13 gennaio 1978
Il giorno dopo si svegliarono tutti di buon umore, visto che li aspettava uno splendido pomeriggio a Hogsmede tutti insieme.
Passarono la mattina facendo i compiti in sala comune e poi verso le 11 le ragazze salirono in camera a cambiarsi, così sarebbero partiti subito dopo pranzo.
«Godric, non ho la più pallida idea di cosa mettere!» sbuffò Lily guardando l'armadio.
Era un po nervosa essendo la sua prima uscita con James fuori dal Castello e si stava maledicendo per come si stava comportando.
Ormai il loro rapporto era solido e stabile, erano andati molto oltre il primo appuntamento e lei non capiva come mai allora fosse così nervosa solo per un' uscita. Poi si rese conto che non avevano mai avuto un primo appuntamento; le cose tra loro erano successe in modo inaspettato.
Ne avevano passate talmente tante solo in quei pochi mesi che non avevano mai avuto l'occasione di uscire insieme come due ragazzi normali.
Per questo motivo Lily era nervosa e non sapeva cosa indossare.
Voleva fare bella figura con James e questo non era assolutamente da lei.
"Quel ragazzo mi sta facendo impazzire" si ritrovò a pensare.
«Lily Evans che non sa cosa mettere per paura di non piacere a James Potter? Non avrei mai pensato di vedere una cosa del genere in vita mia!» disse Alice sorpresa.
«Oh ma per favore, Alice! Ti pare che io, la Prefetta e Caposcuola Lily Evans, dia peso ad una cosa futile come l' abbigliamento?» esclamò la rossa punta sul vivo, cercando di nascondere l'ansia.
L'amica la guardò con un sopracciglio alzato e Marlene disse «oh andiamo Lily, non c'è niente di male nel voler farsi belle per il proprio ragazzo.»
«E invece si, se il tuo ragazzo è James Potter, il più famoso e popolare della scuola, e tu sei una mediocre ragazza dai capelli rossi!» sbottò lei con voce acuta e buttandosi sul letto.
A quel punto le amiche capirono che la cosa era seria, così si guardarono un attimo e poi si sedettero intorno a lei, che si era coperta il viso con le mani.
«Lily, calmati. Che succede? Come mai sei così in ansia?» le chiese dolcemente Mary accarezzandole i capelli. Lei, ancora con il viso coperto per l'imbarazzo, borbottò un «non è niente.»
«Avanti Lily, dicci cos' è che ti turba. Siamo le tue amiche, sai che puoi dirci tutto» disse Emmeline.
Lei sospirò e dopo un attimo di silenzio disse «è che mi sono appena resa conto che non abbiamo mai avuto un primo vero appuntamento, come tutte le coppie normali. Non siamo mai usciti insieme. E poi... e poi spesso, quando vedo tutte le ragazze che muoiono per lui e gli sbavano dietro, non posso far a meno di chiedermi perché lui abbia scelto me.
Cioè io non sono così bella, non sono la più bella del castello, e allora perché lui sta con me? E se un giorno incontrasse una ragazza più bella di me? E se non mi volesse più?»
Finalmente aveva espresso ad alta voce tutte le sue insicurezze e tutti i dubbi che la attanagliavano.
Perché, anche se avevano vissuto esperienze che li avevano fatti crescere in fretta, erano pur sempre dei ragazzi, degli adolescenti.
E come tutti gli adolescenti anche loro avevano dei dubbi e delle insicurezze.
Sul volto della rossa scese una lacrima amara, e le amiche, dopo un attimo di sconcerto, presero a consolarla.
«Oh Lily è questo che ti preoccupa?» chiese Alice.
«Non puoi pensare seriamente che lui ti lascerà per un'altra più bella. Secondo te avrebbe speso tutto questo tempo e tutte le sue energie con te, se avesse poi voluto cambiarti con qualcun'altra?» disse Emmeline, ragionevole.
«Epoi Lily, forse tu non ti sei resa conto di come ti guarda. Nei suoi occhi si accende qualcosa quando guarda te, si illuminano in un modo particolare» continuò Mary con un sorriso.
«Ma non ti sei mai accorta che spesso si imbambola a guardarti come un pesce lesso? Lui, James Potter, diventa un pesce lesso quando guarda te, Lily Evans» affermò Marlene facendo scoppiare a ridere tutte, compresa Lily.
«Lo pensate davvero ragazze?» chiese lei, un po rincuorata.
«Certo Lily. Potresti anche uscire con un sacco dell'immondizia, e lui non ci farebbe nemmeno caso» disse Alice.
«Ovviamente dovrai passare sul mio cadavere prima di uscire con qualcosa che non sia appropriato per un uscita con James Potter» disse Emmeline seria, facendo di nuovo ridere tutte.
Così, con un umore del tutto diverso, si alzarono dal letto e si piazzarono davanti l'armadio della rossa.
Emmeline iniziò a tirare fuori un po di vestiti, bocciandoli tutti.
«Visto? Non ho niente da mettermi!» sbottò Lily arrabbiata dopo dieci minuti.
«Bene, vorrà dire che ti presteremo qualcosa noi» rispose Marlene.
Alla fine, quando ormai era ora di pranzo, si posizionarono tutte in fila davanti la porta, su ordine di Emmeline che disse «devo assicurarmi che siate tutte bellissime.»
Le squadrò una per una, poi si soffermò su Lily: le avevano fatto indossare una gonna di jeans, con sopra un dolcevita blu e ai piedi un paio di stivaletti bassi.
Era molto semplice, ma nel complesso era bellissima. Il suo corpo minuto non aveva niente da invidiare a quelli delle sue compagne alte e snelle.
Le avevano legato i capelli in una coda alta e sbarazzina, e le avevano lasciato giù solo un paio di ciocche davanti. Le avevano messo solo un filo di trucco sul viso, niente di eccessivo.
Emmeline aveva espressamente detto che doveva sembrare il più naturale possibile. Non dovevano cambiarla, dovevano solo far risaltare la sua bellezza semplice e naturale, che di solito era coperta dalla divisa scolastica.
Perciò quando l'ebbe studiata bene, finse di essersi commossa e disse «la nostra bambina è cresciuta ormai.»
«Ma smettila» rise Lily e l'abbracciò.
«Bene, siete tutte bellissime, possiamo andare» disse poi Emmeline.
«Anche tu sei stupenda Em» disse Mary.
«Si, il tuo amico Mark farà la bava quando ti vedrà» rise Alice.
«Bè era quello lo scopo» commentò lei dandosi un'ultima occhiata allo specchio.
«Sei sempre la solita Em» rise Mary.
«Ci raggiungerai più tardi ai Tre Manici di Scopa vero?» le chiese Marlene.
«Si, tanto alle 17 Mark deve tornare per andarsi ad allenare a Quidditch. Ha spostato gli allenamenti per poter uscire con me» rispose Emmeline sorridendo.
«Oh che dolce» fece Alice.
E così ridendo e scherzando scesero in Sala Comune, dove i ragazzi le stavano aspettando.
James non voleva darlo a vedere ma anche lui era molto nervoso.
Continuava a sbattere nervosamente il piede a terra, con lo sguardo fisso nel fuoco.
«Ehi Ram, che hai? Sei nervoso?» gli domandò Remus.
«Eh? No, perché?» rispose lui diventando rosso.
«Pensi davvero di poterci mentire, Bambi?»disse Sirius sorridendo.
«Non vi sto mentendo, Bobby» rispose lui lanciando un occhiataccia all'amico. Tutti lo fissarono aspettando che parlasse, così lui, sentendosi in soggezione, scoppiò «e va bene sono nervoso, ok? È il mio primo vero appuntamento con Lily fuori di qui, e ho un po d'ansia.»
«Lo sapevo! Ma perché? State insieme da un po, siete abituati a sbaciucchiarvi e cose simili. Che cosa ti spaventa?» disse Sirius.
«Non lo so in realtà. Sembrerà assurdo ma non so cosa mi turba. Voglio che sia tutto perfetto, ecco. A proposito, come sto?» chiese agli amici alzandosi in piedi.
«Quanto sei primadonna, James» lo canzonò Sirius ridendo.
«Vedendo come stanno sbavando quelle ragazze laggiù direi bene, Ram» disse invece Peter ridendo.
«Si James, stai benissimo, stai tranquillo» rispose Remus.
In quel momento le ragazze entrarono in sala comune e si diressero verso di loro. Erano rimasti tutti a bocca aperta dalla bellezza di quelle cinque ragazze.
«Ehi ragazzi chiudete la bocca, siete patetici» rise Emmeline.
«Ecco lo sguardo da pesce lesso» sussurrò Marlene all'orecchio di Lily facendola ridere.
«S-sei bellissima Lily» balbettò James.
«Grazie Potter, anche tu stai molto bene» disse lei, anche se nella avrebbe voluto dire che stava molto più che bene.
«Sei splendida Marl» disse Sirius baciandola.
«Si lo so ho fatto davvero un ottimo lavoro con tutte, ora andiamo o faremo tardi» disse Emmeline spiccia.
«Ehi Vance, hai fretta?» chiese Sirius.
«Bè sai com'è Black, ho una vita anche io. Il mio accompagnatore mi aspetta» rispose lei sorridendo.
«Ah allora ti stai dando da fare anche tu eh? Brava ragazza» commentò Sirius con un sorrisino.
«Io non mi do da fare, Black. Non sono mica così squallida da concedermi facilmente. Dovrà lavorare parecchio il ragazzo se vorrà ottenere qualcosa da me» disse lei con aria superiore, facendogli poi l'occhiolino.
«Godric quanto sei rigida! Lasciati andare un po e fai divertire quel poveretto, Vance! La vita è una sola!» ribatté Sirius fingendosi sconvolto.
«E chi sarebbe poi il poveraccio? Gli farò le mie condoglianze» aggiunse.
«È Mark Davis di Corvonero» rispose Emmeline tranquilla.
«Il capitano della squadra di Quidditch?! Davvero?» chiese lui alzando il tono di voce.
«Sirius! Che urli?!» lo riprese Marlene.
«Scusami McKinnon ma questa è una cosa seria! La tua amica sta uscendo con il nemico!» esclamò lui.
«Ma quale nemico Black!» rise Emmeline.
«Ma perché proprio lui? Di tanti bei Grifondoro devi proprio immischiarti con un Corvonero?» fece James schifato.
«Bè sai com'è Potter, i Grifondoro più belli sono stati tutti presi. E poi lui mi piace, è molto dolce e carino» rispose la ragazza.
«Carino?! È un figo da paura!» disse Alice guadagnandosi un occhiataccia da Frank.
«Ovviamente mai quanto te, amore» aggiunse baciandolo e facendolo sorridere soddisfatto.
Ormai erano arrivati in Sala Grande, dove presero posto per mangiare e si riempirono i piatti.
Ancora una volta nessuno si era accorto dello stato d'animo di Peter Minus. Il ragazzo ci era rimasto molto male all'affermazione di Emmeline.
Sapeva di non essere bello come James e Sirius, ma non venire nemmeno considerato lo aveva ferito.
E ora la prospettiva di passare tutto il pomeriggio a fare il terzo in comodo non lo allettava per niente.
Si sfogò nel cibo mangiando tutto quello che gli capitava a tiro, ma nemmeno quello riuscì a tirargli su il morale. Così quando tutti ebbero finito il dolce e si alzarono per uscire, lui disse «ragazzi credo di aver mangiato troppo, non mi sento bene. Non vengo ad Hogsmede.»
«Davvero Pete? Dai è un sacco che non andiamo tutti insieme!» cercò di convincerlo Remus.
«Si lo so, Remus. È veramente tanto che non usciamo tutti insieme» disse lui calcando la parola tutti, e poi aggiunse «ma non me la sento, ci vediamo più tardi» e se ne andò.
Gli amici lo guardarono allontanarsi a testa bassa, e si chiesero se avesse detto la verità. Ma poi le ragazze li chiamarono e loro uscirono tutti insieme chiacchierando e scacciando via dalla mente quel pensiero.
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Il Legame Che Ci Unisce
FanfictionMi sono immaginata molte volte come potesse essere la storia prima di Harry Potter, la storia dei suoi genitori, di come si sono conosciuti e innamorati. Ma anche la storia e le avventure dei Malandrini. E così mi trovo qui, a mettere nero su bianco...