Capitolo 58: Addio Hogwarts

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20 giugno 1978

Quando James quella mattina si svegliò ci mise qualche attimo prima di ricordare quello che era successo, poi si lasciò sfuggire un sospiro. L'ansia e la preoccupazione per Lily e Sirius era svanita, anche se una rabbia ceca era ancora in lui, pronta ad eruttare come un vulcano, mista ad un senso di dolore e tristezza per la perdita di Mary. L'immagine del suo corpo a terra, gli occhi orribilmente spalancati e che lui aveva chiuso per non doverli fissare oltre, gli tornarono prepotentemente alla mente e fu con un grande sforzo che riuscì a scacciarla. Si girò verso il letto di Remus e si rese conto che era vuoto. Vuoto e perfettamente ordinato, come lui lo preferiva. Il suo amico non aveva passato la notte in camera. Quella notte quando era tornato era così contento e sfinito che non se ne era nemmeno reso conto e si diede dell'idiota mentalmente. Si alzò e si andò a fare una doccia veloce, dopo di che si vestì e uscì per andare in infermeria. Quando entrò nella stanza trovò Lily e Sirius svegli e intenti a battibeccare, come loro solito, e sorrise divertito.
Seduta tra di loro c'era Marlene, che sorrideva esasperata e scuoteva la testa.
«Vedo che state bene, voi due. Su cosa state litigando sta volta?» chiese loro mentre prendeva posto sul letto di Lily e dopo averla baciata.
«È da quando sono arrivata che discutono per ogni cosa» sospirò Marlene.
«Potter, potresti gentilmente dire al tuo amico che sono abbastanza forte per sopportare il viaggio in treno?» disse Lily, incrociando le braccia sotto il seno ed assumendo un cipiglio severo.
«Bè, ecco» iniziò lui titubante ma venne interrotto da Sirius che sbottò «ehi, scusa se mi preoccupo per te, rossa! Ma secondo me non dovresti passare tutto quel tempo in treno, piuttosto usa la Metropolvere! Sei d'accordo con me vero James?»
«E perché tu dovresti poter prendere il treno e io no, sentiamo? Perché io sono una ragazza? Pensi che sia più debole?» ribatté lei stizzita.
«Più debole? Nessuno sano di mente che ti conosce potrebbe pensare che tu sei debole, Evans» replicò Sirius e Lily si aprì a malincuore in un sorriso.
«Bene, se avete finito di fare i bambini, avremmo un problema più serio» disse James interrompendoli prima che riprendessero a discutere.
«Che è successo?» chiese subito Marlene.
«Non lo so in realtà, ma Remus non ha dormito in camera sta notte» rispose James incontrando gli occhi del suo migliore amico.
«Hai la mappa?» chiese subito lui alzandosi e infilandosi la camicia.
«Si ma dove credi di andare?» fece James sospettoso tirando fuori la Mappa del Malandrino.
«Vengo con te da Remus, è ovvio. E non azzardatevi a dire che non posso. Non lascerò uno dei miei migliori amici da solo in questo momento» sbottò Sirius guardandoli uno per uno.
James capì che non serviva a niente discutere in quel momento, così si concentrò per trovare Remus. Qualche attimo dopo Lily esclamò «eccolo! Alla Torre di Astronomia.»
Si guardarono un attimo tutti e tre, poi si diressero velocemente fuori dall'infermeria prima che Madama Chips potesse fermarli.
Quando arrivarono alla fine della scala a chiocciola, si scambiarono di nuovo uno sguardo, poi Lily mormorò «ascoltatemi, fate entrare me un attimo. Provo a parlarci io.»
Gli altri tre annuirono e la guardarono aprire la porta ed entrare.
Lily si guardò attorno e notò varie bottiglie vuote di whisky per terra, poi il suo cuore perse un battito quando si rese conto che Remus era in piedi, fuori dalla balaustra e gli dava le spalle.
«Remus» lo chiamò avvicinandosi cautamente.
Lui non si girò a guardarla, ma disse con voce rotta «vattene via Lily, per favore. Non voglio che tu sia qui... che tu veda...»
«Rem ti prego non farlo... torna dentro» ribattè lei decisa, avvicinandosi fino ad arrivare alla balaustra.
Il ragazzo non la guardava, fissava il cielo davanti a lui, appoggiato con la schiena alla ringhiera in ferro. Solo in quel momento lei si rese conto che stava tremando violentemente.
«Non posso Lily. Non ci riesco. Non riesco a vivere senza di lei, fa troppo male.»
Lei guardò prima il panorama davanti a sè, poi prese un bel respiro e si arrampicò per scavalcare la balaustra.
«Lily! Che stai facendo? Torna dentro!» esclamò lui preoccupato.
«Non se non torni dentro anche tu, Rem» ribattè lei decisa.
In quel momento fuori dalla porta socchiusa James aveva trattenuto il respiro e stava per irrompere nella stanza quando Sirius lo aveva fermato e gli aveva fatto cenno di aspettare.
«Lily tu non capisci! Io non lo sopporto! Non sopporto questo dolore costante! Voglio finirla qui così potrò rivederla!» stava dicendo Remus intanto, l'espressione resa folle dal dolore.
«Remus certo che capisco! Godric! Era la mia migliore amica! Sono straziata dal dolore anche io, cosa credi?» esclamò lei arrabbiata.
«Scusami... Non volevo insinuare che...» borbottò lui imbarazzato.
«Ti capisco molto bene perché ho passato questo stesso momento anche io solo qualche ora fa. Anche io ho pensato di lasciarmi andare e finirla qui quando eravamo con Sirius in quel dannato campo. Eravamo stati torturati a lungo, avevamo camminato senza sosta nonostante fossimo feriti e doloranti, e quando alla fine ci siamo fermati ho seriamente preso in considerazione l'idea di dire basta. Perché faceva male, Remus, troppo male al cuore continuare a vivere. E sai cosa mi ha detto Sirius? Mi ha detto che vivere farà anche schifo a volte, ma è anche tremendamente bello! Tu non sei solo, Remus! Io sono qui con te, a soffrire insieme a te. I tuoi amici sono qui a soffrire con te. Aggrappati a noi, Rem, e usciamone insieme. Possiamo farcela.»
Lui non disse niente per un po, poi Lily riprese a parlare, un po più calma, lo sguardo fisso davanti a sé «l'ho vista, Rem.»
Lui si voltò e la guardò interrogativo e lei riprese «ho visto Mary e i miei genitori mentre ero in coma. Erano così felici, così in pace! Mi hanno parlato, e anche se so che probabilmente era solo frutto della mia testa mi è sembrato così vero che io voglio credere che lo sia stato sul serio. Mi ha detto di dirti che ti ha amato con tutta se stessa, Rem. E di non lasciarti solo, cosa che non avrei fatto comunque, perché sapeva che ti saresti lasciato sopraffare dal dolore. Mi ha detto di dirti di non mollare e di andare avanti, perché lei è felice solo se tu sei felice.»
Sospirò forte e si girò a guardarlo: il suo viso pallido, le sue cicatrici bianche e l'espressione scioccata. Gli prese la mano e mormorò «io non voglio deluderla, e tu?»
Senza rendersene conto Remus si ritrovò a scuotere la testa, poi Lily si arrampicò di nuovo dentro la Torre e lo tirò delicatamente per una mano per fargli fare lo stesso.
Qualche attimo dopo piangeva disperato tra i capelli rossi di lei.
Si inginocchiarono a terra, lui troppo debole per reggere il peso di tutto quel dolore e lei ancora troppo fragile per sorreggere entrambi. Si abbracciarono stretti e piansero insieme, senza neanche accorgersi che Sirius, James e Marlene erano lì seduti accanto a loro finché non si strinsero in una sorta di strano abbraccio di gruppo.
Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito, finché tutte le lacrime non furono state buttate fuori. Dopo di che Remus li guardò tutti, si asciugò gli occhi e mormorò un grazie.
Quando tornarono tutti insieme in infermeria, tempo dopo, qualcosa in loro era cambiato: era come se avessero buttato fuori almeno una parte di dolore insieme alle lacrime, e l'avessero lasciato su quella Torre.
Non erano ancora guariti, ma erano sulla strada giusta per farlo, e sapevano che finché erano insieme avrebbero potuto fare qualsiasi cosa.

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