Capitolo 3: Ultimo primo giorno

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1 settembre 1977

Due ragazzi stavano correndo a perdifiato tra i binari della stazione di King's Cross cercando di arrivare in tempo per prendere il treno. Erano tutti sudati e affannati quando finalmente varcarono la barriera che divideva il binario 9 e il 10, così si fermarono un attimo per prendere fiato. In quel momento, anche una ragazza dai lunghi capelli rossi passò attraverso la barriera e andò a sbattere addosso a James, il più vicino al muro. L'impatto fu talmente forte e inaspettato che il ragazzo si ritrovò con le spalle al muro e la ragazza spiaccicata addosso a lui. Quando capì chi era (e lo capì subito perché con quei bellissimi capelli rossi non poteva non riconoscerla) un sorriso da ebete gli si aprì sul viso ed esclamò «ehi Evans, se volevi essere la prima ad essere salutata e abbracciata da me, bastava dirlo!»
A quelle parole la ragazza alzò gli occhi, con il viso dello stesso colore dei capelli, e si staccò immediatamente da lui dicendo «non ci terrei ad essere abbracciata da te, Potter, nemmeno se fossi l'ultimo uomo rimasto sulla terra.»
«Peccato che è proprio quello che è successo» ghignò lui.
«Ti piacerebbe Potter, ma sono solo inciampata e guarda caso tu sei sempre in mezzo ai piedi» rispose lei piccata.
«Lily!»
In quel momento una stupenda ragazza dai lunghi boccoli biondi e gli occhi azzurri si avvicinò correndo.
«Marlene!» esclamò la rossa, abbracciando l'amica.
«Ciao ragazzi» salutò i due che erano rimasti fermi dietro a Lily.
«McKinnon» dissero Sirius e James. La rossa prese l'amica per mano e si avviò in cerca delle altre amiche e caricare il baule sul treno. Le trovò verso la fine che cercavano di issare i loro pesantissimi bauli, con scarsi risultati. Alice Prewett ed Emmeline Vance, le altre due ragazze dello stesso anno di Lily e Marlene, erano due normalissime ragazze di diciassette anni. La prima, mora con i capelli alle spalle e la seconda castana con i capelli lunghi. Emmeline era molto alta, con delle belle gambe lunghe, mentre Alice era più bassina ma comunque molto carina. Insieme a loro c' era anche Mary.
«Ciao ragazze!» esclamò Lily abbracciando le amiche una per una.
Mentre tutte e cinque faticavano cercando di issare i loro bauli, vennero interrotte da una odiosa voce maschile «ma guarda guarda, mi sembrava di sentire odore di sanguesporco, e ovviamente non mi sbagliavo.»
Mulciber ed Avery, Serpeverde del settimo anno, se ne stavano appoggiati alla colonna dietro le ragazze e le guardavano con disgusto.
«Eh già Avery, anche quest'anno le sanguesporco sono tornate a scuola, e io che speravo che morissero durante l'estate!»
E i due ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata. Le ragazze si guardarono infuriate, e quando Marlene stava aprendo bocca per parlare, Mulciber, il più alto e robusto, si avvicinò minaccioso a Emmeline e disse «anche se credo che i traditori del loro sangue meritino la morte anche di più.»
A quel punto Marlene era furibonda, si avvicinò minacciosa al ragazzo e, dopo avergli dato uno spintone, sbottò «solo delle persone così orribili come voi potrebbero dire una cosa del genere! Vattene, non meriti nemmeno di stare vicino a lei!»
Il ragazzo era rosso dalla rabbia, prese Marlene per il collo e la alzò senza un minimo di sforzo.
La ragazza era spaventata e faticava già a respirare quando lui si avvicinò al suo viso alitandole «non azzardati mai più a fare una cosa del genere McKinnon o sarà l'ultima cosa che fai in vita tua!»
«Lasciala andare subito!» gridò Lily avvicinandosi svelta seguita dalle altre.
Quello la guardò un attimo e poi la lasciò andare.
L'aveva appena rimessa a terra, quando una voce alle loro spalle li fece voltare: «azzardati un' altra volta ad avvicinarti a lei, Mulciber, e giuro su Dio che ti uccido con le mie mani!»
Era Sirius che era arrivato insieme agli altri Malandrini e che affiancarono subito le ragazze. Vedendo che erano in svantaggio numerico i due Serpeverde se ne andarono, non senza scoccare alle ragazze occhiatacce piene d'odio.
«Stai bene?» chiese Sirius preoccupato a Marlene, che si era seduta per terra insieme a Lily. Lei lo guardò negli occhi neri come la pece e per un attimo si perse in essi. Lui le tese la mano e la aiutò a rialzarsi e lei lo ringraziò con un filo di voce. I ragazzi aiutarono le ragazze a caricare i bauli proprio un minuto prima che il treno partisse. Poi si divisero per andare a cercare degli scompartimenti vuoti, ma prima di andare James afferrò Lily per un polso e la avvicinò per dirle «stai attenta ad andare in giro da sola, non mi piace come ti ha guardato quello schifoso di una serpe!»
Lei lo guardò sorpresa e domandò «ti stai preoccupando per me Potter? Perché io non ho bisogno di protezione, posso cavarmela benissimo da sola.» Tolse il braccio dalla sua mano e se ne andò lasciandolo li da solo.
«Che voleva Potter?» le chiese Alice quando le raggiunse.
«Niente, solo di stare attenta ai Serpeverde.»
«Oh che dolce si preoccupa per te Lily!» disse Emmeline mentre si legava i capelli in una coda disordinata.
«Ma smettila Em, Potter è tutto tranne che dolce lo sai» ribattè lei piccata.
«Be ma è stato davvero dolce a preoccuparsi per te, non dirmi che a te non ha fatto piacere» commentò Alice.
«Più che altro mi ha sorpreso, quello si. Stranamente non ha fatto lo sbruffone» osservò Lily.
«A me è sembrato ancora più bello dell'anno scorso» disse Emmeline con un sorriso malizioso.
«Chiudi la bocca Em stai sbavando» la prese in giro Lily.
«Ehi solo perché tu sei l' unica che non ci fa un pensierino non vuol dire che anche noi dobbiamo chiudere gli occhi quando lo vediamo!»
«Io non ci faccio un pensierino, come dici tu, perché non potrei mai stare con uno sbruffone, odioso, antipatico, pallone gonfiato!» sbottò Lily infastidita.
«E va bene basta ragazze! Parliamo di cose più importanti per favore» le interruppe Mary che già sapeva come sarebbe andata a finire, visto che le due battibeccavano sempre sul fatto che James facesse il filo a Lily e che lei avrebbe dovuto ritenersi fortunata anche solo per il fatto che le rivolgeva la parola. Passarono la mattinata a ridere e scherzare finché non arrivò l' ora per Lily di raggiungere la carrozza dei Caposcuola.
Ovviamente arrivò con quindici minuti di anticipo, perché lei era Lily Evans e Lily Evans arrivava sempre in anticipo. Stava per entrare quando sentì una voce alle sue spalle «ehi sanguesporco, ho saputo che tu e le tue amiche avete avuto un incontro ravvicinato con i miei compari.»
Quella voce strascicata, roca e perfida le fece venire un brivido sulla schiena. Si voltò e si trovò davanti Rodolfus Lestrenge, un ragazzo alto e muscoloso, che sarebbe stato anche bello se non avesse avuto perennemente quell'espressione di superiorità e disgusto che riservava a tutti tranne che ai suoi compagni Serpeverde.
Con lui c'era Severus Piton, ex migliore amico di Lily da quando lui l'aveva chiamata sanguesporco davanti a tutti ma soprattutto da quando aveva scelto di diventare un Mangiamorte. Rodolfus si avvicinò minaccioso a Lily mentre l'altro rimase in disparte a guardare.
«Lestrenge, che cosa vuoi?» sbottò lei fredda. Lui la prese per le spalle e la sbattè violentemente sulla porta dello scompartimento, poi avvicinò il viso a quello di lei che avvertì un forte odore di tabacco e whiskey incendiario.
«Lo sai Evans, tu e le tue amiche mi avete proprio stufato. Sempre a mettere il naso in cose che non vi riguardano, sempre ad impicciarvi. Avete proprio bisogno di una bella lezione. Sai cosa ci insegnano a noi purosangue? Che voi nate babbane siete solo feccia, e che l'unica cosa a cui siete utili è il nostro divertimento. Quindi è ora che tu faccia il tuo dovere e soddisfi i miei bisogni.
E dopo averti fatto vedere chi comanda, passerò a quella troia della tua amica Marlene, che non fa altro che sfidarci» sibilò con un ghigno sadico.
In quel momento Lily non riusciva a non pensare ad altro che non fosse quel ragazzo davanti a lei, che la guardava con uno sguardo che la terrorizzava. Era sempre stata molto coraggiosa, e da buona Grifondoro non si tirava mai indietro davanti ad una sfida, ma in quel momento capì che lui faceva sul serio e che era veramente in pericolo.
«Lasciami stare Lastrange! Metti giù le mani!» Cercò di divincolarsi, ma il ragazzo era molto più forte e alto di lei. Poi il suo sguardo cadde su Severus e un pezzo di cuore si ruppe inevitabilmente. Quello che era stato il suo migliore amico stava permettendo una cosa del genere: permetteva a quello schifoso di toccarla, di far scorrere la sua mano sui suoi fianchi e sulla schiena. Fu quando arrivò a toccarle il seno che Lily sussultò e iniziò a tremare. Ma non fece in tempo a dire niente che sentì la presa sul suo corpo allentarsi e Rodolfus venire scagliato di lato. Ad un tratto altre due mani furono su di lei, ma con un tocco molto più delicato e dolce. James Potter era lì accanto a lei, con il volto contratto dalla rabbia.
«Stai bene Evans?» le chiese. Lei, ancora scossa, non rispose mentre alcune lacrime le rigavano il viso.
«Ah San Potter sempre pronto a fare il cavaliere eh?» disse Severus osservandolo.
James si voltò lentamente, lasciò andare Lily e gli si avvicinò «ho sempre saputo che eri un codardo, ma non sapevo fossi anche uno schifoso bastardo! Davvero Mocciosus le avresti fatto questo? Avresti guardato mentre quel porco le avrebbe fatto questo? Mi fai pena davvero!»
Pronunciò quelle parole con tutto il disgusto che aveva in corpo e Piton socchiuse gli occhi un attimo prima di rispondere «io faccio quello che voglio, traditore del tuo sangue, e non devo certo rendere conto a te!»
Si girò e se ne andò. James guardò prima Lily e poi Rodolfus che si stava rialzando, gli andò vicino e gli disse minaccioso «azzardati anche solo a riavvicinarti a lei e la prossima volta non sarò così gentile Lestrenge!»
«Tranquillo Potter, puoi tenertela tu la sanguesporco. A me non interessa.»
Si alzò e se ne andò con un ghigno sul volto. Lily era rimasta immobile rannicchiata a terra, così James le se avvicinò e le accarezzò il viso, asciugandole una lacrima.
«Tranquilla, se ne sono andati, va tutto bene.» A quelle parole la ragazza lo guardò negli occhi e scoppiò a piangere. Era arrabbiata, furiosa con Lestrenge per quello che aveva fatto, con Severus perché non aveva detto ne fatto niente, e con se stessa per non essere riuscita ad opporsi.
James prese ad accarezzarle i capelli e disse «tranquilla Evans, è tutto finito.»
Dopo qualche minuto finalmente si calmò, poi lui la aiutò ad alzarsi e le asciugò l'ultima lacrima.
«Grazie Potter, davvero» mormorò lei imbarazzata quando finalmente si fu rispresa. «Di niente Evans, questo è il minimo per te» esclamò lui sorridendo.
«Ma come mai eri qui?» gli chiese con un sorriso imbarazzato la ragazza.
«Bè sono venuto alla riunione dei Caposcuola» disse lui con un ghigno divertito e indicandosi la spilla appuntata sulla maglia. Lily lo guardò a bocca aperta ed esclamò «tu?? Ma io pensavo che sarebbe stato Remus.»
«Si, lo pensavamo anche noi, ma a quanto pare il vecchio preside ha preso una decisione diversa» disse James con un'alzata di spalle e un sorriso.
Il primo istinto di Lily fu quello di urlare dall'esasperazione, perché sapeva già che lui le avrebbe reso il lavoro molto più faticoso con i suoi modi arroganti e le sue attenzioni fastidiose. Ma poi lo guardò di nuovo e nella sua mente tornò vivida la sensazione delle sue mani delicate che la stringevano dopo averle tolto di dosso Lestrenge, e non seppe proprio dirsi perché ma quel suo primo istinto scomparve veloce come era venuto.
Rimase abbastanza confusa da quello che stava accadendo dentro di sé, perché in sette anni non era mai successo che provasse qualcosa che non fosse rabbia o fastidio nei suoi confronti.
Ma per fortuna furono interrotti dai Prefetti che arrivarono e lei accantonò quei pensieri entrando nello scompartimento per la riunione.

Appena finirono la riunione i due Grifondoro tornarono verso i loro amici. James accompagnò Lily e poi la salutò per tornare dai Malandrini. Appena entrò nello scompartimento scoppiò «io vi giuro su Dio che quest'anno ammazzo le serpi uno per uno!»
«James, che è successo?!» chiese Remus preoccupato vedendolo così agitato.
«Per fortuna che sono andato prima che cominciasse la riunione o non so che cosa sarebbe successo! Ho trovato Lestrenge che metteva le mani addosso alla Evans! E poi ha minacciato di prendersela con Marlene!»
«Che cosa?!» scattò Sirius.
«Ramoso stai scherzando?!»
«Secondo te potrei scherzare su una cosa del genere Sirus? E la cosa che mi ha fatto più schifo è stata che Mocciosus era lì che guardava senza fare niente!» sbottò James infuriato.
«Che bastardo! Questa ce la pagheranno!»
«No Sirius, per quanto sono arrabbiato anche io non possiamo rispondere con la violenza o scateneremo una guerra e ci potrebbero andare di mezzo le ragazze, potrebbero prendersela con loro ancora di più» intervenne Remus ragionevole.
«Ha ragione Lunastorta, Felpato. Dobbiamo parlarne con loro» disse James.
E così si avviarono nello scompartimento delle ragazze. Lily stava finendo di raccontare alle amiche quello che era successo poco prima quando la porta si aprì ed entrarono i Malandrini, che presero posto e James dichiarò «ragazze dobbiamo fare qualcosa! Credo che Lestrenge dicesse sul serio prima e se così fosse potrebbe prendersela con te Marlene, e per di più hai anche sfidato Mulciber.»
«Si hai ragione ma che possiamo fare? Non possiamo scatenare una guerra!» esclamò Alice allarmata.
«No Alice hai ragione, ma possiamo fare in modo che non siate mai sole. Andremo in giro sempre in gruppi così quelle serpi schifose non avranno modo di avvicinarvi» disse James guardandole una per una.
«Lo fareste davvero?» chiese Mary stupita.
«Certo che si Mary. Siamo un po sbruffoni ma non siamo cattivi, e voi siete nostre amiche e gli amici si aiutano a vicenda» le rispose Remus con un sorriso sincero.

E in quel preciso istante in quel gruppo di ragazzi nacque qualcosa, un legame profondo che li unì piano piano, ad uno ad uno, e che li avrebbe accompagnati non solo in quell'ultimo anno di scuola, ma anche in quel futuro che loro non lo sapevano, ma era già segnato. Perché purtroppo le guerre fanno questo, segnano il futuro delle persone e rovinano la vita degli innocenti. Ma per ora erano solo un gruppo di ragazzi della stessa età che per la prima volta in sette anni si ritrovava ad avere uno scopo comune, un sentimento reciproco che li univa: l'amicizia.

Il Legame Che Ci UnisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora