Capitolo 74: L'amore vince davvero su tutto?

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«Hanno preso Benji.»
Calò il gelo nella stanza.
Alcuni trattennero il fiato, altri si guardarono intorno come se si fossero accorti solo in quel momento dell'assenza del loro compagno, altri sbarrarono gli occhi.
«C-come, hanno preso Benji?» sussurrò Alice sconvolta. Nonostante avesse parlato con filo di voce la sentirono tutti perché la stanza era così silenziosa che si sarebbe potuto sentir cadere uno spillo.
«Si, è per questo che si sono ritirati» rispose l'Auror.
Nessuno sapeva cosa dire, erano tutti troppo sconvolti.
«E ora cosa facciamo? Dobbiamo trovarlo! Dobbiamo salvarlo! Lo tortureranno a morte!» esclamò James spezzando il silenzio.
«Non abbiamo idea di dove potrebbero averlo portato» rispose Silente prendendo la parola per la prima volta.
«E quindi lasciamo un nostro compagno al suo destino? Lo lasciamo a morire?» sbottò ancora James.
«Cosa suggerisci quindi Potter? Pensi che dovremmo cercare in ogni maledetta casa dell'Inghilterra?! O forse sei così maledettamente bravo e sveglio che sai dove diavolo si nasconde quel verme di Voldemort?! Illuminaci dai!» ringhiò infuriato Moody.
«Certo che no! Non ho idea di dove si nascondano, ma potremmo iniziare cercando nelle case dei Mangiamorte di cui conosciamo l'identità! Malfoy per esempio! Di lui siamo sicuri, sbasta guardare come ha ridotto mia moglie!» urlò James sempre più infuriato.
«E tu credi davvero che siano così stupidi da portare un prigioniero a casa di un componente di una delle famiglie più importanti della società magica?! Si vede proprio che non hai un minimo di esperienza ragazzo! Quei bastrdi si saranno nascosti in un posto sicuro, non hanno certo portato Benji a casa di uno di loro per prendere il the con le loro mogliettine!» rispose l'Auror sbraitando.
«Resta il fatto che non possiamo lasciare Benji nelle loro mani!» esclamò allora Sirius affiancando James.
«Ragazzi!» alzò la voce Silente interrompendo la discussione.
«Calmiamoci tutti, vi prego. Dobbiamo riflettere lucidamente ora. James, Sirius è ovvio che faremo di tutto per ritrovare Benji. Vorrei ricordarvi che lui non è solo un vostro compagno dell'Ordine, ma è anche un Auror quindi Alastor aprirà un indagine ufficiale e insieme alla sua squadra e agli altri Auror farà tutto il possibile per trovarlo vivo. Io e Alastor crediamo che non lo uccideranno subito, lo terranno in vita per almeno qualche giorno per cercare di estorcergli tutte le informazioni possibili su di noi, perciò abbiamo ancora tempo. Tuttavia, il rapimento di Benji mette in pericolo tutti noi. Non sappiamo se lui riuscirà ad opporsi e a resistere alle torture, quindi dobbiamo prestare ancora più attenzione. Se riusciranno a scoprire i vostri nomi vi cercheranno. Vi cercheranno e vi troveranno e non esiteranno un momento ad uccidervi. Mai come ora è importante che rimaniamo uniti e che vi proteggiate a vicenda, non possiamo permetterci di litigare tra noi.»
Un silenzio carico di tensione seguì le parole del vecchio preside e per qualche attimo nessuno riuscì a dire niente.
«Sono sicura che Benji non dirà nulla. Lui non ci tradirebbe mai» esclamò poi Dorcas.
Tutti puntarono gli occhi su di lei: aveva i capelli scompigliati e un taglio sulla guancia destra, ma la sua postura e il tono che aveva usato emanavano determinazione e forza.
Se lo scontro con il Signore Oscuro l'aveva provata di certo non lo dava minimanete a vedere.
Emanava un'aura potente e magica.
E il fatto che fosse riuscita a tenere testa al mago oscuro più potente di quel tempo di certo la diceva lunga sulla sua bravura e sul suo innegabile potere.
«Sono d'accordo con Dorcas. Noi conosciamo Benji e sono sicuro che non ci tradirà!» esclamò Gideon guardando la ragazza con uno sguardo pieno di amore e ammirazione.
Lei non riuscì ad evitare di incrociare i suoi occhi, ma distolse subito lo sguardo a disagio.
«Io spero che voi abbiate ragione, ragazzi miei... lo spero tanto...» mormorò Silente.
«Raccontateci cosa è successo per favore» disse Moody con i suoi soliti modi scontrosi.
Alice guardò Lily, ma lei aveva ancora lo sguardo perso nel vuoto, così fece un sospiro e iniziò a raccontare «io e Lily stavamo andando verso il Paiolo Magico quando ci hanno attaccate. Erano in tanti e siamo state costrette a nasconderci dietro un muretto. Stavamo per chiamarvi quando abbiamo sentito la voce di Remus e lo abbiamo visto allontanarsi portandosi dietro un bel po di Mangiamorte, così siamo uscite allo scoperto e abbiamo iniziato a combattere, solo che dopo un po siamo stati sopraffatti.
Malfoy ha colpito Lily perché lei lo aveva insultato e poi Bellatrix ha premuto il dito sul suo stupido tatuaggio e ha chiamato Voldemort.
Quando è arrivato pensavo che ci avrebbe torturato per avere informazioni, invece ha chiesto a Piton di dimostrargli la sua lealtà e così lui ha lanciato la Maledizione Cruciatus su Lily, ma lei non ha ceduto, anzi gli rispondeva a tono. Così ha capito che non avrebbe ottenuto nulla e hanno iniziato a torturare me e Remus.»
La sua voce tremò un pochino, così Frank le passò un braccio intorno alle spalle e la strinse a sè, e Remus prese la parola «alla fine per fortuna siete arrivati voi. Quando James, Frank e Sirius sono riusciti ad avvicinarsi a noi, Piton ha usato l'imperio su Lily e le ha ordinato di uccidere James.»
«Fottuto bastardo!» ringhiò Sirius.
«Sono arrivato giusto un secondo prima che Lily usasse l'Anatema che Uccide e dopo qualche tentativo sono riuscito a toglierle la bacchetta, ma è stato James ad aiutarla ad interrompere la maledizione» concluse Remus guardando i suoi due amici.
«Sei riuscita a contrastare la Maledizione Imperius?!» chiese Dedalus ammirato mentre tutti guardavano Lily.
Lei si guardò intorno e annuì abbassando la testa.
«Bel lavoro Evans. Che è successo poi?» chiese invece Moody.
A Lily tremarono le labbra, alzò la testa e mormorò «i-io ho attaccato Piton e...»
Non riuscendo a finire, strinse la mano di James e lui continuò «Lily ha attaccato Piton perchè lui non riusciva a capire come avesse fatto a contrastare la maledizione. Hanno duellato per qualche minuto, o meglio Piton cercava di difendersi, poi alla fine Lily lo ha disarmato e... ed ha usato la Cruciatus su di lui. Ma è stato solo per una manciata di secondi, davvero! Lei non voleva farlo!»
Lily si portò le mani sul viso e piagnucolò «che cosa ho fatto... che cosa ho fatto...»
«Lily non devi sentirti in colpa! Lui ha fatto una cosa orribile!» sbottò Marlene.
«Infatti! Se lo meritava!» esclamò Sirius.
«Non importa se se lo meritava oppure no! Ma non capite? Mi sono abbassata al suo stesso livello! Ho fatto esattamente come lui! Sono una persona orribile» disse Lily sconvolta alzando la voce.
«Lily ascoltami» intervenne Silente interrompendo i ragazzi che avevano iniziato a parlare tutti insieme per cercare di farla ragionare.
«Tu non sei assolutamente una persona orribile. Tutti noi commettiamo degli errori, siamo esseri umani dopo tutto ed è nella nostra natura. Non c'è nulla di sbagliato in te e non ti trasformerai in un mostro solo per aver commesso uno sbaglio. Una sola brutta azione non fa di te una brutta persona, Lily. Eri sconvolta e arrabbiata e nessuno ti biasimerà, e non dovresti farlo nemmeno tu. Il mondo non è diviso in bravi e cattivi, Lily. Tutti noi abbiamo sia luce che buio dentro di noi, sta solo a noi decidere che parte scegliere. E tu hai scelto tempo fa, mia cara. La dimostrazione lo è il fatto che sei riuscita a spezzare l'Imperius. Solo una persona buona e pura come te poteva riuscire a mettere l'amore per James davanti alla forza della maledizione. Solo una persona buona può amare così tanto da riuscire a fare una cosa del genere.»
Tutti ascoltarono in silezio. Lily pendeva dalle labbra del vecchio preside. Ad ogni sua parola il macigno che sentiva sul petto si sgretolava un po di più.
James strinse forte la sua mano e disse «Silente ha ragione, e tu lo sai.»
Lei si voltò a guardarlo e incrociando i suoi occhi sentì il suo cuore pulsare selvaggiamente. Sentiva l'amore che provava per lui in ogni particella del suo corpo. Lo amava così tanto che sentiva quasi il suo corpo bruciare dall'intensità di quel sentimento.
Così si ritrovò ad annuire e lui si aprì in un dolce sorriso e le accarezzò una guancia. Lily si voltò verso il preside e mormorò un «grazie.»
Lui le sorrise e le fece l'occhiolino.
Poi Moody ringhiò «quindi Voldemort è stato tutto il tempo in disparte a guardare?»
«Si, fino a che non è scoppiata la battaglia. Dopo l'ho visto combattere con Dorcas» rispose Remus.
Tutti si voltarono a guardare la ragazza che non sembrò per niente imbarazzata o intimorita.
Si aprì in un sorriso amaro e disse «me lo sono ritrovato davanti dopo che mi ero liberata dei tre mangiamorte contro cui stavo combattendo....
«Bene, bene, finalmente ci incontriamo Dorcas Meadows. Ho sentito così tanto parlare di te che non vedevo l'ora di conoscerti» disse Voldemort guardando la ragazza e sorridendo malvagio.
«Ah si? Si parla di me tra voi viscidi serpenti? Be che dire, non so se esserne onorata o disgustata» rispose lei ghignando.
Il ghigno del Signore Oscuro si aprì ancora di più e poi parlò di nuovo «oh si, si parla molto di te e dovresti esserne assolutamente onorata. Tra i miei seguaci sei molto popolare e, anche se loro non lo ammettono, io lo so che tutti ti temono. Io so tutto di tutti, mia cara Dorcas. Riesco a leggere dentro una persona come se fosse un semplice libro per bambini. Per esempio di te percepisco una forte aura e un enorme potere magico. Sei potente e forte, e capisco perchè tutti ti temano. Ma tutti gli esseri umani hanno un punto debole, mia cara. E posso scoprire il tuo.»
«Io non ho punti deboli. Sprechi solo il tuo tempo con me. Piuttosto tu, se hai detto che tutti gli esseri umani hanno un punto debole, vuol dire che ne hai uno anche tu» disse Dorcas continuando a sostenere il suo sguardo.
Si fronteggiavano e si muovevano formando un cerchio pian piano, puntando le bacchette uno contro l'altra.
«Ma io non sono più un semplice essere umano, cara Dorcas» sibilò Voldemort sorridendo mentre la ragazza sbarrava gli occhi, scioccata dalla sua risposta.
«Vedo la tua forza, e vedo anche la tua determinazione ad allontanare gli altri. Sento la tua solitudine, la tua rabbia e la tua sete di vendetta. So che hanno ucciso tua madre e che brami la morte dei suoi assassini come un assetato brama un bicchier d'acqua. Ma sento anche qualcos'altro... nonostante tu cerchi di reprimere i tuoi sentimenti, loro sono lì e non se andranno. Te l'ho detto che riesco a leggere le persone, cara Dorcas, e so che c'è una persona molto speciale nella tua vita. Sento la forza di questo sentimento pulsare dentro il tuo corpicino minuto. È lì che cerca di venir fuori, ma tu cerchi con tutta te stessa di reprimerlo. E io so perchè... pensi di non essere in grado di amare e di essere amata, perchè sei una persona autodistruttiva e che distrugge tutto quello che tocca. Perché da quando tua madre è stata uccisa, una parte di te è morta con lei. Ed era proprio la parte più buona di te, quella ancora pura, ed ora è rimasta solo la parte egoista, malvagia e incapace di provare sentimenti.
Ed è la verità, Dorcas Meadows: tu non puoi amare nessuno, non ne sei in grado.»
Dorcas aveva scoltato le sue parole in assoluto silenzio, sempre più sconvolta dalla facilità con cui quell'essere spregevole le leggeva dentro ogni cosa. Tutto quello che sentiva e che provava, lui lo aveva espresso ad alta voce e questo la terrorizzava più di qualsiasi altra cosa. La verità delle sue parole la bruciava come fiamme incandescenti. Ma non poteva mostrarsi debole o fargli capire che aveva ragione, perciò inghiottì il groppo in gola che le si era formato ed esclamò «bè devo dire che hai azzeccato quasi su tutto, io non so amare. Ma su una cosa hai sbagliato: io non provo nessun sentimento per nessuno. Sono sola e mi sta bene così.»
Voldemort sorrise di nuovo, poi sibilò «oh ma non puoi nascondere nulla a me, Dorcas. È inutile. Io lo so che c'è un ragazzo, lo sento. Allora, chi è? Uno dei tuoi colleghi Auror?»
«No! Non è vero! Non c'è nessuno ti ho detto!» sbottò la ragazza allarmata all'idea che lui scoprisse di Gideon.
Ma la sua reazione non fece altro che confermare le parole dell'uomo, che infatti si aprì in un sorriso trionfante.
«Ah si, ho fatto centro... è un Auror. Bene, bene... ed è potente come te?» continuò ad infierire Voldemort.
«Smettila! Ora mi hai stufata! Stupeficium!» gridò Dorcas, ma lui parò l'incantesimo con un pigro gesto della mano.
«Oh dai, aspetta ancora un attimo. Mi sto divertendo così tanto... fammi pensare solo un attimo, vedrai che ci arrivo» disse Voldemort ghignando.
In quel momento alla destra dei due, non molto lontano, Gideon cercava di avvicinarsi, spaventato nel vedere la ragazza duellare con il Signore Oscuro.
«Dorcas!» gridò cercando di raggiungerla.
Lei sbarrò gli occhi, pietrificata dalla paura, e Voldemort sorrise soddisfatto.
«Ah eccolo lì... e così è lui, il ragazzo per cui provi quel sentimento che ti spaventa così tanto. E lui lo sa che non sei in grado di amare nessuno? Che non potrai mai ricambiare il suo amore?»
Dorcas lanciò un'altra occhiata a Gideon, sempre più vicino, poi una rabbia cieca la invase e decise che ne aveva abbastanza di essere presa in giro da quell'essere, così senza nemmeno rispondere e senza pronunciare l'incantesimo, dalla sua bacchetta uscì un getto di luce viola. Sta volta Voldemort riuscì a schivarlo solo per un pelo, preso alla sprovvista. Ma Dorcas era così infuriata che non si fermò, continuò a lanciare incantesimi e in un attimo si ritrovarono a duellare.
Non seppe dire per quanto durò lo scontro, ma ad un certo punto un Mangiamorte apparve accanto a Voldemort e gridò «mio Signore, siamo in minoranza e alcuni di noi sono stati sopraffatti! Ma ne abbiamo preso uno, credo sia il caso di ritirarci!»
Così Voldemort abbassò la bacchetta e disse «bene, mia cara Dorcas Meadows, credo proprio che ci rivedremo. È stato un piacere conoscerti.»
Fece un piccolo inchino nella sua direzione e si smaterializzò.
«Dorcas stai bene?» esclamò Gideon, finalmente riuscito a raggiungerla.
Lei sospirò e mormorò «si, sto bene.»
Poi si voltò e si allontanò.

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