Capitolo 1

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Durante l'ultima settimana i cancelli venivano lasciati aperti tutto il giorno per permettere agli studenti che avrebbero alloggiato nei dormitori di trasferirsi lì fin da subito.

Una volta giunta all'entrata del dormitorio, bussai in modo che il guardiano potesse aprirmi, assicurandosi prima che facessi parte di quel college.
Durante il tragitto fino alla stanza, agitavo le chiavi nervosamente: non avevo idea di chi potesse essere la mia compagna e temevo di potermi ritrovare davanti una persona che, per i miei schemi, sarebbe potuta essere troppo strana.
Una volta davanti la camera 217, infilai la chiave nella toppa della serratura e le feci fare un mezzo giro, finché non sentii uno scatto.
Aprii la porta e mi ritrovai davanti ad una ragazza castana con uno shatush biondo, aveva occhi color nocciola, ma soprattutto un'aria che non trasmetteva nulla di negativo. Indossava dei pantaloni neri e semplici, una maglietta aderente bianca a maniche corte ed aveva delle scarpe da ginnastica dello stesso colore.

"Ciao, io sono Nicole." mi presentai per prima.

"Naomi," disse "lo so è un nome un pò strano, come i miei genitori che del resto lo hanno scelto, ma tu non farci caso." mi spiegò con fare logorroico "Chiamami Nora." concluse ridacchiando.

Notai subito il suo accento australiano.

"Va bene" risposi, ridendo anch'io.

Dopo quella breve conversazione, mi diressi verso le mie valigie che erano state portate il giorno prima nella stanza dai miei genitori.
Solo in quel momento feci attenzione all'aspetto di quella camera. Le pareti erano di un color beige abbastanza insolito, opposta alla porta vi era una piccola finestra, alla destra la parete era occupata da un letto a castello in ferro e da un armadio sempre in legno. La parete sinistra aveva una porta che dirigeva nel nostro bagno personale e accanto ad essa vi era una scrivania parecchio grande.

Cominciai a disfare le mie valigie, finché Nora non mi fece una domanda.

"Sei di Londra, vero?"

"Sì, ho sempre abitato lì."

"E come mai adesso sei qui in Florida? Non c'erano buoni college in quella città?" continuò a curiosare.

"Ho deciso di frequentare questa università perché ho ricevuto una borsa di studio e i miei genitori mi hanno costretta ad accettare." spiegai, mentre sistemavo i miei vestiti nell'armadio.

"Una borsa di studio?" chiese con un tono incredulo.

"Esatto." confermai "Come mai ti stupisce tanto?"

Rimasi leggermente perplessa alla sua reazione e inizialmente non ne capii il motivo.

"È che...sei sicura?"

"Beh direi proprio di sì." affermai con una nota di divertimento scaturita dalla sua strana domanda.

"Ma non..." lasciò la frase in sospeso, abbassando lo sguardo con un'aria pensierosa.

Non avevo idea di che cosa avesse in mente, ma quel suo stato d'animo mi lasciò confusa.

"Cosa c'è che non va?" domandai, fissandola in attesa di una risposta.

"Non è possibile." affermò infine, fissandomi negli occhi.

"Perchè? Di cosa stai parlando?" concentrai tutta la mia attenzione su di lei.

"Perchè dall'accaduto di Ray, il preside non ha più offerto borse di studio agli studenti." affermò e non capii a cosa si riferisse.

"Chi è Ray? Quale accaduto?" chiesi ingenua.

"Ray è, anzi era, un ragazzo che aveva frequentato questa scuola qualche anno fa, ma poi...non si sa esattamente cosa sia successo.
Gira voce che lui avesse ottenuto una borsa di studio e un giorno si recò ad una festa, sai una di quelle a cui avrebbe partecipato tutto il quartiere." annuii, incitandola a continuare.

"Insomma circolavano alcolici, droga e solo Dio sa cos'altro. Ray bevve così tanto che si ubriacò, del resto come gli altri, e quando la mattina si svegliò, si ritrovò nella cantina di quella casa.
C'era un demone lì sotto, aveva incatenato Ray ma poi lo liberò, in cambio avrebbe dovuto portargli delle vittime sacrificali umane e se fosse scappato, avrebbe ricevuto la sua vendetta. Ray lo ignorò e qualche giorno dopo venne ucciso. Si dice che i giorni precedenti alla sua morte fosse stato ansioso, continuamente nervoso e con la paura che accadesse qualcosa.
Inoltre la festa era stata organizzata da una confraternita perciò non si è mai venuti a conoscenza di cosa accadde realmente.
Questo è tutto." finì, lasciandomi perplessa sulla veridicità del racconto.

Pensai che probabilmente fosse solo una voce di corridoio per spiegare qualcosa che per gli studenti non aveva un senso, o forse per intimidire i novellini. Magari semplicemente nessuno si vantava più della borsa di studio che aveva ricevuto ed era così sembrato che non ne fossero più state distribuite ai più meritevoli.

"In tutto questo cosa c'entrano le borse di studio?" chiesi per cercare di capire il fine del racconto.

"Solamente che dopo quello il preside non inviò più una di queste occasioni a nessuno." rispose.

"O magari nessuno se n'è più vantato ed è solo sembrato. È solo una coincidenza che quel ragazzo avesse ottenuto una borsa di studio." aggiunsi.

"È solo una voce di corridoio. Nulla è certo, ma io starei comunque attenta, magari un maniaco esiste realmente." mi consigliò.

"Se dici così mi spaventi davvero...dai continuiamo a disfare le valigie che è meglio." la incitai e lei annuì cambiando completamente espressione, passandone ad una più rilassata.

Tornai al mio lavoro e dopo aver sistemato tutto, chiusi le valigie ormai vuote e le riposi sopra l'armadio particolarmente basso. Non avendo più nulla da fare, decisi di salire sul letto a castello che avevamo in camera.
Dovetti prendere il letto posto più in alto, poiché Nora aveva già occupato il suo.

"Ti va bene dormire lì?" sentii una voce squillante provenire dal basso.

"Sì, tranquilla." risposi.

In effetti, fin da quando ero piccola, questi tipi di letto mi avevano sempre affascinata e adoravo dormire in quello alto perchè sentivo di poter controllare la stanza.
Da bambina avevo paura del buio e sapevo che lì i mostri non mi avrebbero mai raggiunta, mi sentivo al sicuro e con uno sguardo rivolto al basso potevo assicurarmi di trovarmi da sola.
Non avevo una sorella, ma quel letto c'era sempre stato nella mia cameretta, perciò potevo scegliere in quale dormire. Ovviamente una volta cresciuta, cominciai a dormire in quello basso per comodità. Ora quel letto era rimasto a Londra e con lui tutti i miei ricordi e legami.

Scesi dall'altura che mi ricordava la mia vecchia vita e decisi di tornare a casa dai miei genitori, nonostante non ne avessi un desiderio impellente.
Ad Orlando non conoscevo nessuno e mi annoiavo a passare le giornate in casa da sola.

"Io vado a casa, ci rivediamo la prossima settimana." dissi a Nora.

"Puoi restare qui anche già da oggi. Non bisogna aspettare per forza il giorno precedente all'inizio della scuola per trasferirsi." mi disse, sorridendo.

"Non lo sapevo...allora penso che verrò ad alloggiare qui da domani, sai devo organizzare le ultime cose..." affermai, dondolando impercettibilmente sulle gambe.

"Vorrà dire che dovrò passare una notte da sola, allora ci vediamo domani." mi salutò.

"A domani. Mi raccomando fai attenzione ai maniaci, la tua compagna di stanza ha ottenuto una borsa di studio e potrebbero farti visita." la rimbeccai scherzosamente.

"Hey! Io non credo a quelle storie, vai via da qui prima che ti mandi fuori a calci!" si mise a ridere ed io con lei, prima di tornare sui miei passi per la via del ritorno.

Camminavo e sorridevo impercettibilmente.
Sapevo di aver conosciuto una simpatica ragazza che mi avrebbe accompagnata negli anni del college, e avevo tanto sperato che avrei avuto accanto un'amica che mi avrebbe sostenuto.

Fallen In FloridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora