Capitolo 9: Grinfondoro contro Tassorosso

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24 settembre 1977

Era il giorno della partita di Quidditch e quando Sirius e James entrarono in Sala Grande per fare colazione vennero accolti da un grande applauso dal tavolo di Grifondoro. Si sedettero accanto al resto della squadra e si riempirono i piatti, chiacchierando allegramente. Quando mancava un quarto d'ora all'inizio della partita la squadra si avviò verso il campo. Entrarono nello spogliatoio e si misero la divisa, dopo di che sentirono le voci degli altri studenti avvicinarsi e l'adrenalina iniziare a scorrere.
«Bene ragazzi, ci siamo. Questa per alcuni di noi è la nostra ultima prima partita con questa divisa, e io sono fiero di giocarla con voi. So che possiamo vincere. Abbiamo tutto quello che ci serve per stracciarli, quindi facciamo del nostro meglio! Voglio sollevare quella dannata coppa alla fine dell'anno e voglio farlo con voi! Quindi, forza Grifondoro!»
La squadra esultò, carica e determinata.
Il capitano sapeva bene come motivare i suoi compagni. Presero le scope, ed entrarono in campo proprio quando Daniel Sullivan, di Corvonero, iniziava la cronaca.
«Ed eccoci qui per la prima partita della stagione, Grifondoro contro Tassorosso!»
Un coro di applausi salutò le due squadre che presero posto nel campo.
«I due capitani si stringono la mano e montano sulle scope. Ed ecco il fischio di Madama Bumb che segna l'inizio della partita! Black è in possesso della pluffa, la passa a Vance che sfreccia veloce verso gli anelli, tira eee... segna! Dieci a zero per Grifondoro! Ecco Carter, l'altro cacciatore di Grifondoro, prende la pluffa, la passa a Vance che la passa a Black, che tira e segna di nuovo! Venti a zero per Grifondoro! Sono proprio in forma oggi!»
Intanto James girava più in alto e cercava il boccino, mentre ascoltava la cronaca. Un quarto d'ora dopo erano novanta a zero per loro ma del boccino ancora nemmeno l'ombra, quando ad un certo punto la scopa di James ebbe un sussulto, poi un altro e poi un altro ancora più forte. Non capiva come ma la sua scopa non rispondeva più a lui, anzi sembrava che stesse cercando di disarcionarlo. E ad ogni sussulto si alzava di qualche metro, finché con uno scossone più forte il ragazzo si ritrovò appeso solo con una mano. Tutto lo stadio stava con il fiato sospeso mentre guardava la scena, ma una persona era più in ansia di tutte le altre: Lily Evans aveva gli occhi sbarrati e una mano alla bocca, e proprio quando James non riuscì più a tenersi e lasciò la scopa, lei tirò fuori la bacchetta e urlò «arresto momentum!»
La discesa del ragazzo rallentò fino a che toccò il suolo. Tutta la squadra scese verso il capitano, Sirius fu il primo a precipitarsi verso di lui e a dire «James! Come stai? Tutto bene?»
Lo aiutò ad alzarsi e notò che non riusciva ad appoggiare il piede.
«Si tutto bene, devo essermi slogato una caviglia. Ma che è successo alla mia scopa?»
Nel frattempo anche Madama Bumb li aveva raggiunti, e preoccupata gli chiese «Potter! Tutto bene?»
«Si si tutto apposto, riprendiamo la partita» rispose sbrigativo. Non aveva nessuna intenzione di perdere la partita per colpa della sua scopa.
Emmeline porse la scopa a James e lui montò sopra con una smorfia di dolore. Ripresero la partita con ancora più determinazione e dopo mezz'ora  Sullivan urlò al megafono «e Potter prende il boccino d'oro!!!! Grifondoro vince duecentocinquanta a zero!!!! Che partita ragazzi! Mai visto niente di simile!»
Tutti esultavano per la loro grande vittoria e una folla rossa e oro piombò nello stadio per abbracciare la squadra. James fu acclamato più di tutti, anche se doveva appoggiarsi a Frank, il portiere, perché non riusciva ad appoggiare il piede destro. Ad un certo punto si trovò davanti una chioma vermiglia e degli occhi verdi e il suo sorriso si aprì ancora di più.
«Ehi Evans, visto che partita?» le chiese con un sorriso soddisfatto.
«Si ho visto, complimenti Potter. Sei stato bravo» gli disse lei sorridendo.
Poi Sirius urlò «ok ragazzi ora accompagno il capitano da Madama Chips ma ci vediamo in sala comune per la festa più bella di sempre!»
E tutti esultarono avviandosi al castello. Rimasero indietro solo i Malandrini, Frank e Alice, Lily, Mary, Marlene e Emmeline. Fu proprio Emmeline a chiedere «ma che è successo alla tua scopa, James?»
«Non lo so, non rispondeva più ai miei comandi, sembrava stregata» rispose lui accigliato passandosi una mano tra i capelli.
«Credo che fosse proprio così infatti» disse Lily sconvolgendo tutti.
«Ho visto Rodolfus Lestrenge con la bacchetta puntata verso di te, non ho potuto fare niente perché ero troppo lontana, e subito dopo sei caduto.»
«Si e per fortuna Lily ha avuto il sangue freddo di fare l'incantesimo per frenare la tua caduta Ramoso» aggiunse Remus. James si bloccò e si girò a guardarla: non sapeva che era stata lei a salvarlo. Di nuovo.
«Davvero Evans? Sei stata tu?» le chiese sorpreso.
Lei arrossì un po sentendosi tutti gli sguardi puntati su di loro e borbottò «be che ti aspettavi? Che ti lasciassi spiaccicare al suolo?»
Scoppiarono tutti a ridere e continuarono ad avanzare verso il castello. Una volta dentro, James e Sirius andarono in infermeria e gli altri in sala comune. Tre ore dopo erano nel bel mezzo di una festa in sala comune, dove una gran quantità di burrobirra e whiskey era apparsa, nessuno sapeva come, insieme a Peter e Sirius. Tutti si stavano divertendo, tranne una ragazza dai capelli rossi seduta in disparte con un libro aperto sulle ginocchia. James era circondato da un gruppo di ragazze che lo guardavano sognanti mentre raccontava per l'ennesima volta la partita, e proprio mentre una di loro, una bella bionda dai grandi occhi azzurri, si sedeva sulle sue ginocchia con fare provocatorio, Lily alzò lo sguardo e li vide. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, la rabbia prese il sopravvento in lei, che chiuse di scatto il libro e lo lanciò sul tavolo. Si alzò e a voce alta disse «bene! La festa è finita, tutti nei dormitori! Forza o vado a chiamare la McGranitt!»
E così di malavoglia tutti si alzarono e si avviarono ai dormitori. Sirius e Peter, che erano in piedi sul tavolo e cantavano, evidentemente sbronzi, furono fatti scendere da Remus e Frank che li portarono di peso a dormire. Lily stava raccogliendo le sue cose, quando sentì una voce alle sue spalle «sempre la solita guasta feste eh Evans?»
Si girò e si rese conto che lei e James erano soli e il cuore prese a battergli forte.
«Mi dispiace aver rovinato la tua serata con quella bella bionda, Potter, ma sai io sono un Caposcuola ed è già tanto che vi ho dato il permesso di farla la festa» ribattè lei acida. Si vedeva lontano un chilometro che era arrabbiata.
«Ehi calmati Evans, perché così arrabbiata? Sei gelosa?» le domandò lui con un sorriso provocatorio.
«Io? Gelosa? E per quale motivo? Era solo ora di andare a dormire, punto e basta. E infatti è quello che farò anche io. Buona notte Potter.» Si voltò per andarsene ma lui l'afferrò per il polso facendola girare.
«Non ti ho ancora ringraziata per oggi, mi hai salvato la vita. Grazie» le sussurrò lui all'orecchio provocandole un brivido.
«P-prego Potter» balbettò lei.
«Vieni, facciamo un brindisi» disse il ragazzo portandola davanti al fuoco e afferrando una bottiglia di whisky e due bicchieri dal tavolo. Si sedette sul tappeto e lei, un po riluttante, fece lo stesso; James riempì i bicchieri e gliene passò uno, poi alzò il suo e disse «a Lily Evans, che per la seconda volta mi ha salvato la vita!»
Fecero toccare i loro bicchieri e bevvero tutto d'un sorso. Lui la guardò stupito, pensava non avrebbe retto il sapore forte del whisky invece lei lo aveva buttato giù come se niente fosse. Non sapeva che nel dormitorio delle ragazze organizzavano spesso dei pigiama party dove si divertivano tra di loro e bevevano.
«Dovresti rilassarti ogni tanto Evans, non ti fa bene essere sempre così tesa.»
«Chi dice che io non mi rilasso? Solo perché non lo faccio vedere a te non vuol dire che non so come divertirmi» rispose lei con un tono malizioso che lui non aveva mai sentito venire delle sue labbra.
«Non ci credo! La Prefetta Perfetta che si diverte?!» la prese in giro lui.
«Ehi ma chi ti credi di essere? Pensi che basti un goccio di whisky a mettermi k.o.?» sbuffò Lily piccata.
«Bene, allora ti lancio una sfida, anzi un gioco: uno dei due dice una cosa su se stesso e l'altro deve capire se è vero o falso. Chi sbaglia beve» propose James con un sorriso malizioso. Lei non sapeva se accettare o no, reggeva l'alcool ma non era una grandissima bevitrice, e ubriacarsi con James Potter non era nella lista delle cose da fare, ma anche rifiutare non era una cosa che la attirava. Da brava Grifondoro, odiava rifiutare le sfide, specialmente se c'era di mezzo quello sbruffone con gli occhiali.
«Bene, accetto la sfida!» disse lei sbalordendo il ragazzo, che si riprese subito e riempì di nuovo i bicchieri.
«Allora comincio io: so suonare la chitarra» affermò James.
Lei lo guardò e disse «vero! Me lo ha detto Alice» e scoppiò a ridere vedendo la faccia stupefatta di lui, che alzò il bicchiere e bevve. «Tocca a me, so volare con la scopa.»
«Falso!» esclamò lui.
«Ah ah no! È vero! Mi ha insegnato Emmeline!» disse Lily con un sorriso compiaciuto e così lui dovette bere di nuovo. «Bene Evans, quando dormo indosso un pigiama con i boccini» affermò James facendola scoppiare a ridere e poi lei disse «falso!»
«No, vero! Me lo ha regalato Sirius perché dice che non vuole vedermi in mutande appena sveglio» le raccontò lui e si unì alla risata della rossa, che quando si riprese bevve il liquido nel bicchiere.
«Ok Potter, allora... una volta ho preso una T in trasfigurazione» disse Lily mordendosi il labbro per rimanere seria.
«Mmm falso, non può essere» affermò James convinto.
«Infatti è falso» rise lei e bevve di nuovo. L'alcool iniziava a fare effetto su tutti e due, che cominciavano a sentirsi più leggeri, e infatti iniziarono a dire cose assurde e a ridere fino ad avere le lacrime. Fu quando avevano finito la bottiglia e quando non riuscivano nemmeno a stare in piedi che si sedettero sul divano, lei gli si avvicinò e disse con la voce resa un po' tremula dall'alcool «devi smetterla di andare in giro con quelle oche, puoi fare di meglio.»
«Ah si? E chi sarebbe meglio per me secondo te?» le domandò James con un sorriso.
Erano così vicini che lui poteva contare le lentiggini sul naso di lei.
«Mmm non lo so ma secondo me le bionde non sono le tue tipe. Le rosse piuttosto...» mormorò Lily e mentre gli sorrideva maliziosamente mise una gamba sulle sue e iniziò ad accarezzargli il petto con le dita, passando sotto la camicia mezza aperta. Il ragazzo non riusciva a crederci, un lungo brivido lo percorse quando lei iniziò ad accarezzarlo e per un attimo assaporò quel momento. Avrebbe voluto baciarla, stringerla, e se fosse stato più ubriaco lo avrebbe fatto sicuramente. Ma non era sbronzo fino a quel punto e sapeva che lei non era in sè e se ne sarebbe potuta pentire l'indomani, perciò le prese la mano e intrecciò le dita alle sue.
«Sarà meglio andare a dormire rossa» le disse accarezzandole i capelli. Lei annuì e appoggiò la testa sul suo petto e in un attimo si addormentò. James si sentiva come in paradiso, gli aveva praticamente detto che lei era il suo tipo e che non voleva che uscisse con altre, ma era ubriaca quindi non sapeva se prendere sul serio le sue parole. La guardò e non potè far a meno di pensare a quanto fosse bella. La fissò per almeno un'ora, poi si disse che lei non sarebbe stata contenta se la mattina dopo gli altri studenti li avessero trovati li a dormire abbracciati, con una bottiglia vuota di whisky per terra. Così si alzò, la prese in braccio senza il minimo sforzo, lei si accoccolò al suo petto, e si diresse verso il dormitorio femminile. La mise a letto, le diede un bacio sulla fronte e si alzò, quando una voce alle sue spalle borbottò «James?»
Era Mary, che aveva sentito dei rumori e si era svegliata.
«Scusa Mary, non volevo svegliarti. Ho solo portato Lily a letto. Abbiamo bevuto un po troppo e lei si è addormentata» sussurrò lui.
«Tu e Lily vi siete ubriacati insieme?» chiese lei sorpresa, svegliandosi di colpo.
«Ehm si... Ma posso assicurarti che non è successo niente tra noi! Abbiamo solo passato del tempo insieme. Non pensavo che sapesse anche divertirsi» ammise James ridacchiando e passandosi una mano tra i capelli.
La ragazza gli sorrise e disse «sai, non è la bisbetica che sembra. Sa anche essere divertente e spiritosa. Prima o poi mostrerà quel lato di se anche a te, vedrai. Ha solo bisogno di tempo.»
«Lo so. Sta già iniziando a mostrarmi qualcosa, e io non voglio forzarla. Se mai lo vorrà, sarà lei a venire da me.»
«Io penso che lo farà James. Lei non se ne è accorta ma qualcosa verso di te è cambiato» sussurrò la ragazza, sinceramente.
«Lo spero tanto Mary, ora vado o sveglieremo le altre. Buona notte» disse James, contento e leggero come un palloncino.
«Buona notte James» gli sorrise dolcemente Mary.

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