Capitolo 68

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Era ormai da un paio di settimane che non avevo contatti con Clare e Jack, ultimamente ero stata distratta da varie questioni.

Nonostante avessi scritto ad entrambi, nessuno mi aveva risposto. Su WhatsApp i messaggi erano segnati solo come inviati e sembrava che non aprissero altri social da molto tempo.
Già, non mi ero limitata alle semplici chiamate.

Cominciavo veramente a preoccuparmi, apparivano isolati dal mondo e ciò non era affatto normale per due ventenni.

Il problema più stressante era il fatto che riuscissi a vedere sia il loro ultimo accesso sia quando erano online, ma né Clare né Jack ricevevano i miei messaggi.
Tutto ciò era strano.

Cominciai a domandarmi se il problema fosse del mio cellulare o internet, ma successivamente mi accertai anche di questo.

Era come se tra me e i miei due migliori amici vi fosse un vetro: riuscivamo a vedere le nostre ultime attività, ma non riuscivamo a comunicare.

Supposi che ciò fosse opera dello stalker, come sempre.

Infilai il cellulare nella borsa e continuai a camminare, cercando di ascoltare Jason.

Ormai il mio ragazzo era guarito, non aveva più il livido sullo zigomo o il taglio al lato della fronte, nè sul corpo erano rimasti i segni scuri della lotta.

Dopo quella notte sembrava che avessimo raggiunto una tregua con lo stalker, ma tutti conoscevamo il suo modo di agire: lasciava che noi abbassassimo la guardia e poi attaccava nuovamente.

Ogni volta era sempre peggiore della precedente e mi sentivo male dentro. Era come se qualcuno colpisse il mio cuore, poi lo lasciasse guarire e infine scavasse nelle ferite quasi cicatrizzate.
Ciò si ripeteva da tempo ormai, senza sosta.

Erano trascorsi circa sei mesi dall'inizio di tutto ed io ancora mi ostinavo a resistere, ma non sarei riuscita a continuare ancora per molto.

"Ora che lezione hai?" mi domandò Jason, permettendo che mi risvegliassi dai miei pensieri.

Solo allora mi accorsi di trovarmi già a scuola, più precisamente nei corridoi.

Quel martedì mattina era l'ultimo giorno di febbraio ed io non vedevo l'ora che terminasse.
Volevo lasciarmi quell'orribile mese alle spalle.

"Ho il corso di storia." affermai assonnata.

Jason fece una smorfia e lo guardai interrogativa.

"Non ho capito il motivo per il quale la gente ancora segue i corsi di storia...è una materia che non sopporto." commentò con uno sciocco sorriso.

"Beh sei tu a non sopportarla, è essenziale e poi mi è molto utile. Tu che corso hai?" domandai sorridendo dolcemente mentre lui alzava gli occhi al cielo.

"Letteratura." affermò quando finalmente svoltammo l'angolo del corridoio principale, allontanandoci da esso.

"Sai, a volte mi sembra che tu segua solo il corso di letteratura." commentai ridacchiando.

"Ne seguo anche altri, tranquilla." disse con un'aria scherzosa che fece ridere entrambi.

Ci fermammo davanti al mio armadietto, dovevo prendere il quaderno degli appunti che avevo dimenticato lì la volta precedente.

Ad un tratto avvertii un forte odore sgradevole che mi fece contrarre il viso.

"Cos'è questo tanfo?" domandò Jason disgustato.

Lo fissai, ricambiando l'occhiata confusa.

"Non ne ho idea ma...sembra provenire proprio dal mio armadietto." mormorai sospettosa e inquieta.

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