Capitolo 2

569 32 5
                                    

Quello stesso giorno tornai a casa dai miei genitori col treno, loro non sapevano che mi ero già recata nei dormitori e non potei dimenticare la loro indignazione passeggera nei miei confronti.

Li convinsi comunque a permettermi di trasferirmi lì dal giorno successivo e nel momento in cui dovetti partire, gli si sciolse il cuore in mano.
Mi salutarono come se non dovessi più tornare, ma la più emozionata fu mia madre la quale pianse tra le mie braccia per quelli che, da essere secondi, diventarono minuti.
Mio padre mi accompagnò in macchina fino all'università e quando arrivò il momento di salutarmi, mi diede un abbraccio sussurrandomi quanto fosse fiero di me.

Era sempre stata una persona dolce, più di quello che poteva sembrare e dimostrare, ma era questo che amavo di lui: il fatto che riuscisse ad esprimere il suo amore con piccoli gesti inaspettati e colmi d'amore. Lo avevo automaticamente perdonato per ciò che aveva fatto molti anni prima, anche perchè non ne ricordavo molto e non sapevo ancora il motivo della separazione dei miei genitori.
Ero molto piccola quando accadde, ma dopo sei anni, si riunirono in un matrimonio più contenuto rispetto a quello precedente.

Mia madre l'aveva perdonato ed era tornata ad amarlo come un tempo. Mi chiedevo ogni giorno cosa fosse accaduto di così grave da spingerla ad estraniarlo dalla mia vita quando avevo solo due anni e non lo avrei saputo ancora per molto tempo.

Una volta scesa dalla macchina, mi avviai verso i dormitori per tornare nella camera che sarebbe stata il mio rifugio per un intero anno scolastico. All'interno dell'edificio la temperatura era più bassa e gradevole rispetto a quella esterna, ciò mi diede sollievo. Cominciai subito a sentire il mio corpo tornare ad una temperatura piacevole.

Appena entrai e appoggiai il mio ultimo bagaglio, notai sul letto un piccolo post-it giallo.
Lo presi in mano, leggendone il contenuto:

'Ciao Nicole, spero che tu sia arrivata e che stia leggendo questo biglietto.
Volevo avvisarti che tornerò in camera questa sera e se ti va potremmo ordinare della pizza.
Nora'

Mi meravigliai nel vedere che la sua scrittura in stampatello fosse così piccola e così illeggibile. Pensai subito che non sarebbe stato semplice copiare i suoi appunti durante l'anno, se ne avessi mai avuto bisogno.

Attaccai il post-it sulla scrivania e accanto vi posizionai il mio PC. Lo accesi, connettendolo alla rete wifi della scuola di cui avevo già la password e attesi la videochiamata che i miei due migliori amici mi avevano promesso.

Ad un tratto ricevetti una telefonata.

"Pronto?"

"Ciao Nicole, tutto bene?" sentii la voce acuta di mia madre chiedere dall'altro capo del telefono.

"Sì stai tranquilla, sono qui da poco e già sei preoccupata per me?" chiesi, ridacchiando alla fine.

"No, cioè...sì. Ma in realtà volevo avere notizie sulla tua compagna di stanza, se non è...adatta si possono trovare delle soluzioni e magari-" la interruppi.

"Mamma non essere paranoica, e comunque sembra una brava ragazza." risposi, con un tono piatto.

"Beh se si rivelasse non essere così sai che puoi avvertirci, a questo servono i genitori." disse lei.

In quel momento pensai a quanto fosse assurda la sua frase. Non li avevo visti per molto tempo ed ora parlava del ruolo di genitore che per un periodo non avevano ricoperto.
Inoltre mi avevano imposto di andare a studiare in Florida e in un modo o nell'altro ero stata costretta ad ascoltarli. Per non parlare di mio padre che aveva perso sei anni della mia vita per colpa di mia madre che lo aveva allontanato.
Avrei voluto risponderle male, rinfacciarle tutto, ma quello che diedi fu tutt'altra risposta.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora