Capitolo 43: Missione: un compleanno indimenticabile per Lily Evans

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Mentre Lily e James salivano in guferia per spedire una lettera di ringraziamento ai signori Potter, i loro amici finivano di mettere a punto tutti i dettagli per quella che avevano deciso di rendere una giornata indimenticabile.
Avevano deciso di fare una festa a sorpresa in Sala Comune quella sera.
Così James aveva il compito di tenerla il più lontano possibile da lì mentre loro avevano chiamato a raccolta tutti i Grifondoro per far sì che tutti dessero una mano e soprattutto che nessuno dicesse niente alla festeggiata.
Così dopo colazione tutti dovevano tornare in Sala Comune per le disposizioni.
Alice era stata piuttosto convincente, tanto che alcuni primini erano rimasti terrorizzati da lei.
Quando si furono ritrovati tutti, la ragazza cominciò «allora gente, la nostra missione di oggi è questa: organizzare un compleanno indimenticabile per Lily Evans.
Perciò voglio la collaborazione di tutti voi. Nessuno dovrà spifferare niente a nessuno, tanto meno a Lily, oppure verrà severamente punito. Perché io scoprirò chi è stato, eccome se lo scoprirò» aggiunse in tono minaccioso e tutti si guardarono terrorizzati.
«Alice, nessuno verrà punito. Ragazzi, Alice ha esagerato un po. Il succo del discorso però è quello: non dite niente a nessuno così che la notizia non giri troppo per il castello» spiegò Remus ragionevole.
«Oh parla per te Lupin! Io li punisco eccome!» esclamò lei con le braccia strette al petto e l'aria feroce.
«Ehm bene, continuiamo. Come diceva Alice, abbiamo intenzione di organizzare una festa a sorpresa qui. Quindi abbiamo bisogno dell'aiuto dei ragazzi più grandi per allestire la sala. C'è qualcuno che vuole occuparsi della musica?» chiese Frank.
«Posso farlo io. Ho un sacco di dischi babbani fantastici» propose Jack Carter, il cacciatore della squadra di Quidditch che faceva il sesto anno.
«Si e io porto lo stereo» disse Sirius battendo il cinque al compagno.
«Perfetto. Chi si offre di aiutare le ragazze con le decorazioni invece?» continuò Frank.
«Possiamo farlo noi, ci piace un sacco decorare e conosciamo un sacco di trucchetti» esclamò una ragazza bionda riccia indicando lei e le sue due amiche, tutte del quinto anno.
«Fantastico July! Ho sempre desiderato vedervi in azione» esclamò Alice eccitata. La ragazza sapeva bene che quel terzetto del quinto anno aveva un talento particolare per le decorazioni. Infatti ad ogni partita dei Grifondoro i loro cartelloni erano sempre i più belli.
«D'accordo. Il resto di voi che vuole fermarsi nel pomeriggio per dare una mano è ben accetto. Per gli altri: mi raccomando, acqua in bocca» disse Frank sorridendo a tutti.
A quel punto tutti si alzarono e alcuni se ne andarono. Il gruppo del settimo anno e quelli che si erano proposti per aiutare si riunirono e si divisero i compiti. Le ragazze avrebbero addobbato la stanza, Frank e Peter sarebbero scesi nelle cucine a prendere la roba da mangiare e da bere insieme ad un paio di ragazzi del sesto anno amici di Carter.
Sirius stava discutendo con Carter della musica, dopo di che sarebbe andato ad Hogsmede con Remus a procurarsi altre bevande, visto che non potevano rubarle tutte agli elfi.
Avevano deciso insieme agli altri Grifondoro che avrebbero messo un galeone a testa in modo da prendere tutto quello che serviva.
Avevano tutti accettato subito di contribuire così da organizzare una festa magnifica.
«Qualcuno dovrà occuparsi degli incantesimi insonorizzanti da mettere nella Sala in modo che i professori non ci scoprano» stava dicendo Mary.
«Possiamo farlo io e Emmeline» disse Marlene e l'amica annuì.
«Ok va bene, io mi occuperò delle foto invece. Voglio farne un sacco!» esclamò Mary, che era un'appassionata di fotografia e che portava sempre nel suo baule la macchina fotografica che le avevano regalato i genitori.
All'ora di pranzo ognuno aveva un compito da svolgere quel pomeriggio ed erano tutti molto esaltati.

Nel frattempo James e Lily, dopo essere scesi dalla guferia, avevano fatto una passeggiata intorno al lago, ancora ghiacciato.
Era una giornata limpida e frizzante, ma il bel sole che splendeva nel cielo permetteva ai ragazzi di stare all'aperto senza congelarsi.
«Hai fame?» le chiese James dopo un po.
«Si abbastanza. Torniamo dentro?» disse Lily.
«Oh si, ma non in Sala Grande» sorrise James guardandola.
La prese per mano e la condusse nelle cucine. Quando arrivarono gli elfi li accolsero calorosamente e James disse «ehi Poppy! Come stai? È da un sacco che non ci vediamo!»
L'elfa fece un inchino così profondo che il naso sfiorò il pavimento e le lunghe orecchie a punta sbatacchiarono, poi esclamò «padroncino James! Che bello rivederla qui, signore! E ha portato anche una signorina sta volta.»
«Si Poppy, lei è Lily» spiegò il ragazzo.
«Piacere Poppy» disse Lily porgendole la mano e all'elfa si riempirono gli occhi di lacrime mentre esclamava «oh com'è gentile la signorina! Poppy sapeva che era molto bella perché il signorino James lo dice sempre a Poppy, ma Poppy non sapeva che era anche così gentile!»
Lily guardò James incuriosita e lui rispose «Poppy non è abituata ad essere trattata da pari a pari. Nessuno di loro lo è. Silente li tratta molto bene ovviamente ma è nella loro natura servire i maghi e di solito nessuno si rivolge a loro così. Allora Poppy, è pronto il nostro cestino?»
«Oh si padroncino, si!» disse l'elfa entusiasta e corse a prendere un cestino da pic nic che passò a James.
Loro li salutarono e li ringraziarono e uscirono dalle cucine.
«Dove andiamo signor Potter?» chiese Lily curiosa.
«Lo vedrà signorina Evans» rispose lui sorridendo.
La guidò su per alcune rampe di scale e corridoi fino a che non arrivarono alla porta che conduceva alla terrazza dove si erano baciati tempo prima.
Salirono le scale e quando arrivarono a Lily si mozzò il fiato come ogni volta che metteva piede lassù.
Amava da morire quel posto.
James aveva preparato il dondolo con coperte e cuscini, le prese la mano e la condusse al centro della terrazza dove sbatteva il sole.
Aprì il cestino e tirò fuori una coperta che mise per terra e poi disse «prego madame, si sieda» facendo ridere Lily.
«James, è tutto così bello...» stava dicendo la ragazza mentre lui tirava fuori dal cestino tutti i piatti preferiti di lei.
«Ma questi sono tutti i miei piatti preferiti! Come facevi a saperlo?» gli chiese stupita.
«Sono anni che lo so, Lily» rispose lui sorridendo.
«Davvero?» mormorò meravigliata.
«Certo, ma non solo questo: so che quando ti arrabbi tra le sopracciglia ti appare una piccola rughetta; so che quando sei felice il tuo volto cerca di non mostrarlo ma i tuoi occhi si accendono di una luce diversa e diventano ancora più verdi; so che quando ti concentri nello studio una mano cerca sempre una ciocca di capelli da torturare; so che quando prepari le pozioni sei nel tuo mondo, e nessuno può farti uscire; so che il latte e caffè con i muffin al cioccolato sono la tua colazione preferita e ne mangi sempre almeno due; so che sei altruista e gentile, ma se una persona ti delude è finita, non torni indietro; e so che soffri ogni giorno, ogni minuto, da quando i tuoi non ci sono più e che da allora un po di luce nei tuoi occhi si è spenta.»
Lily era senza parole. Lo gurdava a occhi sgranati e con la bocca un po aperta. Dopo qualche secondo riuscì finalmente a recuperare l'uso della parola e disse «non immaginavo quanto mi avessi osservato in questi anni. È davvero incredibile che sai tutte queste cose di me.»
«Mi è sempre piaciuto un sacco osservarti, sarei potuto starci per ore. E fino a che non ho ammesso a me stesso e a i miei amici di essere innamorato di te, Sirius mi prendeva sempre in giro quando mi beccava imbambolato a guardarti» spiegò lui grattandosi la nuca imbarazzato e lei rise di nuovo. Si avvicinò e prese il suo viso tra le mani e disse «grazie James, grazie per non esserti arreso con me. Grazie per avermi aspettato. E grazie per essere così come sei.»
E lo baciò con passione.
Quando si separarono e si sorrisero dolcemente, erano entrambi felici come non mai. Poi James prese un pacchetto e glielo porse. Quando lei lo aprì vide che conteneva un bellissimo orologio con il quadrante blu notte tempestato di stelle argentate e il cinturino di pelle blu.
«Tra i maghi, ai diciassette anni è solito regalare un orologio, tu non l'hai ricevuto l'anno scorso perché immagino che i tuoi non conoscessero questa tradizione, perciò ho pensato di regalartelo io quest'anno. Questo mi piaceva molto perché è molto delicato. Spero che ti piaccia» disse lui.
«James è meraviglioso!» mormorò lei emozionata guardandolo ancora e poi se lo allacciò al polso.
«Grazie, grazie, grazie!» esclamò e poi lo stritolò in un abbraccio. A Lily si strinse un po il cuore al pensiero dei genitori, ma decise di concentrare tutta la sua attenzione al meraviglioso ragazzo che aveva davanti, che si impegnava ogni giorno per far si che lei fosse felice.
Passarono gran parte del pomeriggio in quel modo, mangiando, chiacchierando e baciandosi.
Solo quando il sole lasciò la terrazza furono costretti a rientrare per non morire di freddo.
«Qual'è il prossimo passo?» chiese lei una volta arrivati in corridoio.
«Ti va un bagno?» propose James sorridendo.
«Un bagno? Come, un bagno?» domandò Lily, confusa.
Alzò il viso su di lui e vide che indicava una porta sulla destra. Capì subito di cosa si trattava: il bagno dei prefetti.
«Oh, ho sempre voluto farci un bagno ma ho sempre avuto paura che potesse entrare qualcuno» ammise lei.
«Lily, questo bagno è come la Stanza delle Necessità, quando c'è qualcuno dentro la porta non si apre» disse lui ridendo alla sua espressione stupita.
«Cavolo sai più cose tu di questo castello che Silente» esclamò la ragazza e lo seguì oltre la porta. Era un bagno enorme: la vasca era grande quasi quanto una piscina ed era piena di rubinetti.
James ne aprì alcuni e disse a Lily di scegliere lei quali preferiva, visto che da ognuno venivano fuori bollicine di colori diversi. Lei si divertì a sceglierne alcuni e qualche attimo dopo la vasca era piena.
James si tolse i vestiti e si tuffò, riemergendo pieno di schiuma.
«Dai vieni! È fantastico Lily!» la esortò sorridendo. Lei si svestì ed entrò.
L'acqua era davvero fantastica, calda al punto giusto.
Si avvicinò a James e lo schizzò.
A quel punto iniziarono a farsi i dispetti e a ridere come matti.
Dopo un po, senza fiato, si apoggiarono al bordo, cullati dall'acqua.
«Sei così bella» mormorò James abbracciandola. E si baciarono di nuovo, approfondendo sempre di più quel bacio.
E mentre la sera si avvicinava e Lily e James passavano un bel pomeriggio romantico, nella Sala Comune di Grifondoro tutti si stavano dando da fare. Le ragazze avevano preparato delle splendide decorazioni rosso e oro e un bellissimo striscione con scritto tanti auguri Lily!
I ragazzi avevano già procurato il cibo e le bevande e le avevano sistemate sul tavolo. Sirius e Carter stavano provando lo stereo con i dischi.
Per l'ora di cena era tutto pronto.
Scesero tutti insieme e sul portone incontrarono Lily e James intenti ad entrare.
«Lily!» la chiamò Marlene.
Loro si fermarono per aspettarli e poi andarono a cena tutti insieme.
Cenarono mentre parlavano e scherzavano e quando anche i dolci furono spariti dai piatti tutti si alzarono.
«Bene Evans, mi dispiace privarla della stupenda compagnia del qui presente signor Potter, ma per il momento dovrà accontentarsi di me» le disse Sirius.
«Ah si? E tu dove vai?» chiese Lily a James.
«Top secret, Evans» rispose Sirius con un sorriso misterioso.
«Senti Lily, devo lasciarti un attimo in compagnia di questo cane pulcioso perché devo fare una cosa, ma ti prometto che ti vengo a salvare appena possibile» disse James.
«Ehi! Non sono mica un delinquente che devi salvarla! Evans starà benissimo con me! Vero rossa?» fece Sirius indignato e Lily scoppiò a ridere.
«Tranquillo James, so tenerlo a bada» disse lei facendogli l'occhiolino.
James le sorrise e poi insieme a tutti gli altri si avviò fuori dalla Sala Grande, così lei e Sirius rimasero soli.
«Allora... state facendo le cose in grande, Black?» chiese lei sospettosa.
«Bocca cucita Evans, mi spiace. Alice mi ha minacciato» disse lui facendo finta di chiudersi la bocca a chiave.
Lily ridacchiò e alzò gli occhi al cielo.
Rimasero ancora un po in Sala Grande a chiacchierare, poi si alzarono e lentamente iniziarono a salire le scale.
Quando ebbero fatto solo un piano, una voce li fece bloccare.
«Lily!»
Lei sapeva chi la stava chiamando, e per un attimo desiderò essersi sbagliata, ma sapeva che non era così. Era Severus.
Si girò lentamente e sentì Sirius irrigidirsi accanto a lei.
«Che vuoi Mocciosus?» sbottò Sirius con voce fredda.
«Non sto parlando con te, Black. Lily posso parlarti da sola?» le chiese Piton.
«Non se ne parla neanche!» ringhiò Sirius. Lei continuò a squadrarlo torva, poi disse «hai due minuti, Piton. Sirius lasciaci un momento per favore.»
Lui la guardò negli occhi per un attimo, per nulla entusiasta di lasciarla solo, ma poi sospirò e disse «sono qui vicino se ti servisse. Ti basta un urlo e sono qui.»
«Grazie» sussurrò lei e lo guardò fino a che non svoltò l'angolo.
«Allora, che vuoi?»
Lily parlò con voce fredda e distaccata, e Piton per un attimo rimase spiazzato, ma poi si schiarì la voce e mormorò «volevo solo augurarti buon compleanno.»
«Bene, grazie. Addio» disse lei e fece per andarsene ma lui le afferrò un polso ed esclamò  «aspetta! Io... io... mi manchi...»
Lei si girò lentamente, e con il disgusto stampato in faccia disse «ah ti manco eh? E ti manco sempre o solo quando ti ricordi che esisto? Ti manco anche quando fai il tuo dovere di bravo Mangiamorte? Ti manco anche quando aggredisci le mie amiche?»
«Io... Non sono stato io! Lily, ti prego!» fece lui disperato.
Ma per lei ormai non era più niente. Non riusciva più a vederlo come un amico, provava solo disgusto, e le sue parole la facevano solo infuriare.
«Non chiamarmi Lily! Solo i miei amici possono!» sbottò lei strattonando il suo braccio ancora stretto nella sua mano.
«Solo i tuoi amici e Potter. Il tuo Potter» ribatté lui disgustato.
«Si esatto. Il mio Potter. E ora lasciami, mi starà aspettando» disse lei, scontrosa, cercando di nuovo di liberare il polso dalla sua stretta.
«Aspetta! Tu non capisci! Lily tu devi ascoltarmi, io...»
Avrebbe voluto dirle tante cose ma il modo in cui lo guardava lo terrorizzava. Capiva che lei era andata avanti e lui non voleva accettarlo, per questo la strinse ancora di più tanto che le unghie si conficcarono nella sua pelle.
«Io devo ascoltarti? Non ho più intenzione di perdere tempo con te! Lasciami ho detto! Mi stai facendo male!» esclamò ad alta voce lei.
Ma Severus sapeva che se l'avesse lasciata andare lei se ne sarebbe andata di nuovo, e lui non voleva. Per questo continuò a stringerla nonostante lei si divincolasse.
In un attimo due mani apparvero alle spalle di Piton, lo presero e lo scaraventarono a terra.
«Sta lontano da lei, Mocciosus» ringhiò Sirius minaccioso.
Lui lo guardò in cagnesco e disse «fatti gli affari tuoi, Black!»
«Sono fatti miei, Mocciosus! Lily è mia amica, al contrario tuo, e se ti rivedo anche solo avvicinarti a lei sei finito. E prega solo Dio che non arrivi James prima di me, perché altrimenti te la vedresti davvero brutta» disse Sirius.
L'aria era talmente tesa che si poteva tagliare con il coltello: Sirius era davanti a Lily e scrutava Piton come se volesse fulminarlo, e Piton guardava lui allo stesso modo.
«Non mi fai paura, Black» sibilò Piton fronteggiandolo.
«Dovresti averne invece. Te lo ripeto per l'ultima volta: stai lontano da lei. O la pagherai cara.»
Piton li scrutò torvo ancora un attimo: vederli insieme, vicini come due amici, come lo erano stati loro fino a poco tempo prima, gli mandava il sangue al cervello e non riusciva più a controllare le sue parole, tanto che spostò lo sguardo su Lily e commentò «come sei caduta in basso Lily, amica di Black...»
«È un amico migliore lui di te, credimi. Guardalo... ha preso le mie difese senza pensarci un attimo. Tu lo hai mai fatto? Hai forse detto al tuo amico Lestrenge di fermarsi, sul treno? No, e sai perché? Perché oltre ad essere un codardo non sai nemmeno che cos'è l'amicizia! Saresti rimasto a guardare mentre lui... lo sai! E mi fai schifo!» esclamò lei furiosa dandogli uno spintone.
«Io... non è vero!» balbettò lui perdendo quel poco di colore che aveva sul volto, punto sul vivo. Ed ecco di nuovo la rabbia impadronirsi di lui, che senza riuscire a fermarsi sbottò «e comunque te la sei cercata! Quella notte te la sei cercata! Andare in giro per il castello mezza nuda! Tornavi da una serata con Potter? O magari eri con Black? Non avrei mai creduto che saresti diventata così squallida!»
A quel punto Sirius fu accecato dalla rabbia: ricordava bene la scena che si era ritrovato davanti quella notte, la paura e il terrore sul viso di Lily e il pensiero di quello che doveva aver passato. Per questo non riuscì più a controllare la rabbia, e diede un pugno in faccia a Piton.
«Tieni quella brutta fogna che ti ritrovi ben chiusa, Mocciosus! Non te l'ho mai fatta pagare per quello che hai cercato di fare a James e per quello che hai fatto a Lily ma posso sempre rifarmi ora!» gridò infuriato.
Mentre Piton cercava di alzarsi, una mano chiusa dell'occhio destro, Lily strinse il braccio di Sirius e disse «Sirius... Non ne vale la pena, lascia stare.»
I due si scrutarono un attimo ancora e poi Sirius ringhiò «stai lontano da lei!»
Prese Lily per mano e si allontanarono.
Una volta fatti un paio di corridoi Sirius si voltò a guardarla e le chiese «stai bene? Ti ha fatto male?»
«No tranquillo, tutto ok. Grazie» rispose Lily ancora turbata.
Lui le diede un buffetto sulla guancia, le sorrise e disse «mi dispiace Lily, non volevo perdere la calma davanti a te, ma il pensiero di tutto quello che ti ha fatto... che ha fatto a James... mi manda in bestia, credimi!»
«Lo so Sirius, tranquillo. Non devi giustificarti. Se lo meritava. È finito il tempo in cui lo difendevo. Ormai non merita più niente da me» mormorò lei.
Ormai nelle parole di Lily non c'era più tristezza o malinconia. Ormai Severus per lei non era niente se non un Mangiamorte.
«Sappi che ci sarò sempre per te. Se vorrai piangere, urlare o anche picchiare Piton, puoi contare su di me» disse Sirius, e si sorrisero.
«Non avrei mai pensato di dirlo, ma grazie Sirius. E le stesse cose valgono per me. Ti considero uno di famiglia ormai» disse lei.
Ripresero a camminare e una volta davanti la Signora Grassa, Lily lo fermò e disse «Sirius, senti non dire niente a James per favore. Glielo dirò io domani. Non voglio rovinargli la serata.»
«D'accordo Lily» annuì lui.
Ed entrarono.

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