Capitolo 86: La scomparsa di Regulus

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15 giugno 1980

Nelle settimane successive alla scomparsa di Regulus ci fu un po' di scompiglio tra i ranghi del Signore Oscuro.
La sua sparizione non passò certo inosservata e Voldemort ordinò ai suoi Mangiamorte di trovarlo ad ogni costo.
Erano sicuri che il ragazzo avesse avuto paura di quello che voleva dire in realtà essere un Mangiamorte e che fosse scappato.
Ma non si smette di essere un Mangiamorte, e soprattutto non si tradisce il Signore Oscuro e si sopravvive per raccontarlo. Per Lord Voldemort la fuga di uno dei suoi membri più importanti, in quanto figlio dei Black, era un vero e proprio affronto personale, e non aveva intenzione di fargliela passare liscia. Se il ragazzo aveva deciso di voltargli le spalle allora non aveva più senso che rimanesse in vita. E soprattutto avrebbe dimostrato a tutti gli altri Mangiamorte cosa succede se si hanno dei ripensamenti e se si tradisce.
«Ancora nulla del traditore?» sibilò furioso quella sera durante una riunione.
«No, mio Signore. Non abbiamo trovato nessun indizio che possa farci capire dove si nasconde» rispose Lucius un po' intimorito dall'idea di dare brutte notizie al suo Signore, che sospirò frustrato ma non disse nulla.
Spostò lo sguardo su Bellatrix e chiese «e la sua famiglia?»
La donna, furiosa quanto Voldemort per il tradimento del cugino, rispose «non ne sanno nulla, mio Signore. Mia zia è disperata per la sua scomparsa e mio zio incollerito per il disonore che il ragazzo ha portato sulla famiglia.»
«Sei sicura che siano sinceri? Non lo stanno coprendo?» sibilò di nuovo.
«Ne sono certa, mio Signore» disse la donna.
Voldemort chiuse gli occhi qualche attimo per cercare di invocare la calma.
Non solo quel ragazzino era riuscito a sfuggirgli e a passarla liscia, ma i suoi stupidi uomini non riuscivano nemmeno a trovarlo.
«Mio Signore... voi non credete che magari... che magari possa averlo preso l'Angelo della Morte?» suggerì titubante Mulciber.
Alcuni compagni si agitarono sulle loro sedie, a disagio. Dorcas Meadows continuava a mietere vittime e per Voldemort era sempre un tasto delicato.
Non era ancora riuscito ad arrivare a lei e la cosa lo indispettiva quasi quanto il tradimento del giovane Black.
Quando spostò lo sguardo su Mulciber, il ragazzo si pentì subito di aver nominato Dorcas. Quando Voldemort aveva quello sguardo, bisognava tremare.
«Piton, spiega per favore a questo idiota del tuo compagno perché non credo che il ragazzo sia nelle mani della Meadows» sibilò sottolineando il nome della ragazza.
Lui non sopportava di sentir pronunciare quello stupido soprannome che avevano affibbiato alla giovane Auror.
«Perché a quest'ora avremmo già ritrovato il suo cadavere da qualche parte con la firma di quella pazza sadica» rispose semplicemente Piton.
«Esattamente» confermò Voldemort.
«Ma... ma mio Signore... potrebbe tenerlo in ostaggio per estorcergli informazioni su di noi» continuò imperterrito Mulciber convinto della sua teoria.
Voldemort sentì che la sua pazienza era ormai agli sgoccioli e che molto presto qualcuno avrebbe pagato per la loro incompetenza e inettitudine. Mulciber rischiava seriamente di essere quel qualcuno.
«Ho già detto che la Meadows non c'entra niente. La nostra spia, il qui presente Codaliscia, si è assicurato che fosse così. Non è vero?» disse rivolgendosi al ragazzo che iniziò a tremare al solo sentir pronunciare il suo nome.
«C-certo m-mio Signore» balbettò.
L'occhiata che Voldemort rivolse alle persone tutte intorno a lui era chiara: il discorso era chiuso e non avrebbe più sopportato di sentir pronunciare quel nome.
Poi si rivolse di nuovo a Peter dicendo «voglio che tu parli con il tuo amico Black. È probabile che il traditore si sia rivolto all'altro traditore per avere protezione. Non ne sono molto convinto, perché se il ragazzo fosse andato dall'Ordine a quest'ora gli avrebbe spifferato ogni nostro nascondiglio e ogni nostro piano e ce li saremmo già ritrovati sulla porta di casa. Ma bisogna essere scrupolosi e se vogliamo trovarlo e punirlo dobbiamo setacciare ogni pista e indizio. Parla con il fratello e cerca di scoprire se sa qualcosa.»
«C-certo mio Signore. L-lo farò subito» squittì Peter a disagio.
Parlare con Sirius e cercare di estorcergli informazioni era come tentare di rubare l'osso ad un cane in catene.
Sirius era cresciuto imparando a mascherare ogni sua singola emozione e sapeva bene come mentire. Ma un ordine di Voldemort non poteva certo essere rifiutato o messo in discussione. Doveva accettare e basta.
«Perfetto, Codaliscia» disse con un cenno del capo.
La riunione proseguì senza più far riferimento a Regulus. Nonostante Voldemort volesse trovarlo a tutti i costi, c'era anche molto altro lavoro da fare.
Avevano in progetto molti attacchi e stavano ancora lavorando per portare dalla loro quante più creature oscure riuscissero, e non potevano certo lasciare tutto per cercare uno stupido ragazzino spaventato.
Se solo Voldemort avesse conosciuto l'amore che lega due fratelli avrebbe compreso che non sarebbe mai riuscito a trovare Regulus.
Non avrebbe mai potuto immaginare che il ragazzo si fosse sacrificato per salvare suo fratello e il mondo intero. Che avesse perso la vita lottando per sconfiggerlo perché per lui Sirius era più importante di ogni altra cosa al mondo. Se avesse conosciuto e compreso cosa può fare l'amore, cosa spinge a far fare alle persone, avrebbe capito che non si possono tenere le persone al guinzaglio senza che esse prima o poi si stufino e cerchino la libertà.
Regulus era stato costretto a diventare un Mangiamorte e ben presto quella vita gli era andata stretta. Non puoi costringere una persona buona a commettere azioni terribili senza che non provi pentimento. Regulus bramava la libertà da quella vita come un assetato in mezzo al deserto brama un goccio d'acqua fresca.
E cosa ancora più importante, voleva indietro suo fratello. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter tornare ad essere solo Sirius e Regulus, senza parti da scegliere o guerre in cui lottare, solo due fratelli che si vogliono bene.
Voldemort avrebbe dovuto mettere in conto una cosa del genere, ma dopotutto, se avesse saputo capire cos'è l'amore e che arma potente è, noi non saremmo qui a leggere questa storia.
Perché è su questo che si basa tutto: sull'incapacità di Voldemort di amare e di non comprendere che non c'è forza più grande e potente dell'amore.

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