Capitolo 78: Un'idea fantastica

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29 giugno 1979

L'estate era da poco arrivata, ma non aveva portato con sé nessun cambiamento positivo, nessun miglioramento della vita nel mondo magico. Gli attacchi, le sparizioni, gli omicidi, erano frequenti come al solito e nulla poteva indicare un'imminente fine della guerra.
Se un tempo l'estate era sinonimo di spensieratezza, vacanze, persone felici, quell'anno nulla di tutto ciò sfiorò anche solo una famiglia.
Nessuno aveva nulla da festeggiare, nulla di cui rallegrarsi, poiché tutti vivevano nella costante paura. Le famiglie tendevano a restare più unite possibile, temendo che separandosi anche solo per qualche giorno avrebbero potuto non rivedersi mai più. Non ci furono vacanze in famiglia, gite in campagna o nei laghi intorno alle città. Tutti rimanevano in casa, uscendo il meno possibile.
Solo i babbani conducevano una vita quasi normale, nonostante fossero spesso anche loro vittime di attacchi, ma ovviamente non conoscendo la reale gravità della situazione non erano preoccupati più di tanto.
Il Ministero della Magia aveva adottato metodi sempre più severi e duri, tanto che venivano sbattute ad Azkaban persone anche senza processo. Bastava il minimo dubbio o sospetto per venire arrestato con l'accusa di far parte dei Mangiamorte.
Era chiaro quindi che la gente avesse paura anche solo di mettere il naso fuori di casa. L'idea di venire arrestati e buttati in una cella nella prigione più spaventosa del mondo con l'unica compagnia dei Dissennatori, era spaventosa quasi quanto quella di venir presi dai Mangiamorte.
Era questo il clima che continuava a persistere ormai da mesi e che non sembrava potesse migliorare in breve tempo.
«Quanto mi piacerebbe poter portare Lily qualche giorno in vacanza» sospirò James quella mattina a Sirius.
Erano in ufficio a lavorare come al solito, ma James sembrava avere la testa fra le nuvole quel giorno.
Sirius alzò gli occhi per guardarlo e lo vide fissare il vuoto assorto nei suoi pensieri. Probabilmente non si era nemmeno reso conto di aver parlato ad alta voce.
«Piacerebbe anche a me prendermi una pausa» mormorò Sirius e James si riscosse finalmente dai suoi pensieri per guardarlo.
«Già... ieri sera Lily ha avuto un altro attacco di panico. Stanno diventando di nuovo più frequenti» disse James sospirando all'amico.
«Si, l'ho notato. Non è certo una situazione rilassante quella in cui stiamo vivendo» commentò Sirius.
«Lo so, è che vorrei tanto aiutarla, ma non so come fare... sono sicuro che una pausa da tutto questo potrebbe davvero farle bene, ma come possiamo andarcene in questo momento?» chiese James passandosi una mano fra i capelli sconfitto.
Anche Sirius sospirò e poi rispose «sono le stesse cose che provo io, Ram. È così difficile cercare di avere una vita normale a casa quando fuori il mondo è uno schifo. Cerco sempre di sembrare tranquillo quando sono con Marlene, ma lei non è stupida. Anche se non le dico mai apertamente quanto sia difficile per non farla preoccupare, sono sicuro che lei lo sa. Non voglio che stia in pena per me, proprio ora che sta pian piano guarendo. Finalmente la vedo meglio, un po più serena, nonostante ogni tanto di notte si svegli piangendo ancora. Anche se sono passati mesi le succede ancora ogni tanto, e so che cerca di non farsi sentire da me, ma non ho intenzione di lasciarla sola ad affrontare il lutto. Le ho promesso di starle accanto sempre e sembra stia funzionando, quindi non voglio darle anche il peso delle mie preoccupazioni. Ma di certo la situazione là fuori non aiuta.»
«Lo so, Sir... Anche io l'ho vista meglio in questo periodo. Lo dice anche Lily e lei riesce a leggerla in un modo incredibile. Credo che una parte di quel dolore rimarrà sempre nel suo cuore, anche se piano piano riuscirà a sopportarlo e ad andare avanti. E tu sei grandioso, stai facendo un ottimo lavoro e sono sicuro che presto starete bene. Non ce l'avrebbe mai fatta senza di te, amico» disse James sorridendo orgoglioso.
Sirius gli restituì il sorriso. Era bello sentirsi dire queste cose da suo fratello, ogni tanto ne aveva bisogno anche lui.
«Senti, ho un'idea: perché non venite a stare da noi per qualche giorno? Potreste passare qualche giorno al mare finalmente e staremo un po insieme. Magari non sarà una vacanza romantica, ma almeno uscirete dalla città e vi svagherete un po» propose Sirius eccitato.
James si aprì in un enorme sorriso a vederlo di nuovo con quella luce negli occhi dopo tanto tempo, poi rispose educatamente «non so, Felpato. Non vorrei disturbarvi.»
«Dirturbarmi?! Ma che dici! Ho passato più di tre anni a casa tua e dei tuoi genitori e tu non mi hai mai dato l'occasione di sdebitarmi. Permettimi di farlo ora. Sai che sono sempre contento di passare del tempo con te e con Lily, soprattutto visto che ultimamente non riusciamo quasi mai a farlo. E vedrai che le ragazze ne saranno contente. Farà bene ad entrambe un po di compagnia. Marlene mi dice sempre che le manca un po vivere con Lily, nonostante sia contenta di vivere con me» esclamò Sirius sempre più contento di quell'idea.
Anche James venne travolto dal suo stesso entusiasmo.
Erano tutti quanti stati abituati a vivere in compagnia, in gruppo, per più di sette anni e a tutti loro mancava un po quella vita.
Non perché la convivenza e la vita di coppia non gli piacesse, ma perché non erano mai stati abituati a quella solitudine a cui erano costretti in quel periodo. Le serate che erano riusciti a passare tutti insieme come dei normali ventenni da dopo Capodanno si potevano contare sulle dita di una mano.
Ormai le loro vite erano suddivise in casa, lavoro e Ordine della Fenice. Ogni tanto organizzavano qualche cena a casa di qualcuno di loro, ma quei momenti erano davvero rari.
«Felpato è un idea grandiosa!» esclamò James euforico.
«Lo so! Andiamo a dirlo subito alle ragazze!» disse Sirius balzando in piedi.
«Lily oggi aveva il giorno libero» gli ricordò James alzandosi.
«Ah già è vero. Va bene intanto andiamo a dirlo a Marlene allora, oggi è in ufficio» disse l'amico sorridendo.
«Si, va bene. Sai che possiamo fare? Facciamo una sorpresa a Lily. Sta sera venite a cena da noi e glielo diciamo. Che ne dici?» propose James uscendo.
«Ottimo! Sta sera non siamo neanche di ronda» rispose Sirius sotto voce e insieme si avviarono verso gli ascensori per andare al piano dove lavorava Marlene.
Stavano ancora discutendo di questa cosa mentre scendevano di piano in piano con l'ascensore, quando arrivarono all'atrio e le porte si aprirono. Sirius sbiancò e si interruppe quando si voltò per vedere chi stava entrando in ascensore e riconobbe la coppia.
E come avrebbe potuto non riconoscerli? L'uomo era la sua identica copia solo che con vent'anni in più e la donna aveva il suo stesso portamento e la sua stessa eleganza.
L'aura che aleggiava intorno a loro solo per il cognome che portavano bastava a farli conoscere a tutti.
Orion e Walburga Black scoccarono un'occhiata di fuoco al figlio e con portamento gelido e severo entrarono.
Sirius non riuscì a dire una parola e James continuava a spostare lo sguardo allarmato dal suo migliore amico ai suoi genitori.
Ai due ragazzi sembrò come se la temperatura fosse scesa di dieci gradi sotto lo zero, ed entrambi si ritrovarono a sperare che quei due scendessero alla prossima fermata.
Ma così non fu: le porte si aprirono e si chiusero due volte, ma nessuno scese né salì.
Arrivati al piano dove stava l'ufficio di Marlene, entrambi tirarono un sospiro di sollievo e si affrettarono a scendere quando le porte si aprirono.
Sfortuna volle che anche i signori Black erano diretti a quel piano, e così scesero anche loro.
«Andiamocene» sussurrò James a Sirius e quello annuì.
Ma avevano fatto solo un paio di passi, che la voce di Walburga Black risuonò alle loro spalle severa e dura «ora non si usa più che i figli salutino i loro genitori quando li incontrano?»
Sirius si bloccò in mezzo al corridoio e James gli mise una mano sulla spalla per esortarlo a lasciar stare.
«Sei anche maleducato ora, oltre che insolente?» chiese di nuovo la donna ormai arrivata dietro i due ragazzi.
«Ah ora vuoi il mio saluto, madre?» sbottò Sirius voltandosi ad affrontarla e poi aggiunse «non mi sembrava che ti interessasse di me o del mio saluto quando me ne sono andato di casa a quindici anni, visto che in quattro anni non mi siete mai venuti a cercare.»
«Non parlare con quel tono a tua madre!» esclamò Orion con voce minacciosa.
«Eccolo di nuovo qui, il mio figlio impertinente e ribelle. Vedo che non sei cambiato di una virgola, anzi sei forse peggiorato. Chi ti credi di essere per rivolgerti a me così? Solo perchè non vivi più sotto il mio tetto e fai l'uomo vissuto credi di potermi parlare così?» sibilò con voce cattiva Walburga.
«Tu non sei più mia madre, anzi non lo sei mai stata» rispose Sirius con voce altrettanto cattiva.
Walburga scoppiò in una risata senza allegria che fece drizzare i peli sulla nuca di Sirius. Per quanto la disprezzasse e non la temesse più come da bambino, quella risata gli penetrò nella mente e fece riaffiorare in lui ricordi e sensazioni che non provava più da molto tempo e che non voleva più provare.
«Ma sentitelo... fai quello che ti riesce meglio, eh Sirius? Fare la vittima. È questo quello che hai sempre fatto fin da bambino. E sono certa che è questo che hai fatto con quei traditori dei Potter per far sì che ti accoggliessero come un cucciolo randagio. Non è vero? Ma con me non attacca, Sirius. Io ti conosco meglio di chiunque altro, ti ho dato la vita e sono tua madre, che ti piaccia o no» disse ghignando la donna.
«Ora basta! Andiamocene Sir, non meritano nè il tuo tempo nè il tuo saluto» sbottò James arrabbiato.
«Ed ecco invece l'avvocato difensore delle cause perse! Anche tu sei sempre il solito arrogante e maleducato, vedo. Lasciaci, sciocco ragazzo. Voglio parlare con mio figlio senza la tua irritante presenza» disse Walburga facendo un gesto spazientito con la mano.
Sta volta fu il turno di James di ghignare e dire «se lo scordi, signora. Non lascio mio fratello nelle vostre mani, o per meglio dire artigli.»
«Fratello! Tu non sei suo fratello!» tuonò Orion Black facendo un passo avanti.
«Calmati caro. Il signor Potter ora se ne va. E non si azzarderà un'altra volta ad insinuare una cosa del genere. Suo fratello... tzè... ti piacerebbe poter dire di far parte della nostra nobile famiglia eh? Invece della tua, piena di traditori del sangue» lo sbeffeggiò la donna ghignando.
Ma James non si faceva certo intimidire da quella donna, né tanto meno si offendeva per le sue parole. Si aprì nel suo solito ghigno malandrino e ribattè a tono «in realtà, nonostante mi costi davvero tanto ammetterlo, purtroppo devo ricordarvi che discendo anche io dai Black visto chi è mia madre. Ma state tranquilli, non proverei nessun piacere ad andare in giro a dire di essere vostro parente. Anzi, me ne vergogno abbastanza. No, Sirius è mio fratello al di là del sangue. È ben altro a legarci e non starò di certo qui a spiegarvi cose che non potrete mai capire. Ed ora, ce ne andiamo. A mai più rivedervi.»
Si voltò e spronò di nuovo l'amico a camminare, ma la donna era ostinata a parlare con il figlio e non ne volle sapere di lasciarli andare.
«Merlino, Potter! Sei odioso come tuo padre! Volevo solo chiedere a quel disgraziato di mio figlio se fosse contento di quello che ha fatto» esclamò la donna indispettita dalle parole del ragazzo.
«E che cosa avrei fatto sta volta, di grazia?» chiese Sirius voltandosi di nuovo, indispettito quanto lei.
«Hai tolto l'opportunità alla nostra famiglia di unirsi ad una delle più illustri e importanti casate! E hai privato tuo fratello dell'opportunità di prendere in moglie un ottimo partito!» sbottò la signora Black.
«Che cosa?! Stai scherzando vero?!» esclamò Sirius sconvolto.
«O meglio sarebbe stato un buon partito se solo tu non ti fossi intromesso! E se non avessi rovinato la reputazione della ragazza a quel modo! Un figlio! Senza nemmeno esservi sposati prima! Che vergogna! Che disonore! Per fortuna che quel bastardo non è mai nato dopotutto, e che la cosa non si è diffusa in giro» ringhiò Walburga infuriata.
James e Sirius trattenero il respiro. Non potevano credere che avesse veramente detto quelle cose.
«C-cosa? N-non p-puoi...» balbettò Sirius sconvolto.
«Che cosa? Cosa stai blaterando? Non venirmi a dire che eri contento di aver messo incinta quella ragazzina! Non sei così idiota vero?! Credimi, sei stato fortunato per come è andata e a quanto pare lo è stato anche tuo fratello visto che quella ragazzina non è nemmeno una vera donna. Non è in grado nemmeno di mettere al mondo un erede, figuriamoci. Completamente inutile» continuò la donna inviperita.
Erano mesi che voleva sbattere in faccia al suo ingrato figlio tutte queste cose. Da quando era venuta a sapere da Bellatrix che Marlene era incinta, aveva cercato l'occasione di parlare a Sirius, ma non ne aveva mai avuto modo fino a quella mattina. E ora godeva nel vederlo così sconvolto e sofferente.
«Un figlio bastardo venuto da un altro bastardo come te. Non mi stupisce affatto» sibilò il padre con voce tagliente.
«Ehi ora basta!» esclamò James infuriato.
Le parole del padre svegliarono definitivamente Sirius, che sobbalzò per la crudeltà e la cattiveria dei genitori e si riscosse.
Fece un passo verso di loro e con voce minacciosa disse «non azzardatevi a dire una sola parola su di me, o su Marlene o su mio figlio! Voi non avete la minima idea di cosa si provi a perdere la persona che ami di più al mondo! Non avete idea di cosa significhi amare un figlio! Quel bambino era tutto per me! E non vi permetterò di insultarmi o insultare la sua memoria!»
«Come osi!» strillò la signora Black di nuovo.
«No! Come osi tu, madre! Vieni qui dopo anni da quando me ne sono andato di casa, solo per sputare sentenze e giudizi! Non te ne è mai fregato nulla di me, ti importava e ti importa solo della tua stupida reputazione! Perchè provi tanto gusto nel farmi soffrire eh? Come fai a vivere sapendo che uno dei tuoi due figli ti odia più di qualsiasi cosa al mondo?!» gridò Sirius rosso di rabbia.
«Ho smesso di considerarti mio figlio quando hai deciso di voltarmi le spalle a soli undici anni!» rispose sua madre puntandogli un dito contro.
«Sirius?» chiamò una voce alle sue spalle.
Si voltarono tutti e videro Marlene camminare svelta verso di loro.
«Marlene, va tutto bene tranquilla. Vieni con me» disse James svelto cercando di non farla avvicinare a quei due.
«Cosa succede? Ti ho sentito gridare» disse lei avvicinandosi comunque e mettendo una mano sul braccio di Sirius.
«Nulla, Marl. I signori Black se ne stavano andando» sibilò lui minaccioso guardando sua madre.
Cercò di intimarle il silenzio con le sue parole e con lo sguardo, ma per la donna era un'occasione troppo ghiotta.
«Ora si che siamo proprio tutti. Mancava solo la sgualdrina per completare questo pietoso quadretto!» sbottò la signora Black guardando Marlene in modo sprezzante.
James e Sirius fecero un passo avanti per proteggere la ragazza dalle cattiverie della donna.
«Il fatto di esserci innamorati e di voler avere una famiglia non fa di lei una sgualdrina! Tu non la conosci! E non conosci neanche me! Smettila di insultarla o giuro su Dio che non risponderò più delle mie azioni!» ringhiò Sirius.
«Ci stai minacciando ragazzino?» sibilò suo padre.
«Siete solo due sciocchi ragazzini! Che vergogna... che disonore!»
«Sirius, andiamocene. Non hai bisogno di sentire queste sciocchezze» disse Marlene con voce dura.
«Hai ragione, ho sprecato fin troppo tempo con loro» commentò Sirius e fece un passo indietro.
«Si, andatevene. Non tollero più la vostra presenza» disse Walburga drizzando le spalle.
«Bè, la cosa è reciproca. Ma prima di andarcene voglio proprio dirvi una cosa» disse Marlene avanzando e mettendosi davanti ai due ragazzi per fronteggiare la donna.
«Non azzardatevi mai più ad avvicinarvi a Sirius. Lo avete detto voi stessa che non lo considerate più vostro figlio, perciò non credo che sarà più necessario un altro incontro. Non abbiamo bisogno di altra sofferenza in questo momento. Ma sapete una cosa? Provo molta pena per voi, signora Black. Avete due figli, ma nessuno dei due vi amerà mai. Avete perso Sirius quando a undici anni è stato smistato in Grifondoro e credete di avere il rispetto di Regulus, ma siete solo degli illusi. Avete messo l'unico figlio che vi è rimasto nelle mani di un assassino e prima o poi ne pagherete il prezzo. Non so proprio perché Dio vi abbia dato l'onore di diventare madre, anche se devo ringraziarlo perché altrimenti non avrei mai conosciuto Sirius. State lontani da noi, questo è un avvertimento. Non voglio ripeterlo mai più. Addio!»
Si voltò, prese Sirius per mano e si avviò lungo il corridoio con James al fianco.
Entrarono in silenzio nel suo ufficio e James chiuse la porta.
Sirius tremava di rabbia.
«Va tutto bene, Sir. Non lasciare che le loro parole ti sconvolgano così» mormorò Marlene accarezzandogli una guancia.
«Tu... tu non hai idea... di quello che ha detto» sussurrò Sirius infuriato.
«Lo sai che lo fa apposta per farti soffrire, non darle questa soddisfazione» continuò lei.
«Sta volta ha passato il segno sul serio, Marl! Ha osato troppo!» sbottò James ancora arrabbiato.
«Si, ma se noi ci facciamo vedere così sconvolti lei avrà vinto!» esclamò Marlene cercando di farli ragionare.
«Ha osato parlare del bambino! Lo capisci?! Ha osato dire delle cose orribili non solo su di me e su di te, ma anche sul nostro bambino! Ai loro insulti e al loro disprezzo sono abituato, ma non posso tollerare che abbia messo in mezzo il bambino!» gridò Sirius fuori di sè, dando un calcio ad una sedia di legno che stava lì accanto.
Marlene sobbalzò e poi si portò la mano alla bocca, sconvolta. Il suo viso perse colore e gli occhi le si riempirono di lacrime.
«Sirius, calmati» disse James mettendo un braccio intorno alle spalle della ragazza per darle un po di conforto.
«Non posso calmarmi! Non ci riesco! Pensavo di averlo superato, di poterne parlare più tranquillamente, ma mi sbagliavo! Fa male! Sentire quelle cose fa maledettamente male!» urlò ancora lui.
Nè James nè Marlene riuscirono a dire nulla o a fare qualcosa davanti al dolore e alla rabbia di Sirius.
Non lo avevano mai visto così. Stava letteralmente distruggendo la stanza e nessuno di loro aveva il coraggio di fermarlo.
Marlene scoppiò in lacrime e affondò il viso sul petto di James per non doverlo guardare ancora. Le spezzava il cuore vedere quanto Sirius stava soffrendo in quel momento.
James la strinse forte e le sussurrò all'orecchio «va tutto bene, Marl. Ora gli passa. Lasciamolo sfogare e poi vedrai che starà meglio.»
Quando non ci fu più nulla da distruggere, Sirius si fermò ansimando e tremando.
Si guardò intorno un attimo e poi vide James, che stringeva ancora Marlene.
I loro occhi si incontrarono e James capì che stava tornando quello di sempre. Si era finalmente sfogato e aveva buttato fuori tutta la rabbia e il dolore che si teneva dentro da quando avevano perso il bambino.
Chiuse gli occhi un attimo e fece un respiro profondo per calmarsi, poi li riaprì e si avvicinò titubante ai due.
«Marl... Marl, mi dispiace... mi dispiace davvero tanto...» mormorò mettendo una mano sulla schiena della ragazza.
Lei alzò la testa e si voltò a guardarlo, poi gli gettò le braccia al collo e lo strinse forte singhiozzando.
«Oh Sirius... scusami... io non avevo idea che lei avesse... avesse detto quelle cose» singhiozzò mentre lui le accarezzava la schiena.
«Non è colpa tua, amore» mormorò lui.
«Vi lascio un po da soli» disse James facendo un passo indietro.
«No James, non andartene, per favore» lo fermò Sirius stringendogli un braccio e lui annuì.
Ci vollero dieci minuti per far calmare del tutto Marlene, ma alla fine la ragazza tornò in sè, si asciugò le lacrime e si soffiò il naso.
Aveva gli occhi gonfi e rossi e sembrava tremendamente raffreddata, ma si stava riprendendo.
Intanto James con un incantesimo stava risistemando la stanza.
«Dio, che giornata... Non vedo l'ora di tornare a casa» mormorò Marlene.
«A proposito di questo, Marl, io e James eravamo venuti per farti una proposta. Anche se forse sarebbe meglio rimandare così puoi riposarti» disse Sirius pensieroso.
«Che proposta? Di che parlate?» chiese lei curiosa.
«Di nulla, Marl. Ne parliamo un altro giorno» rispose James dolcemente.
Non voleva disturbare i suoi amici in quel momento delicato.
«Ma ora mi avete incuriosita! Voglio saperlo!» esclamò sorridendo.
«Ma è una sciocchezza, tranquilla. Possiamo parlarne quando sarai più serena» disse Sirius.
«No, voglio saperlo ora! Se è una cosa bella voglio saperla, così mi distrarrò da questa giornataccia» ribattè lei testarda.
Sirius sospirò esasperato dalla sua testa dura, e James ridacchiò scuotendo la testa.
«Ok allora... io e James stavamo pensando di passare qualche giorno tutti insieme a casa nostra. Sai, gli attacchi di panico di Lily sono tornati e stare sempre chiusa qui o a casa non le fa bene. Perciò ho proposto di venire qualche giorno da noi. Un pò di compagnia e di aria di mare le faranno sicuramente bene. E stare insieme farà bene anche a te. Che ne pensi?» chiese Sirius sorridendo.
Marlene si aprì in un enorme sorriso, balzò in piedi e gettò le braccia al collo di entrambi esclamando «oh ragazzi è un'idea magnifica! Perché non ci ho pensato io?! Che bello! Quando venite?»
James e Sirius si guardarono sorridendo e le restituirono l'abbraccio.
«Non lo sappiamo, dobbiamo organizzarci ancora. Sta sera facciamo una sorpresa a Lily a casa e glielo diciamo, che dici?» disse James.
«Si, è un ottima idea! Non vedo l'ora!» rispose la ragazza entusiasta.
«Senti amore, che ne dici di venire su in ufficio con noi? Non mi va di lasciarti qui da sola» le chiese Sirius accarezzandole una guancia.
«Si, va bene, tanto il signor Johnson non c'è oggi. Posso portare su la roba e lavorare da voi» disse lei.
Così la aiutarono a raccattare la roba che le serviva per lavorare e tornarono al piano dove erano gli uffici degli Auror.
Passarono la giornata insieme e quando arrivò l'ora uscirono tutti insieme diretti a casa di James e Lily.
Quando James aprì la porta di casa, Lily era in cucina a fare il the e domandò ad alta voce «James, sei tu?»
«Si, Lils sono io. E ho una sorpresa per te!» rispose lui sorridendo.
«Una sorpresa? Quale sorpresa?» chiese curiosa affacciandosi dalla cucina per guardare.
«Tadàààà! Siamo noi la tua sorpresa!» esclamò Sirius ridendo.
«Ragazzi! Che bello vedervi! Che ci fate qui?» disse Lily correndo ad abbracciare Marlene.
«James ci ha invitati a cena. Spero non sia un problema non averti avvisata» rispose Marlene sorridendo.
«Un problema? Assolutamente no! Sono troppo contenta di vedervi!» esclamò lei euforica.
«Lo sapevo che ti avrebbe fatto piacere» disse James passandole un braccio sulle spalle e baciandole la testa.
Lei gli diede un bacio sulla guancia e ricambiò il sorriso, poi disse «venite, stavo facendo il the.»
Andarono tutti in cucina e si sedettero a tavola.
Lily servì il the e mise al centro del tavolo una scatola di biscotti e passarono un pò di tempo a chiacchierare.
Verso sera, le ragazze cacciarono gli uomini dalla cucina per preparare la cena e loro si ritirarono in salotto.
Dopo un po annunciarono che sarebbero scesi in pasticceria a comprare un dolce per festeggiare e così lasciarono le ragazze sole in casa.
In quel momento Marlene approfittò per raccontare a Lily della discussione con i genitori di Sirius e dello stato in cui era dopo.
L'amica la ascoltò sconcertata e arrabbiata.
«Non capisco proprio come si faccia ad essere così cattivi e malvagi con il proprio figlio! Posso capire essere delusi, considerando le loro idee malate ci può anche stare, ma ora hanno passato il segno proprio!» esclamò infuriata.
«Esatto! Ora, non so di preciso che parole abbia usato la vecchia megera, ma dovevi vedere come era sconvolto Sirius. Mi ha spezzato il cuore vederlo in quel modo» disse Marlene dispiaciuta.
«Immagino, Marl... mi dispiace così tanto che le vostre famiglie non approvino» mormorò Lily.
«Già... pensavo che mia madre passasse il segno, ma devo ammettere che la signora Black è cattiva in un modo assurdo. Spero solo che Sirius possa dimenticare presto le sue parole» commentò Marlene.
La porta di casa si aprì e le ragazze sentirono la risata simile ad un latrato di Sirius perciò lasciarono cadere l'argomento.
Poco dopo Lily servì la cena e passarono una piacevole serata tutti insieme.
Quando ebbero spazzolato anche il dolce, Sirius disse «bene, ora che le nostre pance sono piene di buon cibo, avrei una proposta per te, Lily.»
Lei lo guardò divertita e rispose «se è una cosa sconcia la mia risposta è no.»
Sirius si aprì nel solito ghigno e ribattè «per quanto sai anche tu che con me potresti veramente svoltare la tua vita sessuale, purtroppo per te sono impegnato rossa.»
«Ehi! La sua vita sessuale è perfetta così, grazie tante!» esclamò James indignato.
«Si, come no» commentarono Lily e Sirius insieme.
Adoravano prendere in giro James in quel modo e si divertivano troppo a farlo arrabbiare.
Del resto tutto ciò che riguardava Lily, o la sua relazione con lei, era in grado di offenderlo e indignarlo, e loro si divertivano un mondo a farlo sparando frecciatine e battutine di quel genere.
Le sue reazioni da prima donna erano sempre così comiche che quelle battute non potevano nemmeno infastidire Marlene, che anzi spesso stava al gioco e li assecondava.
«Che cosa?! Cosa vorreste insinuare scusate?!» esclamò infatti con espressione sconvolta.
«Ma niente amore, niente. Continua a vivere sulla tua nuvoletta» rispose Lily sogghignando.
«Dai James, lo sappiamo tutti qui che tra me e te non c'è paragone a letto!» continuò ad infierire Sirius con un alzata di spalle.
«No, Lily non può proprio saperlo, invece! Non lascerebbe mai posare le tue zampe pelose sul suo splendido corpo!» disse James fulminando Sirius con lo sguardo.
«Bè neanche io posso saperlo se è per questo» commentò Marlene divertita.
«Mi pare ovvio!» esclamò sconvolto Sirius con voce stridula.
Le ragazze si stavano divertendo un mondo a guardare le reazione di quei due idioti.
«Forse però bisognerebbe provare, Marl. Così, per essere sicure di non esserci sbagliate e per porre fine per sempre a questa eterna lotta tra questi due» disse Lily all'amica fingendo di rifletterci.
I due ragazzi le guardarono a bocca aperta zittendosi all'istante.
«Bè in effetti non è una cattiva idea. Potremmo giudicare noi stesse almeno, invece di stare a sentire le loro chiacchiere continue» rispose Marlene massaggiandosi il mento come se stesse davvero valutando l'idea.
«CHE COSA?!» gridarono di nuovo i ragazzi all'unisono.
«Perchè che c'è di male? Non siete curiosi anche voi di avere un nostro parere?» chiese innocentemente Lily.
«NO!» risposero loro sconvolti.
A quel punto le ragazze non riuscirono più a trattenersi e scoppiarono a ridere fragorosamente.
Avevano le lacrime agli occhi e si appoggiavano l'una all'altra da quanto ridevano.
«Siete due idioti!» esclamò Marlene tra una risata e l'altra e finalmente i due ragazzi si rilassarono.
Diventarono rossi come due peperoni appena si resero conto che quelle due li avevano presi in giro alla grande e decisero di vendicarsi riempendole di solletico.
«Basta, basta! Ti prego James!» lo supplicò Lily ridendo come una matta e contorcendosi sulla sedia.
«E va bene piccola ingrata, per ora basta così» disse James ridendo.
«Direi che ci siamo vendicati per bene» acconsentì Sirius lasciando un bacio sulla guancia a Marlene che aveva il fiatone.
James fece alzare Lily, si sedette al suo posto e se la mise in braccio, beandosi del profumo dei suoi capelli e del suo splendido viso finalmente felice e sereno come non lo era da tempo.
Sirius fece lo stesso e si strinse Marlene al petto per godersi la sua risata e la sua serenità di quel momento fino all'ultimo.
«Bene, ora che avete finito di fare gli idioti tutti quanti, tornerei alla proposta iniziale, che non ha nulla a che fare con le cose sconce» esclamò James lanciando un'occhiataccia a Sirius.
Quello ridacchiò e disse «e va bene, Bambi geloso che non sei altro!»
James gli fece una smorfia e Sirius continuò «ho proposto a James sta mattina di venire a passare qualche giorno al mare da noi. Farebbe bene ad entrambi uscire un po da questa città e a me e Marl piacerebbe molto passare del tempo tutti insieme. Che ne pensi?»
«Davvero?! Ma è un'idea stupenda!» esclamò Lily entusiasta guardandoli tutti.
«Lo so, sono un genio» commentò Sirius.
«Ma siete sicuri che non disturbiamo? Insomma non vogliamo essere di troppo» disse poi Lily preoccupata.
«Lily, voi non siete mai di troppo. Davvero, ci piacerebbe un sacco» disse Marlene mettendo una mano sul ginocchio dell'amica e guardandola negli occhi.
Si sorrisero e poi Lily esclamò «allora va bene! Che bello, non vedo l'ora! Sarà come ai vecchi tempi! Quando lo facciamo?»
«Potremmo fare tutta la prossima settimana, che ne dite?» propose Marlene.
Acconsentirono tutti molto entuasiasti e passarono il resto della serata ad organizzarsi e pianificare.
Quando alla fine Sirius e Marlene tornarono a casa loro tramite la metropolvere e Lily e James si misero a letto, erano tutti più felici di quanto non lo fossero mai stati in quel periodo.
Per tutta la sera erano riusciti a non pensare alla guerra, alle cose orribili che accadevano continuamente, ai Mangiamorte, a Voldemort...
C'erano stati solo loro, per tutto il tempo.
«Sono stata così bene oggi» disse Lily con ancora l'ombra del sorriso sul volto appoggiandosi al petto di James.
«Anche io» concordò lui accarezzandole i lunghi capelli rossi.
«Marlene mi ha raccontato che avete incontrato i genitori di Sirius» mormorò dopo un po la ragazza.
«Già» ammise James sospirando.
«È stato così brutto?» chiese alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi.
«È stato orribile, Lils. Avrei davvero voluto schiantare quella donna da quanto ero furioso, ma allo stesso tempo ero quasi esterrefatto dalle sue parole. Non potevo capire come fosse possibile trattare una persona in quel modo. Suo figlio, poi!» esclamò James ricordando il dolore negli occhi di Sirius.
«Per fortuna Marlene è arrivata dopo, altrimenti non so cosa sarebbe successo. Ne è rimasto sconvolto Sirius, figuriamoci come avrebbe potuto reagire Marlene a sentire quelle cose» aggiunse poi.
«Cosa hanno detto?» chiese la ragazza con un filo di voce.
James sospirò, prese coraggio e rispose «all'inizio hanno solo insultato Sirius, nulla di nuovo. Poi la signora Black ha detto che voleva sapere se Sirius era contento di aver rovinato il matrimonio tra Marlene e Regulus. Gli ha detto che doveva vergognarsi di aver messo incinta Marlene, che doveva essere fortunato per il fatto di aver perso il bambino. E poi ha detto che dopotutto era meglio che Regulus non avesse sposato Marl, perché a quanto pare è inutile, visto che non è in grado di generare eredi. Queste sono sue testuali parole.»
«CHE COSA?!» esclamò sconvolta Lily.
«Già... è per questo che Sirius era così stravolto. Agli insulti rivolti a lui c'è abituato, non lo scalfiscono nemmeno, ma quando hanno tirato fuori la storia del bambino è rimasto sconvolto. Credo che non pensasse che arrivassero a tanto» disse James scuotendo la testa.
«Quella è pazza! Ma come diavolo fa a vivere in questo modo?! Sapendo di aver fatto soffrire deliberatamente suo figlio?! Che razza di madre è?» sbottò la ragazza orripilata.
«Ogni tanto mi chiedo come mai gente del genere sia riuscita ad avere figli quando al mondo ci sono persone buone come Sirius e Marlene che hanno perso il loro bambino senza motivo» commentò James.
«Già, me lo chiedo anche io» mormorò Lily con gli occhi lucidi.
Le faceva così male pensare a quello che avevano passato e che stavano ancora passando i loro migliori amici.
James la guardò per qualche attimo e poi se la strinse di nuovo al petto dicendo «cambiamo discorso, Lils. Non lasciamo che quelle persone ci portino via il buon umore che avevamo prima. Non ne vale proprio la pena! Vedrai che un giorno Sirius e Marlene si sposeranno e costruiranno la famiglia che tanto desiderano. Alla faccia dei Black e dei McKinnon!»
Nella mente di Lily si formò l'immagine di una splendida bambina dai capelli neri come quelli di Sirius e gli occhi color del ghiaccio come quelli di Marlene, e non potè far a meno di sorridere.
Si ritrovò a pensare che prima o poi avrebbero avuto tutti il futuro che si meritavano, primi tra tutti Sirius e Marlene.
«Hai ragione, James. Grazie per tutto, sai sempre come farmi tornare il sorriso» disse la ragazza dandogli un dolce bacio sulle labbra.
Si sorrisero, James le accarezzò una guancia e sussurrò «ti amo, Lily.»
«Ti amo anche io, James» mormorò lei accoccolandosi di nuovo sul suo petto e stringendolo forte.
Quella sera si addormentarono tutti e quattro più sereni e speranzosi del solito. Bastava una serata insieme per dargli una nuova forza e determinazione, per dargli di nuovo quella speranza di una vita migliore che spesso perdevano.
Dopotutto, il legame che li univa era davvero più forte di qualsiasi cosa.

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