Capitolo 59: Villa Potter e il funerale

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21 giugno 1978

Quella mattina Lily si svegliò a causa di un raggio di sole che la colpiva dritto sugli occhi. Dopo essersi strofinata gli occhi un paio di volte si rese conto di non riconoscere affatto la stanza in cui si trovava. Per un attimo il panico la invase finché non sentì rafforzarsi la presa sulla sua vita e abbassando lo sguardo vide un braccio stringerla sul ventre. Al polso era legato il bracciale che lei gli aveva regalato e subito si rilassò: era James e lei era nella sua stanza. Sorridendo si diede della sciocca per essersi dimenticata di essere lì con lui, ma poi le venne in mente quello che era successo la sera prima: erano arrivati a Villa Potter insieme ai genitori di James che subito avevano fatto sentire lei e Marlene a proprio agio; avevano presentato alle ragazze la piccola elfa domestica che lavorava lì, Betsy, che aveva fatto profondi inchini e riverenze promettendo di servirle in qualsiasi cosa avessero avuto bisogno. Poi James e Sirius avevano fatto fare loro un giro veloce della casa, mostrando la stanza che avrebbero condiviso le ragazze e indicando loro le rispettive camere. Erano tutte sullo stesso lungo corridoio, quella di James più grande di tutte le altre e strapiena di roba. Anche quella di Sirius era grande e spaziosa e decorata con alcuni dettagli tipici del Black, come poster di cantanti babbani e magici e alcune foto dei Malandrini sparse qua e là.
Poi i quattro erano scesi per la cena e avevano passato una piacevole serata in compagnia dei signori Potter a ridere e scherzare e a vedere James e Sirius imbarazzati quando i genitori avevano raccontato alle ragazze alcuni aneddoti divertenti sui due, soprattutto su un James bambino.
Alla fine Euphemia aveva detto loro di andare a dormire per non far affaticare ulteriormente Lily e Sirius, soprattutto in vista della giornata difficile che li attendeva il giorno dopo. Così si erano ritirati nelle loro stanze, ma per quanto ci avesse provato Lily non era riuscita a prender sonno. Non faceva altro che rivivere i momenti dell'attacco e delle torture non appena chiudeva gli occhi. L'immagine di Mary che cadeva a terra la tormentava continuamente nonostante lei si ripetesse che l'amica non avrebbe certo voluto vederla così sofferente. Alla fine quando sentiva che stava per cedere al pianto disperato e ad un nuovo attacco di panico, si era alzata e aveva raggiunto la stanza di James, senza fare rumore. In punta di piedi aveva raggiunto il letto e si era stesa accanto a lui, che dormiva a pancia in su con addosso solo dei pantaloncini. Lo aveva guardato dormire per un po continuando a piangere, quando alla fine un singhiozzo un po più forte lo aveva svegliato. Lui si era sorpreso di trovarla lì ma non aveva esitato un attimo a stringerla a sè e consolarla, fino a che lei non ebbe smesso di piangere. Quando anche l'ultima lacrima era scesa dagli occhi verdi e arrossati di lei, lui le aveva preso il viso tra le mani e l'aveva baciata. Era stato un bacio dolce, delicato che aveva riempito il cuore della ragazza di un calore che solo James sapeva darle. Ma dopo un po a Lily quei baci dolci non erano bastati più. Voleva sentirlo ancora più accanto a lei, addosso a lei; voleva che lui scacciasse via quella paura e quel dolore che provava quasi costantemente ormai. Aveva bisogno di lui come dell'aria che respirava. Così non aveva resistito più: aveva stretto i suoi capelli tra le dita, mentre intrecciava le gambe al corpo muscoloso di lui per sentirlo ancora più vicino, mentre le loro lingue danzavano nelle loro bocche con sempre più foga. Lui l'aveva stretta a sé ancora più forte infilando una mano tra i suoi lunghi capelli mentre con l'altra le accarezzava il corpo minuto.
Poi Lily si era spinta in avanti ed era salita a cavalcioni su di lui sdraiato sul materasso e aveva ripreso a baciarlo con foga, mentre le mani di lui passavano sotto alla lunga maglia che lei usava come pigiama accarezzandole il corpo fino ad arrivare al seno e facendola gemere. Poco dopo lui le aveva sfilato la maglia e si era reso conto che aveva indosso solo gli slip, così le aveva sussurrato all'orecchio «non ce la faccio più a resistere. Ti voglio così tanto, Lily.»
Lei gli aveva sorriso, si era allungata sul comodino per prendere la bacchetta di lui e lanciare un incantesimo alla porta, mentre lui si era tolto i pantaloni e i boxer in un unico movimento. Quando i loro occhi si erano incontrati di nuovo, vi avevano letto gli stessi identici sentimenti: desiderio, passione e un infinito amore. E così avevano passato la notte a fare l'amore, dimenticandosi per qualche ora del dolore che da giorni era diventata una costante, concentrandosi solamente sui loro corpi intrecciati e che combaciavano perfettamente.
Alla fine si erano addormentati abbracciati e senza neanche rivestirsi, sfiniti, ma finalmente rilassati.
Lily arrossì al ricordo di quella notte e rendendosi conto di essere nuda. Era stata una notte diversa da tutte quelle che avevano passato insieme: tutte le carezze e i baci che si erano scambiati erano stati diversi dal solito, non più dettati solo dal desiderio, ma anche dal bisogno di sentirsi, di curarsi le loro ferite a vicenda.
Lily cercò di alzarsi senza svegliarlo per rivestirsi, ma lui rafforzò ancora la presa sulla sua vita mormorando «non penserai mica di svignartela così.»
Lei sorrise e girò un po la testa per riuscire a guardarlo, poi disse «non volevo svignarmela, volevo solo rivestirmi.»
Lui aprì gli occhi e sussurrò «non pensarci nemmeno.»
Lei arrossì di nuovo come un peperone e cercò di protestare «ma James davvero, voglio solo rimettermi la maglia.»
«E perché mai? Si sta così bene così» sorrise lui mentre sotto il lenzuolo rosso le avvolgeva le gambe con una delle sue. Ormai il viso di Lily era della stessa sfumatura dei suoi capelli mentre sentiva ogni centimetro del corpo di lui a contatto con il suo. Lui iniziò a baciarle la spalla nuda, per poi salire piano sul collo. Lei chiuse gli occhi abbandonandosi a quella piacevole tortura, mentre sentiva la classica morsa al basso ventre che aveva imparato ad associare al piacere fisico che James le provocava. La mano destra di lui iniziò ad accarezzarle il ventre mentre continuava a baciarle il collo e la spalla, e poi piano piano le sua dita scesero sempre più giù, fino a che non arrivarono tra le sue gambe. Lui la sentì gemere quando mosse il dito su e giù sulla sua intimità e questo non fece altro che eccitarlo ancora di più, così con delicatezza le fece allargare un po le gambe per riuscire ad infilarle un dito dentro. I gemiti di lei si fecero sempre più forti man mano che lui aumentava l'intensità dei movimenti e delle spinte, fino a che non la sentì irrigidirsi un attimo, per poi rilassarsi senza fiato contro il suo petto. Con le guance arrossate,il respiro accelerato e gli occhi leggermente lucidi, le sembrò la creatura più bella che avesse mai visto. Le diede un altro bacio sulla spalla nuda, poi non riuscendo a resistere ancora, con la mano le alzò una gamba per riuscire ad entrare in lei. Lily gli prese la mano che lui aveva appoggiato sul suo fianco e la strinse forte mentre lui si muoveva e si spingeva in lei ansimando contro il suo orecchio. Alla fine quando James la sentì irrigidirsi di nuovo, la strinse ancora di piu a se affondando ancora di più in lei e insieme arrivarono al culmine del piacere. Rimasero per un po avvinghiati stretti in quel modo a riprendere fiato e a godersi il momento, fino a che non sentirono dei rumori in corridoio, segno che qualcuno era sveglio e stava scendendo per la colazione. Delicatamente James uscì da Lily e si staccò da lei, così che lei si potesse girare e guardarlo finalmente negli occhi.
«Piaciuta la mia sveglia, Evans?» le chiese con un sorriso malandrino.
Lei arrossì di nuovo, ma per non dargliela vinta, ghignò e rispose «mmm abbastanza direi.»
«Ah abbastanza eh? Mi sembrava un po di più di abbastanza» mormorò lui avvicinandosi di nuovo.
«Non montarti la testa Potter, non capiterà di nuovo» ribatté lei cercando di rimanere seria.
«Oh io non ci giurerei se fossi in te. Succederà tutte le volte che ti vedrò in imbarazzo davanti a me» le sussurrò lui ad un palmo dal viso.
«I-io non ero in imbarazzo» balbettò lei arrosendo di nuovo.
«Oh si invece» ghignò lui.
«No!»
«Si!»
«No non è vero!»
«Si invece, altrimenti perché volevi rivestirti senza fare rumore?» la incalzò James sorridendo.
Lei lo guardò cercando di trovare una risposta adatta ma arrossendo di nuovo e maledicendosi mentalmente, e lui scoppiò a ridere.
«Oh andiamo Lily, ma perché ti vergogni di farti vedere da me? Non è certo la prima volta e non hai niente per cui sentirti in imbarazzo» disse lui sorridendo e accarezzandole la guancia dolcemente. Lei sospirò e mormorò «non lo so perché. Cioè non mi sento in imbarazzo quando sei tu a spogliarmi o mentre facciamo l'amore, ma perché probabilmente il mio cervello non connette in quei momenti, però poi sta mattina mi sono svegliata ed ero nuda e ho realizzato che anche tu eri nudo e ti saresti svegliato e mi avresti visto e... non lo so. Forse perché non ci eravamo mai trovati in una situazione così... naturale. Tutte le altre volte eravamo a scuola e lì non è che era molto facile avere un po' di privacy... E poi non so nemmeno che ci trovi in me sinceramente.》
Lily si maledisse mentalmente rendendosi conto che non riusciva a non balbettare.
Imbarazzata, nascose il viso nell'incavo del suo collo.
Lui sospirò un po esasperato e un po divertito, poi la strinse di nuovo tra le sue braccia e disse «io adoro tutto di te Lily. Tutto di te mi piace e mi eccita. Mi piace il tuo fisico minuto perché quando ti stringo tra le braccia mi sembra di averti tutta per me; mi piacciono le tue lentiggini sparse su tutto il corpo; mi piacciono le tue forme, anche se non sono prosperose; mi piacciono i tuoi capelli rossi e i tuoi occhi verdi; mi piace quando sei tu a fare la prima mossa o quando ti sento scioglierti al mio tocco perché mi sento desiderato; e mi piace quando ti imbarazzi con me anche se non ce ne è bisogno. Ti basta questo o devo continuare? Perché posso andare avanti ma la cosa diventerebbe molto lunga e penso che poi riprenderei a baciarti e non credo riuscirei a fermarmi.»
A mano a mano che James parlava l'imbarazzo era svanito e il suo sorriso si era allargato sempre di più, così alzò lo sguardo e disse «no, mi basta così per ora.»
Si diedero un lungo bacio e poi lei mormorò «ti amo così tanto, James.»
«Ti amo anche io Lily» sorrise lui.
Dopo di che si alzarono e si rivestirono. James si affacciò sul corridoio, poi fece segno a Lily di uscire. Lei si avviò in punta di piedi verso la sua camera, ma proprio quando stava passando davanti la stanza di Sirius, la porta si spalancò e apparve lui con un largo ghigno stampato in viso. Si appoggiò allo stipite della porta e disse ad alta voce «ma buon giorno Evans! Dormito bene? Dove stavi andando?»
Lei arrossì di botto, di nuovo, e mormorò «ehm buon giorno, Black. Io stavo giusto tornando in camera dopo aver... dopo aver... dopo essere stata a svegliare James, si.»
«Ah ma davvero? Sei andata a dargli il buon giorno?» chiese lui continuando a ghignare.
«Si esatto, Felpato. Lily è venuta a svegliarmi» fece James apparso al fianco di Lily per toglierla dall'imbarazzo.
«Ho capito. Bè magari a me Marlene desse dei buon giorno così» disse Sirius cercando di trattenere le risate.
Li guardò avvampare e balbettare per cercare delle scuse, poi scoppiò a ridere con la sua risata simile ad un latrato e infine, quando si fu ripreso, disse «tranquilli, nessun altro ha sentito niente, sono tutti in veranda a fare colazione. Io ero salito a svegliare James quando ho capito che era meglio non disturbarvi. Comunque, vi stanno aspettando quindi forse è meglio che scendiate.»
Scoppiò a ridere di nuovo per le loro facce e scese di sotto. Lily e James si guardarono imbarazzati poi ognuno si diresse nella propria stanza per cambiarsi velocemente e scendere a colazione.

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