Qualche giorno dopo la notte del 31 ottobre, vennero celebrati i funerali di James e Lily Potter.
La chiesetta del villaggio di Godric's Hollow, in una mattina grigia e ventosa, divenne gremita di gente.
Centinaia di persone vennero da ogni dove per rendere omaggio alla famiglia Potter, distrutta da Lord Voldemort.
Fu una cerimonia molto commovente, a cui presero parte tante persone che avevano conosciuto James e Lily, e anche gente che non li aveva mai nemmeno incontrati ma che voleva comunque dar loro l'ultimo saluto.
Vennero dette tante cose, fatti tanti discorsi. In molti vollero ricordare momenti vissuti con James e Lily, soprattutto vecchi compagni di scuola.
La squadra di Quidditch di Grifondoro con cui James aveva vinto la Coppa al suo ultimo anno ad Hogwarts, volle dare l'ultimo saluto al loro Capitano coprendo la bara con uno stendardo rosso e oro di Grifondoro.
Alcuni compagni di scuola che erano stati Prefetti insieme a Lily, tennero dei discorsi per ricordare di quanto buona, gentile e altruista fosse stata e di quanto tenesse al suo ruolo prima di Prefetto e poi di Caposcuola.
Alice tentò di fare un discorso e di raccontare della splendida amicizia che da anni la legava a Lily, del bel rapporto che aveva costruito con James negli ultimi anni, ma per lei fu davvero difficile smettere di singhiozzare e tutto quello che riuscì a dire fu qualche frase dolorosamente sconnessa e Frank fu costretto ad avvicinarsi e ad accompagnarla di nuovo seduta.
Emmeline, piangendo silenziosamente, con la schiena rigida e le mani strette a pugno, riuscì a tenere un breve discorso su quanto si ritenesse fortunata ad aver potuto conoscere degli amici speciali come James e Lily, e di quanto volesse bene loro.
Remus non riuscì a dire nulla.
Troppo sopraffatto dal dolore, se ne rimase seduto in silenzio con lo sguardo basso e fisso nel vuoto.
Anche alcuni professori di Hogwarts vollero dire alcune parole per ricordare i ragazzi: la professoressa McGranitt, che sembrava terribilmente raffreddata e aveva gli occhi lucidi, raccontò di quanto James l'avesse fatta penare nei sette anni in cui frequentò la scuola, ma anche di quanto fosse stato un ragazzo brillante, intelligente e dannatamente bravo in Trasfigurazione; il professor Lumacorno piagnucolò di quanto geniale fosse Lily con le pozioni e di come fosse stata una delle sue alunne preferite.
Fu una delle giornate più tristi e cupe che tutti ricordarono.
E nonostante la gioia per la fine della guerra, nessuno riusciva a non pensare che un'altra famiglia era stata distrutta e un'altro bambino sarebbe cresciuto senza i genitori.
Nonostante finalmente si potesse tornare a vivere una vita normale, il pensiero che la vita di due giovani ragazzi di appena vent'anni fosse stata il prezzo da pagare faceva male.
Per giorni e giorni non si fece altro che parlare e fare congetture su quanto era avvenuto la notte di Halloween. Nessuno ovviamente sapeva la verità, ma si continuava comunque a cercare di dare un senso a tutto ciò che era accaduto.
Come aveva fatto un bambino di appena un anno a sopravvivere all'Anatema che Uccide?
Come era possibile che il più grande Mago Oscuro di quel tempo fosse stato sconfitto da un neonato?
Vennero fatte teorie su teorie, ma nessuno, a parte Silente, sapeva la verità.
Con la caduta di Voldemort, molti dei suoi sostenitori vennero catturati.
Senza più una guida, tanti Mangiamorte commisero errori che li portarono all'arresto; molti sembravano essersi svegliati da un lungo sonno, una volta che la maledizione Imperius che li affligeva era stata sciolta. In tanti fecero finta di essere stati costretti e riuscirono a cavarsela e a tenersi fuori da Azkaban grazie a questo.
Sembrava che finalmente gli Auror fossero in vantaggio con tutti gli arresti che ci furono in quei giorni.
I processi al Ministero della Magia vennero tenuti a tutte le ore.
Ma, se alcuni Mangiamorte si erano arresi all'idea che il loro Signore fosse ormai morto, c'erano anche altri che erano convinti che Voldemort non era stato distrutto a Godric's Hollow.
Alcuni credevano che fosse stato sconfitto e che si fosse nascosto, e che quindi una volta ritrovato sarebbe di nuovo salito al potere.
Fu per questo che alcuni divennero ancora più feroci e spietati, decisi a fare di tutto per ritrovare il loro Signore e riportarlo al comando.
Tra di loro, c'era Bellatrix Lestrenge.
Bellatrix, insieme ad un gruppetto di altri Mangiamorte tra cui suo marito Rodolphus, si rifiutò di seguire le orme di altri suoi compagni, come Lucius Malfoy, e di arrendersi.
Erano pienamente convinti di poter trovare Voldemort e ristabilire il suo regno di terrore.
Circa un paio di settimane dopo la sconfitta del Signore Oscuro, il gruppo di Mangiamorte rapì Frank Paciock mentre tornava a casa dal lavoro.
Gli tennero un agguato in un vicolo isolato di Londra, poco distante dal Ministero, dove Frank si era recato per smaterializzarsi a casa.
Il ragazzo, del tutto preso alla sprovvista, venne sopraffatto nel giro di poco tempo.
Gli misero un cappuccio nero in testa e lo portarono via.
Quando alla fine glielo tolsero e lui potè guardarsi intorno, Frank si rese conto di essere in un magazzino abbandonato.
«Che cosa volete?!» ringhiò guardando le quattro figure incappucciate davanti a lui.
Lo avevano fatto inginocchiare a terra e i quattro Mangiamorte lo circondavano come un branco di lupi con una preda.
Sapeva di non avere alcuna possibilità di fuga.
«Ecco un altro valoroso, giovane Grifondoro»mormorò la voce di una donna davanti a lui e Frank la riconobbe.
«Bellatrix!» sibilò furioso.
«In persona, carino» disse lei togliendosi il cappuccio e rivelando la sua massa di capelli scuri e il suo ghigno sadico.
«Lasciami andare subìto!» esclamò Frank balzando in piedi, ma ebbe appena il tempo di fare un passo avanti prima che un pugno allo stomaco lo facesse piegare in due dal dolore.
«Direi che non sei nella posizione per dare ordini, non credi?» lo sbeffeggiò il Mangiamorte che lo aveva colpito.
«L-Lestrenge» tossì Frank senza fiato.
«Sono io, traditore del tuo sangue» disse il ragazzo togliendosi il cappuccio.
«Che cosa volete da me?» domandò Frank guardandoli dal basso.
«È semplice, Paciock» mormorò Bellatrix con una finta voce dolce avvicinandosi.
«Noi vogliamo solo sapere dove si trova il Signore Oscuro. Sei uno di quegli idioti dell'Ordine della Fenice e sei anche un Auror, devi sapere per forza dove si trova. Se tu me lo dici, io ti prometto che tornerai a casa dalla tua mogliettina e da tuo figlio, altrimenti... bè non sarò altrettanto gentile.»
Gli si era avvicinata talmente tanto che, nonostante avesse sussurrato, Frank aveva sentito ogni singola frase.
Ovviamente il suo primo pensiero andò ad Alice e a Neville.
Sapeva che erano al sicuro a casa e che non avrebbero mai potuto far loro del male. Ma nessuno gli assicurava che una volta rivelate le informazioni che conosceva, Bellatrix lo avrebbe fatto tornare a casa sano e salvo. Anzi, dal sorriso malvagio che aveva stampato in viso, Frank capì che probabilmente non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia.
«Non ho idea di dove si nasconda il tuo Signore» sbottò il ragazzo guardandola negli occhi.
Lei lo scrutò per un lungo attimo, poi il sorriso le scivolò via dalle labbra e quando parlò la sua voce sembrava fosse quella di un'altra persona.
«Forse non ti è chiaro in che situazione sei finito, piccolo sporco traditore! Dimmi tutto quello che sai sulla posizione dell'Oscuro Signore oppure ti torturerò fino a che non mi implorerai di ucciderti!»
«Allora ti risparmio la fatica: uccidimi subito perché non ti dirò nulla» sibilò Frank invocando tutto il suo coraggio e il suo sangue freddo.
Sapeva di essere spacciato, ma non avrebbe mai rivelato quello che gli Auror avevano scoperto sul presunto nascondiglio di Voldemort.
Preferiva morire, piuttosto che aiutare i Mangiamorte a far tornare Voldemort.
Bellatrix strinse gli occhi minacciosamente, poi si rialzò e fece un paio di passi indietro.
«Bene allora. Se è così che la pensi» mormorò alzando la bacchetta e poi esclamò «Crucio!»
Un lampo di luce partì dalla punta della bacchetta e colpì Frank dritto al petto, che cadde a terra e strinse i denti per non urlare.
Non seppe dire quanto durò la maledizione, il dolore lancinante e perforante che aveva provato in ogni centimetro del corpo era stato così intenso da non fargli capire più nulla.
Seppe solo che ad un certo punto finì.
Ma la tregua durò davvero molto poco. Nemmeno il tempo di alzare lo sguardo che la voce di Rodolphus Lestrenge che gridava «Crucio!» e una nuova ondata di dolore lo fecero piegare nuovamente su se stesso.
Ci vollero tre maledizioni una dietro l'altra, prima che Frank iniziasse a gridare con quanto fiato aveva in corpo.
Gridò e artigliò il pavimento sporco con le unghie per un tempo che a lui sembrò infinito.
«Dimmi dove si trova il Signore Oscuro!»urlava Bellatrix continuamente, ma Frank non disse nulla.
Alla fine, dopo ore e ore di torture, quando orami Frank stava per perdere il senno, Bellatrix si inginocchiò davanti a lui e mormorò «ti do un'ultima possibilità: dimmi quello che voglio sapere oppure andrò a prendere la cara, dolce Alice, la porterò qui e le farò esattamente le stesse cose che ho fatto a te.»
Frank, ormai allo stremo delle forze e con la mente annebbiata, riuscò solo a sussurrare «A-Alice... n-no...»
La donna gli scoccò un altro lungo sguardo e poi sibilò «portatemela.»
E i tre Mangiamorte si smaterializzarono.
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Il Legame Che Ci Unisce
FanfictionMi sono immaginata molte volte come potesse essere la storia prima di Harry Potter, la storia dei suoi genitori, di come si sono conosciuti e innamorati. Ma anche la storia e le avventure dei Malandrini. E così mi trovo qui, a mettere nero su bianco...