Capitolo 93: Mamma e Papà

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Febbraio 1981

«Hai sentito i tuoi genitori oggi?» chiese Lily a James quella sera.
«Ho sentito papà sta mattina, mi ha mandato un gufo» rispose James con un sospiro togliendosi la maglia.
Erano in camera, Lily era già sdraiata sotto le coperte e aveva posato il libro che stava leggendo mentre aspettava che James tornasse dal lavoro.
Non riusciva mai a prendere sonno finché lui non rientrava.
Harry dormiva profondamente nel suo lettino e fuori la pioggia batteva forte sulle finestre.
«Come sta Euphemia?» gli chiese un po preoccupata.
«Non bene ancora» mormorò James affranto sedendosi sul bordo del letto e dandole le spalle.
Qualche giorno prima, infatti, Fleamont aveva avvertito James e Sirius di non andare a Villa Potter per qualche giorno, perché a quanto pareva Euphemia si era presa una brutta influenza e non volevano contagiare anche i ragazzi, soprattutto non volevano che si ammalasse il piccolo Harry.
Perciò James, nonostante fosse stato molto combattuto tra la preoccupazione per lo stato di salute di sua madre e la sicurezza di suo figlio, alla fine aveva dovuto ammettere che suo padre aveva ragione e che era meglio aspettare che Euphemia stesse meglio prima di andare a trovarla.
Ma lui aveva creduto che si trattasse di una questione di una manciata di giorni, invece era passata una settimana e la madre non era ancora guarita.
Lily sospirò guardando le spalle di James afflosciarsi sotto il peso di tutta la preoccupazione, poi si avvicinò mettendosi in ginocchio dietro di lui e lo abbracciò.
«Andrà tutto bene, James. Tua madre si riprenderà, vedrai» gli sussurrò dandogli un dolce bacio tra i capelli.
«È che sento che c'è qualcosa che non va, Lils. Mi sento come se mi stessero nascondendo qualcosa, e il fatto di non poterli vedere mi preoccupa. Non sono nemmeno riuscito a capire bene cosa hanno detto i guaritori che sono andati a visitarla, perché papà mi ha dato una risposta molto vaga quando gliel'ho chiesto» raccontò James lasciando che il calore di Lily lo rincuorasse un po.
Da quando sua mamma si era ammalata, Fleamont aveva dato solo notizie vaghe e frettolose. Non aveva detto ne a James, ne a Sirius di che cosa si fosse ammalata precisamente Euphemia.
I ragazzi avevano convenuto che non era un comportamento normale il suo, e avevano paura che in realtà fosse qualcosa di molto grave e che i genitori non volessero dir loro la verità per non farli stare male.
Ma quell'attesa e quell'assenza di notizie stava lentamente portando James all'esasperazione.
Se non fosse stato per la sua preoccupazione per Harry, a quel punto sarebbe già andato a casa dei suoi genitori a vedere con i suoi occhi le reali condizioni della madre.
«Probabilmente è solo una polmonite, James. Sai che tua mamma non è più una ragazzina e i tempi di ripresa alla sua età diventano un po più lenti, ma sono sicura che guarirà» continuò a rassicurarlo la ragazza.
«Ma perché allora non me lo ha detto chiaramente quando gliel'ho chiesto?» domandò James voltandosi a guardarla.
Lily avrebbe tanto voluto poter scacciare via la preoccupazione e la sofferenza che leggeva nei suoi occhi, ma sapeva che nulla di quello che avrebbe detto avrebbe potuto farlo. Fino a che James non avesse visto con i suoi occhi sua madre stare bene, non si sarebbe tranquillizzato, lei lo sapeva bene.
Era consapevole che la situazione fosse particolare e che anche il comportamento del padre di James fosse strano. Anche lei pensava che Fleamont non avesse detto in realtà tutta la verità, ma non aveva avuto il coraggio di dirlo a James. Cercava di essere positiva e di tenergli su il morale, ma lui era sempre più abbattuto.
«Io... Non lo so, James. Non so perché non ti ha dato risposte chiare, forse perché anche lui era preoccupato ed essendo impegnato a prendersi cura di tua mamma, nella fretta di rispondere alla tua lettera ha tralasciato un po di dettagli» rispose cercando di essere convincente.
Ma tra loro non esistevano segreti e James sapeva leggere Lily come se fosse un libro aperto e vedeva chiaramente la sua incertezza.
«Non ci credi neanche tu, Lils» borbottò infatti.
Lily sospirò di nuovo, poi gli prese il viso tra le mani e, guardandolo negli occhi, disse «d'accordo, le cose sono strane, hai ragione. Non so cosa sta succedendo e sono preoccupata anche io, ma dobbiamo essere positivi, James! Bisogna pensare che lei si riprenderà, non buttarti giù così.»
«Io ci provo, Lily, ma non è facile. Sono entrambi grandi ormai e so che prima o poi arriverà il momento in cui se ne andranno per sempre... solo che... Non sono ancora pronto» ammise James con un filo di voce e gli occhi lucidi.
«Non sarai mai pronto per lasciarli andare, James» sussurrò Lily accarezzandogli una guancia, poi aggiunse «sono i tuoi genitori e tu li ami tantissimo ed è normale che non sei pronto all'eventualità di perderli. Nessun figlio lo è. Io non lo ero quando ho perso i miei, e tu lo sai.»
James continuò a guardarla negli occhi e vi lesse profondo dolore e sofferenza. Sapeva quanto Lily ancora soffrisse la perdita della sua famiglia e quanto si fosse affezionata ai suoi genitori in quegli anni. Euphemia e Fleamont avevano un ruolo importante ormai nella sua vita.
Nessuno avrebbe potuto sostituire i suoi genitori ovviamente, ma i signori Potter con la loro semplicità, gentilezza e dolcezza erano riusciti a diventare per lei quelle figure genitoriali che le erano state tolte.
Erano più che suoceri ormai, e James lo sapeva bene.
«Non posso prometterti con certezza che lei guarirà, non posso farlo. Ma io voglio credere e sperare con tutta me stessa che tua mamma si riprenderà e tornerà da te presto. È una delle donne più forti che io abbia mai conosciuto e ti ama così tanto che so che sta lottando con le unghie e con i denti per tornare da te» disse Lily decisa.
Vide tornare negli occhi nocciola di James un po di luce e di speranza, e si sentì subito meglio anche lei.
«Hai ragione, Lils. Dobbiamo continuare a sperare» mormorò un po più convinto di prima.
Lei gli fece un piccolo sorriso e lo baciò dolcemente sulle labbra, poi continuando a guardarlo negli occhi disse «qualsiasi cosa accada, io sarò sempre qui al tuo fianco, James. Non ti abbandonerò mai, te lo prometto.»
Anche James le sorrise dolcemente e sussurrò «lo stesso vale per me, amore mio. Ti amo.»
E si baciarono di nuovo.
Quando si staccarono, James si mise il pigiama e si sdraiò accanto a lei.
Appoggiò la testa sul petto di lei e prese a giocare con una ciocca dei suoi capelli, mentre Lily gli accarezzava dolcemente la testa.
Si addormentarono in quel modo, stretti l'uno all'altra, dandosi conforto e speranza a vicenda.

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