Quella mattina il cielo di Londra era ancora più nero e cupo del solito. Erano giorni che una pioggia fitta e incessante cadeva su quasi tutta l'Inghilterra, come se anche il tempo rispecchiasse l'umore e lo stato d'animo in cui tutto il mondo magico viveva in quel periodo.
Furono davvero giorni orribili.
Nessuno aveva idea di che fine avesse fatto il povero Benji, e tutti erano convinti che ormai fosse già morto.
Mentre molti Auror si erano dati già per vinti, alcuni di loro continuavano a cercare e seguire anche la più piccola pista o indizio, incapaci di credere all'idea che un loro collega potesse essere morto e che loro non lo avrebbero trovato.
Nonostante Benji era assegnato alla squadra di Auror di Scrimgeur, i suoi compagni dell'Ordine, ovvero i membri della squadra di Moody, non si erano ancora arresi e stavano dando tutto loro stessi per trovarlo.
Ormai erano giorni che Lily, James, Sirius, Alice, Frank, Dorcas e i fratelli Prewett praticamente vivevano al Ministero. Lavoravano senza sosta per riuscire a riportare a casa Benji e non avevano intenzione di arrendersi.
Quella mattina erano tutti riuniti nella stanza che avevano adibito a sala ricerche e stavano di nuovo facendo il punto della situazione.
Erano tutti così nervosi e tesi che bastava un niente per farli scattare e discutere tra loro.
«Allora, ricapitoliamo: abbiamo setacciato i punti di ritrovo di alcuni Mangiamorte, per lo meno quelli di cui eravamo a conoscenza; abbiamo sorvegliato le abitazioni di quelli di cui conosciamo l'identità; abbiamo interrogato quelli catturati durante l'attacco e abbiamo parlato con tutti gli informatori che avevamo. A che conclusione siamo giunti?» ringhiò Moody facendo avanti e indietro nella stanza.
«Sappiamo che Benji non è in nessuna delle case dei Mangiamorte che conosciamo» iniziò Lily, che da brava studentessa modello non aveva ancora perso l'abitudine di rispondere ad ogni domanda che le veniva fatta, e poi continuò «inoltre quelli che abbiamo catturato sono tutti pesci piccoli, non hanno nemmeno il marchio.»
«Esatto, però sappiamo che la missione di riuscire a recuperare delle informazioni su di noi da Benji è affidata a Malfoy e Bellatrix, perchè Peter ha sentito dire da un tizio che sta cercando di entrare nelle grazie di Voldemort che quei due avevano avuto questo onore e che se fossero riusciti nell'impresa sarebbero diventati i più importanti tra i ranghi del Signore Oscuro» continuò Dorcas.
«Ovviamente il tizio non aveva idea di dove fosse Benji, conta troppo poco per avere un' informazione del genere» commentò Sirius tetro.
«Già, e né Bellatrix, nè Malfoy e nemmeno Lestrenge, sono stati più visti in giro dal giorno dell'attacco. Nonostante le loro case siano sotto sorveglianza, non li abbiamo mai visti. Probabilmente si spostano tramite metropolvere e smaterializzazione e visto che non possiamo perdere il vantaggio di avere degli informatori, non possiamo interrogare le loro famiglie e le persone a loro piu vicine e nemmeno accusarli di qualcosa senza uno straccio di prova» disse Lily sospirando.
Moody continuava a misurare la stanza a grandi passi e a borbottare tra sé e sé. Il rapimento di quel ragazzo lo aveva scosso più di quanto desse a vedere.
«Continuo a pensare che forse una visitina a Narcissa Malfoy dovremmo farla» disse James.
«James, ne abbiamo già parlato: non possiamo farlo. Rischiamo di perdere quei pochi informatori che abbiamo e comunque non servirebbe a nulla. Non otterresti niente dalla moglie di uno dei Mangiamorte coinvolti» ribattè Dorcas esasperata.
Erano giorni che James continuava a sollevare l'argomento, ricevendo sempre e solo la stessa risposta.
Ma per lui stava diventando quasi un'ossessione quella di riuscire a prendere Malfoy. Voleva fargliela pagare per come aveva ridotto Lily il giorno dell' attacco.
«Lo so, ma non abbiamo altre piste da seguire e io un tentativo lo farei. Magari potremmo ricavare qualche piccolo indizio da lei» sbottò il ragazzo spazientito.
«James, io la conosco bene Narcissa. È mia cugina e siamo cresciuti insieme e tu non hai idea di chi sia. Sembra una bambolina indifesa e ingenua che vive nella sua bolla di perfezione, ma credimi non è così. Quella è solo la facciata che si è costruita.
In realtà lei è una donna molto intelligente e calcolatrice. Pianifica e riflette su ogni minima cosa e su ogni mossa da fare per riuscire a ricavare il guadagno maggiore in ogni situazione. Non è come Bellatrix, che è più impulsiva e irrazionale, e anche più instabile mentalmente. Non riusciresti a prenderla in contro piede o a sorprenderla, credimi. E poi è stata cresciuta da una famiglia che le ha insegnato ad essere una moglie fedele e impeccabile in ogni situazione e non tradirebbe mai suo marito o si lascerebbe sfuggire qualcosa di compromettente mettendo a repentaglio la sua reputazione» gli spiegò Sirius sporgendosi un po verso di lui e guardandolo negli occhi.
«Già, Sirius ha ragione. Riusciremmo solo a far capire loro che abbiamo degli informatori e ci metterebbero pochissimo ad individuarli e ucciderli. E non possiamo perderli» disse Alice.
James sbuffò e poi iniziò «si, lo so, ma-» «niente ma, James! Tu vuoi solo catturare Malfoy per fargliela pagare per aver fatto del male a Lily!» esclamò Dorcas infervorandosi.
«Che cosa?! No, non è vero! Voglio trovare Benji prima che sia troppo tardi e se nel farlo riesco a catturare Malfoy, tanto meglio! Ma non osare insinuare che pensi solo a me stesso o alla mia vendetta personale, perchè non è così!» gridò James infuriato balzando in piedi.
Anche Dorcas si alzò e sbottò «e allora smettila di pensare a quell'idiota e concentrati su quello che abbiamo e che dobbiamo fare!»
«Lo sto già facendo, Dorcas, se non l'hai notato! Ma, guarda un po, non abbiamo nulla da fare perchè non abbiamo un cazzo! Non abbiamo nemmeno un cazzo di indizio su dove trovare Benji!» esclamò James alzando di nuovo la voce.
«Non è vero che non abbiamo niente! E comunque dobbiamo fare del nostro meglio in ogni caso» ribattè lei, anche se sapeva che James aveva ragione: non erano più vicini al ritrovamento di Benji di quanto lo erano cinque giorni prima.
«È quello che sto facendo, ma se non troviamo delle piste nuove o qualche altra informazione al più presto, non lo ritroveremo mai!» sbottò lui.
«James, tu hai ragione, ma pensaci bene: parlando con la moglie di Malfoy metteremmo a rischio anche la vita di Peter che si è offerto volontario per cercare di spiare e tenere d'occhio la situazione. E tu non vuoi mettere a rischio la vita di uno dei tuoi migliori amici, no?» disse Lily alzandosi e poggiando una mano sulla sua spalla per calmarlo.
Lui si voltò a guardarla negli occhi e piano piano la collera svanì. Lei aveva ragione, e lui lo sapeva.
Non si sarebbe mai perdonato se per colpa sua Peter fosse morto.
Peter, il suo più goffo e meno coraggioso amico, che si era offerto volontario per cercare infomazioni in giro. Ovviamente solo i Malandrini, Lily e Marlene sapevano che Peter riusciva nel suo compito perchè si trasformava in un topo e che quindi poteva intrufolarsi in tutti quei luoghi in cui sospettavano che potessero ricavare qualche indizio o informazione. Si era offerto voltario per tenersi lontano dall'azione vera e propria. Sapeva di non essere bravo nei combattimenti e quindi preferiva stare nell'ombra e svolgere un compito del genere piuttosto che fare le ronde e rischiare di morire una notte si e l'altra pure.
Sapeva che era un lavoro pericoloso, ma se proprio doveva far qualcosa per l'Ordine della Fenice, preferiva far quello: trasformarsi in topo e origliare, ascoltare e spiare.
«No, ovviamente no» mormorò James abbassando lo sguardo.
Lily gli accarezzò la guancia e in quel momento Moody sbottò «d'accordo, ricominciamo da capo.»
Si sedettero di nuovo tutti quanti e sospirando ormai un po rassegnati ripresero ad analizzare ogni cosa.
Una mezz'ora dopo, quando erano di nuovo in mezzo ad una discussione, sta volta partita da Gideon e Sirius, ma che aveva coinvolto poi anche tutti gli altri, si sentì bussare alla porta della stanza.
«Avanti» tuonò Moody interrompendo il suo ringhiare contro Gideon e Sirius e tutti si zittirono.
«Signor Moody, c'è un pacco per lei» disse una giovane donna bionda affacciandosi sulla porta.
«Cosa? Un pacco per me?» sbottò l'uomo.
«Si, signore. È sulla sua scrivania» rispose lei.
«E chi ce lo ha messo? Hai visto chi lo ha portato?» chiese brusco guardandola con l'occhio buono mentre l'altro saettava di là e di qua.
«No, signore. Sono passata e l'ho visto, ma sopra non c'è scritto il mittente» spiegò la donna.
«La cosa non mi piace» borbottò Moody alzandosi di scatto e uscendo sbottò «seguitemi, tutti quanti.»
Quando arrivarono davanti alla scrivania di Moody videro una scatola marrone posata al centro, sopra ai fogli sparsi e in disordine.
Sopra c'era un grande fiocco rosso e un foglietto recitava "per l'Auror Moody".
«È il tuo compleanno capo?» chiese Gideon cercando di smorzare la tensione, ma quello non rispose e continuò ad osservare la scatola con entrambi gli occhi.
Qualche istante dopo ringhiò «Prewett donna ed Evans, fuori di qui.»
«Cosa?!» esclamarono in coro Lily e Alice.
«Ho detto fuori, uscite» ringhiò di nuovo l'uomo.
«Ma perchè? Che cos'è?» chiese Lily stupita e preoccupata.
«Evans, niente domande! Questo è un ordine! Uscite di qui e andate ad avvisare prima Silente e poi Scrimgeur e ditegli di venire qui» tuonò Moody e alle due non restò che uscire ed eseguire l'ordine.
«Che succede capo? Perchè le hai fatte uscire?» chiese James preoccupato.
«Non volevo che vedessero» rispose l'uomo burbero sciogliendo il fiocco con un tocco di bacchetta.
Quando la agitò di nuovo e il coperchio si alzò per poi ricadere sulla scrivania, i ragazzi si sporsero per vedere il contenuto e tutti trattennero il fiato.
«Oh mio Dio!» esclamò Frank disgustato facendo un passo indietro.
«Non è possibile... non... non saranno mica....» balbettò Gideon orripilato.
«Proprio così. Sono una mano, un orecchio e una lingua. E sono sicuro che sono di Benji» rispose Moody senza il suo solito tono brusco.
«Dio mio è orribile» mormorò James incapace di distogliere lo sguardo.
«Capo, tu credi che... si insomma, credi che lo abbiano fatto mentre lui era ancora vivo?» domandò Sirius con un filo di voce.
Moody sospirò rimise il coperchio alla scatola e sbottò «non ne ho idea. Dobbiamo chiamare Bones e far esaminare i resti. Non mi sorprenderei per niente comunque se lo avessero fatto mentre era ancora vivo. Quelli sono pazzi e sadici, e farebbero di tutto pur di ottenere quello che vogliono.»
«Alastor, che è successo?!» esclamò Scrimgeur entrando tutto trafelato nella stanza.
«Una cosa orribile, Rufus. Guarda tu stesso» disse Moody.
Alzò di nuovo il coperchio e l'altro sbirciò nella scatola, poi gridò «bontà divina! Ma quelli sono resti umani!»
«Resti umani?» chiese Lily che stava entrando con Alice.
«Lily!» esclamò James, affrettandosi poi a raggiungerla e fermarla.
«Lily, andiamo vieni via. Non è necessario che tu veda» disse preoccupato.
«Alice, vieni via anche tu» mormorò Frank prendendola per le spalle.
«Frank sei bianco come un morto. Che diavolo sta succedendo?» sbottò Alice rifiutandosi di muoversi.
«Ragazze, usciamo di qui e ve lo spiegheremo» disse James serio.
«Dobbiamo subito avvertire qualcuno del San Mungo per far esaminare questi resti! Loro sapranno dirci se era ancora vivo quando è stato-» stava dicendo sconvolto Scrimgeur, ma Moody lo interruppe vedendo Alice e Lily e sbottò «ho già provveduto a tutto io, Rufus. Ora è meglio se usciamo tutti e non tocchiamo nulla.»
«Q-Quelli... quelli sono...» balbettò Alice sconvolta.
«Benji?» sussurrò Lily guardando James negli occhi e lui annuì dispiaciuto.
«Oh Godric!» esclamò Alice portandosi le mani alla bocca.
«Andiamo, usciamo fuori» disse Fabian esortandoli a muoversi.
James mise un braccio intorno alle spalle di Lily e la condusse fuori.
La ragazza era sotto shock: aveva gli occhi sbarrati e respirava a fatica.
«Lily stai bene?» le chiese James, ma lei non rispose.
«Benji... lui è...» mormorò con un filo di voce. Si appoggiò con le spalle contro il muro e si fece scivolare lentamente a terra. Il suo corpo aveva preso a tremare e sentiva che le sue gambe non avrebbero retto il suo peso ancora per molto.
Si strinse le braccia intorno alle gambe e appoggiò la testa sulle ginocchia. Le stava venendo un attacco di panico.
Ormai erano diventati sempre più rari, ma ogni tanto la colpivano ancora.
«Lily, amore calmati. Va tutto bene» sussurrò James accucciandosi accanto a lei e cercando di calmarla.
«Lily stai bene?» esclamò Fabian vedendola in quello stato.
«Si, sta bene, è solo un attacco di panico. Tra poco le passa» rispose Sirius accanto a lui guardando la sua amica pieno di tristezza e dolore.
Le faceva sempre male vederla in quel modo. Della ragazza forte e invincibile che era stata per quasi tutto il periodo di scuola una buona parte era morta insieme ai suoi genitori. Nonostante combattesse e non si arrendesse mai, in momenti come quello tutta la forza l'abbandonava e gli attacchi di panico tornavano.
«Non sapevo che soffrisse di attacchi di panico» disse Dorcas accanto a lui.
«Ultimamente stava un po meglio in effetti, ma ogni tanto le capita ancora» fece Sirius.
«Cosa li ha scatenati?» chiese di nuovo Fabian.
«Sono cominciati quando ha perso i suoi genitori. Era già un brutto periodo per lei per via di una brutta esperienza con Lestrenge e Mulciber» raccontò Sirius stringendo i denti furioso al solo ricordo di quella sera e Fabian esclamò sotto voce «Lestrenge e Mulciber?! Che hanno fatto?»
Sirius sospirò e rispose «una sera l'hanno incontrata nel corridoio che porta alla Torre di Astronomia. Era sola e senza bacchetta e loro sono riusciti a prenderla. L'hanno portata in una stanza e se James non fosse stato perdutamente innamorato di lei da sempre, loro avrebbero... siamo arrivati appena in tempo, Lestrenge si stava togliendo i pantaloni in quel momento.»
«Che cosa?!» esclamò a bassa voce Dorcas scioccata.
«Mio Dio ma che cosa è successo alla Hogwarts che conoscevamo noi?» mormorò Fabian sconvolto.
«Già, comunque per fortuna li abbiamo fermati. Ma credo che quella sera l'abbia segnata più di quanto voglia ammettere. Voi non avete idea di come stava quando l'abbiamo trovata... il terrore che ho letto nei suoi occhi non lo dimenticherò mai. Qualche tempo dopo poi i suoi genitori sono stati uccisi e da lì sono iniziati gli attacchi di panico. Lily non è mai più stata la stessa da quel giorno. Quando poi abbiamo perso anche Mary...» disse Sirius incapace di continuare.
«Mi dispiace così tanto per quello che avete passato tutti voi» sussurrò Fabian.
«Cosa fate in questi casi?» chiese invece Dorcas incapace di staccare gli occhi da James e Lily.
«Di solito solo James riesce a calmarla. Si siede accanto a lei e le parla, le accarezza i capelli, fino a che la sua voce riesce a penetrare nella paura e ad arrivare alla parte razionale di lei. A quel punto è come se si riaccendesse. Si accorge di lui e si calma. Con nessuno di noi funziona come con James. Ecco, guardate» disse Sirius facendo un cenno del capo verso i suoi amici.
«James! James, sei qui» stava mormorando Lily e un attimo dopo gettò le braccia intorno al collo di lui e lo strinse forte.
«Certo che sono qui, amore» sussurrò James sospirando.
«Moody, che è successo?» esclamò Edgar Bones correndo lungo il corridoio verso di loro.
«Bones, sei qui... vieni a vedere» disse Moody indicando con un cenno del capo la porta chiusa.
«S-se quelli sono davvero... i resti di Benji... dite che lui è riuscito a... si insomma, avrà fatto i nostri nomi secondo voi?» sussurrò Alice con il volto rigato di lacrime dopo che Moody, Scrimgeur e Bones si furono chiusi la porta alle spalle.
I ragazzi si guardarono tutti quanti, incapaci di rispondere.
Gideon si avvicinò a Dorcas, appoggiata con le spalle al muro e le sussurrò «va tutto bene. Sono qui con te.»
Lei alzò lo sguardo e incatenò i suoi occhi a quelli del ragazzo. Si ritrovò a pensare che nulla al mondo era in grado di calmarla come quel paio di occhi azzurri che la guardavano.
E poi si rese conto, forse per la prima volta veramente, che ogni momento che passavano insieme sarebbe potuto essere l'ultimo. Fu forse la prima volta che ebbe veramente paura, e non per se stessa, ma per lui. Capì di aver paura di perderlo.
Così, senza pensarci troppo e senza staccare gli occhi dai suoi, appoggiò la testa sul petto di Gideon e lo abbracciò.
Lui rimase un attimo spiazzato da quel gesto, ma poi avvolse il corpo della ragazza con le sue braccia e la strinse forte. Era la prima volta che Dorcas si lasciava andare ad un gesto tanto tenero e normale davanti ad altre persone.
«Andrà tutto bene... nessuno mi porterà via da te. Finchè saremo insieme andrà tutto bene» le sussurrò Gideon all'orecchio mentre una piccola lacrima solitaria rigava la guancia della ragazza.
Sirius spostò di nuovo lo sguardo sul suo migliore amico e con un sospiro andò a sedersi a terra accanto a Lily, che stava ancora singhiozzando tra le braccia di James, e le prese la mano per darle un po di conforto.
Lui e James si scambiarono uno sguardo ed ebbero una delle loro conversazioni silenziose: se davvero i Mangiamorte avevano scoperto le loro identità allora erano veramente tutti in grave pericolo, ma attraverso quello sguardo si promisero che avrebbero fatto di tutto per proteggersi a vicenda, costi quel che costi, fino alla fine.
Rimasero tutti in un silenzio teso fino a che la porta non si aprì di nuovo e i tre uomini uscirono.
«Bones porterà la scatola al San Mungo e la esaminerà, lo scorterò personalmente. Nel frattempo voi andatevene a casa. Per ora abbiamo finito, vi avvertirò quando sapremo qualcosa» disse Moody ai ragazzi con i suoi soliti toni bruschi.
Lanciò un'occhiata a Scrimgeur che si stava allontanando a testa bassa per andare ad informare la sua squadra e poi borbottò «ci sarà una riunione straordinaria dell'Ordine appena sapremo se si tratta di Benji, quindi tenetevi pronti. Restate sempre insieme e non girate da soli. Avvertite anche gli altri. Potter, la cosa migliore per voi sarebbe tornare a casa dei tuoi genitori. È la più sicura in questo momento e faresti meglio a portare con te i tuoi amici.»
James annuì e si scambiò uno sguardo con Sirius.
«Prewett uno e due, insieme a Meadows, non tornate a casa vostra per nessun motivo. Andate al Quartier Generale e restateci. Ripeto per tutti: non andate in giro» ringhiò squadrandoli tutti e poi se ne andò zoppicando.
«Edgar!» lo chiamò Lily prima che sparisse insieme a Moody.
«Ti prenderai cura di lei vero?» gli chiese Lily alludendo ad Emmeline.
«Assolutamente si» rispose il ragazzo e dopo essersi scambiati un altro sguardo lui se ne andò.
«Dobbiamo avvertire Remus e Peter, e io devo andare a prendere Marlene» stava dicendo Sirius frettolosamente.
«Ok, allora tu pensa a Marlene, al resto penso io. Ci vediamo nel nostro ufficio appena hai fatto» disse James e quello annuì, poi si voltò e prese a camminare velocemente lungo il corridoio per andare da Marlene.
«Alice, Frank venite a casa con noi, dobbiamo restare insieme» sussurrò James avvicinandosi alla coppia.
«No James, non possiamo. Saremo in troppi tutti a casa tua. E comunque non possiamo lasciare mia madre da sola» mormorò Frank.
«Ha ragione Frank. Augusta è una donna forte, ma vive da sola in una grande casa e non ce la sentiamo di lasciarla» disse Alice stringendo la mano di Frank.
«Portate anche lei allora!» esclamò James.
«Ma James, casa tua non è mica un albergo. E poi anche villa Paciok è dotata di tutti gli incantesimi di sicurezza quindi lì saremo al sicuro, non preoccuparti» ribattè Alice con un piccolo sorriso.
«Siete sicuri?» domandò Lily e loro annuirono.
«Va bene, allora noi andiamo ad avvertire gli altri. Ci vediamo alla riunione» disse Lily abbracciando Alice.
«Ciao ragazzi, state attenti» li salutò Fabian e insieme a suo fratello e Dorcas se ne andarono.
«Andiamo Lily» mormorò James e insieme si diressero verso l'ufficio per aspettare Sirius e Marlene e mandare un patronus a Peter e Remus.
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Il Legame Che Ci Unisce
FanfictionMi sono immaginata molte volte come potesse essere la storia prima di Harry Potter, la storia dei suoi genitori, di come si sono conosciuti e innamorati. Ma anche la storia e le avventure dei Malandrini. E così mi trovo qui, a mettere nero su bianco...