Capitolo 62: Prima volta

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7 settembre 1978

Mentre James e Sirius erano fuori per una ronda per l'Ordine, Lily e Marlene erano sedute in veranda con Euphemia e stavano passando una piacevole serata chiacchierando del più e del meno.
Erano sedute tutte e tre sul dondolo, la signora al centro e le due ragazze ai suoi lati, quando dopo qualche attimo di silenzio Euphemia disse «sono così contenta che voi siate qui. Ma soprattutto sono contenta che abbiate scelto i miei ragazzi. Li rendete così felici. Sono fortunati ad avervi incontrate.»
Le due fanciulle la guardarono un po imbarazzate poi Marlene rispose «siamo noi ad essere fortunate, Euphemia. James e Sirius sono dei ragazzi fantastici e credo che in pochi avrebbero fatto le scelte che hanno fatto loro. Io e la mia amica qui non abbiamo dei caratterini proprio semplici da sopportare.»
Euphemia rise e Lily aggiunse «concordo pienamente. E poi, il merito è tutto tuo, Euphemia. Li hai cresciuti bene e loro hanno una grande stima e un profondo rispetto per te e Fleamont.»
«Oh grazie care, come siete carine. Devo ammettere che James lo abbiamo viziato molto quando era piccolino. Sapete io e mio marito non siamo stati molto presenti purtroppo a causa del nostro lavoro, ma lo abbiamo sempre amato moltissimo. Avremmo tanto voluto avere altri figli, ma purtroppo non abbiamo avuto questa fortuna. Quanto avrei voluto una figlia femmina!» sospirò la signora con gli occhi lucidi.
Le ragazze non risposero subito, non sapendo bene cosa dire, poi Lily le strinse la mano e mormorò «bè, magari non sarà proprio come lo immaginavi, ma ne hai avute due nel momento stesso in cui hai accettato di prenderti cura di noi. Non saremo due dolci neonate da accudire e coccolare, ma guarda il lato positivo: abbiamo già superato la fase pappe e pannolini e anche quella delle adolescenti ribelli.»
Risero tutte e tre insieme mentre sulle guance della signora Potter scendevano alcune lacrime e anche Lily e Marlene erano un po emozionate.
«Grazie Euphemia per tutto quello che fai per noi. Non potrò mai ringraziarti abbastanza. Se solo mia madre avesse un po della tua dolcezza e del tuo amore....» sospirò Marlene abbassando lo sguardo.
La donna le prese la mano e con voce dolce disse «Marlene, tua madre ti vuole bene, credimi. So che tu pensi che non sia possibile ma è così. È solo stata cresciuta in questo modo: le hanno insegnato che i sentimenti sono per i deboli, che nella vita non ti portano nulla se non guai. Fidati di me, mia dolce Marlene. So che è così perché è quello che hanno insegnato anche a me.»
La signora Potter, che in realtà altro non era che la signora Black, proveniva dall'antica e nobile casata dei Black, proprio come Sirius.
Era stata diseredata quando a diciotto anni si era rifiutata di sposare un uomo di quasi vent'anni più grande di lei, scelto ovviamente dai suoi genitori. Come Marlene, Euphemia si era innamorata di un ragazzo durante i suoi anni ad Hogwarts: un giovane Grifondoro esuberante e simpatico era piano piano riuscito a conquistarla. E nonostante avesse provato a rinnegare i suoi sentimenti, non ci era riuscita e alla fine aveva ceduto all'amore che provava per quel giovane. Quando aveva annunciato alla famiglia che Fleamont le aveva chiesto di fidanzarsi con lui, il padre aveva dato di matto e le aveva proibito di rivederlo in quanto lei era già promessa ad un altro uomo. La giovane si era sentita tradita, venduta dal suo stesso padre ad un uomo che lei non amava, più vecchio di lei, e solo per gli interessi economici della famiglia. Capì che non l'avrebbero mai accetta, non avrebbero mai accettato il suo amore per Fleamont, che tra l'altro proveniva da una famiglia non ben vista dai suoi genitori, in quanto secondo loro avevano delle tendenze filobabbane. Così nonostante fossero solo due diciottenni appena diplomati, Fleamont ed Euphemia scapparono e poco dopo si sposarono.
«So che ora ti senti un po persa e tradita dai tuoi genitori, ma voglio che tu sappia che sono orgogliosa di te. Di te e di Sirius perché non vi siete arresi, nonostante tutto ci avete creduto e continuate a farlo. E io so che sarà così per sempre. Il vostro amore vincerà su tutto.»
La ragazza piangeva lacrime silenziose, gli occhi incollati in quelli della donna, che pochi attimi dopo la strinse in un forte abbraccio dalla quale la giovane si lasciò avvolgere, grata di aver trovato una persona tanto buona, ma soprattutto che potesse capirla così bene. Anche Lily si era commossa alla scena e le guardava in silenzio, ringraziando Godric e tutti i fondatori per averle dato la forza di aprire gli occhi e vedere James per come era veramente. Grazie a quella scelta aveva trovato una nuova famiglia.
Poco dopo le due si staccarono, più tranquille e sollevate, ed Euphemia guardò il cielo splendente sopra di loro.
«I miei figli stanno prendendo parte a qualcosa, vero? Qualcosa che c'entra con la guerra, qualcosa di pericoloso. Non è cosi?» chiese loro:
Le due ragazze si immobilizzarono, sorprese e prese in contro piede.
«So che è così. Una madre certe cose le capisce. Non voglio mettervi in situazioni scomode con loro, quindi non voglio che voi vi sentiate costrette a dirmi di cosa si tratta, ma io ho bisogno di sapere. Stanno combattendo per fermare Voi-sapete-chi, vero?»
Le due giovani si guardarono negli occhi, incerte su cosa dire, poi Lily prese un bel respiro e rispose «si. Si, Euphemia, stanno combattendo. Non possiamo dirti tutto, non spetta a noi farlo, però non voglio nemmeno mentirti, perciò ti dirò questo: James e Sirius non hanno mai accettato l'idea di rimanere a guardare mentre Voldemort e i Mangiamorte prendono il potere. Hanno sempre voluto fare qualcosa a riguardo, e questa estate ci si è presentata di fronte l'occasione di farlo. Dopo quello che è successo ai miei genitori, dopo l'attacco a Hogsmede e la morte di Mary, e dopo che io e Sirius abbiamo passato quello che abbiamo passato... questo desiderio di giustizia si è fatto sempre più forte e loro hanno colto l'occasione al volo. Si stanno impegnando tantissimo per riuscire a rendere il mondo un posto migliore.»
«Ne fate parte anche voi due, vero?» domandò la donna dopo qualche attimo di silenzio.
«Si, non potevamo sopportare l'idea di lasciarli soli ad affrontare tutto e soprattutto di non far niente per cambiare le cose, perciò abbiamo accettato anche noi» rispose Marlene seria.
«Immaginavo. Siete dei Grifondoro dopotutto» mormorò Euphemia sorridendo malinconica, poi continuò rivolta a Lily «è anche per questo che James ti ha chiesto di sposarlo così presto, vero?»
«Credo di si» disse Lily incerta.
«Non frainterdermi, cara. Sono contentissima che lo abbia fatto. Credo veramente che siate fatti l'uno per l'altra e non penso che aspettare avrebbe fatto qualche differenza.
Non mi piace pensare al fatto che quando non siete qui siete probabilmente a rischiare la vita da qualche parte, ma da una parte sono orgogliosa di voi. È un gesto davvero nobile il vostro.
Comunque ne parlerò anche con i miei figli. Grazie per la sincerità.»
«È il minimo che possiamo fare per te» rispose Marlene sorridendo.
«Ora vado a dormire, care. Grazie della serata, sono stata benissimo» disse Euphemia sorridendo dolcemente e lasciando una leggera carezza ad entrambe prima di allontanarsi.
«Buona notte Euphemia» dissero le ragazze.
«Abbiamo fatto bene a dirle la verità?» chiese Marlene dopo un po.
«Assolutamente. Glielo dobbiamo, Marl. Noi...» stava dicendo Lily ma si interruppe perché davanti alle due era appena apparsa un'enorme aquila argentata.
Il patronus atterrò davanti a loro e parlò con la voce di Moody «attacco dei Mangiamorte a Bristol, vicino alla chiesa di Saint Judes. Richiesto intervento di tutto l'Ordine.»
Poi così come era apparso, si era dissolto.
Per un attimo le due ragazze rimasero immobili, poi come se si fossero scottate, sobbalzarono e si guardarono.
«James e Sirius! Dobbiamo andare!» esclamò Marlene alzandosi e dirigendosi in casa.
Corsero in camera, si misero un paio di pantaloni visto che erano entrambe in pigiama, presero la bacchetta ed uscirono di casa per andare a smaterializzarsi.

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