Capitolo 3

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Mi sentii andare a fuoco. Ero stata assente per tutto quel momento a causa dei pensieri che mi avevano invaso la mente. A volte mi capita e basta, non posso controllarlo, è come un qualcosa anche viene innescato e non si può fermare. Un ragionamento mi  porta ad un altro, fino ad estraniarmi completamente dalle situazioni.

"Cosa?" chiesi, rossa in volto.

"Ti ho chiesto qual è il tuo sogno." ripetè Lucas, ridacchiando.

"Oh beh...mi piacerebbe lavorare nel campo dell'editoria, sì insomma...magari iniziare la mia carriera col correggere testi e poi ambire a qualcosa di più." spiegai, presa leggermente alla sprovvista.

"Scrivi?" chiese di getto e non metabolizzai subito la sua domanda.

"Sì, ma non ho mai fatto leggere nulla a nessuno e mai lo farò." affermai sicura di me.

A volte mi capitava di scrivere i miei pensieri, in poesie o per esteso e durante l'ultimo anno anche un libro. Scrivere mi faceva sentire completa perchè potevo vivere ancora di fantasia. Era come creare degli amici, chi era simpatico e chi antipatico. Il bello era che potevo far scorrere il romanzo come più desideravo, ma a volte ero io ad essere guidata dalla storia. Ma la cosa ancora più bella era quella di poter immaginare e descrivere tutto come era stato creato dalla mia mente, ogni particolare, ogni personaggio.
Tutto questo era raccolto nella mia cartellina grigia che avevo sempre tenuto nascosta e di cui nessuno non ne era mai venuto a conoscenza.

"Cosa scrivi?" continuò con le domande, mentre Nora rimaneva interessata ad ascoltare in silenzio.

Esitai leggermente per fargli capire che non volevo che mi ponesse altre domande sull'argomento.

"Poesie, pensieri, testi...anche un libro, ma non lo farò mai leg-" venni interrotta, rimanendo con la bocca socchiusa.

"Capisco, però deve essere molto bello. Se scrivi per il piacere di farlo, ho sicuramente ragione." commentò con un grande sorriso. Mentre Nora forse non comprese il significato profondo di ciò che disse, io lo capii a pieno.

Chi scrive per sé stesso, sapendo che è solamente una passione che magari non sfocierà in qualcosa di importante, è libero di fare ciò che vuole. Perchè in questo modo, cioè senza fretta e senza scadenze da rispettare, può scrivere solamente quando vuole e si sente ispirato. Il risultato sarà sicuramente molto buono perché quando ami fare qualcosa, la desideri fare bene.

La serata purtroppo passò troppo velocemente tra chiacchiere e risate. In fondo non mi pentii di aver accettato la richiesta di Nora, Lucas era un ragazzo molto simpatico nonostante quella sera fosse leggermente rigido, probabilmente a causa dell'imbarazzo. Così ben presto arrivò il momento di salutarci ed io e Nora rimanemmo sole in camera.

"Quanto ti devo?" le chiesi riferendomi al prezzo della pizza.

"Nulla, non preoccuparti" rispose, chiudendo le scatole di cartone ormai vuote e unte e riponendole in una busta di plastica bianca.

Io ero immobile in mezzo alla stanza a fissarla mentre sistemava, non so perché ma non mi chiese aiuto.

"Dai, dico sul serio, voglio pagare la mia pizza." dissi, fissandola.

Mi dava fastidio il fatto di poter dare l'idea di averla sfruttata, del resto aveva organizzato lei quella piacevole serata e almeno avrei dovuto restituirle la mia parte.

"Nicole abbiamo ancora un intero anno da vivere, una sera sarai tu a pagare la mia pizza." disse, fermandosi un attimo per sorridermi. Raccolse anche le bottiglie vuote nella busta.

"Va bene, grazie." accettai, scuotendo la testa.

"Di nulla, ma ora..." fermò i suoi movimenti, fissandomi con uno strano sorrisetto sul volto.

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