto veloce della mano.
«Incredibile, non mi saluta nemmeno più» borbottò James offeso.
«Harry è in camera che dorme. Vai a vederlo, ma vedi di non svegliarlo per favore» disse Lily e Sirius si diresse subito verso la loro camera da letto.
«Non ha fatto altro che chiedermi quando saremmo venuti a trovarvi in questi due giorni» raccontò Marlene divertita alzando gli occhi al cielo.
Lily e James ridacchiarono e poi fecero sedere l'amica sul divano.
«Tieni Lily» le disse lei porgendole un pacchetto.
«Oh Marl, non ce ne era bisogno!» Esclamò la rossa sorridendo.
«Si, certo, Lils. Aprilo e basta forza» sbuffò l'amica fingendosi scocciata.
Lily aprì il regalo e ne estrasse una copertina di ciniglia azzurra e un pupazzo a forma di cagnolino nero.
«Il peluche lo ha scelto Sirius ovviamente, invece la coperta l'ho presa io qualche mese fa in un negozio a Diagon Alley, e ieri ci ho fatto ricamare sopra le iniziali di Harry» disse Marlene.
«Oh Marl! Sono adorabili!» Esclamò Lily abbracciando stretta la sua amica.
«Il cane pulcioso ha svegliato il bambino» annunciò James entrando in salotto con Harry in braccio e Sirius accanto.
«Non è vero! Ti ho detto che era già sveglio quando sono entrato in camera» ribattè Sirius stizzito.
Le due ragazze ridacchiarono scuotendo la testa.
«Ehi piccolino! Ma quanto stai diventando bello? Ogni giorno sempre di più!» Esclamò Marlene dolcemente dopo essersi avvicinata a James ed Harry.
«Harry si è messo in tiro solo per te, zia Marl» disse James sorridendo.
«Ma davvero? Sono lusingata allora!» rise lei.
«Perché non lo prendi in braccio?» Propose Lily dolcemente.
In realtà Marlene moriva dalla voglia di tenere in braccio quel fagottino dalla prima volta che lo aveva visto, ma era anche terrorizzata all'idea. Non sapeva se sarebbe riuscita a contenere le emozioni che era sicura avrebbe provato tenendo Harry in braccio.
Spostò lo sguardo su Sirius, che la stava già osservando, e lui le fece un sorriso incoraggiante.
Sapeva che non l'avrebbe mai spinta a fare nulla e non avrebbe mai insistito, ma quando incrociò i suoi occhi si sentì invadere da una sorta di calore e capì che lui le stava dicendo silenziosamente di provare, che lui le sarebbe stato al fianco.
Prese un bel respiro e sorridendo tornò a guardare Harry, che continuava ad osservarla, e mormorò «si, mi piacerebbe molto.»
I tre ragazzi sorrisero entusiasti e James si avvicinò ancora a lei.
Marlene si sporse e lui le mise tra le braccia il bambino.
«Ciao piccolino» sussurrò lei con voce tremolante.
Harry continuò a guardarla con i suoi occhioni spalancati e curiosi e quando lei avvicinò la mano per fargli una carezza, lui le strinse l'indice e si aprì in un sorrisino sghembo.
Marlene non riuscì a trattenere l'emozione e un paio di lacrime le rigarono le guance.
Come aveva previsto, una miriade di emozioni contrastanti la invasero: gioia, sofferenza, rimpianto, felicità, nostalgia, tristezza e mille altre ancora.
Ma poi Sirius le avvolse le spalle con il braccio e la strinse a se posandole un bacio tra i capelli, e a lei sembrò che tutto sparisse e rimanesse solo l'amore. Sentiva di provare amore per tutti loro: per Lily, per James, per Harry e ovviamente per Sirius.
E questo le diede la forza di mettere a tacere le emozioni negative e di concentrarsi solo sulla felicità che provava.
Alzò lo sguardo su Sirius e sorridendo annunciò «mi dispiace dovertelo dire, Sir, ma sono letteralmente innamorata di questo ragazzo qui.»
Lui si aprì in un enorme sorriso e, portandosi una mano sul cuore e fingendosi addolorato, disse «non posso crederci... Il mio figlioccio mi ha appena rubato la ragazza!»
Scoppiarono a ridere tutti quanti e la serenità tornò nell'aria.
Lily prese di nuovo la macchina fotografica e scattò una foto ai suoi amici e ad Harry.
«Ieri è passato Peter» raccontò James mentre si sedevano sul divano.
«È da un po che non lo vedo. Come sta il vecchio Pete?» Chiese Sirius.
«Sempre un po spaventato come ogni volta che esce di casa, lo sai com'è fatto. Ha detto che Remus lo aveva avvertito di quello che era successo perché lui non aveva idea che fossimo al San Mungo anche noi» rispose James.
«Bè non c'è da biasimarlo se ha paura di mettere il naso fuori di casa con tutto quello che sta succedendo» commentò Lily seria.
«No infatti, ma mi dispiace che non riusciamo mai a vederci come si deve. È una vita che non passiamo un po di tempo insieme» disse James dispiaciuto.
«Dobbiamo organizzare qualcosa al più presto. Appena anche tu rientrerai a lavoro e troveremo un giorno in cui siamo liberi entrambi ci facciamo una serata solo uomini» propose Sirius sorridendo.
«Ci sto!» Esclamò James euforico.
«Vorrà dire che quella sera noi ci faremo una serata solo donne. Giusto Lily?» Disse Marlene.
«Ovviamente. Gli unici maschi che potranno partecipare sono Harry e Neville» annuì la ragazza.
«Ora ragazzi ho un'altra sorpresa per voi» esclamò Sirius guardando l'orologio e balzando in piedi.
«Un'altra? Perché la prima qual era?» Chiese James.
«La mia presenza, ovviamente» rispose lui in modo altezzoso e facendo scoppiare a ridere tutti e tre.
«Si, certo!»
«James, vai a prendere lo specchio magico per favore, invece di fare l'idiota» disse Sirius sorridendo.
Lui, perplesso, si alzò ed andò in camera e qualche attimo dopo tornò tenendo in mano lo specchietto.
«Bene, siediti accanto a Lily.»
Quando James prese posto sul divano accanto a Lily e Marlene che ancora teneva Harry in braccio, Sirius si mise davanti a loro e, guardando nello specchio, chiamò «Alice! Ehi Alice!»
«Non ci credo!» Esclamò Lily capendo al volo.
Un istante dopo la faccia sorridente di Alice era riflessa sullo specchio in mano a Sirius.
«Lily!» Disse euforica.
«Alice ciao! Non posso crederci! Mi sei mancata così tanto!» Esclamò Lily emozionata.
«Anche tu tesoro. Come stai? E il bambino? Ho saputo tutto ovviamente e ho avuto così paura per voi! Per fortuna è andato tutto bene. Ciao James!»
Alice aveva come al solito iniziato a parlare a macchinetta e i ragazzi ridacchiarono divertiti.
«Ciao anche a te Alice. Come stai? Neville è bravo?» Domandò James.
«Oh si è un bambino buonissimo! È un pigrone è un dormiglione esattamente come Frank! Guardate» rispose la ragazza e poi spostò lo specchietto per far vedere il bambino che teneva in braccio.
Se Harry era la fotocopia di James, Neville invece era identico ad Alice, fatta eccezione per il nasino a patata simile a quello del papà.
Indossava una tutina arancione con un orsetto ricamato sopra, in pieno stile Alice Prewett.
«Oh che amore! Alice è bellissimo! E ti somiglia tantissimo!» Esclamò Lily emozionata.
«Ehi Neville, ti presento quello che diventerà il tuo migliore amico e compagno di squadra di Quidditch di Grifondoro, Harry Potter» disse James entusiasta e spostò lo specchio in modo che fosse davanti ad Harry che dormiva beato in braccio a Marlene.
«Dio quant'è bello! Lily scusami se te lo dico ma è James in miniatura!» Trillò Alice troppo contenta per riuscire a contenere le emozioni.
Lily ridacchiò e sospirando teatralmente disse «lo so, mi sono già messa l'anima in pace. Non voglio neanche pensare a tutti i cuori spezzati che ci saranno ad Hogwarts tra una quindicina di anni.»
Risero tutti insieme e poi Alice disse «ciao Marl, scusami se non ti ho salutata.»
«Ma figurati Alice. So quanto tu e Lily aspettavate questo momento» la rassicurò Marlene con un sorriso.
Alice le sorrise dolcemente, troppo contenta di vederla tenere in braccio il bambino.
«Frank come sta?» Chiese James.
«Sta bene, sta mattina è al lavoro e mi ha detto di salutarvi e farvi gli auguri.»
«Come si comporta con il bambino?» Sghignazzò Sirius.
«Oh ragazzi è diventato iperprotettivo!» Esclamò lei alzando gli occhi al cielo e facendo ridere tutti, poi continuò «sembra una donnetta isterica a volte. Se Neville piange per più di cinque minuti di filato va nel panico. Però si dà molto da fare, questo devo ammetterlo.»
«Dio, non vedo l'ora di vederlo e prenderlo in giro un po!» Disse Sirius ridendo.
«Speriamo davvero di riuscire a vederci presto. Mi mancate così tanto» mormorò Alice malinconica.
«Anche voi ci mancate da morire» fece Lily con lo stesso tono.
«Avete ricevuto anche voi il gufo di Silente e quello della McGranitt?» Domandò poi Alice tornando allegra.
«Si! La McGranitt ha scritto che non riusciva ancora bene a decidere se essere contenta o spaventata nel sapere che presto avrà a che fare con un altro Potter! Poverina mi sa che l'ho traumatizzata» rispose James facendo ridere tutti quanti.
«Cavolo se mi ha fatto effetto sapere che mio figlio andrà ad Hogwarts tra una decina di anni» commentò Lily.
«Già, anche a me. Comunque la Mc è stata carinissima a mandarci le congratulazioni» osservò Alice.
In quel momento Neville iniziò a fare dei versetti e Alice abbassò lo sguardo per controllarlo.
«Si sta svegliando, è arrivata l'ora dello spuntino» disse tornando a guardare gli amici.
«Ti lasciamo a Neville allora» fece James sorridendo.
«D'accordo, ci sentiamo presto e soprattutto ci vediamo appena possibile» si raccomandò lei.
«Certo. Ciao Alice, a presto. Dai un bacione a Neville e salutaci Frank» fece Lily salutandola con la mano e mandandole un bacio.
«Certamente. Sirius, domani ti faccio riportare lo specchio da Frank. Spupazzatevi Harry anche per me. Ciao ragazzi, vi voglio bene!»
«Anche noi!» Esclamarono loro in coro salutandola e sorridendo.
Dopo di che, la faccia di Alice sparì e lo specchio tornò a mostrare il loro riflesso.
«Grazie ragazzi! È stata davvero una bellissima sorpresa!» Disse Lily alzandosi e abbracciando Sirius.
«Le mie idee sono sempre le migliori, Evans» si vantò lui con aria superiore e guadagnandosi uno scappellotto divertito da parte della ragazza.
«Emmeline mi ha raccontato che hanno battibeccato così per tutto il tempo che sono stati al San Mungo. Anche mentre Lily era in preda ai dolori. Ma ti pare possibile?» Chiese rivolta a James.
«Sono come cane e gatto, ma si vogliono un bene dell'anima» disse lui sorridendo e lanciando un occhiata alla moglie e al suo migliore amico che come al solito stavano discutendo.
«State sparlando di noi?» Domandò poi Sirius indignato.
«Assolutamente no. È un dato di fatto che tu e Lily litigate come cane e gatto» rispose James.
«Io ovviamente sono il cane, un magnifico cane. E tu Lily sei il gatto spelacchiato» commentò Sirius ghignando.
«Come osi?! Spelacchiato sarai tu!» Tuonò Lily indignata.
E ripartirono di nuovo a battibeccare, mentre James e Marlene se la ridevano dal divano.
Ma James aveva ragione: nonostante discutessero di continuo, quei due si volevano davvero un mondo di bene.
Avevano due caratteri molto simili, erano entrambi permalosi e dovevano sempre dire la loro perciò si scontravano spesso, ma la cosa che più di tutte li accumunava era James.
L'amore che entrambi provavano per lui, anche se in forma diversa, era la cosa che più li legava e che li aveva fatti avvicinare l'uno all'altra.
Avevano scoperto di volersi bene con il tempo e proprio grazie a James.
E sapevano che entrambi avrebbero fatto qualsiasi cosa per lui.
Era come se avessero stipulato un tacito accordo, come se si fossero ripromessi silenziosamente di prendersi cura di James insieme.
James era la loro costante, e lo sarebbe stato per sempre.

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