Capitolo 35: Giorni da dimenticare

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9 gennaio 1978
Erano passati due giorni da quando Marlene era stata aggredita, e il gruppo dei Grifondoro del settimo anno navigava nello sconforto più totale. La ragazza era ancora in coma e non dava cenni di miglioramento; Sirius si rifiutava di lasciarla, perciò gli amici si dividevano in gruppi per tenergli compagnia. Remus e Peter si assicuravano che mangiasse, anche se non riuscivano a fargli mandar giù molto; Alice ed Emmeline gli portavano del caffè e Frank le sigarette, che andavano a fumare nel parco passeggiando in silenzio, per poi tornare subito in infermeria; mentre Lily e James lo aiutavano con i compiti, o meglio li facevano al suo posto. I professori gli avevano concesso di non frequentare le lezioni purché facesse i compiti. Grazie alla mania di organizzare tutto di Lily, riuscivano a fare tutto senza dimenticare niente. Quando James aveva gli allenamenti, Lily se ne stava in infermeria con Sirius.
Sapeva che lui cercava di sopravvivere in quel modo, isolandosi e chiudendosi nel suo dolore. Perciò se ne stava la maggior parte del tempo seduta con lui a guardare Marlene e a leggere. E lui lo apprezzava; non avrebbe mai pensato di dirlo ma si stava affezionando alla rossa.
Non era per niente la scorbutica che pensava, anzi si era dimostrata un'amica fedele e un'ottima compagnia. Si era dovuto ricredere su di lei e ora era contento che stesse insieme a James: e non per il fatto che gli facesse i compiti, ma perché il suo migliore amico non era mai stato così felice e in più nessuna ragazza con cui era stato sarebbe stata all'altezza della situazione.
Stava proprio pensando a questo guardando la rossa seduta accanto a Marlene, quando la porta dell'infermeria si aprì con violenza ed entrarono i genitori di Marlene.
La madre davanti e il padre che la seguiva come un cagnolino. Si vedeva che era lei che comandava.
Si avvicinò al letto dove giaceva la figlia, guardò Sirius e Lily, ed esclamò «che cosa diavolo è successo a mia figlia?!»
«S-signora McKinnon...» incominciò Lily alzandosi, ma lei la interruppe «lo sapevo che la vostra compagnia l'avrebbe fatta finire male. L'avevo avvertita, ma lei è così testarda! Con questa stupida storia dell'amore e dell'amicizia! Ecco dove l'hanno portata tutte queste stupidaggini!»
Sputò queste parole in faccia a Lily che rimase impietrita senza sapere che dire. Sirius si alzò e si mise davanti alla sua amica, con fare protettivo, e disse «non è colpa di Lily se Marlene è in questo stato! E nemmeno mia! È stata attaccata da un altro studente solo perché lei non crede nei vostri stupidi ideali purosangue! E che lei ci creda o no, Marlene sta bene con me. Noi ci amiamo davvero e io per lei farei qualsiasi cosa.»
«Ma non hai impedito che le facessero questo, o sbaglio?» lo interruppe la signora McKinnon gelida.
Sirius sbiancò e la guardò sbalordito.
A quel punto Lily si infuriò, si piazzò davanti alla madre dell'amica e sbottò «non può parlare così di Sirius! Lei non sa cosa sta passando! Lui è veramente innamorato di sua figlia e lei di lui. E invece di essere contenta del fatto che sua figlia sia felice qui con noi, non pensa ad altro che alla sua reputazione! E invece di essere preoccupata per lei, viene qui e se la prende con noi! Ma che razza di madre è?!»
«Come osi, piccola insolente!?» esclamò la donna, oltraggiata.
«Io oso, perché non riesco a capire come si possa essere così rigidi e così poco amorevoli con la propria figlia!»
Ormai stavano urlando entrambe, e così il padre di Marlene prese un bel respiro e gridò «ora basta! Allison smettila!»
La moglie lo guardò sbalordita, e quando stava per parlare lui la interruppe di nuovo «i ragazzi hanno ragione. Marlene è felice qui con loro. Non puoi programmare la sua vita, fattene una ragione!»
«Che sta succedendo qui?» chiese Madama Chips entrando in stanza.
«Sono il padre di Marlene. Come sta?» disse lui ignorando la moglie.
«È ancora stabile in questo stato. Non ha avuto miglioramenti. Dobbiamo dare tempo al suo corpo di riprendersi; la Maledizione Cruciatus l'ha colpita in pieno ed è stata anche molto potente» spiegò la donna.
«L-la M-Maledizione C-Cruciatus? Ma chi può aver fatto una cosa del genere?!» domandò sconvolto.
«Non lo sappiamo ancora, signor McKinnon. Speriamo che quando Marlene si sveglierà ce lo dirà lei. Per ora non possiamo far altro che sperare» rispose Madama Chips.
«Voglio andare a parlare con Silente. Devo sapere esattamente cosa è successo a mia figlia. Dopodiché la porterò via da questa gabbia di matti!» sbottò la madre di Marlene uscendo infuriata.
A quelle parole Sirius si riscosse; si avvicinò velocemente al signor McKinnon, ancora sconvolto, e disse, con un tono supplichevole, «la prego signore, non può permetterle di portarla via! Lei lo sa che sarebbe infelice! Lei sa che non vorrebbe vivere in quel modo! Non glielo permetta, la prego! Io la amo!»
L'uomo lo guardò per un attimo con un espressione indecifrabile sul volto, poi gli mise una mano su una spalla e, guardandolo negli occhi, disse «sai ragazzo, posso vantarmi di poche cose, ma una di queste è la mia grande capacità di leggere e capire le persone. Non avrei mai pensato che il figlio traditore dei Black fosse così nobile. Hai mostrato una lealtà nei confronti di mia figlia e della tua amica che ti rende davvero onore. Ho capito che tieni veramente a lei. E per troppo tempo mia moglie non ha fatto altro che decidere per lei e per me, ma in questo mondo, dove i ragazzi di diciassette anni si scagliano maledizioni a vicenda, dove gli innocenti pagano con la propria vita per una guerra che non gli appartiene e dove i figli sono costretti a fare scelte da grandi, non c'è più posto per le vecchie tradizioni. Al diavolo il tuo sangue, al diavolo la famiglia da cui provieni, se veramente ami mia figlia e lei ama te, allora sarò felice di appoggiarvi. Si vede che sei un bravo ragazzo e so che la renderai felice.
E non darti colpe che non hai; non l'hai ridotta tu così. So che avresti voluto essere con lei e che ti incolpi per questo, ma non è così.
È colpa di questa guerra! E di quelli che l'hanno cominciata e che ne hanno preso parte. Perciò fatti forza, perché quando si sveglierà dovrai dirle che avete la mia benedizione, ok?» Concluse con un sorriso triste, dando una pacca sulla spalla di Sirius.
«Grazie signore, grazie davvero. Sono felice che abbia capito» disse Sirius.
Lui gli sorrise ancora e poi si avvicinò al letto dove stava Marlene, la baciò sulla fronte e si prese un momento per accarezzarle i capelli.
Dopo qualche minuto si ricompose, salutò tutti e si avviò nell'ufficio del preside, dalla moglie.
Madama Chips rientrò nel suo ufficio scuotendo la testa e lasciò Lily e Sirius soli. Si guardarono un attimo poi Lily mormorò «sai Sirius, penso anche io quello che ha detto il padre di Marlene. La tua lealtà nei confronti delle persone a cui tieni è qualcosa di ammirevole. Ho sempre invidiato il tuo rapporto con James. E anche se all'inizio non ero molto convinta di te e Marlene, ho capito che mi sbagliavo. Tu sei quello giusto per lei, e niente potrà cambiare questo.
Siete fatti l'uno per l'altra, e ti ringrazio per averla resa felice. E... bè, si insomma... penso proprio di poterti considerare un amico, uno di famiglia.»
Sirius guardò la rossa diventare dello stesso colore dei capelli, poi sorrise e l'abbracciò. "Cavolo questi giorni ho dato anche troppe dimostrazioni d'affetto per i miei gusti" pensò il ragazzo.
Si staccarono imbarazzati e lui disse «grazie Lily, anche io ti ho rivalutata e sono veramente contento di averlo fatto. Sei la donna giusta per James. E io non dimenticherò mai quello che avete fatto per me, e ci sarò sempre per voi.»
Si sorrisero e tornarono alle loro sedie accanto a Marlene, ancora incosciente.

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